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Autore: Stella Di Mezzanotte    12/11/2012    7 recensioni
Un architetto famoso, viene lasciato all'altare dalla donna che ama ed è compito della Dottoressa Swan farlo tornare a vivere... sì, perchè Edward Cullen si è chiuso a riccio e non intende far entrare nessuno all'interno del suo scudo. La Dottoressa riuscirà nel suo intento? Compito difficile, dato che il bell'architetto non intende farsi aiutare!
E il latte e il miele cosa c'entrano?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Rosalie Hale, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                 Capitolo   Decimo

 

 

 

Passammo solo qualche giorno a Forks, conobbi pure suo padre che all’inizio non fu felice di conoscermi. Si chiedeva come mai un paziente di sua figlia l’avesse raggiunta fin lì e neanche quando Bella mi definì un suo amico sembrò convincersi. I miei sentimenti per quella ragazza erano ancora incerti. Sapevo che se l’avessi conosciuta molto tempo prima, non avrei avuto alcun dubbio. Era perfetta per me. Sapeva tenermi testa e riusciva a influenzarmi con la sua sola presenza. Sentivo un vuoto allo stomaco ogni volta che la sentivo ridere o la vedevo anche da lontano e non riuscivo a immaginare di lasciarmela alle spalle solo per le mie paure. Le promisi che una volta arrivati a Los Angeles sarei tornato a lavorare. Mi vergognavo di dirle che mi veniva un attacco di panico ogni qual volta stavo in mezzo a molte persone, specie nei luoghi pubblici, ma lei sembrò saperlo già, dato che tenne la sua mano intrecciata alla mia per tutto il viaggio in aereo, che comunque risultò meno pesante dell’andata. La invitai a casa mia, anche se lei voleva andare alla sua e riprendere Birillo, che in quel periodo aveva dato in custodia a Tanya e a suo marito.
Eravamo appena entrati nella mia villa, quando lei si chinò a giocare con Latte.
<< Sei bellissimo, sai? >>
Trasalii, pensando per un attimo che stesse parlando con me.
<< Ti farò conoscere il mio Birillo, sono sicura che andrete d’accordo! >>
Carezzai anch’io il grosso muso bianco di Latte e lui cominciò a guaire e a strofinarsi su di me.
<< Ti è molto affezionato. >>
<< Già. Ha preferito rimanere con me piuttosto che con Kate. Una cosa molto strana, dato che è stata lei a volerlo quando abbiamo iniziato a convivere >>
Isabella si alzò in piedi e mi guardò.
<< Che ne è della tua vecchia casa? >>
<< Eravamo solo in affitto in un appartamento al centro. >>
<< Quanto tempo avete convissuto? >>
Perché quelle domande mi sembravano fatte da una donna curiosa piuttosto che da una psicanalista? Ah già, me l’aveva già spiegato lei stessa.
Le andai vicino e sospirai. Mi ero pentito di tirare fuori Kate, ma forse era giusto che io riprendessi quei ricordi e li archiviassi definitivamente.
<< Più o meno quattro anni >>
<< Uhm >> rispose imbronciata. Si vedeva che voleva fare qualche altra domanda.
<< A me non sono mai piaciuti molto gli animali, ma lei li amava molto. Quando abitava con i genitori aveva due cani, così ne aveva voluto uno quando era venuta a vivere con me. >> continuai.
<< Chi ha preso questa decisione? >>
<< Di convivere? >>
<< Sì. >>
<< Io. Ho faticato molto a convincerla. Lei diceva che non c’era motivo di affrettare le cose e cambiare radicalmente le nostre abitudini. Eravamo ancora molto giovani. Potevamo vivere nella stessa casa dopo il matrimonio. >>
