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Autore: Nischino    04/06/2007    12 recensioni
Alla fine sente il suo nome. E allora la sente di nuovo "Lo so che puoi farlo, Harry, ce la farai. Che cosa hai scelto?" guarda la Refledouble, che ammicca nella sua direzione, e allora decide di risponderle. "Mercuzio, a me piace molto Mercuzio". Ma sa di mentire e, in qualche modo, capisce che anche lei lo sa "Non Romeo, Harry? Perché non Romeo?" "Non sono bravo in queste cose" "Lo sei, invece. Prova con Romeo, le parole te le suggerisco io". Ed Harry, in qualche modo, capisce che può fidarsi, così comincia "Amen, Amen!.."
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Neville Paciock, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Vorrei sentirti, toccarti, baciarti, averti.
Ma quello che sono mi costringe a sognarti
E a sperare che tu faccia lo stesso"


Harry sta cercando di capire come mai la sua piuma non si trasfigura in un vermicolo, mentre Hermione, pazientemente, gli dà colpetti sul braccio, riprendendolo, per fargli capire qual è il movimento giusto, come si deve tenere la bacchetta e le parole esatte che vanno pronunciate. Ron li raggiunge davanti al caminetto della Sala Comune e si getta sbuffando accanto ad Hermione: Harry non ritiene opportuno chiedergli se c’è qualcosa che non va, perché sa che l’amico non ha voglia di parlarne, altrimenti avrebbe già cominciato. Ma evidentemente Hermione non lo conosce bene come lui perché, sbattendo le ciglia seccata per l’interruzione della sua lezione, incrocia le braccia e sbuffa
-Che c’è, Ron?-. Ron la fissa, fa schioccare la lingua una, due e tre volte. Poi sospira
-Ma come?- chiede –Non lo sai? Hanno appeso in Sala Grande le parti per la tua amata commedia; ed indovina chi sarò io? No, aspetta, non lo indovineresti mai. Sono il somaro, il somaro che Frate Lorenzo affida al suo sottoposto perché vada da Romeo-.
Harry, dentro di sé, ride sinceramente, più per la faccia indignata di Ron che per la notizia non molto inaspettata. Comunque mantiene un’espressione seria, e si limita a scuotere il capo, per supportare moralmente l’amico psicologicamente distrutto. Hermione, però, non ha lo stesso tatto, stranamente, visto che lo considerano un dono tipicamente femminile, e batte le mani, eccitata
-Ed io?- chiede. Ron solleva uno sopracciglio, ancora più offeso e seccato di prima, e sprofonda nel divano in chiaro segno di sciopero generale della sua bocca, dalla quale non uscirà un’altra parola se prima Hermione non gli chiede scusa. Purtroppo Ron non avrà mai questa soddisfazione, perché dal buco del ritratto fanno il loro ingresso Dean e Seamus che, appena vedono Harry, si scagliano su di lui come lupi affamati e, scodinzolando esaltati, gli danno la grande notizia
-Sarai Romeo, Harry!- esclama Dean, mentre Seamus fischia con le dita in segno d’approvazione
-Ed io?- rimarca isterica Hermione, ormai sul punto di scendere lei stessa in Sala Grande, perché sarà pur una secchiona ed un’insegnante paziente, ma rimane sempre e comunque una ragazza, e le ragazze sono isteriche. Ed impazienti. E nevrotiche.
-Tu sei Mercuzio, Hermione- dice Seamus, e non sa se sorridere o piangere, poiché Hermione non è facile da comprendere, e lui non lo sa che cosa significano quegli angoli della bocca tirati all’insù e quelle sopracciglia aggrottate. Lui non lo sa, e non lo sa nemmeno Dean. I due si scambiano uno sguardo veloce, tra lo "scappiamo" ed il "saltiamo di gioia". Poi Hermione, stranamente, sospira
-Non è male, Mercuzio- dice calma –Mi piace, come personaggio. Posso sapere chi sarà Giulietta?-.
Harry, improvvisamente, drizza le orecchie ed ascolta. Perché Romeo deve sapere chi sarà la sua Giulietta, ed Harry spera profondamente che non si tratti della Parkinson, o della Bulstrode o di Calì e Lavanda. O di una qualsiasi delle ragazze del settimo anno. In effetti, riflette Harry, non vorrebbe che nessuno fosse Giulietta o, per lo meno, non gli importa particolarmente.
-Non ci crederete mai- fa Dean stropicciandosi le mani e leccandosi le labbra frettolosamente
-Che cosa, Dean?- l’incalza Hermione assottigliando gli occhi
-Draco Malfoy-. Ron, immediatamente si rizza a sedere
-Dove?- chiede, guardandosi intorno per poi rendersi conto che si trovano nella loro sala comune
-Idiota- farfuglia Hermione. Poi realizza.
-Che cosa?- quasi grida, probabilmente perché lei lo sapeva fin dall’inizio, fin dalla prima parola che quel serpeverde mellifluo aveva pronunciato che sarebbe stato lui a rubarle il ruolo. Ma la cosa che la indigna di più e che non si sente ferita, ma onorata di essere stata battuta da un così nobile avversario
-Ho detto Draco Malfoy- ripete Dean.
Harry non è sorpreso, o almeno, non lo è del tutto. Perché lui, come Hermione, l’aveva intuito. Ci sono persone che nascono per fare una determinata cosa, e Draco era nato per fare Giulietta come Neville era nato per fare Erbologia.
-Harry, hai capito cosa ho detto?- dice Dean, ed Harry sobbalza. Si, ovvio che l’ha sentito. Ma è stranito, stranito dal fatto che non gli venga voglia di urlare, di buttare all’aria il mondo e di correre dalla Refledouble per dirle che non può dare una parte femminile ad un ragazzo e che se lo fa lui non vuole più essere Romeo. Semplicemente gli sembra naturale che Draco sia Giulietta. Il fastidio c’è, ovviamente: lui e Malfoy a stretto contatto, lui e Malfoy nello stesso luogo, sullo stesso palco, a meno di dieci centimetri di distanza. E dovranno pure toccarsi per motivi che non sono calci e pugni. Però gli va bene così, sarebbe stata la stessa cosa con una qualsiasi delle altre ragazze, anche se Malfoy è il suo nemico giurato. E’ un ragionamento un po’ contorto, che al momento non riesce a comprendere nemmeno lui, o, più probabilmente, non vuole farlo. Comunque non gli sembra opportuno rivelarsi così tranquillo davanti ai suoi amici, così assume un’espressione assolutamente scocciata
-Che schifo- dice –Proprio con Malfoy, con tutti gli studenti del settimo anno!-
-Quasi, quasi preferisco il somaro- gli da man forte Ron, poi si zittisce sotto l’occhiata di Hermione. Poi la ragazza sposta lo sguardo, ed Harry ha come la sensazione di essere lui il nuovo soggetto preso in analisi, come se lei sapesse che c’è qualcosa che non va, qualcosa che Harry non ha detto. Harry dà un leggero colpo di tosse e si alza
-Vado su in dormitorio a cercare di riprendermi- mormora, fintamente afflitto
-Non suicidarti, fratello!- gli grida Seamus, ridendo. Harry si allontana e sale le scale a chiocciola. Ma continua a sentirlo finchè non gira l’angolo, lo sguardo di Hermione fisso su di sé.

