Capitolo 2
"Maybe we could"
Blaine Anderson ha il
cervello un po' fuori fase e lo sanno davvero
tutti. Se dovesse tracciare un diagramma di
statistica noterebbe delle capacità di concentrazione ad intermittenza,
che vanno da altissimi picchi durante le sue partite ad Assassins Creed II, le ore al
pianoforte o le lezioni di chimica a vergognosi
momenti di totale black out, durante i
quali la sua testa decide di dare forfait per isolarsi in un qualche
universo parallelo. Sempre, irrimediabilmente nel momento meno opportuno,
proprio come ora.
Il fatto che Blaine
abbia avuto il tempo di pensare alla statistica e agli universi in quei
due secondi che impiega Kurt Hummel per
smettere di arrossire come un peperone - facendo curiosamente a pugni con
il rosa shocking del ciuffo, tra le altre cose - la dice lunga sullo
stato disperato in cui vertono le sue cellule celebrali.
Una volta aver
scientificamente dimostrato a se stesso di essere completamente partito per la
tangenziale, Blaine si arrende all'evidenza e capisce che ci sono due
possibilità: a) Kurt è un'allucinazione partorita dal suo cervello, che in
realtà lo ha messo KO per schermare l'atroce dolore delle pinzette di Santana
sulle sue sopracciglia (maledetta figlia
illegittima di Sauron, glie la pagherà);
oppure b) il ragazzo è perfettamente reale lì di fronte a lui ed
è perfettamente perfetto, gli ha appena domandato che diavolo gli fosse
successo e Blaine sta ancora balbettando come - beh, come un perfetto
idiota.
"Io -
cosa?" chiede con un filo di voce passandosi una mano sul viso,
dando dimostrazione del suo notevole acume.
Kurt lo sta ancora fissando con l'aria di uno che non sa che farsene
dell'immagine che si trova di fronte.
Alla fine sembra essere
il primo a riscuotersi da quello scambio di sguardi e la sua mascella rientra
nelle dimensioni normali - per un attimo Blaine aveva temuto che se la
fosse slogata.
"Niente"
risponde lentamente, continuando ad osservarlo di sottecchi mentre si incammina
dondolando leggermente verso uno dei lavandini. "Domanda idiota,
ignorami".
Prima non l'ha notato,
ma la voce di Kurt ha una cerca musicalità, una nota malinconica in un mare di
freddezza. Senza apparente motivo - di nuovo al discorso del cervello fuso e la
concentrazione di un opossum - Blaine si chiede se nessuno abbia mai
fatto caso a quella nota fuori posto nella voce del ragazzo di fronte a lui.
Un’eventuale risposta si
fa attendere troppo, a quanto pare, perché lo sguardo azzurro di Kurt si gela
di nuovo e lui torna indifferente e misterioso come sempre. Si passa una
mano tra i capelli, scompigliando le ciocche rosa che finiscono per ricadergli
distrattamente sulla fronte, e poi finisce per sfiorare delicatamente il
piercing al sopracciglio. Gli da le spalle e apre con
un gesto secco il rubinetto dell'acqua, sciacquando via quella che sembra
vernice rossa - Blaine sta pregando in elfico che non sia sangue - dalle mani.
Il rumore dell'acqua che
sgorga dal rubinetto quasi copre il mormorio che sfugge dalle labbra di Blaine:
"No, io - scusa, è che mi hai colto di sorpresa".
Vorrebbe prendere a
testate la porta del cubicolo dal quale è uscito. Tra tutti i posti nei quali
si sarebbero potuti incontrare, proprio il bagno?
Ci manca solo che Kurt annunci di sapere dov'è
l'entrata della Camera dei Segreti, il che potrebbe essere un grosso problema, perché Blaine
ancora non ha padroneggiato l'uso
del Serpentese. Non che non ci stia provando, ma questo è un
dettaglio che non è necessario divulgare.
Kurt finisce
silenziosamente di lavarsi le mani, sul viso un'espressione illeggibile.
"Ti ho colto di sorpresa" ripete senza guardare Blaine negli occhi.
Non tiene lo sguardo basso, semplicemente fissa un punto del lavandino davanti
a sé mentre si asciuga le mani.
Blaine non ha idea di
cosa pensare - il suo cervello è andato KO minuti fa, ricordate? - soprattutto
perché non ha mai avuto l'occasione di osservare il ragazzo che ha attirato
tanto la sua attenzione così da vicino. Kurt è sempre sfuggente, silenzioso e
in qualche modo si muove per i corridoi come se stesse danzando su un campo
minato, lasciandosi alle spalle gli sguardi incuriositi di Blaine.