Mi diressi in cucina e uscii fuori. Chissà dove era Miele in quel momento.
<< Pensi che la decisione di voler vivere insieme tu l’abbia presa perché volevi condividere tutto il tuo tempo con lei, fin da subito, oppure perché non ti sentivi sicuro di lei e del vostro rapporto e volevi metterlo alla prova con una convivenza? >>
Aspettai qualche minuto prima di rispondere. Latte ci aveva raggiunto e ora correva per il piccolo giardino. Si fermò vicino ad un albero e allungò le zampe anteriori per appoggiarsi all’arbusto. Fu in quel momento che lo vidi. Miele era appollaiato su uno dei rami più alti, come faceva di solito e guardava il suo nemico naturale, con sguardo annoiato, muovendo leggermente la coda da una parte all’altra.
Isabella aveva ragione?
<< Non so cosa risponderti. >>
<< Questo è già qualcosa. >> disse con fermezza.
<< Che intendi? >>
Mi voltai verso di lei, che scoprii guardare nella mia stessa direzione di poco prima. Stava osservando Miele. Si avvicinò al grosso albero di Magnolie e con calma allungò la mano verso il gatto. Questo si issò sulle zampe e assunse la posizione di difesa, tipica della sua razza. Cominciò a soffiare e a rizzare il pelo, ma lei non si fece scoraggiare.
<< Isabella sta attenta, potrebbe graffiarti. >>
Lei quasi non mi sentì, lasciò la mano vicino al muso del gatto che dopo qualche secondo sembrò calmarsi leggermente. Annusò un po’ nell’aria e infine appoggiò lievemente il naso sulla punta delle dita di Isabella. Poi si rimise comodo nella sua prima posizione, con lo sguardo vigile su Bella.
<< Tu sei come questo gatto, Edward. >>
<< Cosa? >> chiesi confuso
<< Hai capito bene. Hai visto come ha reagito quando mi sono avvicinata? Questo è quello che tu hai sempre fatto nei confronti delle persone. Il motivo è da ricercarsi a qualcosa di antecedente persino a Kate. Lei è stata come l’albero su cui è poggiato Miele. E’ così che hai chiamato questa adorabile palla di pelo, vero? >>
Il suo sorriso era tornato e mi sorpresi a ricambiarlo, senza neppure sapere perché.
<< Sì >> dissi, ricordando che gliel’avevo confidato quando era venuto per la prima volta a mangiare a casa mia.
<< Miele qui su sta tranquillo, ha tutte le sue certezze. Se mi fossi avvicinata a lui mentre era disteso sul prato magari, o da qualche altra parte sarebbe scappato lontano, invece ha mantenuto al sua posizione, dato che io non gliel’ho minacciata. >>
Cominciavo a capirci qualcosa con quel discorso.
<< Su questo credo che tu abbia ragione, se mi trovo in questo stato è perché non ho messo buone basi principalmente su me stesso. >>
<< Ed è questo quello che voglio per te. Prima di me, io devo mettere te stesso al primo posto. >>
Si avvicinò a me e mi accarezzò lievemente una guancia, strofinando piano le dita sulla mia barba accennata. Un contatto che mi fece sospirare di piacere.
<< Io desidero solo essere un supporto per ora. Qualcuno su cui puoi contare, ma cercherò di forzarti soprattutto sulle cose che ti spaventano di più. Devi prendere coscienza del fatto che sei un uomo in gamba. Io credo in te, Edward. >>
Sorrisi e poggiai la fronte sulla sua. I suoi occhi erano luminosi e le sua guance lievemente arrossate. Era una ragazza sicura di se, ma anche molto timida.
<< Ho il permesso di baciarla Dottoressa Swan? >>
<< Permesso accordato Cullen. >>

