-MAGIA-
(Stregoni & Principi)
-Un incontro predestinato-
[...]
“Ma...” Chiese appena si fu ripreso “Tu chi diavolo sei!?” [...]
Confuso l’uomo indicò con gli occhi sgranati prima il ragazzo e poi il letto,
si alzò e appoggiando la mano sulla spalla di Naruto chiese,
“Come
hai fatto?”
“Io
… ecco … A fare cosa?” chiese il biondo riacquisendo un po’ di autocontrollo e
cercando di non far tremare la voce,
“Il
letto! Si è spostato!” un lampo gli illuminò lo sguardo castano,
"Hai
usato la magia!"
“Non
è vero”
“Lo
sai cosa sarebbe successo se ti avessero visto?” proseguì Jiraya come se non
avesse sentito la protesta del giovane,
“Non
sono stato io …”
“Chi
è il tuo maestro?” chiese imperterrito rafforzando la presa sulla sua spalla e
facendo sfuggire una smorfia di dolore a Naruto,
“Non
ho un maestro perché non uso la magia!” dal suo canto il giovane mago non aveva
intenzione di venire giustiziato come il bambino in piazza, rimasero a fissarsi
come se si studiassero in silenzio.
Nessuno
dei due sembrava intenzionato a cedere all’altro, poi sospirando il dottore
lasciò al presa, ormai diventata ferrea, nella spalla dell’altro e cambiò
domanda,
“Tu
chi sei?”
“Sono
Naruto” a quel nome Jiraya si sorprese e osservò il calendario appeso alla
parete, da cui si intravedevano foto di donne in posizioni poco...ortodosse.
“Naruto?Non
dovevi arrivare mercoledì?”
“Oggi
è mercoledì” ribatte il biondo imbarazzato portandosi una mano dietro la nuca e
scompigliandosi la zattera del colore del sole.
“Ah
… vedi il fatto è che in questi ultimi giorni sono stato impegnato in letture
molto importanti” tentò di difendersi Jiraya, Naruto osservò con i suoi grandi
occhi azzurri la stanza e i soli libri che gli sembrava fossero stati letti
erano “paradiso della pomiciata” ed altri simili … Decisamente il suo nuovo
tutore non gli aveva fatto una buona impressione.
Ma
d’altra parte lui si ripeteva sempre che le apparenze ingannavano e forse
quella era una di quelle volte,
“Vai
pure ad appoggiare la tua roba, da quella parte c’è la tua stanza” ringraziò
con un movimento del capo, si stava per dirigere nella direzione indicategli
quando con un movimento repertino tornò nei suoi passi,
“Mi
stavo per dimenticare, questa lettera ve la manda mia madre” porse una
busta al medico di corte e velocemente salì una rampa di scale per raggiungere
quella che sarebbe stata, da quel momento, la sua camera.
Con
calma esaminò il letto in ferro battuto che si trovava al centro della stanza e
delicatamente tastò il morbido materasso coperto da una coperta arancione di
lana.
Girandosi
notò una scrivania fabbricata, probabilmente, con il legno di castagno situata
sotto una piccola finestra che lasciava passare un fascio di luce illuminando
la piccola stanza. Con un tonfo appoggiò la sacca da viaggio in una sedia di
paglia e sospirando osservò fuori dalla finestra. La situazione in cui si
trovava era meglio di tutte le sue più rosee aspettative!
Naruto
non sapeva cosa fosse scritto nella lettera che sua madre gli aveva chiesto,
con tanta urgenza, di consegnare al vecchio amico di suo padre, al contrario Jiraya
nel piano di sotto aveva appena
aperto la busta per scoprire il suo contenuto.
“Caro
Jiraya,
Immagino
che abbia riconosciuto Minato nei modi di fare di Naruto, ha preso molto da suo
padre, soprattutto l'aspetto, e spero che tu riesca ad aiutarlo come hai
aiutato mio marito.