Tuttavia non si
erano mai rivolti la parola fino ad ora, non si conoscevano e Blaine si era
sempre limitato ad osservare il bordo della sua giacca di pelle ondeggiare e
svanire all'angolo di ogni corridoio.
Perché, quindi, ora
stanno intrattenendo questa bizzarra conversazione nel bagno dei ragazzi?
Kurt si passa le
dita inumidite dall'acqua dietro al collo e socchiude gli occhi, così che
Blaine riesca a intravedere solo una sottile linea azzurra, forse grigia, oltre
le lunghe ciglia.
Con la mano libera Kurt
inizia a frugare nella tracolla alla ricerca di chissà cosa. Da
quella distanza Blaine riesce a vedere abbastanza chiaramente che le nocche di
entrambe le mani sono ancora arrossate.
Forse è l'aspetto
apparentemente tranquillo, seppur freddo e distante, di Kurt, forse semplicemente è davvero fuori di testa, ma
Blaine trova il coraggio per rispondere.
"Beh" esala
con un'alzata di spalle, sentendosi già le guance in fiamme. "Non pensavo
sapessi come mi chiamo".
Kurt si volta
leggermente verso di lui e solleva elegantemente un sopracciglio - quello
libero dal piercing.
Il perché è strano che
il ragazzo conosca il suo nome è chiaro ad entrambi e nessuno sente, infatti, la necessità di dirlo ad alta voce.
Blaine è uno degli
sfigati nerd più patologici dell'intero
McKinley, è gay ed è nel Glee Club: se la gente sa come si chiama è solo per via delle vignette davvero suggestive
su di lui nei bagni dei maschi. Blaine si ritrova ardentemente a sperare che
non sia proprio quello il motivo per cui Kurt
conosce il suo nome. Ormai è
diventato quasi immune agli insulti, ma ricorda molto bene le notti spese a soffocare i singhiozzi nel cuscino e non ha intenzione di
riviverne nessuna.
Kurt è ancora
palesemente sulla difensiva e tiene gli occhi socchiusi come
quelli di un gatto particolarmente diffidente. Si studiano con curiosità
fino a che Blaine non arrossisce e Kurt - beh, la reazione di Kurt è più sorprendente
dell'ultimo numero di Death Note.
Alza
le spalle, ostentando noncuranza mentre
abbassa lo sguardo sulla sigaretta che si sta rigirando tra le dita sottili, e
dice: "Mio fratello Finn è nel Glee Club. Parla continuamente di te e di quando hai baciato Rachel Berry
ad una festa particolarmente alcolica, e
di come al suddetto bacio è seguito un favoloso duetto con un paio
di microfoni ricoperti di glitter".
"Oh" commenta Blaine avvampando. Finn parla di lui con Kurt? Si appunta mentalmente di
assassinare quel bietolone idiota per non aver mai menzionato durante il Glee Club il suo fratellastro skank,
quando invece è chiaro che parla dei suoi compagni di canto a casa. "Beh, ero un po' ubriaco e Rachel era molto convincente - ma
sono gay. Molto gay".
Avete presente quei
momenti in cui vorreste prendere a craniate il muro
fino a svenire? Ecco, questo è uno di quelli.
Perché insomma, si può
sapere che accidenti sta blaterando?
Cerca disperatamente
qualcosa da dire che non somigli ad un'altra dichiarazione a cuore
aperto - stupido, stupido Blaine che
non sa tenere la boccaccia chiusa - perché beh, Kurt Hummel
gli piace, lo intriga e il suo obiettivo era chiedergli di uscire, non fare il coming
out più ridicolo del mondo.
E Kurt sa che ha baciato
Rachel! Vergognati,
Anderson. Non si
baciano le ragazze ubriache.
Dev'esserci qualcosa di bacato nel suo cervello
visto che meno di venti ore
prima ha baciato anche Santana. Ed era sobrio - più o meno.
Alla fine se ne esce con
la frase più stupida sulla faccia della terra.
"Aspetta,
Finn è tuo fratello?"
Complimenti,
impressionalo con il tuo spirito di osservazione!
I neuroni che dimorano
nella sua scatola cranica hanno assunto le sembianze di Santana e Brittany e al momento sono impegnati a malmenarlo brutalmente
con una clava e Blaine sente
di meritarselo. Prende a
tormentarsi il bordo della
sciarpa con entrambe le mani, spostando il peso da un piede all'altro. Che
diavolo sta facendo? Che qualcuno gli allunghi un Tardis, presto!
