"Vorrei sentirti,
toccarti, baciarti, averti.
Ma quello che sono mi costringe a sognarti
E
a sperare che tu faccia lo stesso"
Harry sta
cercando di capire come mai la sua piuma non si trasfigura in un vermicolo,
mentre Hermione, pazientemente, gli dà colpetti sul braccio, riprendendolo, per
fargli capire qual è il movimento giusto, come si deve tenere la bacchetta e le
parole esatte che vanno pronunciate. Ron li raggiunge davanti al caminetto della
Sala Comune e si getta sbuffando accanto ad Hermione: Harry non ritiene
opportuno chiedergli se c’è qualcosa che non va, perché sa che l’amico non ha
voglia di parlarne, altrimenti avrebbe già cominciato. Ma evidentemente Hermione
non lo conosce bene come lui perché, sbattendo le ciglia seccata per
l’interruzione della sua lezione, incrocia le braccia e sbuffa
-Che c’è,
Ron?-. Ron la fissa, fa schioccare la lingua una, due e tre volte. Poi sospira
-Ma come?- chiede –Non lo sai? Hanno appeso in Sala Grande le parti per la
tua amata commedia; ed indovina chi sarò io? No, aspetta, non lo indovineresti
mai. Sono il somaro, il somaro che Frate Lorenzo affida al suo sottoposto perché
vada da Romeo-.
Harry, dentro di sé, ride sinceramente, più per la faccia
indignata di Ron che per la notizia non molto inaspettata. Comunque mantiene
un’espressione seria, e si limita a scuotere il capo, per supportare moralmente
l’amico psicologicamente distrutto. Hermione, però, non ha lo stesso tatto,
stranamente, visto che lo considerano un dono tipicamente femminile, e batte le
mani, eccitata
-Ed io?- chiede. Ron solleva uno sopracciglio, ancora più
offeso e seccato di prima, e sprofonda nel divano in chiaro segno di sciopero
generale della sua bocca, dalla quale non uscirà un’altra parola se prima
Hermione non gli chiede scusa. Purtroppo Ron non avrà mai questa soddisfazione,
perché dal buco del ritratto fanno il loro ingresso Dean e Seamus che, appena
vedono Harry, si scagliano su di lui come lupi affamati e, scodinzolando
esaltati, gli danno la grande notizia
-Sarai Romeo, Harry!- esclama Dean,
mentre Seamus fischia con le dita in segno d’approvazione
-Ed io?- rimarca
isterica Hermione, ormai sul punto di scendere lei stessa in Sala Grande, perché
sarà pur una secchiona ed un’insegnante paziente, ma rimane sempre e comunque
una ragazza, e le ragazze sono isteriche. Ed impazienti. E nevrotiche.
-Tu
sei Mercuzio, Hermione- dice Seamus, e non sa se sorridere o piangere, poiché
Hermione non è facile da comprendere, e lui non lo sa che cosa significano
quegli angoli della bocca tirati all’insù e quelle sopracciglia aggrottate. Lui
non lo sa, e non lo sa nemmeno Dean. I due si scambiano uno sguardo veloce, tra
lo "scappiamo" ed il "saltiamo di gioia". Poi Hermione, stranamente, sospira
-Non è male, Mercuzio- dice calma –Mi piace, come personaggio. Posso sapere
chi sarà Giulietta?-.
Harry, improvvisamente, drizza le orecchie ed ascolta.
Perché Romeo deve sapere chi sarà la sua Giulietta, ed Harry spera profondamente
che non si tratti della Parkinson, o della Bulstrode o di Calì e Lavanda. O di
una qualsiasi delle ragazze del settimo anno. In effetti, riflette Harry, non
vorrebbe che nessuno fosse Giulietta o, per lo meno, non gli importa
particolarmente.
-Non ci crederete mai- fa Dean stropicciandosi le mani e
leccandosi le labbra frettolosamente
-Che cosa, Dean?- l’incalza Hermione
assottigliando gli occhi
-Draco Malfoy-. Ron, immediatamente si rizza a
sedere
-Dove?- chiede, guardandosi intorno per poi rendersi conto che si
trovano nella loro sala comune
-Idiota- farfuglia Hermione. Poi realizza.
-Che cosa?- quasi grida, probabilmente perché lei lo sapeva fin dall’inizio,
fin dalla prima parola che quel serpeverde mellifluo aveva pronunciato che
sarebbe stato lui a rubarle il ruolo. Ma la cosa che la indigna di più e che non
si sente ferita, ma onorata di essere stata battuta da un così nobile avversario
-Ho detto Draco Malfoy- ripete Dean.
Harry non è sorpreso, o almeno, non
lo è del tutto. Perché lui, come Hermione, l’aveva intuito. Ci sono persone che
nascono per fare una determinata cosa, e Draco era nato per fare Giulietta come
Neville era nato per fare Erbologia.
