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Autore: Nori Namow    12/11/2012    11 recensioni
«Ther, nessuno può separarci. Tu sei la mia combinazione perfetta.»
***
«Smettila idiota.».
«Ti amo.»
«Lo so.»
«E sono un idiota. Sai anche questo?»
«So anche questo.»
«E tu non mi ami più?»
«Io ti amo. Ma se mi lasci di nuovo o fai il coglione, giuro che ti strappo i testicoli.» borbottò seria più che mai.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-KATHERINE.
La mattina dopo, fu un miagolio al di fuori della finestra, a svegliarmi.
Aprii piano gli occhi, chiudendoli subito dopo a causa del fastidio che mi provocavano i raggi del sole.
Con molta lentezza, mi sciolsi dall’ abbraccio di Harry, che dormiva beato, senza aver la minima intenzione di svegliarsi.
Stropicciai gli occhi con la mano per poi affacciarmi dalla finestra, tenuta aperta per tutta la notte. L’ aria era abbastanza mite, fortunatamente.
Alcuni uccellini cinguettavano sull’ albero accanto a casa mia, e notai una piccola macchia bianca che si muoveva spaesata.
Quando capii cosa era, indossai le scarpette e corsi nella camera degli ospiti, senza far rumore.
Mi intenerii, osservano la scena che avevo davanti. Grace e Louis dormivano abbracciati, lei era completamente avvolta dalle sue braccia, e poggiava la testa sotto il suo mento. Erano davvero teneri, e ripensai alla sera prima, al bracciale che portavo al polso, ai sentimenti che mi ero decisa a svelare.
Svegliai piano Grace, scrollandola appena. Sussultò quando mi vide, svegliando anche Louis, che si staccò da lei in un nanosecondo.
«Calmi, non sono Harry.» risi, per poi fare l’ occhiolino. Con un cenno della mano feci capire che dovevano seguirmi, e poi cercai di svegliare Harry con un bacio a stampo.
Quando aprì gli occhi e mi vide, mi trascinò sul letto, abbracciandomi in stile koala.
«Oh, fa sempre così quando ha voglia di dormire.» spiegò Grace, per poi avvicinarsi.
«Per svegliarlo, devi fare così.» sorrise malefica, e cominciò a fare il solletico al fratello, che sciolse l’ abbraccio e si dimenava, ridendo come un pazzo. Udimmo di nuovo quel miagolio disperato provenire da fuori, e li trascinai con me, anche se Harry era un po' sonnambulo.
Camminava, ma dormiva ancora.
Ci avvicinammo con cautela all’ albero, e fu lì che lo vidi.
Un gattino bianco, con il pelo lungo, che poteva avere al massimo due mesi. La cosa che lo rendeva bello, erano i suoi occhi, di due colori diversi.
«Oh mio Dio, e tu che ci fai qui, piccolino?» sussurrai allungando una mano per poterlo accarezzare. Il gattino era spaventato, ma si lasciò prendere in braccio. Era un po' sporco, infreddolito, e sicuramente affamato. Lo portammo dentro, e decisi che quella palla di pelo sarebbe rimasta con me.
 
«È femmina.» sentenziò Louis osservando il gattino, mentre questo lo guardava incuriosito.
«Sicuro?» domandai corrugando la fronte.
«Sì. Mio padre è un veterinario, le so queste cose. È una femminuccia.» Louis sorrise al gattino come se fosse un vecchio amico, e gli fece un grattino dietro all’ orecchio, mentre l’ animale faceva teneramente le fusa.
«Come lo chiamiamo?» chiese Grace con gli occhi che prendevano la forma di un cuore.
«Non saprei… Minou? Come la gattina degli Aristogatti.» proposi, e tutti acconsentirono, cominciando a chiamarla da ogni parte del salotto, come se capisse o fosse un cane, pronto a correre verso il proprio padrone al primo cenno.
Cercammo di lavarlo per toglierli il fango dalle zampe e dal resto del corpo, e anche se all’ inizio Minou protestò, si lasciò rilassare dall’ acqua calda che le riscaldava il corpicino infreddolito. Le diedi del latte e dei biscotti, che sembrò gradire.
Quando tornai in cucina per preparare la nostra colazione, sentii qualcuno cingermi i fianchi, attirandomi verso il suo petto.
«E a me? Niente coccole?» sussurrò Harry al mio orecchio, e mi voltai immediatamente, incontrando i suoi occhi e quel sorriso che, ormai ne ero certo, mi aveva rubato il cuore. Gli diedi un bacio a fior di labbra, per poi cercarle di nuovo, approfondendolo.
Quando ci staccammo, trovammo Grace che coccolava Minou, e Louis che fingeva conati di vomito.
Da che pulpito veniva la predica, poi.
 
