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Autore: xBooBenny    12/11/2012    15 recensioni
« Non mi interessa più niente ormai. Avrò i soldi per quattro ragazzi. Ora l’unica cosa che voglio è ucciderti. »
« Accomodati pure allora.»
Noir.
Genere: Azione, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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As The Color Of The Heart
 

Chapter 3



Harry camminava avanti e indietro per la stanza. Zayn stava riposando sul divano, le cure di Liam e Niall, per quanto improvvisate, erano bastate per calmare un po’ i dolori. I due ora stavano parlando concitatamente.
« Quello è un pazzo. Non sappiamo cosa possa fare a Louis. » diceva Niall, tamburellandosi le dita sul labbro inferiore.
« Si, ma è anche vero che vuole soldi, e nessuno glieli può assicurare se uccide uno dei componenti della band. » ribatteva Liam, seduto con la testa di Zayn sulle gambe, mentre gli accarezzava i capelli scombinati.
« Però sa che comunque pagheranno per avere gli altri quattro. E’ furbo, si è visto da come ha organizzato tutto. »
Harry li ascoltava solo con un orecchio. Stava pensando a un modo per uscire da li e andare a cercare Louis, perché quell’attesa lo stava facendo impazzire quasi come il senso di colpa che gli attanagliava lo stomaco. Sentiva che era colpa sua, e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea.
All’improvviso sentirono dei colpi alla porta che venivano dall’esterno e i tre si congelarono all’istante. Zayn spalancò gli occhi, svegliandosi.
La porta si aprì ed entrò un uomo con gli occhi chiari e una barba ispida.
« Ma è quello del bus! » esclamò senza pensarci Niall, portando subito una mano a coprire la bocca. L’uomo aveva un ghigno malvagio e  un aria assassina che al confronto l’espressione di Sam era amichevole. Entrò puntando una grossa pistola sul gruppo, senza neanche premurarsi di chiudere la porta.
« Eccoli qui i mocciosi canterini. Vi piace qui? » disse l’uomo, guardandosi attorno, senza perdere quel sorriso malvagio. « Un hotel degno di voi, senza dubbio. » Scostò lo sguardo sui quattro, che lo guardavano spaventati e tesi. Alzò un sopracciglio, in preda a un dubbio improvviso, e prese a contare silenziosamente. « Ma guarda, solo quattro testoline. Qui manca qualcuno. Chi è scappato? »
« Non è scappato nessuno. E’ stato il tuo amico a portarlo via, e ora lo sta uccidendo, o chissà, forse lo ha già ucciso! » urlò Harry, reprimendo un singhiozzo e stringendo i pugni. Il solo pensiero di cosa poteva essere successo al suo Boo gli fece venire il voltastomaco. Chiuse gli occhi e inspirò profondamente, cercando di scacciare quell’orribile pensiero.
L’uomo lo guardò, sorpreso.
« Come ucciderlo? Non deve uccidere nessuno! Ci servono tutti e cinque i ragazzi, altrimenti niente riscatto! Quell’idiota! » sbraitò, percorrendo la stanza a grandi passi. Cacciò una serie di insulti e offese, senza minimamente accorgersi dei movimenti furtivi di uno dei ragazzi. Harry si stava avvicinando il più silenziosamente possibile al mucchio di sedie rotte in un angolo. Era stata un’idea di Liam, la più veloce e brillante – a suo parere – che avesse mai avuto: aveva attirato l’attenzione del più piccolo insieme a Niall, e con un movimento del capo aveva indicato le sedie rotte. Zayn, disteso, aveva contemporaneamente mimato qualcosa di strano con le braccia, nel massimo possibile concesso dalle sue ossa doloranti. Ma era bastato, perché Harry aveva capito.
Avanzava di spalle, tenendo gli occhi fissi sul rapitore impazzito che non gli era molto distante, e cercò a tentoni una sedia, afferrandola per la testata ammaccata. Aspettò il momento giusto e proprio quando il pazzo gli passò accanto, urlò, gettandogli la sedia sulla testa con tutte le forze che aveva in corpo. Il rapitore aveva appena avuto il tempo di accorgersi che uno dei ragazzi aveva urlato, che si era ritrovato per terra, svenuto. Harry ansimò, ancora con la sedia fra le mani, mentre dai tre amici arrivavano urla di giubilo. Ma non c’era tempo di esultare: doveva trovare Louis, così buttò via la sedia, prese la pistola da mano all’uomo svenuto e uscì correndo da quella stanza infernale.
 