-Harry, hai capito cosa ho detto?- dice
Dean, ed Harry sobbalza. Si, ovvio che l’ha sentito. Ma è stranito, stranito dal
fatto che non gli venga voglia di urlare, di buttare all’aria il mondo e di
correre dalla Refledouble per dirle che non può dare una parte femminile ad un
ragazzo e che se lo fa lui non vuole più essere Romeo. Semplicemente gli sembra
naturale che Draco sia Giulietta. Il fastidio c’è, ovviamente: lui e Malfoy a
stretto contatto, lui e Malfoy nello stesso luogo, sullo stesso palco, a meno di
dieci centimetri di distanza. E dovranno pure toccarsi per motivi che non sono
calci e pugni. Però gli va bene così, sarebbe stata la stessa cosa con una
qualsiasi delle altre ragazze, anche se Malfoy è il suo nemico giurato. E’ un
ragionamento un po’ contorto, che al momento non riesce a comprendere nemmeno
lui, o, più probabilmente, non vuole farlo. Comunque non gli sembra opportuno
rivelarsi così tranquillo davanti ai suoi amici, così assume un’espressione
assolutamente scocciata
-Che schifo- dice –Proprio con Malfoy, con tutti gli
studenti del settimo anno!-
-Quasi, quasi preferisco il somaro- gli da man
forte Ron, poi si zittisce sotto l’occhiata di Hermione. Poi la ragazza sposta
lo sguardo, ed Harry ha come la sensazione di essere lui il nuovo soggetto preso
in analisi, come se lei sapesse che c’è qualcosa che non va, qualcosa che Harry
non ha detto. Harry dà un leggero colpo di tosse e si alza
-Vado su in
dormitorio a cercare di riprendermi- mormora, fintamente afflitto
-Non
suicidarti, fratello!- gli grida Seamus, ridendo. Harry si allontana e sale le
scale a chiocciola. Ma continua a sentirlo finchè non gira l’angolo, lo sguardo
di Hermione fisso su di sé.
A tutti
gli studenti del settimo anno.
Ruoli
dell’opera teatrale Romeo e Giulietta, messa in scesa dalla professoressa M.
McGranitt e dalla sig.ina S. Refledouble.
Romeo:
Harry Potter
Giulietta:
Draco Malfoy
Mercuzio:
Hermione Granger
Tebaldo: Anthony
Goldstein
Benvolio: Ernie
Macmillan
Frate Lorenzo: Susan
Bones
Balia: Blaise
Zabini
Madonna Montecchi:
Pansy Parkinson
Madonna Capuleti:
Lavanda Brown
Montecchi: Theodore
Nott
Capuleti: Dean
Thomas
Speziale: Neville
Paciock
Frate: Annah Habott
Somaro: Ronald
Weasley
Paride:
Penelope Light
Baldassarre:
Seamus Finning
Narratore: Cormac
McLaggen
La biblioteca
diviene piena di chiacchiericci silenziosi, quando la Refledouble entra. Alcuni
protestano ed altri semplicemente non capiscono il perché della scelta degli
attori, così stravagante per un’opera di studenti. La donna sorride
particolarmente allegra e si siede su una scrivania, incrociando le gambe sulla
tavola. Poi si guarda attorno, probabilmente aspetta che qualcuno dica qualcosa.
Ma questo non avviene, così l’intera sala passa diversi minuti nel più completo
silenzio, prima che Shanna lo rompa con un veloce battito di mani che fa
sobbalzare tutti gli studenti orami persi ognuno nei propri pensieri.
-Dunque- esordisce, torturandosi le ciocche bionde che non è riuscita a
raccogliere nello chignon che la McGranitt l’ha obbligata a portare –Deduco
dalle vostre espressioni che avete saputo i vostri ruoli. Coloro che non
appaiono sulla pergamene saranno lettori, scenografia e cerco ancora i tre
cantanti di strada, perciò se qualcuno ha una bella voce non esiti a farmelo
sapere. Nel frattempo, cominceremo a provare con qualcosa di semplice-. La
Refledouble tira fuori la bacchetta dalla manica della tunica arancione pallido,
inconsueta per quel luogo ma perfettamente intonata con il ruolo che la donna
investe, e compie un leggero movimento del polso facendo comparire nella mani di
ogni studente un copione.
Hermione lo sfoglia, e si accorge che le battute
di Mercuzio sono già tutte sottolineate, sbircia quello di Harry e si rende
conto che sul suo copione sono le battute di Romeo, evidenziate da una
strisciolina rosa.