 
Presi le chiavi di casa, mettendole nella giacca e poi mi chiusi la porta alle spalle.
Stavo andando a casa di Harry, voleva portarmi in un posto carino, ed io avevo acconsentito con il sorriso. Mi ero assicurata che Minou stesse al caldo, e, soprattutto, che non combinasse guai, e mi ero chiusa in bagno, facendo una doccia e aggiustando quella matassa infinita di capelli rossi che mi ritrovavo.
Poi, dopo aver indossato degli shorts di jeans con sotto dei pantacollant neri, e una maglia con su la scritta ‘YOLO’, mi ero dileguata.
Ed ero entrata in modalità ‘sorriso ebete durante tutto il tragitto ’, naturalmente.
Tutta colpa del riccio, che mi aveva resa un concentrato di zuccheri. Ma lui era terribilmente perfetto.
E io l’ amavo, non me ne importava nulla se per gli altri sembrassi una povera cogliona.
La verità era che erano tutte terribilmente invidiose, quelle streghe. Ogni riferimento a Monique è puramente voluto casuale, naturalmente.
Osservai lo schermo del mio cellulare, continuando a camminare, quando sbattei contro qualcuno, distratto quanto me.
Alzai lo sguardo, e fu come se un lampo mi attraversasse la testa.
Non mi riconobbe subito, era ubriaco e probabilmente fatto. Mi osservò riducendo gli occhi a due fessure.
Desideravo solo scomparire, diventare una nube di fumo. Perché la sua presenza mi incuteva timore e ribrezzo.
Avvertii quel familiare odore di alcool e fumo, il tipico mix che lui adorava.
Ricordavo le sue sudicie mani sulle mie, quando avevo quindici anni. Ricordai le canne che mi faceva fumare, mentre, come due fattoni, ridevamo e barcollavamo, per poi buttarci sul primo marciapiede, rendendoci ridicoli e scarti della società, agli occhi della gente.
Chris, con quegli occhi scuri come la notte, e quei capelli neri e disordinati, mi scrutava ancora, come se si stesse chiedendo perché lo osservassi.
Cercai di divincolarmi, togliendo delicatamente le sue mani poggiate sulle mie spalle, volevo solo correre via.
Mi sbagliavo, quando dicevo che lui era un capitolo chiuso. Lo era stato, finché non mi si parava di fronte, ed ecco che i brutti ricordi riaffioravano.
«Aspetta… Katherine?» domandò con un tono di voce roco e basso. Chissà quanto aveva bevuto, quell’ idiota, per riconoscermi solo in quel momento.
Non dissi nulla, mi limitai ad accelerare il passo, mentre il cuore batteva furioso nel petto.
 
 
Quando Harry aprì la porta, capii dal suo sguardo che stavo da schifo. Mi fece entrare dentro, accarezzandomi la guancia con il pollice, pensieroso.
«Hey, cosa è successo? Hai una faccia sconvolta.» sussurrò dolcemente, per poi farmi accomodare sul divano.
«N... Niente. È che ho visto Chris, per strada. Ci siamo scontrati e…» presi un profondo respiro, era come se mi stesse venendo una crisi isterica.
L’ espressione di Harry si indurì, e il suo lato super protettivo uscì fuori. Dio, quanto lo amavo.
«Che ti ha fatto? Ti ha fatto del male? Hai qualche livido? Ha provato a baciarti? Voleva farti fumare o…?» lo bloccai sorridendo e mettendogli una mano davanti alla bocca.
Fortuna che sapeva come farmi ritornare il buonumore. Lo abbracciai forte, respirando il suo profumo che mi mandava in pappa il cervello.
«No… Nulla. A mala pena mi ha riconosciuta. Però… I brutti ricordi e il mio passato mi seguono a ruota.» sospirai tristemente, mentre lui mi accarezzava i capelli.
«E Grace?» chiesi dopo un po', notando che la biondina non era in casa. Era meglio cambiare argomento. Chris era un capitolo chiuso. Chiusissimo.
«È uscita con un’ amica e dorme da lei, stasera.» sbaglio, o avevo colto un non so cosa di malizioso, in quella frase?
Anche se, pensandoci, ero più che sicura che l’ amica di Grace avesse occhi azzurri, capelli castani, e si chiamasse Louis. Ma sono dettagli.
«Vuoi dormire qui, stasera? Tanto i tuoi non ci sono, e mia madre non si preoccuperà più di tanto.» propose vago, e poi rise beffardo, lasciarmi un bacio fra i capelli e invitandomi ad alzarmi da quel divano fin troppo comodo.
«Dove andiamo?» chiesi curiosa una volta entrata in auto.
Mi diede un bacio a stampo, per poi osservarmi con quegli occhi bellissimi, di un verde brillante.
«A guardare Paranormal Activity 2. Ti piace?» sorrise, mettendo in mostra le sue fossette, mentre io strabuzzavo gli occhi ogni secondo che passava.
Harry scoppiò a ridere, gettando la testa all’ indietro.
«Scherzavo. Ti porto in un posto che adoro, ma è una sorpresa.» fece l’ occhiolino, e poi mise in moto l’ auto, mentre io lasciavo che il paesaggio scorresse sotto i miei occhi.
 
