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Autore: TheCristopher94    12/11/2012    4 recensioni
Ho iniziato questa mia piccola raccolta 19/08/2011, spero che la seguiate in tanti e che vi piaccia l'idea dei chack-paring, ma non saranno i soliti chack, ma saranno ancor più bizzarri! Ed ecco alcuni esempi di parign bizzarri, e ne farò ancora molti altri!
Coppie:
NejiSaku
RockIno
NaruTen
ChojiTem
SuiHina
KillerHana
HidanAnko
[...x...] chi saranno i prossimi seguite per scoprirlo!
P.S. se volete posso scrivere dei chack-paring su richiesta, a condizione che siano poco usati su Efp, vi lascio alla mia piccola raccolta. . .
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Neji e Hinata: L’amore fa male

Molti sono i misteri della vita, come: Chi siamo? Da dove veniamo? Cosa facciamo? Qual è il nostro scopo? E a molti altri quesiti l’uomo non ha ancora dato risposta, ma la vera domanda è perché ce li poniamo pur sapendo di non poter dar loro risposta? 
Lo si fa semplicemente per dare un senso alla vita e pensare che essa non sia solo dettata dal caso, che ci sia qualcosa di più grande al di sopra. Lo si fa per non sentirsi inutili e per dare una ragione ad ogni nostra azione, e anche alla nostra vita stessa. 
Come fecero Neji Hyuuga e Hinata Hyuuga, due parenti che nell’oscurità delle tenebre, diventarono amanti. 
La loro era una storia d’amore dannata che li avrebbe per sempre segnati, sia perché erano parenti, sia perché nella loro famiglia vi era una regola, posta ormai da decenni, che tutti rispettavano: “I membri della casata Principale non dovevano e non potevano avere dei rapporti di natura amorosa con i membri della casata Cadetta!” e i due non solo erano i rispettivi figli dei capi casata, ma erano anche cugini. 
Il padre di Neji, Hizashi Hyuuga, era il gemello del padre di Hinata, ma essendo il più piccolo venne destinato a guidare la casata cadetta, e di conseguenza dare la vita per proteggere i membri della casata principale, tante che per tenerli tutti sotto controllo avevano imposto sulle loro fronti un Funjutsu che li avrebbe anche uccisi se non avessero assorto il loro compito, e che alla loro morte avrebbe reso impossibile carpire i segreti del Byakugan. 
Questo a Neji non importava all’inizio, ma quando seppe della morte del padre che si era sacrificato per il fratello, iniziò a provare un profondo odio per la casata principale e soprattutto per la primogenita Hinata, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per appianare le cose col cugino. 
Ma dopo una serie di eventi e dopo aver scoperto la verità sulla morte del padre, Neji iniziò a cambiare, ma qualcosa in lui era cambiato, non sapeva cosa. 
E adesso era lì, insieme a Hinata, nella sua stanza. Era tarda notte e i due, che a quell’ora della notte erano amanti, avevano poco tempo per poter esprimere ciò che l’una provava per l’altro, e dopo un paio di baci e carezze i due iniziarono a fare l’amore. Sapevano che stavano facendo una cosa sbagliata, ma ormai non potevano fermarsi, avevano bisogno l’una dell’altra. Ed entrambi nel mentre facevano l’amore pensarono a come tutto quello aveva avuto inizio.