Sam lo aveva trascinato per altri corridoi infiniti, ma lui quasi non se ne era accorto. Aveva gli occhi aperti solo a metà, le palpebre erano tremendamente pesanti e reclamavano di chiudersi. Louis ci metteva tutta la forza e la volontà possibile, continuando a ripetersi che ne andava della sua vita. Sam lo aveva sparato al braccio, fortunatamente pensò, dato che aveva puntato al cuore ma un tuono lo aveva spaventato tanto da farlo sparare a casaccio. Il colpo però non era da ignorare, e anche se l’intensità di dolore che provava era pari a quelle del resto delle ferite che aveva sparse per il corpo, Louis aveva perso molto altro sangue. Il liquido denso e rosso scivolava giù dalla ferita, creando un fiume di sangue che andava a mano a mano sempre più giù, attraversando l’avambraccio e il polso, fino ad arrivare alla punta della falange del dito medio, gocciolando poi verso il pavimento.
Non voleva ammetterlo, ma Louis ormai si sentiva stanco e debole, non aveva più la forza di rimanere in piedi ed era sicuro che sarebbe crollato da un momento all’altro, ma una piccola scintilla di vitalità era sempre presente, e gli dava la forza di andare avanti e di tenere duro. Sarebbe andata bene, lo aveva promesso a Harry. Già, Harry.  Per quanto forte poteva essere, non sarebbe mai riuscito a sopportare tutto quello. Sorrise mentalmente al pensiero della sua azione. Lo aveva protetto, e questo gli bastava.
A un certo punto, si fermarono. Sam aprì una grossa porta e subito vento e acqua li investirono: fuori la pioggia continuava a cadere, e non sembrava per niente intenzionata a fermarsi. L’uomo spinse Louis fuori, facendolo scendere per una rampa di scale di ferro e il ragazzo, barcollando, prese a scenderle lentamente, appoggiandosi al muro e scivolando su di esso a causa dei polsi ancora legati.
« Muoviti. » disse Sam, spingendolo, rompendo l’equilibrio precario di Louis e facendolo cadere giù per le scale. Il ragazzo poté giurare di aver sentito rompersi l’ennesima costola.
Erano giunti all’esterno dell’edificio, in uno spazio angusto e piccolo probabilmente destinato a essere un cortile, delimitato da grosse e imponenti mura. La vegetazione si basava solo su piccoli ciuffetti d’erba ingiallita e in un angolo c’era un grosso bidone della spazzatura; nient’altro. La pioggia cadeva fitta, e provocava piccoli rumori metallici ogni volta che toccava il bidone.
Louis, senza forze, non si mosse dalla sua posizione, aspettando che Sam lo girasse o lo spostasse, cosa che fece alcuni secondi dopo, facendolo rotolare contro una parete; poi lo alzò e lo sistemò con la schiena appoggiata al muro, facendolo rimanere seduto. A quel punto, Sam si allontanò da lui indietreggiando, puntandogli per l’ennesima volta la pistola e fissandolo, caricando l’arma.
 