 
-HARRY.
Ero felice che in quel momento stesse meglio. Quando era entrata in casa, e avevo notato la faccia sconvolta, manco avesse visto un fantasma, avevo perso un battito.
Quel Chris l’ avrebbe pagata cara, prima o poi. Nessuno turba in quel modo la mia Katherine. Nessuno, cazzo.
Ad ogni modo, volevo festeggiare come si deve il nostro primo mese insieme, e avevo deciso di portarla in un posto dove ero solito andare, quando desideravo la solitudine, e un bel panorama. La portai nella mia scuola, che però possedeva una terrazza grandissima.
Ero riuscito a corrompere Stan, il bidello, e mi aveva fatto una copia delle chiavi. In fondo sono un bravo ragazzo, sì.
La costrinsi a chiudere gli occhi, mentre prendevo dal cofano il borsone che avevo preparato per la serata.
La condussi in quel posto che io definivo magico, dandole indicazioni ogni tanto su probabili scalini che rischiavano di farla inciampare.
Quando le dissi che poteva aprire gli occhi, i suoi occhi brillarono di felicità e di sorpresa.
Da quel terrazzo, si vedeva un panorama magnifico. Le luci dei lampioni e delle auto creavano un contrasto magnifico con le stelle nel cielo che quella sera, fortunatamente, si vedevano benissimo.
L’ abbracciai forte, facendo aderire la sua schiena al mio petto, e aspirai quell’ odore di fragola che associavo ai suoi capelli.
Lei era semplicemente stupenda, e io l’ amavo più di me stesso.
Era incredibile, la forte attrazione fisica e l’ imbarazzo che si erano creati sin dal primo istante.
Ed era ugualmente incredibile, che lei fosse la mia ragazza da trentuno giorni.
Osservai l’ ora, guardando l’ orologio che avevo al polso: le 21:30. Sorrisi, e poi sciolsi a malincuore l’ abbraccio, cominciando a cacciare fuori dal borsone che mi ero portato dietro le coperte.
Ah, e c’era anche la ‘cena’. Haribo e Marshmallow, con sei lattine di Thè alla pesca, che a lei piacevano tanto.
Risi divertito, quando vidi le sue labbra curvarsi in un sorriso meraviglioso, alla vista di quello che dovrebbe essere ‘cibo.’
«Hey! Tu non mi guardi mai così! Devo pensare che ami le caramelle più di quanto ami me?» la beffeggiai, mentre mi dava uno schiaffo sul braccio, fingendosi offesa.
«Ti sbagli! Amo di più Minou.» mi fece la linguaccia, per poi lasciarmi un dolce bacio sulle labbra.
Stesi le coperte a terra e l’ invitai a sedersi accanto a me. Si girò nell’ indice una ciocca di capelli, segno che era impaziente di avere qualcosa.
«E va bene» mi arresi alla fine «apri gli orsetti gommosi. Sei una golosona.» le presi la guancia fra pollice e indice, strizzandola.
Cominciammo a mangiare, mentre di tanto in tanto, ovvero sempre, la guardavo mentre lei osservava il cielo, incantata.
Lo sapevo, in fondo, che l’ immagine di quel sudicio verme era ancora lì, e così tentai di distrarla.
«Helen.» dissi soltanto, non sapendo nemmeno cosa aggiungere. Lei mi guardò incuriosita, mangiando un altro orsetto rosso.
«Helen chi? La tua ex?»
«Sì. Sai, lei mi piaceva molto. È per questo se all’ inizio ero un po'… stronzetto con te, ecco. Diciamo che il modo in cui ci siamo lasciati, non era uno dei migliori.» storsi le labbra, infastidito da quei ricordi.
«Ti piaceva molto?» domandò ingenuamente, e con un po' di gelosia. L’ amavo ancora di più, quando faceva la gelosa.
«Beh, sì. Abbastanza, direi.» mi schiarii la voce, improvvisamente non volevo più raccontare quell’ avvenimento.
Non è che non mi fidassi di lei, era solo che… Era complicato, da spiegare.
«Perché vi siete lasciati?» domandò allora, e non potei più nascondermi. Presi un profondo respiro.
«Si era innamorata del suo migliore amico, e mi ha lasciato.» annuii, per farle capire che le cose erano andate così, ma non mi importava nulla, in quel momento.
Volevo farle capire che gli ex, anche se sono un capitolo del passato, possono influenzare il nostro presente.
Volevo che capisse che sapevo come si era sentita, quando aveva rivisto quel Chris. Mi abbracciò forte, dandomi un bacio sul collo, e rabbrividii.
«Si vede che questa Helen ora starà mangiando chili di gelato, guardando ‘Dear John’, e starà pensando a te. Magari si sta maledicendo per essere stata così stupida.» scoppiammo a ridere entrambi, e non potei far altro che attirarla a me, baciandola con trasporto.
 
