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Autore: Joe    31/05/2007    12 recensioni
~ NejiHina . Sono passati tre anni. In tre anni è cambiato tutto e niente. Fan Fiction ambientata nel periodo "Shippuuden".
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Non ho mai pensato seriamente a cosa provo per Neji.

Fino a qualche tempo fa pensavo solo ed esclusivamente a Naruto.

Non avrei mai immaginato di potermi interessare a qualcuno che non fosse lui.

A mio cugino poi… Mpf… A Neji!

…Eppure in qualche modo sento che è sempre stato qui per me.

E non perché è suo compito proteggermi.

Non lo fa obbligatoriamente, per rispettare l’ordine delle due casate.

No…

Hinata sentiva che rifiutando Neji, lo aveva in qualche modo allontanato, di nuovo, da lei. Ora, quando si incrociavano in corridoio, lui faceva un piccolo inchino sforzato, e passava oltre, guardandola freddamente. Ora non si trovavano mai a pranzo o a colazione, per mangiare insieme. Ora non si allenavano nemmeno più. Ora era tutto finito.

E Hinata non poteva far a meno di pensare che fosse colpa sua.

Si tormentava giorno e notte. Non riusciva a dormire e mangiava poco. Il tempo che aveva trascorso con Neji, con Neji come amico, era stato breve, ma felice. E ora si pentiva di aver lasciato che tutto finisse così com’era iniziato.

I giorni si susseguivano tutti uguali.

Hinata si ritrovò a desiderare uno sguardo, quello sguardo da parte di suo cugino.

Avrebbe desiderato più di ogni cosa al mondo vedere un sorriso affiorare dalle labbra di Neji.

Lo osservava, cercando di non farsi notare, cercando di coglierlo mentre le lanciava un’occhiata significativa, uno sguardo veloce e silenzioso.

Ma non accadde mai nulla del genere.

Per quanto Hinata lo osservasse, Neji non batteva ciglio.

E le uniche occhiate che le rivolgeva erano fredde e ostili, come quelle che le lanciava un tempo.

"Arrivederci" salutò formalmente Neji, con un inchino.

Era una fresca e splendida mattina primaverile.

Hiashi, il padre di Hinata, era in giardino, ed allenava la piccola Hanabi, sorellina minore della ragazza.

"Te ne vai, Neji?" chiese Hiashi, facendo segno alla bambina di fermarsi un secondo.

Hanabi appoggiò le mani sulle ginocchia e prese fiato, mentre Hiashi si riavviava il Kimono.

"Sì, vado in missione con il mio team" annunciò Neji "Staremo via qualche giorno, immagino, per una missione di livello B"

"Molto bene, porta i miei saluti al tuo sensei allora" disse l’uomo, e ad un cenno della sua mano, Hanabi riattivò il Byakugan e riprese a lottare con il padre.

"A-ahm, buon viaggio Nii-san" lo salutò timidamente Hinata, che comparve allora dalla veranda, con un vassoio in mano. Si avvicinò al ragazzo, che salutò anche lei con un inchino "Grazie, Hinata-sama" poi si voltò e scomparve dietro alla porta scorrevole che portava in casa.

Hinata sospirò e appoggiò il vassoio ai suoi piedi, con sopra due tazze di te per i suoi familiari.

"Facciamo una pausa, Hanabi" annunciò il padre, raggiungendo con calma la figlia maggiore. Si sedette ai suoi piedi, con la sorellina della ragazza ed entrambi iniziarono a bere il proprio tè.

Hinata indugiò in piedi, guardando la porta ove poco prima era scomparso suo cugino "Con permesso" disse alla fine, congedandosi. Percorse il corridoio di casa sua, guardandosi attorno, e poi arrivò alla porta principale. Neji doveva già essere uscito… La aprì e guardò fuori. Infatti eccolo là, lontano, al fianco di Ten Ten e Rock Lee, seguiti a breve distanza da Gai. Sospirò e aspettò che il gruppetto fosse sparito all’orizzonte, per tornare dentro.

Sembrava che il tempo non trascorresse mai.

Neji era partito solo da qualche ora, eppure Hinata si sentiva già spaventosamente sola.

Non che prima non lo fosse, sia chiaro. Ma anche solo il fatto di avere Neji in casa sua la rassicurava un po’.

Vagò senza una meta nel corridoio, scorrendo i ritratti di famiglia che da piccola le piaceva tanto guardare.