 

A tutti gli studenti del settimo anno.

Ruoli dell’opera teatrale Romeo e Giulietta, messa in scesa dalla professoressa M. McGranitt e dalla sig.ina S. Refledouble.

 

Romeo: Harry Potter

Giulietta: Draco Malfoy

Mercuzio: Hermione Granger

Tebaldo: Anthony Goldstein

Benvolio:  Ernie Macmillan

Frate Lorenzo: Susan Bones

Balia: Blaise Zabini

Madonna Montecchi: Pansy Parkinson

Madonna Capuleti: Lavanda Brown

Montecchi: Theodore Nott

Capuleti: Dean Thomas

Speziale: Neville Paciock

Frate: Annah Habott

Somaro: Ronald Weasley

Paride: Penelope Light

Baldassarre: Seamus Finning

Narratore: Cormac McLaggen


La biblioteca diviene piena di chiacchiericci silenziosi, quando la Refledouble entra. Alcuni protestano ed altri semplicemente non capiscono il perché della scelta degli attori, così stravagante per un’opera di studenti. La donna sorride particolarmente allegra e si siede su una scrivania, incrociando le gambe sulla tavola. Poi si guarda attorno, probabilmente aspetta che qualcuno dica qualcosa. Ma questo non avviene, così l’intera sala passa diversi minuti nel più completo silenzio, prima che Shanna lo rompa con un veloce battito di mani che fa sobbalzare tutti gli studenti orami persi ognuno nei propri pensieri.
-Dunque- esordisce, torturandosi le ciocche bionde che non è riuscita a raccogliere nello chignon che la McGranitt l’ha obbligata a portare –Deduco dalle vostre espressioni che avete saputo i vostri ruoli. Coloro che non appaiono sulla pergamene saranno lettori, scenografia e cerco ancora i tre cantanti di strada, perciò se qualcuno ha una bella voce non esiti a farmelo sapere. Nel frattempo, cominceremo a provare con qualcosa di semplice-. La Refledouble tira fuori la bacchetta dalla manica della tunica arancione pallido, inconsueta per quel luogo ma perfettamente intonata con il ruolo che la donna investe, e compie un leggero movimento del polso facendo comparire nella mani di ogni studente un copione.
Hermione lo sfoglia, e si accorge che le battute di Mercuzio sono già tutte sottolineate, sbircia quello di Harry e si rende conto che sul suo copione sono le battute di Romeo, evidenziate da una strisciolina rosa.
-Allora, allora, allora. Da cosa volete cominciare? Io proporrei di iniziare con la prima scena del primo atto. Tutti coloro che non hanno un ruolo faranno parte del coro. Perciò alzatevi e mettevi qui-. Shanna si posiziona davanti agli studenti, attendendo pazientemente che il Coro le si avvicini. Si guarda intorno e sbuffa seccata. –Mai, mai che Minerva ci pensi, a queste cose!- farfuglia abbastanza forte perché tutti possano sentirla. Presa nuovamente la bacchetta, lancia un Wingardium Leviosa sugli scaffali che, immediatamente, si alzano in volo e vengono depositati, con un tonfo che fa gemere di dolore Hermione, dall’altra parte della biblioteca. La Refledouble sorride –Bene, bene. Ora va già molto meglio, non credete anche voi? L’arte deve avere i suoi spazi per esprimersi al meglio, deve essere libera di vagare senza trovare ostacoli sul suo cammino, deve giungerci alle orecchie chiara e limpida, senza nessun tipo di stridio o imperfezione. Naturalmente gli scaffali della biblioteca non aiutano. E già, mai che Minerva mi creda o mi dia ascolto-.
Dopodiché sistema il coro per altezza e, alla fine, sorride soddisfatta e torna al suo posto.
-Prego- dice, accennando con la mano ai copioni –Prego, cominciate pure a leggere-.
