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Autore: SeleneLightwood    12/11/2012    9 recensioni
C’è un’orribile nuvola nera che gira per il McKinley da quando si è trasferito, un anno fa, e Blaine Anderson è perennemente sotto di essa, senza ombrello, aggrappato ad un parafulmini.
E quella nuvola nera è nient'altro che Kurt Hummel, lo skank più sfuggente - e pericoloso - dell'intera scuola.
*
[dal capitolo 1]
“Ragazze, non posso. Andiamo, mi avete visto? Sono il peggior sfigato dell’intero McKinley, un caso disperato, l’obiettivo preferito della squadra di football. Non mi ha mai notato in un anno, non lo farà di certo adesso. No, lasciamo perdere, ok? Va bene così”.
Santana inarca un sopracciglio.
“Va bene così come, esattamente? Continuerai a guardarlo da lontano senza avere le palle di chiedergli di uscire? Gli muori dietro! Stupido Anderson, è per questo che vogliamo…darti una sistemata, ecco. Cos’hai da perdere? Facciamo un tentativo! Sono stufa di vederti ogni giorno vagare per i corridoi come un’anima in pena nella speranza di andargli a sbattere addosso o cose del genere, dios. Ti fa sembrare più patetico di quanto tu non sia già. E tu parli tramite citazioni del Signore delle Mosche”.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Capitolo 2

"Maybe we could"

 

  

Blaine Anderson ha il cervello un po' fuori fase e lo sanno davvero tutti. Se dovesse tracciare un diagramma di statistica noterebbe delle capacità di concentrazione ad intermittenza, che vanno da altissimi picchi durante le sue partite ad Assassins Creed II, le ore al pianoforte o le lezioni di chimica a vergognosi momenti di totale black out, durante i quali la sua testa decide di dare forfait per isolarsi in un qualche universo parallelo. Sempre, irrimediabilmente nel momento meno opportuno, proprio come ora. 

Il fatto che Blaine abbia avuto il tempo di pensare alla statistica e agli universi in quei due secondi che impiega Kurt Hummel per smettere di arrossire come un peperone - facendo curiosamente a pugni con il rosa shocking del ciuffo, tra le altre cose - la dice lunga sullo stato disperato in cui vertono le sue cellule celebrali. 

Una volta aver scientificamente dimostrato a se stesso di essere completamente partito per la tangenziale, Blaine si arrende all'evidenza e capisce che ci sono due possibilità: a) Kurt è un'allucinazione partorita dal suo cervello, che in realtà lo ha messo KO per schermare l'atroce dolore delle pinzette di Santana sulle sue sopracciglia (maledetta figlia illegittima di Sauron, glie la pagherà); oppure b) il ragazzo è perfettamente reale lì di fronte a lui ed è perfettamente perfetto, gli ha appena domandato che diavolo gli fosse successo e Blaine sta ancora balbettando come - beh, come un perfetto idiota.

"Io - cosa?" chiede con un filo di voce passandosi una mano sul viso, dando dimostrazione del suo notevole acume. Kurt lo sta ancora fissando con l'aria di uno che non sa che farsene dell'immagine che si trova di fronte.

Alla fine sembra essere il primo a riscuotersi da quello scambio di sguardi e la sua mascella rientra nelle dimensioni normali - per un attimo Blaine aveva temuto che se la fosse slogata.

"Niente" risponde lentamente, continuando ad osservarlo di sottecchi mentre si incammina dondolando leggermente verso uno dei lavandini. "Domanda idiota, ignorami". 

Prima non l'ha notato, ma la voce di Kurt ha una cerca musicalità, una nota malinconica in un mare di freddezza. Senza apparente motivo - di nuovo al discorso del cervello fuso e la concentrazione di un opossum - Blaine si chiede se nessuno abbia mai fatto caso a quella nota fuori posto nella voce del ragazzo di fronte a lui.