In
nome della nostra vecchia amicizia.
Naruto
è un ragazzo molto vivace e credo che ti darà non pochi problemi, mi scuso in
anticipo.
Inoltre,
ho ritenuto opportuno mandarlo a Konhoa perché in questo piccolo villaggio stava
male. Aveva solo un amico e nascondere il suo potenziale era sempre più
difficile. Infatti come ti sarai accorto Naruto è, per quanto desideri che non
lo fosse, speciale.
Riesce
ad usare la magia solo con l’intuizione e la scomparsa prematura del padre non
ha fatto altro che peggiorare la situazione. Sicuramente si sentirà molto solo
avendo cambiato totalmente ambiente, ti chiedo di trattarlo con cura ma non
dispensargli qualche strigliata ogni tanto.
Spero
non ti rechi troppo disturbo.
Con
affetto,
Kushina.
”
Jiraya
si commosse leggendo quelle righe scritte con una grafia tremolante ma pur
sempre elegante della donna. Appena l'aveva conosciuta aveva subito capito che
ra la moglie perfetta per Minato ma poi... Successe.
Il
medico cercava sempre di non pensare al fato che aveva accolto il suo allievo
preferito quindi riportò l'attenzione alla pergamena che gli era stata
consegnata ed, osservandola con attenzione, notò diversi segni di lacrime.
Probabilmente
Kushina aveva preso la decisione di separarsi dal figlio molto dolorosamente.
L’uomo
si pentì di aver considerato Naruto un ragazzo spensierato e senza problemi,
anzi probabilmente stava soffrendo molto. Certo che ripensandoci faceva quasi
impressione la somiglianza pressoché completa che avevo con il suo ex allievo.
Sorrise
malinconico pensando alla solitudine che probabilmente corrodeva il giovane
corpo del suo ospite …
Una
voce acuta e gioviale lo fece riprendere dai suoi pensieri,
“Ero
– Sennin! Da quassù c’è una vista stupenda! ”
…
…
Se
poco prima pensava che la sua prima impressione fosse sbagliata era in torto!
Ovviamente
Naruto era proprio un ragazzo spensierato e paurosamente Dobe, avrebbe faticato
non poco ad inizializzarlo all’antica arte della magia e soprattutto a mitigare
il suo carattere esuberante.
Il
biondo nel frattempo aveva disfatto la sua unica borsa nei cassetti del
comodino e nell’armadio, entrambi fabbricati con legno di noce. Sospirando
soddisfatto scese al piano di sotto e sorridendo andò incontro al suo
temporaneo (sperava) tutore.
“Assomigli
tantissimo a tuo padre” mormorò Jiraya osservandolo, i capelli color dell’oro
cadevano sbarazzini circondando il suo volto con ancora i tratti della
fanciullezza, la maglietta azzurra che indossava gli fasciava perfettamente i
muscoli tonici ma non molto evidenti e i pantaloni neri gli delineavano
perfettamente la gambe sode.
L’adulto
non si accorse dell’alone di tristezza che offuscò, anche solo per un attimo,
l’acceso colore degli occhi del giovane.
“Me
lo dicono tutti! Ma pensano che il mio carattere l'abbia preso tutto da
mia madre”
“Insomma
una miscela esplosiva”
“Ehi!
Ero Sennin come ti permetti! Sei tu il primo a dare il cattivo esempio leggendo
quei libri”
“Di
quali libri stai parlando? Leggo solo libri sulla medicina e affini”
“E
di quelli che mi dici?” replicò Naruto indicando un vistoso volume con il nome
di ‘ il paradiso della pomiciata’, velocemente il dottore di corte intercetto
lo sguardo del biondo e con uno scatto lo afferrò e lo nascose in un cassetto
che ovviamente straripava di libri dello stesso genere,
“Accidenti
credevo di averli nascosti tutti” bisbigliò l’uomo colpevole,
“Ha
detto qualcosa?” chiese furbamente il giovane avendo, ovviamente, sentito
tutto,
“Niente
di importante. Comunque visto che dovrai vivere per un po’ qui sarà bene
trovarti un lavoro e nel frattempo farai delle commissioni per me” disse
cercando di sviare il discorso,
“Commissioni?”