Un’improvvisa energia e determinazione gli pervadeva il corpo ormai stanco. Le gambe sembravano muoversi da sole tanto erano veloci e scattanti e nessuno, vedendolo, avrebbe detto che fino a qualche minuto prima era in lacrime pensando al suo amico nelle mani di un pazzo. Eppure Harry correva, correva, con un solo obiettivo nella testa: trovare e salvare Louis. Era sceso per diverse scale, aveva spalancato mille porte, era passato per diecimila corridoi e sbucato in altrettante sale vuote e l’unica cosa che aveva trovato era una bretella e tanto, troppo, sangue. Poteva non essere il suo, si diceva, ma le prove andavano sempre contro di lui, perché il sangue era fresco e l’odore gli riempiva i polmoni.
Un tuono rimbombò per la sala in cui era appena passato e il ragazzo si bloccò, ansimando. Le luci tremolarono, spegnendosi per due secondi. Harry  si piegò in avanti, inspirando ed espirando lentamente per recuperare il respiro, stringendo forte la bretella che aveva trovato. La guardò: era sporca di sangue, come tutto il resto d'altronde. Sentì stringersi il cuore.
« Boo… » sussurrò, poi agganciò la bretella ai pantaloni, indossandola. In quel gesto, sfiorò la tasca dei suoi pantaloni sporchi, percependo chiaramente la forma della pistola sottratta al rapitore. Deglutì rumorosamente chiedendosi perché mai l’avesse presa, ma poi il suo sguardo venne attirato da una strana scia a gocce proprio al centro della sala, che continuava per il corridoio. Inspirò forte e prese a correre seguendo la scia, perché era certo che era una traccia lasciata da Louis e che percorrendola lo avrebbe trovato.
Aveva ripreso a correre più veloce di prima e, continuando a seguire la traccia, era sbucato in un corridoio buio. Rallentò, notando che alla fine del condotto c’era una porta spalancata che dava all’esterno. Si avvicinò al muro del corridoio e iniziò a camminare lentamente strisciando vicino a esso, cercando di regolare il respiro, ma il cuore gli martellava talmente forte vicino la gabbia toracica che produceva un rumore tale che chiunque lo avrebbe sentito.
A piccoli passi, arrivò alla fine del corridoio e deglutì, facendosi coraggio e cacciando la testa fuori quel poco che bastava per vedere due persone sotto la pioggia, una per terra con la schiena appoggiata contro un grosso muro e l’altra in piedi, con una pistola puntata verso il primo.
Harry spalancò la bocca, ritirando subito la testa. Il cuore batteva all’impazzata, senza controllo. E ora?
« Siamo giunti alla fine del percorso, Louis Tomlinson. » ringhiò con una nota di soddisfazione Sam. La sua voce giungeva chiarissima alle orecchie di Harry, tanto che sembrava gli stesse parlando a due passi di distanza. Il riccio deglutì e, racimolando tutto il coraggio che aveva, cacciò un po’ la testa, portando una mano in una tasca.
« Non pensavo sapessi il mio nome. Che onore. » ghignò Louis divertito. Anche Sam rise.
« Si, un vero onore. Come essere ucciso da questo gioiellino. » disse, indicando con la mano libera l’arma. « Non è cosa da tutti i giorni morire per mano di questa. »
« Lo racconterò in giro. » fece Louis, mostrando i denti in un grosso sorriso.
« Oh no, mi sa che non ne avrai mai la possibilità. » sentenziò l’uomo, saldando la presa. Louis rise.
« Sai, pensavo fossi un uomo intelligente. Invece, mi stai deludendo. »
Sam si accigliò. «Vedi »  continuò «  hai organizzato un gran bel piano di rapimento. Ci fai fatto credere che lavorassi per noi, hai anche noleggiato un tour-bus, hai trovato questo edificio abbandonato… Ti sei dato da fare. E invece ora stai facendo un errore madornale. »
« Ovvero? » chiese l’uomo, mantenendo la sua espressione accigliata.
« Stai per uccidere uno dei One Direction, che automaticamente non saranno più tali. Chi pagherà il riscatto pretende cinque ragazzi, no quattro. »
Sam sogghignò. « Non mi interessa più niente ormai. Avrò i soldi per quattro ragazzi. Ora l’unica cosa che voglio è ucciderti. »
« Accomodati pure allora. »
