"Ci
sono persone che, per amare, hanno bisogno delle parole.
Ad altre, invece,
basta un sorriso."
Harry
si aggiusta la cravatta, tirandola un po’ per sistemare il nodo che sembra
proprio voler fare di testa sua, come i suoi capelli, del resto. Ha passato la
mattina a cercare di pettinarli, per via di Hermione che non la smetteva più di
rompergli le scatole con le spazzole, nonostante pure lei le odiasse con tutta
se stessa. Harry si chiede sempre come mai non abbia fondato la Brusca (Base
rustica unica spazzola cacciata assoluta) invece che il Crepa. Harry sbuffa, si
passa una mano tra i capelli ormai sconfortato dal loro disordine, ma allo
stesso tempo ne è rassicurato, come se quel disordine facesse, in qualche modo,
parte di quello che è che sarà.
-Ehy, Harry, sei pronto?- chiede la voce seccata di Ron, facendo da portavoce all’amico che entra nel dormitorio con in
mano il suo copione di Giulietta e Romeo. Harry lo fissa, fingendosi altrettanto amareggiato e annoiato dal progetto che la McGranitt
ha deciso di usare come ultima spiaggia per far riappacificare le case: le
sembrava giusto, infatti, che almeno l’ultimo anno finisse senza le solite
rivalità da "bambini immaturi", come le chiama Hermione (che poi è la prima,
però, ad irritarsi quando vengono chiamati in causa lo studio ed i suoi amati
libri), perché in fondo gli studenti sono tutti uguali, e non ce n’è nessuno
migliore di un altro (Poi, però, ci pensa lei stessa a contraddirsi, lodando
Hermione ed Harry a discapito dei Serpeverde).
Comunque, Harry annuisce e
segue Ron in Sala Comune, dove Hermione picchietta spazientita il piede sinistro
a terra, perché non è possibile fare tardi il giorno dei provini, perché non è
giusto che lei debba avere degli amici così svogliati, perché la McGranitt deve
essere fiera di lei e perché, in fondo al cuore, spera di avere lei il ruolo di
Giulietta e sa che se l’otterrà non sarà per le sue doti fisiche e nemmeno
recitative, ma sarà perché la McGranitt si fida di lei. Ed è per questo che non
vuole assolutamente tardare.
Quando Harry e Ron la raggiungono, fa loro una
lunga ramanzina sui per come ed i perché li ucciderà tutti e due, un giorno, ma
alla fine sorride e insieme raggiungono la biblioteca, momentaneamente adibita a
Sala Prove. Ai tavoli posti a ferro di cavallo, siedono tutti gli studenti del
settimo anno, di tutte e quattro le case. Naturalmente non tutti saranno attori,
ha già specificato la professoressa, soltanto venti di loro potranno recitare,
gli altri saranno costumisti, suggeritori e scenografi. Naturalmente tra di loro
spiccano i Serpeverde, tutti ammucchiati nel loro angolo, seduti composti,
lontani dagli altri, come se chi non fosse della loro casa fosse portatore di
qualche malsana malattia. Harry fissa per un attimo Malfoy e sa, lo sente, che
sarà lui Romeo. Non perché sia particolarmente bravo, o bello, ma perché è
attraente di quel genere di fascino a cui nessuno sa resistere. Harry,
ovviamente, odia Malfoy, ma questo non gli impedisce di ammettere che sia
seducente, e crede che nulla potrebbe impedirglielo.
I tre amici prendono
posto accanto a Dean e Seamus, che si stanno già crogiolando nel loro dolore, e
si chiedono perché la McGranitt sia così autorevole da non poterle semplicemente
dire "No" senza aver paura di aprir bocca davanti a lei. Finalmente la donna
arriva e si ferma, in piedi, busto eretto, davanti agli studenti.
-Giulietta
e Romeo- esordisce –E’ lo spettacolo shakespeariano più famoso, ancora più
dell’Amleto o del Mercante di Venezia. Ho scelto quest’opera non per la sua
fama, però, ma per gli ideali che essa rappresenta-. La McGranitt sa che nessuno
le sta prestando attenzione, che tutti, in quell’aula, pensano ai propri amici,
ai compiti che devono ancora svolgere o a quanto sia stupida quell’idea. Ma lei
sa anche che funzionerà, perché Giulietta e Romeo non falliscono mai, come la
cioccolata quando sei depresso.
-Però- continua –Non sarò io a guidarvi in
questa crociata alla ricerca della conoscenza reciproca, perché ci ho già
provato innumerevoli volte, e non ha mai funzionato. Sarà, invece, una
specialista in questo campo, un’attrice di teatro di cui sicuramente avrete
sentito parlare. Shanna Refledouble-.