 

 

**************************************************

 

Erano le diciassette in punto. A breve mia sorella e Jasper sarebbero arrivati. Ne avevo parlato con Isabella. Lei era rimasta stupita, quando gli avevo parlato della mia convinzione che Rosalie fosse la sorella di Jasper. Mi aveva detto che non voleva e non poteva mischiarsi in questa faccenda, perché Rosalie si era confidata con lei e non avrebbe detto una parola sull’argomento. La sua espressione quando aveva visto la foto del marito di mia sorella, era stata chiara però. Avevo ragione.
Suonarono alla porta e andai ad aprire.
<< Eccoci >> disse mia sorella nervosamente, tirandomi poi da una parte.
<< Edward stiamo facendo la cosa giusta, vero? Sai quanto ci sta male Jasper. >>
<< Fidati di me. >> le dissi sottovoce.
Jasper mi salutò con calore, ma si notava che era sospettoso.
<< Come stai, Edward? >>
La solita domanda sincera e non costruita. Gli volevo bene come ad un fratello.
<< Sto meglio. Sul serio. >>
Lui sorrise e mi dette una pacca sulle spalle.
<< Stavolta ci credo. Sai che ti conosco bene, ti vedo più sereno. >>
A quelle parole sentii venirmi le lacrime agli occhi. Isabella, era solo merito suo. Mia sorella mi guardò con tenerezza e solo allora capii quanto ero fortunato. Avevo vicino delle persone che mi volevano bene. Come al solito Isabella aveva ragione. Volevo chiamarla, sentire la sua voce, proprio in quel momento, ma era un momento che dovevo affrontare da solo. Dovevo basarmi sulle mie forze. Volevo aiutare Jasper e l’avrei fatto.
<< Ho deciso che domani mattina torno in ufficio. >>
Mia sorella per poco non fece cadere il bicchiere d’acqua che stava bevendo e gli occhi di mio cognato s’illuminarono.
<< Dici sul serio? Verrai davvero? >>
<< Sì, Jasper. Domani mi troverai in ufficio. >>
Cogliendomi totalmente di sorpresa, lui mi abbracciò come non aveva mai fatto e con la coda dell’occhio notai mia sorella portarsi una mano alla bocca. Sapeva che suo marito non faceva mai nulla del genere. Era restio a manifestare i suoi sentimenti agli altri, tranne verso sua moglie ovviamente.
<< Mio fratello è tornato a vivere allora? >> disse allontanandosi da me.
Gli schiacciai l’occhio, sperando che non mi avrebbe odiato, in seguito, per la sorpresa che gli stavo per fare. Il campanello suonò proprio in quel momento e io andai ad aprire con un nodo allo stomaco. Rosalie, bella come sempre, mi sorrise e poi mi abbracciò. Mi liberai quasi subito dalla sua stretta ma lei non disse nulla. I suoi occhi erano puntati su Jasper.
<< Sono contenta di rivederti Edward. >>
<< Anch’io Rose. >>
Mi sentivo quasi a disagio nei suoi confronti.
<< Ti presento mia sorella e suo marito. Alice e Jasper. >>
Mia sorella gli strinse la mano con un sorriso forzato e Jasper con espressione dubbiosa. Era successo qualcosa tra lui e Rosalie, senza che io avessi il tempo di dire nulla. Invitai tutti a sedersi sul divano del salone, mentre io rimasi in piedi di fronte a loro.
<< Edward che succede? >> disse Rosalie. Aveva capito che non era una semplice presentazione, il mio obbiettivo.
<< Comincio subito, perché non trovo un modo per trovare le parole adatte. Non so bene come spiegarvi se il destino esista o meno, sta di fatto che quando ho conosciuto per caso Rosalie, ho visto qualcosa di familiare nei suoi occhi. >>
Presi un grosso respiro e mia sorella mi incitò con lo sguardo.
<< Jasper, suppongo che tu ti sia chiesto più volte perché ti ho domandato se avessi fratelli o sorelle, tempo fa. >>
<< In effetti è così, Edward >> rispose con cautela.
<< D’accordo… beh adesso avrai la risposta. Jasper, Rosalie. So che mi prenderete per pazzo ma sono covinto che voi due siate fratelli. >>
Rosalie sgranò gli occhi e guardò Jasper, che fece lo stesso con lei.
<< Edward sei impazzito? >> proruppe Rose, alzandosi di scatto. Jasper la seguì con la stessa foga e la prese per un braccio, girandola verso di lui.
<< Rosalie, giusto? >>
<< Sì >>
<< Anch’io penso che Edward sia diventato completamente folle, ma se tu sei davvero mia sorella io devo saperlo subito. >>
<< Mi rifiuto di continuare a sentire queste sciocchezze. Io non ti conosco neppure. >>
Rosalie si allontanò dalla sua stretta e si avvicinò a me.
<< Dimmi che è uno scherzo. Come ti è saltata in mente una cosa simile? >>
<< Rosalie, ascolta… >> comincia, per poi essere interrotto da mio cognato.
<< Come si chiama tuo padre? >>
<< Andy Hale >>
Alice si alzò e andò vicino a suo marito.
<< Jasper devi riconoscere che gli indizi ci sono tutti. >>
Lui continuò ad osservare Rosalie e poi le fece scoprire un polso. Non appena vide la piccola macchia che aveva sopra, che sembrava essere una voglia a forma quasi di luna, la lasciò di colpo.
<< E’ questo cosa significa? >> disse Rose stizzita. Jasper gli mostrò la stessa voglia che c’era sul suo polso e lei rimase quasi pietrificata.
<< Il mio nome è Jasper Hale e non ho mai conosciuto mio padre. Ho vissuto con mia madre, credendo di essere figlio unico e lei, solo in punto di morte, mi ha detto di avere un padre che sapeva benissimo della mia esistenza e non era mai venuto a cercarmi. >>
<< Non è possibile. Mio padre mi ha sempre detto la verità. Ho sempre saputo di avere un fratello e una madre che vivevano lontani da noi. L’ho sempre pregato di cercarvi così che potessimo stare insieme. Volevo almeno conoscere mio fratello. Non sapevo neppure di avere un gemello. >> disse Rosalie con voce tremante.
Io e Alice ci allantanammo un po’ da loro, che continuarono a guardarsi negli occhi. Gli stessi, color azzurro cielo. Vidi Rose tirare fuori una fotografia strappata a metà e porgerla a Jasper, che non appena la vide trasalì e uscì dal suo portafoglio, quella che aveva tutta l’aria di essere l’altra metà della foto strappata. La unirono a mezzaria e la foto si ricompose, mostrando due genitori sorridenti con in braccio due bambini piccoli, i gemelli Hale.