La sfacciataggine di Louis preoccupava Harry. Lo stava deliberatamente provocando, e non andava bene. Stava giocando con il fuoco. Involontariamente, il riccio strinse la presa attorno alla pistola.
« Con molto piacere. Ma prima, dato che sono un gentiluomo, ti do la possibilità di fare un ultimo discorso prima di andare all’altro mondo. Peccato che solo io potrò sentirti, ma se vuoi posso registrarti. » rise Sam, seguito da Louis.
« E va bene. Ho deciso di raccontarti il mio più grande segreto. Nessuno al mondo ne è a conoscenza. » sorrise sornione. « Chi l’avrebbe mai detto che l’unico a saperlo sarebbe stato solo un pazzo armato di pistola.»
« Sono molto curioso. » disse l’uomo, scherzando.
Harry iniziò a pensare a quale potesse mai essere questo grande segreto di cui nessuno sapeva l’esistenza. Era qualcosa che forse aveva detto solo ai ragazzi? O forse solo a lui? Magari stava solo bluffando. Eppure scrutando la sua espressione non sembrava affatto, anzi, era talmente serio che quasi lo spaventava.
Il castano prese un lungo doloroso respiro, a causa delle diverse ferite e lesioni.
« Sono innamorato. »
Sam prese a ridere convulsamente, mentre Harry sbuffava silenziosamente.
Il solito Louis. Solo lui poteva dichiarare prima di morire il suo amore per Eleanor, la sua adorata fidanzata, cosa che per giunta sapeva tutto il mondo. Il riccio si diede mentalmente dell’idiota per aver pensato solo per un secondo che Louis potesse dire qualcosa di veramente importante e segreto.
« Solo questo? E sarebbe una cosa segreta? » chiese divertito Sam.
« Si, perché non sono innamorato di una donna. » Sam si zittì. Harry spalancò la bocca, coprendola con la mano per evitare di urlare dalla sorpresa. Il suo cuore prese di nuovo a martellare, felice, quasi speranzoso. Cosa gli stava prendendo?
« Che cosa? Mi stai dicendo che sei gay? » domandò sorpreso Sam.
« Esattamente. Ma c’è di più. » Louis era davvero sicuro di sé, nessuna emozione trapelava dal suo viso, nessun imbarazzo, niente di niente. Sam lo fissò senza parlare, come per incitarlo a continuare, sinceramente curioso.
« Amo Harry Styles, il mio migliore amico. »
Improvvisamente, Harry si sentì morire: le gambe gli si ammollarono di colpo, il cuore gli batté all’impazzata, le guance si tinsero dello stesso colore del sangue che aveva sporcato la bretella che indossava, nello stomaco sentì qualcosa di fastidioso, ma contemporaneamente così piacevole…
La risata simile a un ululato di Sam lo fece risvegliare dai suoi pensieri.
« Ti sei innamorato del riccio? Questa è bella! Ecco perché ti sei offerto tu volontario di questa tortura. »
« L’amore è una cosa grandiosa, Sam, mi dispiace che tu non abbia mai provato niente di simile. »
« E questo chi lo dice? Tu che ne sai? » gli gridò, di nuovo furioso.
« Lo so e basta. »
Sam digrignò i denti, rinsaldando la presa.
« Perfetto, signorino, hai parlato abbastanza. Sappi però che quando morirai, mi premurerò personalmente di far sapere questo grande scoop al mondo intero. La tua reputazione sarà macchiata a vita. »
« Sarò morto, Sam, nessuno mi potrà fare del male. »
Sam sorrise.
« Addio. » Louis chiuse gli occhi, il sorriso ancora dipinto sul volto stanco e ammaccato, Sam stava per premere il grilletto…
« Nooo! » In un attimo, Harry cacciò la pistola, sbucò fuori dal suo nascondiglio e sparò, colpendo Sam in piena schiena. L’uomo sbarrò gli occhi, si girò a guardare Harry, che tremava con ancora la pistola tra le mani. Iniziò a sudare freddo, la vista gli si annebbiò, le gambe non riuscivano più a reggerlo e un secondo dopo cadde in avanti con un tonfo sordo, la mano destra ancora chiusa attorno all’impugnatura della pistola, attorno a sé solo un lago di sangue e acqua.
Un silenzio rotto solo dal rumore della pioggia cadde sulla scena per la durata di qualche secondo. Louis osservava Harry a bocca aperta, mentre il più piccolo rimaneva fermo nella sua posizione, fissando il corpo del rapitore e boccheggiando. Ma poi, quasi come se qualcosa lo avesse punto, lasciò cadere la pistola, che ruzzolò giù per qualche scalino, e si precipitò verso il suo amico, gettandosi per terra.