Al sentire il suo nome, Ron emette un
gemito ed Hermione sobbalza. Harry non sa chi sia questa Shanna Refledouble, ma
vista la faccia sorpresa ed ammirata di molti studenti (tra cui quella dei
serpeverde) capisce che si tratta di una persona importante. Si accosta
all’orecchio di Hermione e le chiede spiegazioni
-Ma come? Non lo sai?
Shanna Refledouble ha frequentato questa scuola, a Serpeverde. Ora è un’attrice
di fama mondiale, nel mondo magico, ha vinto svariati premi nel ruolo di
Giulietta e Desdemona. Girano voci sul fatto che sia la discendente diretta di
Shakespeare, ma io non ci credo. Però è molto brava, forse la più brava in
assoluto-. Hermione zittisce all’istante e si volta verso la porta, imitata da
Harry.
La McGranitt batte le mani in un leggero applauso, che immediatamente
si trasforma in boato quando tutti gli studenti presenti fanno altrettanto.
Sulla porta c’è una ragazza di circa venti, forse venticinque anni, ma non di
più. Ha una lunga capigliatura bionda e degli occhi profondamente azzurri.
Potrebbe essere una Malfoy, si dice Harry, ma ha un sorriso troppo dolce per
essere una di loro.
La donna si avvicina alla professoressa e le stringe
amichevolmente la mano, mentre si dicono qualcosa che Harry non riesce a sentire
perché l’applauso non si è ancora spento. Poi la Refledouble si rivolge alla
sala
-Salve- dice semplicemente ed Harry sente distintamente Ron gemere
–Sono Shanna Refledouble, semplicemente Shanna, comunque. Ho ventisette anni,
perciò ho finito la scuola più o meno da dieci anni, e vi mentirei se dico che
non provo un’immensa nostalgia. Sono qui, oggi, per insegnarvi a recitare, o a
fare del vostro meglio, almeno per non scannarvi ed uccidervi a vicenda-. Harry
nota l’espressione compiaciuta della McGranitt, poi lo smalto appariscente sulle
dita delle mani dell’attrice, ed infine il suo sorriso particolarmente tirato ai
lati, creante due fossette
-Mi piacerebbe cominciare oggi stesso con i
provini, ma prima di tutto vorrei conoscere i vostri nomi. Cominciando da te- ed
indica Ron con la mano.
-Mi chiamo Ron, Ronald, Weasley- dice tutto d’un
fiato, poiché è emozionato e sta sudando freddo, e si rende conto che se Shanna
gli chiedesse qualcos’altro sverrebbe sul colpo. Perché Shanna è leggermente
troppo bella per i suoi gusti, ed anche troppo famosa
-Io sono Hermione
Granger- dice Hermione perfettamente composta, anche se vuole parlare, vuole
sapere come e perché questa donna è così famosa
-Harry Potter- dice Harry ed
immediatamente deglutisce a vuoto, e nemmeno lui sa perché. "Tu sei Harry
Potter, dunque?" Harry sussulta, a quella voce, perché Shanna non ha mosso le
labbra, l’ha vista. L’appello continua, ed Harry si chiede cosa ha sentito, e se
l’ha sentito e se sì, se è stato l’unico. Ron pare perfettamente in sé,
nonostante stia per svenire, ed Hermione si tormenta le mani semplicemente
perché è curiosa, ma non di quel genere di curiosità che sta provando Harry.
-Allora- dice alla fine Shanna –Ora possiamo cominciare i provini. Chi vuole
essere il primo?-. Come si poteva immaginare, nessuno parla e la McGranitt fa
una smorfia, perché si sente umiliata dal comportamento dei suoi studenti
-Granger, cominci tu?-. Hermione è sorpresa, ma annuisce ugualmente. Si
mette in posa davanti alla classe, sconfortata perché sa che non potrà mai
essere Giulietta, perché non ha talento in queste cose e perché non è la
McGranitt a decidere. Comunque, comincia
-La maschera della notte mi
nasconde il viso: vedresti il rosso, allora, che copre le mie guance, per le
parole dette questa notte! Oh, come vorrei volentieri, volentieri, smentire le
parole! Ma, ormai, addio finzioni! Mi ami tu? So che dirai di sì, ed io ti
crederò; ma se giuri, tu puoi ingannarmi. Dicono che Giove rida dei falsi
giuramenti degli amanti.
O, gentile Romeo, se mi ami, dimmelo veramente; ma
se credi che mi sia presto abbandonata, sarò crudele, dirò di no e allora sarai
tu a pregarmi; se non lo pensi, non saprei dirti di no per tutto il mondo. O,
bel…-.
Le mani della Refledouble prendono a battere, seguite da tutte le
altre.
Hermione sorride: non ha scelto un pezzo a caso, ma nemmeno uno
banale. Sa di essere stata brava, e allora torna al suo posto, e sorride.