Un’eventuale risposta si fa attendere troppo, a quanto pare, perché lo sguardo azzurro di Kurt si gela di nuovo e lui torna indifferente e misterioso come sempre. Si passa una mano tra i capelli, scompigliando le ciocche rosa che finiscono per ricadergli distrattamente sulla fronte, e poi finisce per sfiorare delicatamente il piercing al sopracciglio. Gli da le spalle e apre con un gesto secco il rubinetto dell'acqua, sciacquando via quella che sembra vernice rossa - Blaine sta pregando in elfico che non sia sangue - dalle mani.

Il rumore dell'acqua che sgorga dal rubinetto quasi copre il mormorio che sfugge dalle labbra di Blaine: "No, io - scusa, è che mi hai colto di sorpresa".

Vorrebbe prendere a testate la porta del cubicolo dal quale è uscito. Tra tutti i posti nei quali si sarebbero potuti incontrare, proprio il bagno? 

Ci manca solo che Kurt annunci di sapere dov'è l'entrata della Camera dei Segreti, il che potrebbe essere un grosso problema, perché Blaine ancora non ha padroneggiato l'uso del Serpentese. Non che non ci stia provando, ma questo è un dettaglio che non è necessario divulgare.

Kurt finisce silenziosamente di lavarsi le mani, sul viso un'espressione illeggibile. "Ti ho colto di sorpresa" ripete senza guardare Blaine negli occhi. Non tiene lo sguardo basso, semplicemente fissa un punto del lavandino davanti a sé mentre si asciuga le mani.

Blaine non ha idea di cosa pensare - il suo cervello è andato KO minuti fa, ricordate? - soprattutto perché non ha mai avuto l'occasione di osservare il ragazzo che ha attirato tanto la sua attenzione così da vicino. Kurt è sempre sfuggente, silenzioso e in qualche modo si muove per i corridoi come se stesse danzando su un campo minato, lasciandosi alle spalle gli sguardi incuriositi di Blaine. 

Tuttavia non si erano mai rivolti la parola fino ad ora, non si conoscevano e Blaine si era sempre limitato ad osservare il bordo della sua giacca di pelle ondeggiare e svanire all'angolo di ogni corridoio.

Perché, quindi, ora stanno intrattenendo questa bizzarra conversazione nel bagno dei ragazzi?

Kurt si passa le dita inumidite dall'acqua dietro al collo e socchiude gli occhi, così che Blaine riesca a intravedere solo una sottile linea azzurra, forse grigia, oltre le lunghe ciglia. 

Con la mano libera Kurt inizia a frugare nella tracolla alla ricerca di chissà cosa. Da quella distanza Blaine riesce a vedere abbastanza chiaramente che le nocche di entrambe le mani sono ancora arrossate.

Forse è l'aspetto apparentemente tranquillo, seppur freddo e distante, di Kurt, forse semplicemente è davvero fuori di testa, ma Blaine trova il coraggio per rispondere. 

"Beh" esala con un'alzata di spalle, sentendosi già le guance in fiamme. "Non pensavo sapessi come mi chiamo".

Kurt si volta leggermente verso di lui e solleva elegantemente un sopracciglio - quello libero dal piercing.

 

Il perché è strano che il ragazzo conosca il suo nome è chiaro ad entrambi e nessuno sente, infatti, la necessità di dirlo ad alta voce.

Blaine è uno degli sfigati nerd più patologici dell'intero McKinley, è gay ed è nel Glee Club: se la gente sa come si chiama è solo per via delle vignette davvero suggestive su di lui nei bagni dei maschi. Blaine si ritrova ardentemente a sperare che non sia proprio quello il motivo per cui Kurt conosce il suo nome. Ormai è diventato quasi immune agli insulti, ma ricorda molto bene le notti spese a soffocare i singhiozzi nel cuscino e non ha intenzione di riviverne nessuna.