« Louis, Louis! » ripeteva, mentre lacrime di gioia gli sgorgavano dagli occhi e abbracciando il ragazzo.
« Ahi, Harry, mi fai male! » fece il castano, ridendo piano.
« Oddio, scusami! » urlò quasi il riccio, staccandosi leggermente. Louis gli sorrise.
« Hey, chi ti ha detto di fermarti? » Harry scoppiò a ridere tra le lacrime, riabbracciandolo forte, chiudendo gli occhi.
« Non azzardarti mai più a fare una cosa del genere, eroe dei miei stivali! » lo ammonì poi. « Mi hai fatto prendere un colpo! Sei un cazzone! »
« Scusami, ma proprio non potevo sopportare l’idea che quel matto ti facesse del male. »
Harry si staccò da lui, continuando a tenere le mani sulle sue spalle. Lo guardò negli occhi, verde nell’azzurro, e poi lo baciò per un secondo, senza pensarci, giusto il tempo di sentire il sapore del sangue di Louis sulle labbra. Rimasero a guardarsi.
« Cosa significa? »  chiese Louis, abbastanza sorpreso. Harry abbassò lo sguardo, avvampando di nuovo. Neanche la pioggia che continuava a battere imperterrita e a bagnare i visi dei due riusciva a raffreddare il calore delle sue guance.
« Significa che… » rialzò lo sguardo, titubante, anche se sapeva che era completamente inutile una reazione del genere «… che anche io sono innamorato del mio migliore amico, del mio Boo, di te, Louis William Tomlinson. » L’ennesimo sorriso, il più sincero e felice di tutta quella lunga giornata, apparve sul volto di Louis.
«Se avessi le mani libere, ti prenderei il viso e ti bacerei, come nessuno ti ha mai baciato prima. » disse, con tono malizioso.
« Fallo allora. Solo che mi muovo io per te. » Detto questo, gli prese il viso con le mani bagnate e lo avvicinò alle sue labbra. Fu un bacio lungo, appassionato, pieno d’amore e di gioia, di paura e di sollievo, che sapeva di sangue, di polvere, di sofferenza, di lacrime amare e pioggia piovana.
« Il bacio più strano della mia vita. » sussurrò Harry, fermandosi un secondo e ricominciando con più passione, leccandogli le labbra rotte.
« Il bacio più bello della mia vita. » gli rispose Louis, mordicchiandolo dolcemente.
Un colpo di tosse però li fece fermare ed Harry si voltò e cadde seduto affianco a Louis, spalancando la bocca, terrorizzato.
Sam si stava rialzando, facendosi forza con un braccio mentre con l’altro alzava la pistola, pronto a sparare.
« A-addio, p-piccoli b-b-bastardi… »
Successe tutto in un attimo. Sam aveva premuto il grilletto, e Louis, con le ultime forze, si era buttato con un urlo davanti a Harry per fargli da scudo, e un proiettile lo aveva colpito affianco al cuore. Ma subito dopo c’era stato un altro colpo, e Sam era caduto di nuovo per terra, questa volta morto.
Niall era sulle scale, tremante, con ancora la pistola fumante alzata,  e Liam gli era dietro, sorreggendo Zayn per la spalla, entrambi confusi e sorpresi per quella scena. Ma Harry aveva dedicato loro e al corpo freddato di Sam solo un attimo perché Louis gli era caduto fra le braccia, il petto completamente ricoperto di sangue.
« Louis! » iniziò ad urlare, scuotendolo lievemente per le spalle. Louis aprì gli occhi, lentamente, abbozzando un sorrisetto.
« H-Harry… » sussurrò impercettibilmente. Le lacrime del riccio gli cadevano sul viso e creavano dei piccoli rivoli che, scorrendo, portavano via quel che restava della polvere che la pioggia stava già cancellando.
« L-Lou… L-Lou…N-non lasciarmi… » singhiozzava Harry, senza riuscire a fermarsi. Niall, che aveva buttato via la pistola, Liam e Zayn si avvicinarono a loro, piangendo.
«A-ascoltami, a-amore… » bisbigliò il castano «… n-non sai q-quanto mi d-dispiace di n-non averti d-detto p-prima quanto ti a-amo… » Si fermò e tossì. «S-saremo potuti e-essere felici… S-sai, a v-volte fantasticavo s-su di n-noi, s-sulla v-vita che avremmo p-potuto avere…» Un altro colpo di tosse lo costrinse a fermarsi.