La
seconda è la Bulstrode, ma Harry nemmeno l’ascolta e, gli duole ammetterlo, non
ha ascoltato nemmeno Hermione, per colpa di quella voce. I ragazzi si
susseguono, tocca anche a Ron, ma si incarta sulle prime parole e torna al posto
sconsolato. Alla fine sente il suo nome. E allora la sente di nuovo "Lo so che
puoi farlo, Harry, ce la farai. Che cosa hai scelto?" guarda la Refledouble, che
ammicca nella sua direzione, e allora decide di risponderle. "Mercuzio, a me
piace molto Mercuzio". Ma sa di mentire e, in qualche modo, capisce che anche
lei lo sa "Non Romeo, Harry? Perché non Romeo?" "Non sono bravo in queste cose"
"Lo sei, invece. Prova con Romeo, le parole te le suggerisco io". Ad Harry, in
qualche modo, capisce che può fidarsi, così comincia
"Amen, Amen!.."
-Amen, Amen! Ma nessun dolore potrà mai uguagliare la gioia che mi da un
solo istante della sua presenza! Congiungi le nostre mani con le tue devote
parole; e poi sia fatta la volontà della morte che divora l’amore. Io voglio
soltanto chiamare mia il mio amore-.
Harry non sa nemmeno cos’ha detto
esattamente, l’ha fatto e basta. Però tutti lo guardano basiti, e sussurrano e
bisbigliano, ed Harry non capisce. Poi scoppia l’applauso, il più forte tra
quelli sentiti fin’ora. Ed Harry si sente imbarazzato, terribilmente. E’
piaciuto, lui ha fatto Romeo ed è piaciuto.
Torna a sedersi, ed Hermione
eccitatissima gli batte una mano sulla spalla, ed anche Ron, nonostante sia
ancora triste per il ruolo mancato, si congratula con lui.
Infine, mentre
Harry è ancora festeggiato, tocca a Malfoy. Hermione zittisce e fissa il
Serpeverde, che si avvicina alla Refledouble e le sussurra qualcosa, lei
sorride, ed annuisce.
- La maschera della notte mi nasconde il viso:…- Harry
non capisce. Quella non è la battuta di Giulietta? Ma poi tutto svanisce, perché
Malfoy parla in un modo strano, e tutto allora diventa strano. Quello non è il
Malfoy che conosce, e quella non è la sua voce, e quelle non sono le sue mani.
Harry si pente immediatamente di stare pensando, perché in questo modo ha perso
parte della sua recita
-Mi ami tu? So che dirai di sì, ed io ti crederò; ma
se giuri, tu puoi ingannarmi. Dicono che Giove rida dei falsi giuramenti degli
amanti.
O, gentile Romeo, se mi ami, dimmelo veramente; ma se credi che mi
sia presto abbandonata, sarò crudele, dirò di no e allora sarai tu a pregarmi;
se non lo pensi, non saprei dirti di no per tutto il mondo-.
Quando finisce
di parlare gli applausi scoppiano subito, nemmeno un istante dopo. Al contrario
del suo applauso, inizialmente timido ed incerto, quello di Malfoy non si è
fatto per nulla attendere.
La Refledouble interrompe il battito delle mani,
e riprende a parlare
-Siete stati tutti molto bravi…- "Soprattutto tu,
Harry…" –I ruoli che avete ottenuto saranno esposti in bacheca- "Tanto tu lo
sai, non è vero, che ruolo avrai in questa commedia?" –Ci vediamo domani dopo le
lezioni- "Romeo?" pensa Harry, ingenuamente sorpreso "Che altro, Harry?".
Prefazione (più o meno perchè essendo alla fine non so come chiamarla...)
Moony: Salve ^__^. Sono qui con questa nuova ff dedicata a tutti gli amanti di Harry e Draco (Da parte mia più di Draco che di Harry), naturalmente scritta senza la collaborazione fisica di Jamie, inquanto ammettere di aver preso parte alla stesura di una Harry/Draco la condurrebbe ad un suicidio senza ripensamenti. Però inconsciamente mi ha aiutata moltissimo (Alla faccia dei mei buoni propositi "Non ti racconterò niente di questa storia..."), dandomi consigli e picchiandomi quando mi dichiaravo grande Tensai delle ff romantiche scritte al presente (E pure quello del basket prendendo ispirazione del mio grande maestro Hanamici *__*. Dico io, è riuscito a farsi Kaede, avrà pure lui del talento, no?).
Dunque questo è il risultato di circa un mese e mezzo di lavoro, con tanto di correzioni da parte di Jamie e battute cattive di Paddy. Perciò spero che ve lo godiate, perchè io ce l'ho messa tutta per renderlo credibile.
Ed ora, dopo tutta questo pallosissimo discorso di convenevoli, vado a studiare e mangiare cioccolata alla ricerca della prossima ispirazione tra gli appunti di latino ed il libro di diritto pieno di scarabocchi tra cui spiccando, inconfondibili "Draco e Harry 4ever" e "Marty ti ucciderò un giorno".
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