Improvvisamente le venne in mente che era Domenica.

Per poco non se ne dimenticava. Che figlia ingrata che era!

Si infilò le scarpe e un giubbotto ed uscì in strada, sospirando con un sorriso.

Il sole le illuminava il viso e la faceva sentire un poco meglio mentre si avviava verso il fioraio.

"Buongiorno" salutò entrando.

"Buongiorno Hinata!" fu Ino a risponderle, da dietro il bancone. Solitamente dava una mano al padre a gestire il negozio, quindi Hinata non si stupì più di tanto a vederla lì.

"Ciao Ino" sorrise in direzione dell’amica, avvicinandosi un po’ rossa in viso "Vorrei delle margherite" chiese.

"Ma certo!" Ino si spostò dal bancone, andando nel retrobottega, e tornando con delle splendide margherite in mano, raccolte in una specie di bouquet "Ecco a te".

Dopo averla pagata, Hinata la salutò e uscì dal negozio annusando i fiori.

Davvero un buon profumo…

Solitamente prendeva fiori non troppo impegnativi, non le piacevano i bouquet troppo colorati.

Si diresse verso la periferia di Konoha, finché non avvistò la sua meta: il cimitero.

Entrò e si guardò attorno, un po’ timidamente. Avanzò fino alle tombe del suo Clan, finché non si fermò su quella di Reila Hyuga, sua madre. "Ciao mamma" sussurrò, sostituendo i vecchi fiori ormai appassiti quasi del tutto con le margherite appena comprate. "Come stai?" chiese, mentre si sedeva sul marmo dell’ampia tomba, che sfiorò con le dita, mentre un sorriso malinconico le si dipingeva in volto "Io… sto bene…" sospirò. E poi si stupì della sua stessa voce, che le aveva leggermente tremato mentre diceva quelle parole. "No… non è vero…" si corresse subito, arrossendo un poco per aver mentito (senza nemmeno averlo fatto apposta). "Non sto bene…" ammise "Non sto affatto bene…"

Aveva iniziato a piovere.

Lente e leggere gocce gli scendevano sui vestiti, e bagnavano le tombe.

Ma non era solo pioggia quella che scendeva.

Le gocce che scorrevano sul suo viso così copiose, non erano certamente pioggia, proprio no.

Si asciugò le lacrime, sorpresa e confusa allo stesso tempo.

Perché stava piangendo?

Si mise a ridere.

Forse stava impazzendo.

La pioggia ora scendeva sul serio, silenziosa e veloce tamburellava sulle tombe.

Non ci riusciva.

Hinata proprio non ci riusciva.

Neji era troppo importante per lei.

Non era nemmeno tre ore che era partito e già sentiva la sua mancanza!

Aveva bisogno di lui.

Perché senza di lui…

Niente aveva più senso.

Hinata arrossì, e si guardò attorno confusa.

Aprì leggermente la bocca, incredula.

"Ho sbagliato" disse alla fine, in un sussurro.

Rivolse un’occhiata veloce alla fotografia di sua madre, che le sorrideva dolcemente, da sopra la lapide.

"Ho sbagliato" ripeté, convinta.

Si alzò, stringendo i pugni, agitata.

Ormai era completamente bagnata fradicia.

Scosse la testa e si mise a correre.

Corse.

Corse fuori dal cimitero.

Ripercorse tutta la strada a ritroso, fino a tornare al suo Clan.

Fino a tornare a casa.

Aveva bisogno di Neji. Aveva bisogno di parlargli, di vederlo, di un suo sorriso.

E se questa volta l’avesse rifiutata lui?

Rallentò poco a poco, fino a fermarsi davanti al cancello del Clan Hyuga.

Già… e se Neji gli avesse detto che aveva cambiato idea riguardo a lei?

Hinata arrossì, piena di vergogna.

Dopotutto era stata lei per prima ad allontanarlo.

Ma non le importava.

Avrebbe comunque tentato.

Doveva tentare.

Ora non le rimaneva che aspettarlo, pazientemente e al suo ritorno avreb…

"Hinata-sama"

Hinata si voltò di scatto, stupita, arrossendo violentemente per la sorpresa.

Neji era lì, a due passi da lei, e la guardava un po’ interdetto, anch’esso tutto bagnato, pur avendo provato a ripararsi con la sacca da viaggio, che teneva appoggiata sulla testa con una mano.

"Hinata-sama?" ripetè, guardandola stranito.