“Esatto
dovrai consegnare a domicilio alcune mie medicine” disse posando poi sul tavolo
diverse ampolle contenenti strani liquidi di colori accesi, poi gli porse una
borsa a tracolla blu dove avrebbe dovuto riporle molto delicatamente. Dopo
averlo informato sui vari indirizzi lo spedì in giro per la città.
A
Naruto non dispiaceva affatto fare il fattorino, ne avrebbe approfittato per
vedere e conoscere meglio Konoha.
Verso
la fine del pomeriggio il giovane aveva finito le consegne e, per nulla stanco,
si stava prodigando a tornare nella sua abitazione quando, passando davanti ad
un campo di allenamento, intravide qualcosa che attirò la sua attenzione.
Un
ragazzo con i capelli corvini e la pelle nivea si stava esercitando con la
spada, era così bravo che sembrava danzasse. Naruto si avvicinò per poter
vedere meglio e stupito si accorse che, insieme ai suoi amici, stava
maltrattando un altro ragazzo, dalle folte sopracciglia, apparentemente più
piccolo.
“Su
avanti, corri! Mica posso mirare ad un bersaglio immobile” esclamò il ragazzo
sgridando il servo.
Il
ragazzo più giovane era costretto a correre con un tiro a bersaglio sulla
schiena e, nel frattempo, il corvino gli lanciava dei coltelli,
“Signore,
basta la prego. Sono sfinito” lo pregò il malcapitato,
“Fermarmi?
Ma se non mi alleno finisce che mi indebolisco e, se mi indebolisco, chi
difenderà il regno?” detto questo il moro ghignò malignamente.
Il
ragazzo dalle folte sopracciglia non gli rispose neanche, qualsiasi cosa
avrebbe detto avrebbe solo peggiorato la situazione.
“Allora
zitto e corri!”
Naruto
fino a quel punto aveva osservato tutto in silenzio ma, non riuscendo più a
trattenersi, intervenne.
“Ora
basta! Mi pare che vi siate divertiti abbastanza”
“E
tu chi diavolo sei?” chiese il moro alzando un sopracciglio e guardandolo con
disprezzo,
“Naruto
Namikaze! Apprendista di Jiraya ”
“Capisco”
rispose osservandolo attentamente, era indubbiamente un bel ragazzo e le sue
particolari caratteristiche lo rendevano estremamente esotico,
“Allora
lo lascerete stare?”
“Perché
dovrei? Cosa potresti farmi?” chiese sfidandolo,
“Non
ne hai idea” rispose il biondo con lo stesso tono.
“Allora
cosa aspetti. Colpiscimi!” Naruto non se lo fece ripetere due volte e prendendo
la riscorsa caricò un potente destro che però venne evitato dall’avversario. Il
moro, però, si accorse troppo tardi della gomitata diretta al suo naso.
“Tu
…” il biondo ricaricò un pugno, cercando di approfittare del momento ma venne
facilmente evitato. Per evitare ulteriori sorprese il corvino si mosse per
primo e lo immobilizzò per le spalle.
“Guarda
cos’hai fatto, mi sanguina il labbro. Se mi chiederai umilmente perdono forse
non ti farò finire in prigione ”
“Ma
chi ti credi di essere?! Il re?” chiese arrabbiato,
“No,
suo figlio. Uchiha Sasuke”
Appena
sentì la risposta il biondo impallidì, aveva appena minacciato il principe di
Konoha.
Ecco il secondo capitolo revisionato!! Spero che vi piaccia ^^ Se ce la fate lasciatemi un commentino!!!