Kurt non alza nemmeno
gli occhi dalla sigaretta che si sta ancora rigirando tra le dita.
"Fratellastro" lo corregge, scuotendo leggermente la
testa. La totale mancanza di reazioni al suo ridicolo coming
out lo destabilizza, ma non riesce a vedere i suoi occhi, quindi Blaine non può
dichiarare la battaglia persa in partenza. Non ancora, almeno.
Alcuni ciuffi rosa
ricadono disordinatamente sulla fronte di Kurt e lui non si prende la briga di
spostarli.
"Mio padre ha
sposato sua madre l'anno
scorso e io mi sono ritrovato
il pacchetto Hudson versione
integrale, disordine al limite
del disgustoso e immensa idiozia compresi" dichiara con
noncuranza.
Ed eccolo, un altro
dettaglio in apparenza insignificante: la lieve nota di affetto nella sua voce.
Visto che si tratta pur sempre di Finn
Delicatezza di un Tirannosauro Hudson Blaine è indeciso se fargli le
congratulazioni o le condoglianze, quindi opta per un silenzio perplesso.
Perché Kurt gli sta parlando della sua famiglia? Meglio ancora, perché Kurt gli sta parlando?
Dall'espressione sul
viso del ragazzo, sembra si
stia chiedendo la stessa
identica cosa.
La verità è che, visto
così da vicino, sembra solo un ragazzo molto riservato e particolarmente
scostante, ma non pericoloso. Strano, perché se incontrato per i corridoi Kurt
ha l’aria di uno capace di staccarti la testa di netto in caso dovessi entrare
nel suo spazio vitale.
Ha uno sguardo che
pietrifica e un'invidiabile espressione intimidatoria. Blaine non ha mai visto giocatori
di football o bulli
avvicinarsi a lui. Neanche guardarlo male,
se è per questo, nonostante Kurt sia palesemente
gay.
Ci sono delle storie che
girano sul conto di Kurt, di quelle che ha sentito da Santana, che l'ha saputo
da Mercedes, che ne ha parlato su facebook con Tina,
che l'ha letto sul giornalino della scuola di Jacob Ben Israel.
Le voci che Blaine ha
sentito - e delle quali fa fatica a fidarsi, ma non c'è modo di sapere se sono
vere o castelli di carta di qualche idiota - riguardano l'ultima volta che
uno dei bulli, tale David Karofsky, trasferitosi
prima dell'arrivo di Blaine, ha
provato a tirare una granita in faccia a Kurt. Stando a suddetti pettegolezzi, Kurt ha
dato dimostrazione delle sue spettacolari abilità nelle arti marziali o
qualcosa del genere, tanto che nessuno ha più
dubitato della sua pericolosità.
Blaine non si aspettava
niente di tutto ciò. Decisamente. Eppure eccolo qui, ad intrattenere una
bizzarra chiacchierata con Kurt Hummel in persona,
come se fosse perfettamente
normale per due sconosciuti fare una cosa del genere. Nel bagno dei ragazzi.
Non che la cosa gli dispiaccia, anzi. Semplicemente i piani di Brittany e Santana di solito non finiscono con un successo
ma con un viaggio al pronto
soccorso e mesi di terapia e psicologi.
Soprattutto, però, c'è
il fatto che Kurt non parla. Blaine non l'ha mai visto rivolgere la
parola a qualcuno che non siano le skank, e anche in
quei casi non sembra davvero amichevole.
"Quindi"
riprende Kurt, che non sembra intenzionato ad alzare il viso ma
nemmeno ad abbandonare la loro allucinante conversazione. "Eri nel bel
mezzo di un esperimento di chimica ed hai
accidentalmente dato fuoco al tuo armadio,
così sei stato costretto a rifarti
il guardaroba?".
Stanno davvero parlando
del rinnovato look di Blaine, appoggiati ad un lavandino, a meno di due metri
l'uno dall'altro, in un bagno vuoto? Forse
Blaine è stato drogato. Sì, non c'è altra spiegazione: quella è la peggiore delle sue allucinazioni.
Visto che è
un'allucinazione, quindi,
Blaine può tranquillizzarsi e comportarsi da persona folle quale è, no?
"Mi piacerebbe
dirti che sì, il mio armadio ha
preso fuoco, così come la metà superiore delle mie
sopracciglia" risponde con un sorriso, appoggiando la schiena al muro. Suddette sopracciglia ancora gli fanno
un male cane, per inciso, e non per un disastroso
caso di autocombustione. "Ma
no, purtroppo non è così. Sarebbe
stato terribile, una delle vie
per Narnia distrutte così velocemente".