Cominciò tutto ben tre anni prima, esattamente dopo la fine della grande guerra ninja, e dopo che Naruto l’aveva rifiutata, dicendole che non poteva provare ciò che lei provava per lui. 
Hinata era letteralmente distrutta, non sapeva che fare. Il suo più grande amore l’aveva rifiutata per mettersi con Tenten, cosa che stupì tutti, dato che non si sarebbero mai aspettati una cosa del genere. Ma non fu solo Hinata a soffrire, anche Neji soffrì molto. Non poteva immaginare che la sua compagna di team si mettesse col biondo, se non fosse stato per il suo orgoglio si sarebbe dichiarato prima, ma purtroppo adesso avrebbe dovuto convivere con il peso di non essere stato tempestivo. 
E così entrambi annegarono il loro dolore, Hinata lo fece nel pianto e Neji nell’allenamento. 
Hiashi era preoccupato per i due, la storia non poteva continuare così, perciò un giorno chiamò Neji di prima mattina, prima che questi iniziasse i suoi allenamenti massacranti, e stessa cosa fece con Hinata, la quale davanti al padre cercava di farsi forte e di non mostrare sentimenti, per non deluderlo. 
I due, non appena convocati, si guardarono e notarono che l’altro aveva sofferto, sfogandosi in modo diverso, ma il loro dolore negli occhi era uguale e si persero nei loro pensieri finché il capo clan non decise di parlare.
-Hinata, Neji, so che state soffrendo per non essere state corrisposte dalle persone che amavate- disse l’uomo con sguardo serio. –Posso immaginare che sia doloroso, ma non potete continuare così! Hinata, io so che quando non sono presente piangi, e Neji i tuoi allenamenti finiranno per distruggerti! Ecco perché voglio che oggi usciate da questa dimora e facciate qualcosa di diverso! Neji, ti ordino di uscire con Hinata, e riferiscimi se dovesse ricominciare a piangere!- disse con tono duro. –E adesso andate!- ordinò, sempre nella massima serietà.
Entrambi non avevano voglia di uscire, ma sapevano che Hiashi non avrebbe permesso loro di rimanere in casa, e che sicuramente li avrebbe tenuti sotto controllo, perciò ubbidirono e assieme decisero di andare a fare una passeggiata per finire un pic-nic al parco. 
Così, una volta che tutto fu pronto, iniziarono a camminare, con Neji che teneva un cestino con le cibarie varie che la mora aveva preparato, tutto nel più triste e angosciante silenzio. Arrivati al parco, i due si sistemarono e si sedettero fissando un punto indistinto nel cielo, finché a entrambi non venne un certo languorino e iniziarono a mangiare. 
Da quando erano usciti nessuno dei due aveva spiccicato una parola, così Neji cercò un pretesto, anche se non era un gran chiacchierone pensava non fosse giusto nei confronti di Hinata, che si era premurata di preparare quel banchetto.
-E’ molto buono Hinata-san, siete un’ottima cuoca.- 
Hinata fissò Neji, accigliandosi, perché conosceva bene il cugino e sapeva che non parlava spesso, anzi quasi mai, e soprattutto con lei, e per educazione rispose: -Ti ringrazio, Neji-nii-chan!- disse, mostrando il primo sorriso dopo una marea di lacrime, per poi continuare: –Ma non chiamarmi col suffisso di san! D’altronde siamo cugini e poi sei tu più grande di me e dovrebbe essere il contrario!- le aveva risposto timidamente la ragazza, ma arrivò una risposta che la fece un po’ innervosire, anche se non lo mostrò.
-Non dica sciocchezze! Lei è l’erede della casata principale, mentre io un servo di quella cadetta e per etichetta che devo farlo! E’ così che mi è stato insegnato!- per la prima volta Hinata prese posizione e disse qualcosa che nemmeno lei pensava avrebbe mai detto.
-Siamo soli io e te, fregatene dell’etichetta! E non tirare fuori la storia che fai parte della casata cadetta- disse un po’ autoritaria. 
Neji ne rimase colpito, era la prima volta che vedeva Hinata alzare la voce, perciò annuì e in risposta le disse: -Scusami.- 
Ma Hinata, dopo essersi calmata, si accorse di quanto avesse alzato la voce e imbarazzata arrossì, chiedendo scusa, ma Neji le rispose: –No, non ti devi scusare! Secondo me dovresti tirare più spesso questo tuo carattere fuori- disse con un tono divertito dal comportamento della cugina. 