Kurt è ancora palesemente sulla difensiva e tiene gli occhi socchiusi come quelli di un gatto particolarmente diffidente. Si studiano con curiosità fino a che Blaine non arrossisce e Kurt - beh, la reazione di Kurt è più sorprendente dell'ultimo numero di Death Note.

Alza le spalle, ostentando noncuranza mentre abbassa lo sguardo sulla sigaretta che si sta rigirando tra le dita sottili, e dice: "Mio fratello Finn è nel Glee Club. Parla continuamente di te e di quando hai baciato Rachel Berry ad una festa particolarmente alcolica, e di come al suddetto bacio è seguito un favoloso duetto con un paio di microfoni ricoperti di glitter".

"Oh" commenta Blaine avvampando. Finn parla di lui con Kurt? Si appunta mentalmente di assassinare quel bietolone idiota per non aver mai menzionato durante il Glee Club il suo fratellastro skank, quando invece è chiaro che parla dei suoi compagni di canto a casa. "Beh, ero un po' ubriaco e Rachel era molto convincente - ma sono gay. Molto gay".

Avete presente quei momenti in cui vorreste prendere a craniate il muro fino a svenire? Ecco, questo è uno di quelli.

Perché insomma, si può sapere che accidenti sta blaterando?

Cerca disperatamente qualcosa da dire che non somigli ad un'altra dichiarazione a cuore aperto - stupido, stupido Blaine che non sa tenere la boccaccia chiusa - perché beh, Kurt Hummel gli piace, lo intriga e il suo obiettivo era chiedergli di uscire, non fare il coming out più ridicolo del mondo. 

E Kurt sa che ha baciato Rachel! Vergognati, Anderson. Non si baciano le ragazze ubriache.

Dev'esserci qualcosa di bacato nel suo cervello visto che meno di venti ore prima ha baciato anche Santana. Ed era sobrio - più o meno. 

Alla fine se ne esce con la frase più stupida sulla faccia della terra.

"Aspetta, Finn è tuo fratello?"

Complimenti, impressionalo con il tuo spirito di osservazione!

I neuroni che dimorano nella sua scatola cranica hanno assunto le sembianze di Santana e Brittany e al momento sono impegnati a malmenarlo brutalmente con una clava e Blaine sente di meritarselo. Prende a tormentarsi il bordo della sciarpa con entrambe le mani, spostando il peso da un piede all'altro. Che diavolo sta facendo? Che qualcuno gli allunghi un Tardis, presto! 

Kurt non alza nemmeno gli occhi dalla sigaretta che si sta ancora rigirando tra le dita. 

"Fratellastro" lo corregge, scuotendo leggermente la testa. La totale mancanza di reazioni al suo ridicolo coming out lo destabilizza, ma non riesce a vedere i suoi occhi, quindi Blaine non può dichiarare la battaglia persa in partenza. Non ancora, almeno.

Alcuni ciuffi rosa ricadono disordinatamente sulla fronte di Kurt e lui non si prende la briga di spostarli. 

"Mio padre ha sposato sua madre l'anno scorso e io mi sono ritrovato il pacchetto Hudson versione integrale, disordine al limite del disgustoso e immensa idiozia compresi" dichiara con noncuranza.

Ed eccolo, un altro dettaglio in apparenza insignificante: la lieve nota di affetto nella sua voce. Visto che si tratta pur sempre di Finn Delicatezza di un Tirannosauro Hudson Blaine è indeciso se fargli le congratulazioni o le condoglianze, quindi opta per un silenzio perplesso.

Perché Kurt gli sta parlando della sua famiglia? Meglio ancora, perché Kurt gli sta parlando? 

Dall'espressione sul viso del ragazzo, sembra si stia chiedendo la stessa identica cosa. 

La verità è che, visto così da vicino, sembra solo un ragazzo molto riservato e particolarmente scostante, ma non pericoloso. Strano, perché se incontrato per i corridoi Kurt ha l’aria di uno capace di staccarti la testa di netto in caso dovessi entrare nel suo spazio vitale.