«Lou, z-zitto, r-risparmia le energie… R-ragazzi, c-chiamate qualcuno, chiedete aiuto!» urlò Harry, ma gli altri tre sembravano non sentirlo. Niall si era abbassato sulle ginocchia e piangeva rumorosamente, mentre Liam e Zayn si erano seduti vicino loro due, continuando a piangere e stringendo un braccio del loro amico morente.
Louis richiamò l’attenzione di Harry e «H-hazza… » disse «d-devi p-promettermi che andrai a-avanti, a-anche s-senza di m-me… D-devi v-vivere per e-entrambi, h-hai c-capito? P-promettimelo, H-Harry, ti s-scongiuro… » Dagli occhi cielo di Louis iniziarono a scorrere alcune lacrime leggere, che si mischiavano a quelle dell’amato e alle gocce di pioggia, che ora cadeva ancora più violenta di prima.
« B-Boo, B-Boo t-ti p-prego, n-non a-arrenderti… »
« P-prometti, H-Harry… » Lo sguardo del castano era diventato implorante ed era così spaventosamente luminoso e lucido a causa delle lacrime.
« T-tu n-non morirai, Boo, n-non ora, n-non ora che ci s-siamo dichiarati! D-dobbiamo v-vivere i-insieme, d-dobbiamo a-amarci f-fino alla f-fine… M-moriremo da v-vecchi, insieme, s-solo i-io e t-te… Boo, t-ti prego… » Harry piangeva forte, stringendo con una mano la camicia insanguinata del ragazzo e con l’altra sorreggendogli la testa.
« L-Louis… >> sussurrò Zayn, le lacrime che scorrevano veloci. 
« R-ragazzi, vi v-voglio b-bene… H-Hazza, p-piccolo m-mio, t-ti h-ho amato, t-ti amo e ti a-amerò s-sempre… N-non d-dimenticarti m-mai di m-me, p-per f-favore… » sussurrò, poi sorrise e chiuse gli occhi, esalando il suo ultimo respiro.
Harry s’irrigidì. Il respiro gli mancò improvvisamente, le mani presero a tremare.
« Lou… » diceva, ma il ragazzo non si muoveva, il sorriso congelato sulle labbra che stavano perdendo colore. « Lou…»
Niall urlò, buttandosi su Liam e nascondendo il viso nel suo petto, e quest’ultimo lo abbracciò, chiudendo gli occhi e iniziando a singhiozzare,  mentre Zayn si inginocchiava sul corpo inerme dell’amico. Harry era pietrificato, le mani tremavano convulsamente.
« NOOO! » urlò con tutta la forza, con tutto l’ossigeno che aveva in corpo. Accasciò la testa nel petto di Louis, urlando, scosso dai singhiozzi. Era l’unica cosa che riusciva a fare in quel momento: urlare, piangere, disperarsi. Aveva perso tutto. Il suo mondo si era fermato, il castello di carte della sua vita era crollato in un attimo, in un solo colpo. Finalmente aveva capito l’amore che provava per Louis, ma era troppo tardi, troppo tardi per amarlo, per sentirlo completamente suo, per vivere insieme il loro amore. Troppo tardi per tutto. Era la fine, per lui. Harry Styles era ufficialmente morto. D’altronde, non aveva senza per lui vivere senza l’altra metà di se stesso.
Harry pianse, pianse anche l’anima, pianse per un tempo indefinito.
« Harry, a-andiamo… » La voce di uno dei ragazzi gli arrivò ovattata dopo chissà quanto tempo, quasi non la sentì. Qualcuno provò a scrollarlo via dal petto di Louis, ma lui faceva resistenza, non voleva separarsi da quel corpo, quel corpo che non avrebbe mai più avuto la possibilità di toccare e sentirne il profumo.
« N-no… » diceva, mentre inspirava quel poco che rimaneva del profumo di Louis.
« H-Harry…»
Devi vivere anche per me. Promettimelo, Harry.
La voce di Louis gli rimbombò nella testa. Quella frase, una delle sue ultime parole, una delle sue ultime volontà.
Vivi anche per me.
Harry alzò il capo. La voce nella sua testa era così forte che sembrava che Louis gli stesse parlando li vicino.
Come avrebbe potuto farlo? Chi gli avrebbe dato la forza per vivere non solo per lui, ma anche per Louis?
Promettimelo, Harry.
La risposta era ovvia. Lui gliela avrebbe data. Louis non l’avrebbe mai lasciato. Sarebbe stato con lui, sempre. Sarebbe stato il suo angelo custode.
Promettimelo.
« Te lo p-prometto… » sussurrò Harry, accarezzando i capelli fradici di Louis. Guardò il suo sorriso, così dolce e sincero. Anche se era in punto di morte, Louis era riuscito a produrre uno sei suoi sorrisi più belli, tutto per Harry. Il riccio avvicinò le sue labbra a quelle fredde del castano per l’ultima volta, e sorrise.
« Ti amo Boo, non ti dimenticherò. Te lo prometto. »