 

 

***************************************

 

<< Pensi che ci vorrà ancora molto? >>
<< Alice devi lasciargli il loro tempo. >>
<< Quindi è tutto vero, Edward! Sono gemelli! >>
Mia sorella sembrava essersi svegliata del tutto solo in quel momento. In effetti era difficile digerire anche per me che avevo avuto ragione. Davvero Rosalie era la sorella di Jasper.
<< Già. >>
<< Avevi ragione, fratellone! >>
Venne a sedersi accanto a me e mi abbracciò. Sorrisi e le baciai la fronte.
<< Sono fortunata ad averti, sai? >>
<< Anch’io sono fortunato, sorellina. >>
Le scombinai i corti capelli neri, ottenendo il risultato sperato. Si allontanò da me di scatto, proprio come quando eravamo ancora piccoli e mi divertivo a darle fastidio, e si portò le mani ai capelli per aggiustarli.
<< Edward Cullen sai che non devi toccarmi i capelli! >>
Sbuffai, alzando gli occhi al cielo e quando li riportai sul tavolo della cucina, vidi lo schermo del mio cellulare illuminarsi ad intermittenza.
<< Ha suonato più volte. L’ho sentito dal salone. >>
<< Perché non me l’hai detto? >> le chiesi, sperando che si trattasse di Isabella.
<< Si trattava solo di messaggi, non erano delle chiamate. >>
Presi il telefono e scoprì che mi erano arrivati molti messaggi. Tutti di Isabella. Sorrisi e mi alzai, per avitare ad Alice di sbirciare cosa mi avese scritto.
<< Oh! Ho letto bene? Sono da parte di Isabella? >>
<< Sta zitta, nana! >>
Primo messaggio ore 16:10
Non rispondere a questo messaggio, capito? Come ti ho detto voglio sostenerti, qualunque cosa tu faccia, quindi volevo dirti che sono seduta sul mio letto a pensarti. Concentrati sulla tua missione!
Secondo messaggio ore 16:25
Ok, so che è troppo presto, penso siano arrivati da poco tua sorella e Jasper. Volevo raccomandarti Rosalie, è una persona molto fragile, cerca di parlargli con tatto!
Ecco, se Bella fosse stata presente mi avrebbe sgridato, visto che avevo gettato subito la bomba, senza attendere troppo. Era incredibile che si preoccupasse davvero di Rosalie. Sapevo benissimo che era gelosa di lei. Sorrisi tra me e continuai a leggere.
Terzo messaggio ore 16: 45
Gliel’hai già detto vero? Altro che tatto, sono sicura che gli hai detto tutte cose insieme. Non è che mi devo aspettare anche tuo cognato nel mio studio? Già mi basta Rose.
Alzai un sopracciglio. Ah! Era così? Beh, gli avrei fatto rileggere questo messaggio e l’avrei ricattata ogni qual volta me ne sarebbe capitata l’occasione. Lo sapevo! La sua gelosia veniva sempre fuori, quando si trattava di Rosalie.
Quarto messaggio ore 16: 47
Elimina subito il mio ultimo messaggio, altrimenti appenderò alle porte del tuo ufficio, la foto di te nudo che fai il bagno a cinque anni! Non volevo dire quello che hai sicuramente capito su Rosalie. Sono una psicanalista seria!!!
<< Alice, perché Isabella ha la mia foto di quando avevo cinque anni mentre sto facendo il bagno? >>
<< Oh dai, quante storie. Gliel’ho regalata quando è venuta a trovarmi a cena. >>
<< Che bel regalo le hai fatto >> la canzonai, con feroce ironia.
Lei rise sotto i baffi e io tornai a guardare il cellulare. Eh no! In ogni caso non avrei cancellato il messaggio. Avrei trovato quella dannata foto e l’avrei bruciarla.
Quinto messaggio ore 18: 07
Non è ancora morto nessuno, hai visto? Sei in gamba Cullen, sono sicura che risolverai questa situazione. So che ti faceva stare in pensiero e non devi averne di questo tipo.