Ha uno sguardo che pietrifica e un'invidiabile espressione intimidatoria. Blaine non ha mai visto giocatori di football o bulli avvicinarsi a lui. Neanche guardarlo male, se è per questo, nonostante Kurt sia palesemente gay.

Ci sono delle storie che girano sul conto di Kurt, di quelle che ha sentito da Santana, che l'ha saputo da Mercedes, che ne ha parlato su facebook con Tina, che l'ha letto sul giornalino della scuola di Jacob Ben Israel.

Le voci che Blaine ha sentito - e delle quali fa fatica a fidarsi, ma non c'è modo di sapere se sono vere o castelli di carta di qualche idiota - riguardano l'ultima volta che uno dei bulli, tale David Karofsky, trasferitosi prima dell'arrivo di Blaine, ha provato a tirare una granita in faccia a Kurt. Stando a suddetti pettegolezzi, Kurt ha dato dimostrazione delle sue spettacolari abilità nelle arti marziali o qualcosa del genere, tanto che nessuno ha più dubitato della sua pericolosità.

 

Blaine non si aspettava niente di tutto ciò. Decisamente. Eppure eccolo qui, ad intrattenere una bizzarra chiacchierata con Kurt Hummel in persona, come se fosse perfettamente normale per due sconosciuti fare una cosa del genere. Nel bagno dei ragazzi. 

Non che la cosa gli dispiaccia, anzi. Semplicemente i piani di Brittany e Santana di solito non finiscono con un successo ma con un viaggio al pronto soccorso e mesi di terapia e psicologi.

Soprattutto, però, c'è il fatto che Kurt non parla. Blaine non l'ha mai visto rivolgere la parola a qualcuno che non siano le skank, e anche in quei casi non sembra davvero amichevole.

"Quindi" riprende Kurt, che non sembra intenzionato ad alzare il viso ma nemmeno ad abbandonare la loro allucinante conversazione. "Eri nel bel mezzo di un esperimento di chimica ed hai accidentalmente dato fuoco al tuo armadio, così sei stato costretto a rifarti il guardaroba?".

Stanno davvero parlando del rinnovato look di Blaine, appoggiati ad un lavandino, a meno di due metri l'uno dall'altro, in un bagno vuoto? Forse Blaine è stato drogato. Sì, non c'è altra spiegazione: quella è la peggiore delle sue allucinazioni. 

Visto che è un'allucinazione, quindi, Blaine può tranquillizzarsi e comportarsi da persona folle quale è, no?

"Mi piacerebbe dirti che sì, il mio armadio ha preso fuoco, così come la metà superiore delle mie sopracciglia" risponde con un sorriso, appoggiando la schiena al muro. Suddette sopracciglia ancora gli fanno un male cane, per inciso, e non per un disastroso caso di autocombustione. "Ma no, purtroppo non è così. Sarebbe stato terribile, una delle vie per Narnia distrutte così velocemente".

Kurt alza gli occhi nei suoi e Blaine trattiene il fiato al luccichio di divertimento che scorge nelle sue iridi azzurre. 

Magari Kurt Hummel non pensa che sia fuori di testa - o uno sfigato - perché ci sono più libri che preservativi sul suo comodino, in fondo.

Insomma, il succo della storia è che quel poco di neuroni che ancora resistevano stoici tra le oscure pareti del suo cranio ormai sono belli che andati. Stecchiti, morti, kaput. I loro scheletri giaceranno nella camera - del suo cervello - per sempre. *

L'assurdità della situazione nella quale si trova al momento lo fa quasi ridacchiare istericamente.

"Sono stato rapito da Santana e Brittany, le cheerleader" chiarisce con un sospiro e il cuore incastrato in una scomoda posizione dalle parti del suo esofago. Merlino, si può morire soffocati dal battito del proprio cuore? Che morte ridicola! "Evidentemente la mia vita era troppo semplice, perché pare che si siano svegliate ieri mattina con l'intenzione di trasformarmi in questo...uhm". 