ANGOLO DELL’AUTRICE 
 
*sob sob sob sob sob*
DOVE SONO I FAZZOLETTI? DATEMI DEI FAZZOLETTI!
 
Possibile che sia così autolesionista? Sto piangendo ç_______ç
 
Il terzo e ultimo capitolo di questa FF è arrivato, con lacrime e piagnistei vari. Sob ç___________ç
Alla fine, Larry è apparsa in uno scenario abbastanza romantico dai, d’altronde tutti vorrebbero un bacio sotto la pioggia, anche se ehm non proprio nelle stesse circostanze di questa storia °A°
 
Non posso ancora credere di aver ucciso volontariamente il mio adorato Lou, e lo so che ora mi odierete tutte, soprattutto chi sperava in un lieto fino, ma che volete farci, quando l’ho scritta mi sentivo depressa ç_________ç  Perciò avevo addirittura pensato di scrivere un finale alternativo ma non sono riuscita a cavarne un bel niente, quindi ho pensato che il “finale alternativo” si fermasse al bacio Larry ç____ç Oppure non so, ditemi voi così provvedo a scrivere qualcosa ç_________ç
 
Ovviamente, riparto con il coretto che è diventato una specie di logo:  Se odi Sam grida OOH!
Che volete farci, se l’altra volta stavo sclerando per qualcosa di non particolare, ora sclero per il finale di questa storia ç_ç ODIO Sam, eh si, ho creato io bla bla bla, ma lo odio èwwé
 
Dato che siamo giunti alla fine  di questa, se pur di 3 capitoli, storia vi prego di recensire e di farmi sapere le vostre opinioni, che io considero molto e che adoro leggere perché SIETE STUPENDE DAVVERO <3 E per questo ne approfitto per ringraziare chi ha partecipato con me (?) a questa avventura (???) , ovvero le 10 adorabili personcine che hanno recensito i precedenti capitoli, le 6 che la tengono nei preferiti, le 2 nelle seguite e le 15 che la seguono hifhoehpeoafhòahoòdz
Davvero ragazzi, GRAZIE davvero perché è solo per voi che ho continuato <3
 
 
Un bacio a tutti voi, e a presto!  *SI SALVI CHI PUO’!*
 
Benny <3
 
P.s. Dato che non l’ho mai detto in questi capitoli,
LARRY IS ON, BITCH <3








  
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