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Autore: franceskik    11/11/2012    6 recensioni
Louis incontrerà per dieci volte una psicologa con cui parlerà del suo passato e cercherà risposte per il suo presente. Inizialmente è freddo e distaccato, ha paura del giudizio di una persona che non conosce. Non vuole raccontare il motivo del suo "mutamento psichico".
Al solo nome "Harry.." Louis abbassa lo sguardo e fugge via dal discorso.
[Ogni capitolo è un incontro con la psicologa.]
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella stanza era udibile solo il rumore dello spostarsi delle lancette, un tintinnio continuo e costante, invariabile e monotono.
Chi poteva immaginare che il 'tic-tac' di un orologio appeso sopra il muro di un ufficio psicologico, potesse assomigliare tanto alla vita di Louis?

Era seduto sulla sua sedia, con lo sguardo fisso sulla stessa ragazzina della settimana precedente. In fondo, Katylin aveva detto che ogni Venerdì aveva appuntamento con sua madre.
Sembrava tranquilla lei, scocciata e infastidita sì, ma per niente nervosa  o preoccupata.
Louis invece avrebbe pagato oro per scappare da lì, perchè doveva ascoltare una sconosciuta che voleva solo intromettersi nella sua vita? Non aveva senso.

Eppure non aveva senso neppure la vita di Louis, tutto quel dolore che ormai provava da mesi, tutti quei pensieri fuori luogo e i troppi dubbi che lo devastavano.
Sorrideva ogni volta che la ragazza alzava lo sguardo per guardarsi intorno, nella speranza di starle simpatico.

_Signor Tomlinson?_ Aprì la porta la stessa segretaria o infermiera o dottoressa della settimana prima.
_Sì.._ Louis si avvicinò alla porta, entrando e accertandosi che fosse chiusa alle sue spalle.
_La dottoressa la sta aspettando, prego._ La donna l'accompagnò in un ulteriore stanza. Katylin stava mangiando un budino di riso, Louis la guardò con aria storta.
_Louis! Finalmente..._ Gli sorrise lei, come se il ritardo dell'appuntamento fosse dovuto a lui che stava aspettando da un'ora e un quarto. _Accomodati._
_Non sa che è maleducazione mangiare sul luogo di lavoro?_ Puntualizzò il ragazzo, sedendosi nella poltrona di fronte alla scrivania della dottoressa.
_No. Non lo è._ La donna sorrise, appoggiando il suo budino sul piattino e allontanandolo dal computer. _Non è maleducazione, è solamente cattivo gusto, non è buon senso, ecco. Ma in fondo, al giorno d'oggi dov'è il buon senso?_
Louis gli lanciò uno sguardo amaro. Odiava le persone così precise, che tendano a puntualizzare tutto, odiava gli acculturati che fingono di governare il mondo.
_Di cosa parleremo oggi?_ Domandò scocciato lui, allungandosi sulla sedia, quasi a sdraiarsi.
_Non so, Louis. Di cosa vuoi parlare?_
_E' lei che detta legge, qua._ Ribattè Tomlinson, versandosi un po' d'acqua nel bicchiere che Katylin gli aveva lasciato davanti.
_Ti sbagli Louis. Non detto legge, tanto non seguiresti nessuna norma, quindi..._
_Giusta osservazione, dottoressa!_ Sorrise ironicamente, iniziando a bere.
_L'altra volta, prima che finisse l'ora, stavamo parlando dei tuoi amici. Ricordi?_
Lou posò il bicchiere sul tavolo, facendo un po' di rumore. La dottoressa si accomodò meglio sulla sua poltrona marrone e iniziò a giocherellare con la penna, lasciando che si spostasse da un dito all'altro.
_Sì, certo che mi ricordo._ Rispose flebile il venticinquenne, abbassando lo sguardo e mordendosi il labbro, palesemente imbarazzato.
_Parlavamo di Harry, il tuo amico.._
La voce di Katylin risuonava fredda all'orecchio del castano.
"Harry." Un nome, mille emozioni, un crampo allo stomaco, la gola secca, gli occhi che iniziano a farsi lucidi.
"Harry" Un semplice nome, di un semplice ragazzo che gli aveva devastato la vita.
"Harry" un ricordo ormai lontano.
_Ha visto il calo della borsa inglese?_ Domandò sprizzante Louis.
Katylin si lasciò andare ad una risatina un po' disturbata. _Louis.._ lo riprese.
_Che c'è? Ha detto che posso decidere io di cosa parlare._ Non faceva una piega.
_Eh no, Louis. L'hai scelto tardi, è maleducazione intervenire così. Ormai avevo dettato io di cosa parlare.._
Il ragazzo prese il bicchiere, bevve altri due sorsi per poi accavallare del gambe, facendo appoggiare il polpaccio destro sul ginocchio sinistro.
_Non è maleducazione, dottoressa. E' cattivo gusto. Ma in fondo, cosa non lo è al giorno d'oggi?_
Louis guardava fisso negli occhi neri della donna, con un sorriso orgoglioso e apparentemente puro e sano.
_Touchè, Tomlinson!_ Sorrise Katylin, per poi tornare seria un attimo dopo. _Perchè non vuoi parlare di lui?_
_Lui chi?_ Faceva finta di non capire, Louis.
_Harry._
Tomlinson si posò una mano sullo stomaco, accartocciandosi un po'. Maledetto stomaco. Giocava sempre brutti scherzi all'udire di quel nome che inizia con la 'H'.
_Non è che non ne voglio parlare..._ Mentì.
_Bene. Allora parliamone._ Commentò la dottoressa, finendo il suo budino di riso. _Stai bene, Louis?_ Domandò, osservando il ragazzo contorcersi dal dolore allo stomaco.
_Sì. Sì. Sto bene.. parliamone!_
_Perchè vi siete separati?_ Ingurgitò la pasta, per bere un sorso di vino rosso. _Come band, intendo.._ Aggiunse poi.
_Se n'è andato._ Rispose freddo Louis.
_Harry? Harry se n'è andato?_ Domandò Katylin, consapevole che sì, era proprio lui ad aver abbandonato tutto.
Tomlinson annuì.
_Perchè l'ha fatto?_
Louis respirò a lungo, cercando di prendere più aria possibile, perchè quando l'argomento era il bel dannato Styles, tutto l'ossigeno presente sembrava scomparire.
Osservò l'orologio accanto ad uno scaffale pieno di libri su Freud.
_E' finita l'ora, dottoressa._
Katylin osservò gli occhi rossi di Louis. Doveva capire, doveva andare a fondo. Perchè gli dava così noia parlare di Harry Styles? Cosa aveva fatto?
Cosa c'era sotto tutto quel dolore?
_Devo darti i compiti a casa, Louis._
Il ragazzo la guardò con aria storia. _Cioè?_
_Per venerdì devi scrivere su un foglio tre date importanti, le porterai qua e io le leggerò a voce alta._
Tomlinson annuì. _Ok. A Venerdì, dottoressa..._ Spostò la poltrona un po', per poter passare meglio e uscì dalla porta, sbattendola un po' più forte visto che era difettosa e al primo tentativo, se fatto con dolcezza, non si chiudeva quasi mai.