Kurt alza gli occhi nei suoi e Blaine
trattiene il fiato al luccichio
di divertimento che scorge nelle
sue iridi azzurre.
Magari Kurt Hummel non pensa che sia fuori di testa - o uno sfigato -
perché ci sono più libri che
preservativi sul suo comodino, in fondo.
Insomma, il succo della
storia è che quel poco di neuroni che ancora resistevano stoici tra
le oscure pareti del suo cranio ormai sono belli che andati. Stecchiti, morti, kaput. I loro scheletri giaceranno nella
camera - del suo cervello - per sempre. *
L'assurdità della
situazione nella quale si
trova al momento lo fa quasi ridacchiare istericamente.
"Sono stato rapito
da Santana e Brittany, le cheerleader" chiarisce con un sospiro e il cuore
incastrato in una scomoda posizione dalle parti del suo esofago. Merlino, si può morire soffocati dal battito del
proprio cuore? Che morte ridicola! "Evidentemente
la mia vita era troppo semplice, perché pare che si siano svegliate ieri
mattina con l'intenzione di
trasformarmi in questo...uhm".
Non saprebbe come meglio
definirsi, quindi si limita ad enfatizzare l'ultimo termine ed accompagnarlo
con un gesto eloquente verso se stesso. "Questo".
La sua allucinazione inarca il sopracciglio libero dal
piercing come a dire "Ah". Se è per il riferimento alle Cronache di Narnia - perché
non riesce a parlare come una
persona normale, per
Salazar, almeno una volta nella vita? - o perché Kurt ha una vaga idea di
cosa significhi finire tra le
grinfie di Brittany e Santana, Blaine non ne ha idea.
Apre la bocca per
chiedergli se conosce anche le due
cheerleader, da un lato terrorizzato all'idea che la conversazione possa morire
lì senza che lui abbia la più pallida idea di cosa fare, quando la campanella
che segna la fine della prima ora e l'inizio della seconda fa sobbalzare
entrambi, riecheggiando fastidiosamente nel bagno vuoto.
Blaine si volta verso
Kurt, imbarazzato - E adesso che accidenti dovrei fare? - e rimane di nuovo senza fiato nel vedere che
l'espressione di Kurt è cambiata di nuovo, veloce come un lampo.
È come se ogni emozione gli sia scivolata via dal
viso, lasciando il posto unicamente a freddezza e diffidenza. Kurt fa un passo verso la porta del
bagno e oh, ecco perché tutti
pensano che sia pericoloso: ha un'espressione dura, i lineamenti tirati e
un'aria semplicemente intimidatoria.
"Ehm" mormora
Blaine, mordendosi un labbro timidamente.
"Magari potremmo-"
Ma Kurt sembra essere
distratto da tutt'altro, e in fondo lui non sa nemmeno come
finirla, quella frase. Parlarne
un'altra volta? Da un'altra parte? Prendere un caffè insieme? Sposarci e
trasferirci a Diagon Alley? Magari preferisci Hogsmeade.
Ed ecco che degenera di
nuovo.
Kurt gli lancia
un’ultima occhiata, carica di qualcosa che Blaine davvero non sa decifrare, e
gira i tacchi.
"Ci si vede in giro"
è tutto quello che dice prima di scivolare
oltre la porta e scomparire,
veloce come è arrivato. Che cosa diavolo è appena successo?
Rimane a fissare il punto in cui Kurt è svanito più sconcertato e confuso che ferito e
l’improvviso silenzio in cui è calato il bagno sembra quasi portare con sé
l’eco delle parole di Blaine.
Magari potremmo-
potremmo cosa?
*
Kurt scivola velocemente lungo il
corridoio - ancora deserto, grazie
al cielo - trattenendo il fiato fino a che non raggiunge l'uscita
secondaria della scuola, quella che da direttamente sul parcheggio. A quest'ora della
mattina è vuoto anche quello,
visto che tutti sono
all'interno dell'edificio, perciò
si sente immensamente grato per l'eccellente tempistica con la quale la
campanella è suonata.
Forse.
Kurt non è mai davvero
grato che la campanella suoni. Significa esporsi alla folla del corridoio,
significa rischiare che un bel giorno uno dei giocatori di football si ricordi
che ehi, quello è Kurt Hummel, non è forse un gay sfigato anche lui? Picchiamolo! e poi-
Poi.
Sa come difendersi,
eccome se lo sa. L'episodio
con lui l'ha dimostrato ampiamente e da
allora tutti gli sono stati alla larga ma la gente dimentica in fretta e lui ha
promesso che non sarebbe più successo nulla del genere. Mai, mai più.