Dopo che ebbero finito di mangiare, la strada di ritorno fu molto più piacevole, dato che i due la passarono a parlare di vecchie missioni fatte con i team, e Neji, anche se gli veniva un po’ difficile, le raccontò anche le sue disavventure nelle missioni. 
Hinata si accorse che il ragazzo cercava di non nominare Tenten, perché farlo lo avrebbe fatto sentire debole e questo la ragazza lo aveva capito, e per la prima volta in vita sua usò quell’autorità che gli dava il privilegio di appartenere alla casata principale.
-Neji, sfogati in un pianto liberatorio- aveva detto in modo serio. 
Il ragazzo la guardò serio e Hinata, capendo che il cugino non aveva capito ciò che gli aveva detto, ripeté: –Neji, devi piangere. Tenerti tutto dentro ti farò male. Non pensare che sia da deboli, anche se il dolore rimane, col pianto riuscirai ad attenuarlo. E poi devi farlo o se proprio non vuoi dimmi ciò che pensi e sfoga il tuo dolore.- 
Perciò il ragazzo, troppo orgoglioso per piangere, iniziò a confidare il suo dolore davanti a una tazza di té caldo fatto da Hinata, seguito con dei pasticcini, e passarono anche il resto della giornata a parlare. 
Hiashi era passato lì per caso e vedendo ciò comparve un sorriso nel suo volto, sapeva che tra lì a poco sarebbe successo qualcosa che avrebbe dovuto fermare subito, ma ciò gli avrebbe permesso di dimenticare e di andare avanti, perciò fece finta di non accorgersi che tra i loro sguardi stava sfociando qualcosa e si diresse nelle sue stanze. 
Da quel giorno i due passarono più tempo insieme, erano spesso in missione assieme, si allenavano assieme, ormai si erano dimenticati delle loro vecchie ferite d’amore, perché avevano sostituito quella persona con l’affetto reciproco che si davano, qualcosa di più dell’affetto, ma ciò era ignaro agli stessi, che si resero conto di ciò quando rividero i loro vecchi amori insieme che passeggiavano mano nella mano, e che con un cenno della mano li salutavano. Loro risposero al saluto e si diressero con loro a fare quattro chiacchiere, come se nulla fosse successo. 
Non appena furono tornati a casa, si sentirono strani e sentivano il bisogno di confidarsi con qualcuno, perciò andarono nella stanza dove si allenavano e iniziarono a parlare.
-Hinata, senti volevo dirti una cos. . .- non finì di parlare, che la ragazza poggiò un dito sulla bocca del ragazzo e disse: -Lascia che sia io per una volta a prender l’iniziativa.-
Dopo aver detto ciò, scambiò quel dito con le sue labbra, dolci e morbide, il quale coinvolsero Neji in un bacio che durò poco. 
–Ti amo.- 
Al ragazzo ciò bastò e rispose di conseguenza: -Anche io.- 
E si fecero cogliere da un atto di follia momentanea, loro sapevano che quello che facevano era sbagliato, ma quando c’era l’amore di mezzo, non poteva essere sbagliato, perciò d’allora si incontravano in gran segreto per consacrare il loro legame.

Era quasi l’alba e Neji si era rivestito, doveva fare in fretta, non poteva permettersi di farsi beccare, ne sarebbero andati di mezzo i rapporti tra le due casate, ma non solo, Hinata rischiava grosso. Perciò, come faceva sempre, si dileguò. 
Poche ore più tardi si risvegliò Hinata, che divenne triste nel non vedersi a fianco il suo amato, suo cugino, ma sapeva che nessuno avrebbe permesso il loro amore. Entrambi avrebbero dovuto aspettare che Hinata prendesse le redini del comando del clan, solo allora sarebbero stati liberi di essere loro stessi, ma fino ad allora sarebbero stati degli attori nel palcoscenico della vita, e non si poteva mai sapere ciò che sarebbe avvenuto dopo, perché il dopo lo si doveva ancora vivere. Perciò avrebbero dovuto fingere di essere vuoti e inutili, come uomini che non si pongono le domandi esistenziali, perché in fondo a loro non gliene fregava niente, bastava solo vivere l’attimo fuggente con la propria anima, anche se per adesso faceva male.

   
 
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