Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Writer97    12/11/2012    0 recensioni
Evleen, una ragazza che crede di avere qualcosa di sbagliato, ma che in realtà è solo speciale.
Lei e Bella sono molto simili, ma allo stesso tempo molto diverse, inevitabilmente destinate a riunirsi proprio dove tutto è cominciato.
Nessuno ci ha mai raccontato la storia completa. I Vampiri e i Licantropi non saranno soli.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Buona lettura!
Se vi va,  fatemi sapere cosa ne pensate tramite una recensione.
Un bacio
Writer97 



3 years ago

 

Solo una pazza come me poteva correre senza una meta con un tempo come questo. Sopra il frastuono della pioggia incessante, sentivo Sue gridare il mio nome.
Ma non mi voltai nemmeno una volta verso il portico della casetta rossa. Quella stessa casa che era la mia, non più. Mi avevano mentito per troppo tempo e ora non ne avevo più una.
Le lacrime si mischiavano sul mio viso alla pioggia e, cadendo nel terreno fangoso, si univano ai rivoli d'acqua che erano caduti quella stessa mattina.
Forse richiamati dalle urla, Leah e Seth spuntarono dagli alberi. Possibile che neanche loro sapessero?
Il più piccolo aveva l’ aria confusa, non capiva cosa fosse successo. Ma Leah... la conoscevo troppo bene. Ed il suo sguardo era troppo, troppo maledettamente colpevole.
Senza pensarci le urlai contro.
«Tu lo sapevi! Tu sapevi tutto e non me lo hai detto! »
Rimase pietrificata dalle mie parole, segno che, purtroppo, non mi sbagliavo. Non sapeva che dire... le avevo tolto la voce. Il dolore era forte anche per lei. Tuttavia riusciva a trattenere le lacrime, a differenza di me… ma sapevo che Leah era forte. Sicuramente più forte di me.
Ma non fu così coraggiosa da proferire parola.
Forse era semplicemente sbalordita nel vedere la calma e buona Evleen così arrabbiata.
Non capivano. Nessuno poteva capire come mi sentissi.

 ----------------------------------------

Avevo solo 16 anni quando lasciai La Push. Non sapevo cosa fare, dove andare, come avrei vissuto.
Le linee della mia vita mi portarono a Seattle a lavorare come segretaria nello studio di un procuratore legale.
Mentre cerco di bere il mio caffè bollente, sento il telefono squillare di nuovo e mi precipito a rispondere.
«Studio di Jason Scott, sono Evleen, cosa posso fare per lei?»
«Ehi Evleen, sono Max! » rispondono dall'altro capo del telefono. Adoro Max, è uno dei più cari amici che ho. L'ho conosciuto quando sono arrivata a Seattle, è lui che mi ha raccomandato per il lavoro da segretaria.
«Ehi, ciao! Di che hai bisogno? »
«Devo parlare con Jay! » mi dice velocemente. Oh, deve essere un'emergenza! Max non chiama quasi mai nell'ufficio in sede.
«Te lo passo!’’e passo la chiamata all’ ufficio dal centralino. Ma sono  troppo curiosa, quindi infilo l'auricolare, e resto in ascolto:

- Ehi J., sono Max. So che devo chiamarti a questo numero solo in caso di emergenza…
- C'è un'emergenza?

- Beh, non proprio. C'è una ragazza che vuole vederti...
- Non capisco che emergenza c'è. Perché non hai seguito la procedura normale?

- Non l'ho seguita perché lei non mi sembra affatto normale...
- Non sarà mica uno sbirro?!
- No...

- Non si sa mai. Sembra uno degli uomini di Kubarev...?
- No... fammi parlare, va bene? Dice che conosci sua sorella, o qualcosa
del genere.
- Improbabile. Com'è?
- È...Beh, sembra una top model, che cavolo, ecco com'è. Corpo da urlo, pallida come un lenzuolo, capelli castano scuro lunghi fino alla vita, ha l'aria di  aver bisogno di una bella dormita... ti ricorda qualcuno?
- Niente affatto. Non mi fa piacere che, a causa del tuo debole per le belle donne, tu abbia interrotto...
- Sì, va bene, mi piacciono le ragazze carine, e allora? Che male c'è? Mi spiace di averti disturbato, bello. Lasciamo perdere
. Ah, giusto. Aspetta… dice che si chiama Bella Cullen. Ti ricorda qualcosa?
Per un attimo calò un silenzio tombale, poi all'altro capo della cornetta di botto si mise a gridare: «Perchè diavolo non me lo hai detto prima!?! »
«Non te l'ho detto perché non me l'hai chiesto!»,
gli rispose Max urlando, in preda al panico.
Ci fu un'altra pausa, durante la quale il mio capo si ricompose.
«Carina e pallida?» chiede Jason, ora un po' più calmo.
«Te l'avevo detto, no?».
Max aspettò un minuto mentre subiva un'altra scarica di insulti e istruzioni gridati a gran voce«Ma il giovedì incontri solo i clienti del centro... Va bene, va bene! Mi ci metto subito». E riattacca.

Non capendo, rimango sbalordita e con una solo domanda in testa: chi diavolo è questa donna?

Poco più tardi entra nello studio una donna sui vent'anni. È bellissima. Supera di gran lunga la modelle dei calendari.
«Salve», mi salutò.
«Cosa posso fare per lei?» le rispondo, un poco intimidita.
«Devo vedere il signor Scott».
«Ha un appuntamento?».
«Non proprio».
Sfoderai un sorriso. «Allora potrebbe volerci un bel po'. Per-
ché non si siede, intanto che...».
«April!» strillò Jason Scott, dal telefono sul tavolo. «Fra poco deve arrivare una certa signora Cullen. » la donna mi sorride e si punta il petto con l'indice.
«La faccia entrare subito da me. Ha capito? Non importa se m'interrompe.»
Il tono della sua voce mi spaventa, c’ è un nervosismo che ho sentito talmente poche volte che le posso contare sulle dita della mano.
«È proprio qui» riferisco, appena lui mi lascia parlare.
«Come? La faccia entrare! Cosa sta aspettando? »  sbraita lui.
«Subito, signor Scott!» mi affretto a dire, mostrando la strada alla donna.
«Si chiuda la porta alle spalle, April.», ordinò la stridula voce del signor Scott. Obbedisco e mi affrettò a sparire dietro la mia scrivania, sorvolando sul fatto che per l’ ennesima volta, sbagliato il mio nome. E’ tanto difficile chiamarmi Evleen? Un nome un po’ fuori dal comune forse, ma sicuramente l’ unica cosa che mi piace di me.

Un quarto d'ora dopo vidi la donna uscire dall'ufficio, mentre Jason Scott si asciugava il sudore dalla fronte con il fazzoletto. La saluto cordialmente e mi dirigo nell'ufficio.
«Tutto bene, signor Scott? Desidera qualcosa di fresco? » chiedo.
Lui alza la testa e mi fissa.
«Ah, April, che ne sai tu!» dice scuotendo il capo.
E se ne va, sotto il mio sguardo perplesso e più che mai, curioso.

 


_____________________________________


N.d.A. Alcuni pezzi dei discorsi diretti sono presi dal libro ''Breaking Dawn'' di Stephenie Meyer. No copyright infrigement.
 

__________________________________________


 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Writer97