Quanto gli rimane prima
che qualcuno si accorga che se
colto alle spalle, preso da solo, contro un gruppo di giocatori di football o hokey non c'è molto che possa fare per tenersi al sicuro?
Ricorda perfettamente perché è diventato uno skank.
Si rende conto
distrattamente di avere ancora la sigaretta tra le dita e se
la infila dietro l'orecchio con un gesto stizzito, ancora troppo tentato
all’idea di prendersi a
schiaffi da solo. Che diavolo
gli passa per la testa, fermarsi a parlare con quel ragazzo?
Inutile che fingi di non sapere come si chiama, gli suggerisce la sua coscienza. Va bene, d'accordo, con Blaine
Anderson. Contenti? Questo non cambia le cose.
Kurt si sente uno
stupido per essersi permesso
un tale momento di debolezza. Per
uno sconosciuto, poi, e solo perché sembrava così perso, e confuso, e dolce…
È chiaro che non stava
pensando con il cervello, in quel momento. Non stava pensando e basta.
Non è forse riuscito ad andare avanti senza
problemi fino ad ora? Non parla praticamente con nessuno
che non siano le altre skank,
Quinn o Finn, viene lasciato in pace - molti hanno paura di lui - e sembrava che sarebbe
riuscito a sopravvivere al suo ultimo anno di liceo.
Al sicuro nel suo
armadio c'è il calendario sul quale spunta con ferocia i giorni che mancano al
diploma e alla fine di quell'inferno. Non vi è una singola mattina in cui Kurt
non desideri dare fuoco a quello stupido pezzo di carta. Troppo, troppo tempo.
Non riuscirà a reggere quella farsa ancora a lungo, l'episodio del bagno è solo
il primo segno di cedimento. Eppure pensava che ce l'avrebbe fatta.
Che cosa diavolo è
successo, allora? Cos'ha quel Blaine Anderson in più degli altri da spingerlo a
rivolgergli la parola?
Perché qualcosa l'ha
spinto a rimanere in quel bagno invece di girare i tacchi tacchi ed andarsene e Kurt non riesce davvero a capire
cosa.
Il suono fastidioso
della seconda campanella lo avvisa che gli studenti ormai sono tutti in classe,
quindi è ora di muoversi.
Meglio passare per ritardatario sfrontato la metà delle volte che finire nel bel mezzo del
caos del corridoio.
Mentre si incammina
velocemente verso l'aula di Francese - regola
numero uno della sopravvivenza al McKinley Inferno High: sempre spostarsi
velocemente dal punto A al punto B - lascia che il pensiero del ragazzo nel
bagno gli scivoli via dalla mente.
E' stato solo un
episodio, continua a ripetersi come
un mantra. Mi ha colto di sorpresa, un momento di debolezza. Non succederà di nuovo.
Quando si trova davanti
alla porta della classe riesce quasi a crederci.
Tuttavia non riesce a
togliersi dalla testa l'ultima frase che Blaine Anderson ha lasciato a metà,
aprendo un mondo di possibilità e incertezze. Un semplice mormorio di parole
che rimane per tutta la
mattinata, anche quando fugge velocemente da una lezione all'altra, anche
quando lancia sguardi glaciali al resto del mondo.
Magari potremmo- potremmo cosa?
Qualcosa nell'equilibrio precario che è la
sua vita si è spezzato ma Kurt
ancora non se n'è accorto.
Note dell’Autrice
Tah dah! Scusate se non ho
pubblicato prima, ma sono senza internet da venerdì e dovevo finire di scrivere
questo capitolo, quando mi sono accorta che erano già tipo 3000 parole e passa,
quindi ho detto, oh! Pubblichiamo! :D
So che
non succede molto in questo capitolo, so che i primi sono pallosi, so che vi
starete scartavetrando il cervello perché non capite che diavolo c’ha Kurt che
non va.
Abbiate
pazienza fino a martedì prossimo, dal terzo capitolo in poi le cose si
movimentano parecchio!
Per
quanto riguarda quella vaga vena di angst in questo
capitolo…in questa storia di angst non ce ne sarà
molto, è più che altro un partire da una situazione schifida
ed arrivare all’ammmore Klaine.
Però un pizzico appena appena c’è. Niente di traggico, giusto un filino.
Siete
avvisati! :D
Un indizio:
nel prossimo capitolo, Kurt darà prova delle sue…abilità, e Blaine ricorderà la
prima volta che ha davvero visto
Kurt.
A
martedì!
Selene