"Neji!" esclamò lei "Che ci fai qui?!" farfugliò agitata.

"La missione è stata rinviata a domani per la pioggia. Come al solito Gai-sensei voleva propinarci una missione di livello C facendocela passare per una di livello B" spiegò lui. "E voi?" chiese, curioso, squadrandola.

Hinata indietreggiò un poco, sotto lo sguardo del cugino "I-io…" iniziò con voce tremante "Sono andata… al cimitero…e-e…." disse, senza riuscire a continuare.

"Capisco" la interruppe Neji, un po’ spazientito. "Bene, le conviene tornare in casa, o si prenderà un malanno" suggerì, freddamente, mentre avanzava qualche passo verso di lei.

Hinata socchiuse gli occhi, ma Neji come era logico, la superò solamente, precedendola in giardino, diretto a casa.

Hinata guardò fisso davanti a se, arrossendo ancora.

Prese fiato e si voltò "Neji!" lo chiamò ancora, quasi urlando.

Il ragazzo si voltò, stupito per il tono di voce così deciso della cugina.

Hinata era completamente rossa in volto, per l’imbarazzo.

"Neji!" ripetè, ed ebbe paura di non riuscire di nuovo a continuare.

"Cosa c’è?!" chiese ancora più spazientito Neji, guardandola.

"Mi sbagliavo" disse lei, abbassando lo sguardo "Non è vero!"

"Non è vero cosa?" chiese confuso lui, aggrottando la fronte

"Non è vero che per te provo solo… solo… a-affetto… famigliare…" ora era diventata completamente rossa, e lo sapeva bene, ma s’impose di continuare. Ormai era arrivata fin qui.

Neji la guardava in attesa, stupito e confuso.

"NEJI TI AMO" urlò la ragazza, chiudendo gli occhi. Poi scoppiò a piangere, un po’ per il grande sforzo che le era costato dirlo, un po’ per la felicità di averlo comunque detto.

Hinata tenne gli occhi chiusi, continuando a singhiozzare, mentre cercava di asciugarsi le lacrime comunque invisibili a causa della pioggia. Sembrarono passare ore, mentre i due stavano uno di fronte all’altra, a pochi metri di distanza, immobili.

"Mi dispiace se… se non contraccambi più m-ma… do-dovevo dirtelo…" aggiunse lei, in attesa.

Poi sentì qualcosa che le circondava le spalle, riscaldandola un poco. Il suo profumo…

Aprì gli occhi e Neji era lì.

Era lì che l’abbracciava, un po’ rosso in viso, e bagnato, ma c’era.

"I miei sentimenti per te non sono cambiati…" disse lui, a sua volta un po’ rosso in viso "Non sono così deboli" e poi sorrise.

E Hinata, proprio in quel momento, si sentì scoppiare di felicità.

"Neji…" sussurrò senza parole.

"Sssh" la zittì lui, appoggiandole un dito sulle labbra "Va tutto bene, ora ci sono io" e detto questo avvicinò il viso al suo e appoggiò delicatamente le sue labbra sopra quelle della ragazza.

Hinata non riusciva più a capire se stessa piangendo o no.

Si sentiva così… così… felice.

Non le era mai capitato prima.

Appoggiò la fronte sul petto di Neji, ancora rossissima in volto.

"Ti amo Hinata" le sussurrò lui, regalandole un altro sorriso

"Ora però rientriamo, o ci ammaleremo tutti e due"

"Che problema c’è? Posso sempre curarti io" si offrì lei, sorridendo.

Neji arrossì un poco, ponderando l’idea di avere Hinata come infermiera "Non sarebbe male effettivamente"

Arrossirono entrambi, imbarazzati e poi si misero a ridere, mentre Neji prendeva per mano Hinata ed entrambi correvano in casa, al riparo.




Joe:

E’ finita. Eh, sì. Proprio finita. Mi sono divertita un sacco a scriverla. Risultato? Mi sono innamorata follemente di questa coppia, che ora è ai vertici della mia classifica per la coppia più fantasticherrima! Spero vi sia piaciuta, come a me è piaciuto "produrla". Grazie a tutti quelli che hanno commentato, e che commenteranno d'ora in poi! Beh, che dire? Ho già in mente di scriverne altre su questa coppia, per ora vi dico solo questo. Perciò al prossimo capitolo!

Per segnalazioni: cookie.girl@hotmail.it

Dedicata a tutti i fan NejiHina ♥

  
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