Non di questo tipo, eh? E quali allora? Un idea c’è l’avevo. Sì, volevo solo lei come pensiero.
Sesto messaggio ore 18: 15
Sono contenta per Rosalie e tuo cognato. Dev’essere splendido sapere di avere un fratello e una sorella, ti fa sentire meno solo.
Povera piccola, lei era figlia unica e i suoi genitori erano troppo lontani. Se non avesse avuto Tanya e Emmett, sarebbe rimasta completamente sola. Anzi no, ci sarei stato io. Ci sarò io.
Settimo messaggio 18: 40
D’accordo, la smetto adesso di mandarti messaggi. Ti penso. Sempre.
Ottavo messaggio 18: 45
Aspetto una tua chiamata… non te lo dimenticare!
Sorrisi e riposi il cellulare sul tavolo. Era stata di parola, continuava a sostenermi anche a distanza. Non avevo mai conosciuto una ragazza così dolce e forte come lei.
<< Tra poco gli occhi ti diventeranno a cuoricino. >> disse mia sorella.
<< Davvero? E’ chi è la fortunata? >>
Rosalie entrò e mi venne incontro con passo lento. Dietro di lei, Jasper che subito Alice abbracciò.
<< Ti devo ringraziare, Edward. Grazie a te ho ritrovato mio fratello. >>
Le sorrisi e lei mi fece vedere la foto strappata.
<< Hai dello scotch? >>
Risi e lo presi dal cassetto. Mia sorella si avvicinò a noi e aiutò Rosalie a mettere insieme la foto, che adesso vedevo meglio. C’era una bambina piccola in braccio a una donna molto affascinante dai lunghi capelli biondi, acconciati in una treccia, e un bambino in braccio a un uomo dai capelli neri e un sorriso smagliante. La cosa brutta era che Rosalie non avrebbe mai più visto sua madre e questo era davvero molto triste.
<< Edward. Come posso ringraziarti? >>
<< Non devi farlo, Jasper. Tu per me hai fatto molto di più. >>
Dopo un paio d’ore tutti lasciarono la mia casa, tranne Rosalie.
<< Edward, mi hai cambiato la vita con la tua presenza. >>
Le sorrisi imbarazzato e lei mi abbracciò.
<< So che il tuo cuore è occupato, sta tranquillo. >>
Si staccò da me e io la guardai senza parole.
<< Veramente… >>
<< So che adesso non vedi le cose chiaramente, perché hai sofferto, ma i tuoi occhi parlano chiaro. Sei sempre stato un amico per me e so che per te è stato lo stesso. Ci siamo avvicinati un po’ troppo a causa delle nostre sofferenze, ma non c’è quella scintilla in più che tu invece hai già sentito con qualcun altro di mia conoscenza. >>
<< Rosalie. Per me è molto difficile. Ti voglio bene e ti vedo come un amica. Sei molto bella, inutile negarlo. Somigli in modo impressionante a Kate, ma non c’è altro per te nel mio cuore. >>
<< Lo so, Edward. Rimarremmo sempre amici, vero? >>
<< Certo >>
Le accarezzai una guancia e dopo esserci salutati, andò via.
Sprofondai sul divano, incredulo per ciò che era accaduto quel giorno. In un altro periodo della mia vita, in questo momento, avrei voluto rimanere da solo a rilassarmi ma adesso desideravo vedere una persona. Una bella ragazza dagli occhi scuri, la cui lontananza ormai mi faceva mancare il respiro.

 

 

 

 

*********************************

Beh dai. Qui Edward sembra arrivato a un punto di non ritorno! Voi che dite? Ecco, abbiamo chiarito tante cose in questo capitolo. Rosalie è messa a posto! xD
Se siete convinti che Rosalie sarebbe stato un vero problema, beh, vi siete sbagliati di grosso. In ogni caso, Edward ormai ha le idee più chiare, quindi le future minacce le affronterà.
Ci sentiamo presto!

Stella Di Mezzanotte
  
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