Non saprebbe come meglio definirsi, quindi si limita ad enfatizzare l'ultimo termine ed accompagnarlo con un gesto eloquente verso se stesso. "Questo".

La sua allucinazione inarca il sopracciglio libero dal piercing come a dire "Ah". Se è per il riferimento alle Cronache di Narnia - perché non riesce a parlare come una persona normale, per Salazar, almeno una volta nella vita? - o perché Kurt ha una vaga idea di cosa significhi finire tra le grinfie di Brittany e Santana, Blaine non ne ha idea.

Apre la bocca per chiedergli se conosce anche le due cheerleader, da un lato terrorizzato all'idea che la conversazione possa morire lì senza che lui abbia la più pallida idea di cosa fare, quando la campanella che segna la fine della prima ora e l'inizio della seconda fa sobbalzare entrambi, riecheggiando fastidiosamente nel bagno vuoto.

Blaine si volta verso Kurt, imbarazzato - E adesso che accidenti dovrei fare? - e rimane di nuovo senza fiato nel vedere che l'espressione di Kurt è cambiata di nuovo, veloce come un lampo. 

È come se ogni emozione gli sia scivolata via dal viso, lasciando il posto unicamente a freddezza e diffidenza. Kurt fa un passo verso la porta del bagno e oh, ecco perché tutti pensano che sia pericoloso: ha un'espressione dura, i lineamenti tirati e un'aria semplicemente intimidatoria.

"Ehm" mormora Blaine, mordendosi un labbro timidamente. "Magari potremmo-"

Ma Kurt sembra essere distratto da tutt'altro, e in fondo lui non sa nemmeno come finirla, quella frase. Parlarne un'altra volta? Da un'altra parte? Prendere un caffè insieme? Sposarci e trasferirci a Diagon Alley? Magari preferisci Hogsmeade. 

Ed ecco che degenera di nuovo.

Kurt gli lancia un’ultima occhiata, carica di qualcosa che Blaine davvero non sa decifrare, e gira i tacchi.

"Ci si vede in giro" è tutto quello che dice prima di scivolare oltre la porta e scomparire, veloce come è arrivato. Che cosa diavolo è appena successo?

Rimane a fissare il punto in cui Kurt è svanito più sconcertato e confuso che ferito e l’improvviso silenzio in cui è calato il bagno sembra quasi portare con sé l’eco delle parole di Blaine.

Magari potremmo- potremmo cosa?

 

*

 

Kurt scivola velocemente lungo il corridoio - ancora deserto, grazie al cielo - trattenendo il fiato fino a che non raggiunge l'uscita secondaria della scuola, quella che da direttamente sul parcheggio. A quest'ora della mattina è vuoto anche quello, visto che tutti sono all'interno dell'edificio, perciò si sente immensamente grato per l'eccellente tempistica con la quale la campanella è suonata. 

Forse.

Kurt non è mai davvero grato che la campanella suoni. Significa esporsi alla folla del corridoio, significa rischiare che un bel giorno uno dei giocatori di football si ricordi che ehi, quello è Kurt Hummel, non è forse un gay sfigato anche lui? Picchiamolo! e poi-

Poi. 

Sa come difendersi, eccome se lo sa. L'episodio con lui l'ha dimostrato ampiamente e da allora tutti gli sono stati alla larga ma la gente dimentica in fretta e lui ha promesso che non sarebbe più successo nulla del genere. Mai, mai più.

Quanto gli rimane prima che qualcuno si accorga che se colto alle spalle, preso da solo, contro un gruppo di giocatori di football o hokey non c'è molto che possa fare per tenersi al sicuro? 

Ricorda perfettamente perché è diventato uno skank.

 

Si rende conto distrattamente di avere ancora la sigaretta tra le dita e se la infila dietro l'orecchio con un gesto stizzito, ancora troppo tentato all’idea di prendersi a schiaffi da solo. Che diavolo gli passa per la testa, fermarsi a parlare con quel ragazzo? 