-Allora, allora, allora. Da cosa volete cominciare? Io
proporrei di iniziare con la prima scena del primo atto. Tutti coloro che non
hanno un ruolo faranno parte del coro. Perciò alzatevi e mettevi qui-. Shanna si
posiziona davanti agli studenti, attendendo pazientemente che il Coro le si
avvicini. Si guarda intorno e sbuffa seccata. –Mai, mai che Minerva ci pensi, a
queste cose!- farfuglia abbastanza forte perché tutti possano sentirla. Presa
nuovamente la bacchetta, lancia un Wingardium Leviosa sugli scaffali che,
immediatamente, si alzano in volo e vengono depositati, con un tonfo che fa
gemere di dolore Hermione, dall’altra parte della biblioteca. La Refledouble
sorride –Bene, bene. Ora va già molto meglio, non credete anche voi? L’arte deve
avere i suoi spazi per esprimersi al meglio, deve essere libera di vagare senza
trovare ostacoli sul suo cammino, deve giungerci alle orecchie chiara e limpida,
senza nessun tipo di stridio o imperfezione. Naturalmente gli scaffali della
biblioteca non aiutano. E già, mai che Minerva mi creda o mi dia ascolto-.
Dopodiché sistema il coro per altezza e, alla fine, sorride soddisfatta e
torna al suo posto.
-Prego- dice, accennando con la mano ai copioni –Prego,
cominciate pure a leggere-.
-L’azione si svolge nella bella Verona, dove tra
due famiglie di uguale nobiltà, per antico odio nasce una nuova discordia che
sporca di sangue la mani dei cittadini. Da questi nemici discendono i due
amanti…-.
Harry non presta troppa attenzione a quello che dicono i Coristi,
invece si dà alla lettura delle proprie battute, e si riscopre ad interessarsi
stranamente al modo di fare del suo personaggio, crede, quasi, di voler essere
proprio come lui. Forse se n’è perfino innamorato. "Come stai, oggi, Harry?".
Harry non si stupisce nemmeno, perché sapeva che l’avrebbe fatto. "Bene, grazie,
e lei?" "Sopravvivo, grazie per il pensiero" "Oh, non c’è di che" "Sei felice di
essere Romeo?" "Moltissimo, la ringrazio" "E’ solo merito tuo, Harry. E di
Giulietta, che ne pensi?". Harry lancia uno sguardo veloce a Malfoy che,
annoiato, fissa le unghie della sua mano destra, come se fossero molto più
interessanti degli studenti che si stanno esibendo.
"Credo sia molto bravo a
recitare, tutto qui. Però non lo vedo molto ‘Giulietta’, non so se mi spiego"
"Ti spieghi benissimo, Minerva ha detto la stessa cosa. Io le ho fatto notare
che non c’entra la vera personalità di una persona, quando si recita, perché si
indossa una maschera" "Mi scusi, ma non riesco a capire" "Lo so, Harry, quasi
nessuno ci riesce la prima volta. Draco, invece, ci è riuscito" "Malfoy?"
"Malfoy, Malfoy! Sei noioso, Draco è molto più carino" "Scusi" "Non è a me che
devi chiedere scusa, Potter".
La Refledouble si alza e batte la mani
all’esibizione del Coro, Harry non si era nemmeno accorto fosse finita.
-Molto bene, molto bene- continua a ripetere l’attrice, per poi passare alle
raccomandazioni e alla posa che i Coristi dovranno assumere. Harry si annoia da
morire e, per non addormentarsi, comincia a stuzzicare gli angoli della sua
pergamena. Accanto a lui Hermione ascolta attenta la Refledouble e si appunta le
sue ammonizioni su una pergamena stropicciata, mentre Ron sbadiglia sonoramente
e si appisola alla spalla di Seamus. Harry, ormai, ha accartocciato quasi tutta
la pergamena, quando la Refledouble dà loro il permesso di andare. Ad Harry pare
strano, che non abbia provato nemmeno una scena insieme a Malfoy.
-Potter,
Malfoy!- la voce della professoressa lo raggiunge poco prima che metta un piede
fuori dalla porta. Si volta e si accorge che nella stanza sono rimasti solo loro
tre, e si sente agitato.
-Domani mattina, prima delle lezioni, proveremo
solo noi tre alcune scene del primo atto. Vi voglio pronti e puntuali alle
cinque e mezza qui in biblioteca, e non si accettano repliche-.
Harry
sbuffa, e si mette le mani in tasca. Che noia! Dovrà svegliarsi alle cinque del
mattino e la prima cosa che vedrà, oltre alla faccia addormentata di Ron, sarà
il ghigno strafottente di Malfoy.
eHm...
Allora, siamo già al secondo capitolo. Purtroppo non ho ricevuto molte recensioni, ma io confido sempre che ci sia qualcuno che legge in segreto. Per favore non dite a Draco delle recensioni, perchè lui ha accettato di recitare gratuitamente in questa ff solo perchè sperava di essere contattato da un regista di Hollywood, perciò potrebbe scioperare se venisse a saperlo. Con questo concludo e spero di non aver deluso nessuno con questo capitolo! E ricordate che domani è una giornata importante: il compleanno di Draco! Se andate a controllare in Sala Grande troverete un foglietto delle dimensioni di Grop con sopra elencati i regali che vorrebbe ricevere...
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