-L’azione si svolge nella bella Verona, dove tra due famiglie di uguale nobiltà, per antico odio nasce una nuova discordia che sporca di sangue la mani dei cittadini. Da questi nemici discendono i due amanti…-.
Harry non presta troppa attenzione a quello che dicono i Coristi, invece si dà alla lettura delle proprie battute, e si riscopre ad interessarsi stranamente al modo di fare del suo personaggio, crede, quasi, di voler essere proprio come lui. Forse se n’è perfino innamorato. "Come stai, oggi, Harry?". Harry non si stupisce nemmeno, perché sapeva che l’avrebbe fatto. "Bene, grazie, e lei?" "Sopravvivo, grazie per il pensiero" "Oh, non c’è di che" "Sei felice di essere Romeo?" "Moltissimo, la ringrazio" "E’ solo merito tuo, Harry. E di Giulietta, che ne pensi?". Harry lancia uno sguardo veloce a Malfoy che, annoiato, fissa le unghie della sua mano destra, come se fossero molto più interessanti degli studenti che si stanno esibendo.
"Credo sia molto bravo a recitare, tutto qui. Però non lo vedo molto ‘Giulietta’, non so se mi spiego" "Ti spieghi benissimo, Minerva ha detto la stessa cosa. Io le ho fatto notare che non c’entra la vera personalità di una persona, quando si recita, perché si indossa una maschera" "Mi scusi, ma non riesco a capire" "Lo so, Harry, quasi nessuno ci riesce la prima volta. Draco, invece, ci è riuscito" "Malfoy?" "Malfoy, Malfoy! Sei noioso, Draco è molto più carino" "Scusi" "Non è a me che devi chiedere scusa, Potter".
La Refledouble si alza e batte la mani all’esibizione del Coro, Harry non si era nemmeno accorto fosse finita.
-Molto bene, molto bene- continua a ripetere l’attrice, per poi passare alle raccomandazioni e alla posa che i Coristi dovranno assumere. Harry si annoia da morire e, per non addormentarsi, comincia a stuzzicare gli angoli della sua pergamena. Accanto a lui Hermione ascolta attenta la Refledouble e si appunta le sue ammonizioni su una pergamena stropicciata, mentre Ron sbadiglia sonoramente e si appisola alla spalla di Seamus. Harry, ormai, ha accartocciato quasi tutta la pergamena, quando la Refledouble dà loro il permesso di andare. Ad Harry pare strano, che non abbia provato nemmeno una scena insieme a Malfoy.
-Potter, Malfoy!- la voce della professoressa lo raggiunge poco prima che metta un piede fuori dalla porta. Si volta e si accorge che nella stanza sono rimasti solo loro tre, e si sente agitato.
-Domani mattina, prima delle lezioni, proveremo solo noi tre alcune scene del primo atto. Vi voglio pronti e puntuali alle cinque e mezza qui in biblioteca, e non si accettano repliche-.
Harry sbuffa, e si mette le mani in tasca. Che noia! Dovrà svegliarsi alle cinque del mattino e la prima cosa che vedrà, oltre alla faccia addormentata di Ron, sarà il ghigno strafottente di Malfoy.

eHm...

Allora, siamo già al secondo capitolo. Purtroppo non ho ricevuto molte recensioni, ma io confido sempre che ci sia qualcuno che legge in segreto. Per favore non dite a Draco delle recensioni, perchè lui ha accettato di recitare gratuitamente in questa ff solo perchè sperava di essere contattato da un regista di Hollywood, perciò potrebbe scioperare se venisse a saperlo. Con questo concludo e spero di non aver deluso nessuno con questo capitolo! E ricordate che domani è una giornata importante: il compleanno di Draco! Se andate a controllare in Sala Grande troverete un foglietto delle dimensioni di Grop con sopra elencati i regali che vorrebbe ricevere...

 

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