Inutile che fingi di non sapere come si chiama, gli suggerisce la sua coscienza. Va bene, d'accordo, con Blaine Anderson. Contenti? Questo non cambia le cose.

Kurt si sente uno stupido per essersi permesso un tale momento di debolezza. Per uno sconosciuto, poi, e solo perché sembrava così perso, e confuso, e dolce…

È chiaro che non stava pensando con il cervello, in quel momento. Non stava pensando e basta. 

Non è forse riuscito ad andare avanti senza problemi fino ad ora? Non parla praticamente con nessuno che non siano le altre skank, Quinn o Finn, viene lasciato in pace - molti hanno paura di lui - e sembrava che sarebbe riuscito a sopravvivere al suo ultimo anno di liceo. 

Al sicuro nel suo armadio c'è il calendario sul quale spunta con ferocia i giorni che mancano al diploma e alla fine di quell'inferno. Non vi è una singola mattina in cui Kurt non desideri dare fuoco a quello stupido pezzo di carta. Troppo, troppo tempo. Non riuscirà a reggere quella farsa ancora a lungo, l'episodio del bagno è solo il primo segno di cedimento. Eppure pensava che ce l'avrebbe fatta. 

 

Che cosa diavolo è successo, allora? Cos'ha quel Blaine Anderson in più degli altri da spingerlo a rivolgergli la parola? 

Perché qualcosa l'ha spinto a rimanere in quel bagno invece di girare i tacchi tacchi ed andarsene e Kurt non riesce davvero a capire cosa.

Il suono fastidioso della seconda campanella lo avvisa che gli studenti ormai sono tutti in classe, quindi è ora di muoversi. Meglio passare per ritardatario sfrontato la metà delle volte che finire nel bel mezzo del caos del corridoio. 

Mentre si incammina velocemente verso l'aula di Francese - regola numero uno della sopravvivenza al McKinley Inferno High: sempre spostarsi velocemente dal punto A al punto B - lascia che il pensiero del ragazzo nel bagno gli scivoli via dalla mente. 

E' stato solo un episodio, continua a ripetersi come un mantra. Mi ha colto di sorpresa, un momento di debolezza. Non succederà di nuovo.

Quando si trova davanti alla porta della classe riesce quasi a crederci.

Tuttavia non riesce a togliersi dalla testa l'ultima frase che Blaine Anderson ha lasciato a metà, aprendo un mondo di possibilità e incertezze. Un semplice mormorio di parole che rimane per tutta la mattinata, anche quando fugge velocemente da una lezione all'altra, anche quando lancia sguardi glaciali al resto del mondo. 
Magari potremmo- potremmo cosa?

Qualcosa nell'equilibrio precario che è la sua vita si è spezzato ma Kurt ancora non se n'è accorto.

 

 

 

 

 

Note dell’Autrice

 

Tah dah! Scusate se non ho pubblicato prima, ma sono senza internet da venerdì e dovevo finire di scrivere questo capitolo, quando mi sono accorta che erano già tipo 3000 parole e passa, quindi ho detto, oh! Pubblichiamo! :D

So che non succede molto in questo capitolo, so che i primi sono pallosi, so che vi starete scartavetrando il cervello perché non capite che diavolo c’ha Kurt che non va.

Abbiate pazienza fino a martedì prossimo, dal terzo capitolo in poi le cose si movimentano parecchio!

Per quanto riguarda quella vaga vena di angst in questo capitolo…in questa storia di angst non ce ne sarà molto, è più che altro un partire da una situazione schifida ed arrivare all’ammmore Klaine. Però un pizzico appena appena c’è. Niente di traggico, giusto un filino.

Siete avvisati! :D

Un indizio: nel prossimo capitolo, Kurt darà prova delle sue…abilità, e Blaine ricorderà la prima volta che ha davvero visto Kurt.

A martedì!

 

Selene

 

   
 
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