Era mezzanotte, e entrai in casa con Kath, immersi nel buio. Cercai a tentoni l’ interruttore della luce, e quando il lampadario si illuminò, rendendo visibili i dettagli della stanza, urlammo. Mia madre era in piedi, e ci guardava con un sorriso che io trovavo inquietante.
Era tipo la Dolores Umbridge versione alta e magra. Sembrava dolcissima, ma sapevo che stava tramando qualcosa.
«Oh, ciao Harry!» mi diede un bacio sulla guancia, per poi abbracciare Kath come se fossero amiche da tempo. Lei arrossì, visibilmente imbarazzata.
«Io vado a dormire. Ah, Harry…» aggiunse sottovoce, avvicinandosi al mio orecchio. Ti prego, non…
«Le precauzioni sono nel tuo cassetto. Il primo a destra, capito?» sussurrò non troppo a bassa voce, per poi salutare nuovamente Kath e sparire in camera sua.
Come non detto. Mia madre non era come Dolores Umbridge, era peggio.
Katherine rise, portando una mano sulla bocca per non farsi sentire da lei, e io la condussi in camera mia, ridendo sommessamente.
«Anne è simpaticissima.» affermò una volta seduta sul letto, riferendosi a mia madre.
«Certo, come no.» esclamai ironicamente, per poi verificare che nel cassetto a destra ci foss…
Preservativi.
Grazie, donna che mi ha messo al mondo.
Sbuffai infastidito, e sentii Katherine avvicinarsi. Prima che riuscissi a chiudere il cassetto, mi bloccò per il polso, per poi accasciarsi a terra dalle risate. Risi anche io, lanciandole sul viso un asciugamano, per poi osservarla sparire dietro la porta del bagno.
Io andai a quello del piano inferiore, avevo bisogno di una doccia rinfrescante, ero sicuramente in overdose di zuccheri.
 
La stanza era immersa nel buio, e mi avvicinai con passo felino al letto, cercando di non svegliarla. Quando mi infilai sotto le coperte, l’ abbracciai in modalità koala, sorridendo come un ebete a quel contatto. Notai che non stava dormendo, ma riuscivo a vedere il suo sorriso illuminato dai raggi lunari.
Mi prese il viso fra le mani, cominciando a baciarmi dolcemente. Il bacio diventò subito più passionale, e le accarezzai la schiena, visibilmente eccitato.
Era devastante, l’ effetto che aveva su di me quella ragazza.
Ed era tanto devastante quanto meraviglioso.
Prima di fare l’ amore con lei, le sussurrai cento volte 'ti amo', perché non doveva dimenticarlo mai, quanto era importante per me.




SCIAO BELEEE.
Ce l' ho fatta ad aggiornare, contente? :') Io sì, tantissimo. mpf.
Oh, finalmente Kath gliel ha data xD
QUesta è una FF gialla, quindi niente cose maniache èwé
e poi io ho vergogna a scriverle certe cose, oh.
Sono vergine. E ho diciassette anni. Ma non mi interessa più di tanto C:
Mbè, voglio finirla di parlare, e voglio fare un pò di pubblicità ad una persona che scrive benissimo e merita molte più recensioni *-*
Jump then fall. - TooLateForU
Nothing's fine. I'm torn. - Ravenclaw_
Penfriends - Ruth Spencer

Ah, e volevo dirmi che forse cambierò nick, qui su efp :3
Sono indecisa tra:

tears burning
Hurricane venus

peppermint
bittertruth
CONSIGLIATEMI.
Qui di seguito, ecco Minou *-*

 
   
 
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