La ragazza si avvicinò con la madre, doveva esser proprio bella, peccato che coprisse il suo volto con un capuccio grigio.
_La porta è semi-aperta..._ Sussurrò Louis alla donna.
La ragazza alzò gli occhi, Louis sorrise ma non ebbe risposta.
Continuava a ripetersi che lì, in quello studio era letteralmente fuoriluogo. Quelle erano le persone bisognose, non lui.

***

Louis entrò piano in casa.
Una casa buia, disordinata, isolata, insensata. Sul pavimento le foto stracciate in cui lui ed Harry sorridevano, alcune avevano il bordo bruciato.
Si guardò intorno, scuotendo la testa, cercando di pensare a cosa avesse fatto questa volta, cosa fosse successo la sera prima, quando ancora pieno d'alcool in corpo era entrato in casa piangente.
Premette il tasto della segreteria, per ascoltare se ci fosse stato qualche messaggio.

"Ehy, Louis, come va? Stai andando dalla dottoressa Sparrock? Appena puoi chiamami. Ti voglio bene, coglione.."

Liam.
Quel ragazzo si preoccupava così tanto per Louis, senza motivo, pensava il castano. In fondo lui stava bene, era solo un po' stressato, forse troppo stanco, tutto qua.

Andò in cucina, aprì il frigorifero e si versò un bicchiere di latte freddo.
La cucina aveva uno strano sapore di ricordi.
Le sere passate a cucinare la cena, le battutine al tavolino, lo stesso tavolo in cui qualche volta avevano fatto l'amore.

Scosse ancora la testa, chiudendo gli occhi. Il bicchiere cadde, frantumandosi in mille pezzi, mentre il latte scivolava nel pavimento di marmo.
_Cazzo.._ Sussurrò di rabbia, con una mano sulla pancia, per alleviare la fitta di dolore.

Louis Tomlinson non aveva veramente niente da raccontare?





Eccooooomi qua.
Secondo capitolo, secondo incontro!
Ahiahiai, Louis mente, è così palese.. cosa sarà successo con Styles? Secondo voi?
Beh, lasciatemi un commento, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, davvero tanto.
Grazie mille della lettura, al prossimo capito!
Baci,
Fra.
  
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