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Autore: MagieSinisterForum    31/05/2007    1 recensioni
La raccolta di fanfictions (23 tra one-shot e flash-fic) che state per leggere nasce quasi per gioco, su un forum, “Magie Sinister” (http://magiesinister.forumcommunity.net/), dedicato al mondo di Harry Potter in generale e a Severus Piton in particolare. Gli utenti del forum, che sono poi anche gli autori (ben 13 persone) dei vari racconti, un pomeriggio chiacchieravano placidamente sul rapporto del loro beniamino, Severus, con il cibo e le bevande. (http://magiesinister.forumcommunity.net/?t=5055779) Perché è così (almeno nei libri) magro? Non gli piace mangiare? O non ha mai tempo per nutrirsi come si deve, tra una lezione e una sessione di spionaggio? Oppure, magari, si priva dei peccati di gola per punirsi dei troppi rimorsi? Secondo l’idea di base, in ogni fanfictions Severus Piton doveva mangiare o bere qualcosa (non importava cosa e, come vedrete, in alcuni casi, il gesto di mangiare diventa mera metafora), oppure desiderare un cibo e, anche nel caso in cui lo si fosse lasciato a digiuno, l’autore doveva rendere, anche solo implicitamente, la propria idea del rapporto di Piton con il cibo.
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Severus Piton, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Genere: Introspettivo - commedia

Genere: Introspettivo - commedia

Personaggi: Piton e Personaggio Originale

Era: Post Harry a Hogwarts

 

Certe cose non cambiano (Starliam)



Quando ho ricevuto il suo invito, non ho neanche pensato all'eventualità di non accettare. In verità me lo aspettavo, certe abitudini non passano mai, neanche se tutto intorno a noi crolla e si trasforma. Piccole cose a cui rimaniamo attaccati con le unghie e con i denti, come per coltivare l'illusione che tutto sia rimasto come prima.
Naturalmente anche questo non è del tutto vero: siamo contenti quando le cose cambiano in meglio. E sicuramente è quello che è successo; anche se non sono del tutto sicura di come gli ultimi avvenimenti abbiano influito su Severus.

Sono entrata nel locale che mi ha indicato nella lettera, e mi sono seduta ad aspettarlo. Non ho neanche risposto al suo invito, non ce n'era bisogno: lui sa meglio di me che mi sarei presentata. E' un ristorante del tipo che piace a lui, in stile "vecchia Inghilterra"; molto affascinante con gli inserti di legno, gli alti sgabelli e i barili vuoti. Sfoglio il menu distrattamente, indovinando quale sceglierà fra i piatti proposti: agnello arrosto con salsa di menta.

Alzo lo sguardo dal menu proprio mentre lui sta entrando. Non è cambiato, fatta eccezione per i capelli più lunghi e una sottile cicatrice sulla fronte: l'unica che non è riuscito a eliminare dopo essere stato colpito da quell'ippogrifo.
Mi alzo per accoglierlo, e gli vado incontro di qualche passo. Mi stringe le mani e mi saluta con due baci sulle guance, come sempre.

- Ciao, Severus.
- Ciao. Come stai?
- Bene, grazie. E tu?

Mi fa un cenno affermativo con la testa, mentre sulle labbra si disegna un sorriso triste. Mi siedo di nuovo, imitata da lui, che apre il menu, senza accennare a parlare di nuovo. Sorrido, leggermente divertita. Le cose cambiano, ma alcune cambiano meno di altre. Il mondo magico può affrontare i più grandi stravolgimenti, essere quasi schiacciato da un pazzo di cui nessuno pronuncia il nome, e vincere grazie all'audacia di un ragazzino; e io, anno dopo anno, mi troverò sempre a pranzo con Severus in un locale come questo; ad aspettare il cameriere mentre lui fissa il menu in silenzio.

Ma forse, le altre volte questo velo di imbarazzo non c'era. E' normale che ci sia: l'ultima volta che ci siamo visti, Voldemort era ancora vivo, lui faceva ancora la spia e non aveva ancora ucciso Silente. Gli avvenimenti dei mesi successivi sono tanti, e troppo pesanti per evitare che l'imbarazzo si sieda come un commensale sgradito al nostro tavolo. Anche se, da un mese a questa parte, il mondo magico (e non solo...) è molto più leggero.

- Ma
guarda...
alza appena lo sguardo dal menu ingiallito e mi scocca uno sguardo interrogativo.
- Chi avrebbe mai detto che un giorno avresti avuto un particolare in comune con Harry Potter?
Per un attimo pare non capire, poi si tocca la cicatrice sulla fronte e sogghigna. Per breve istante, nello sguardo divertito che mi lancia e in quel lampo di arguzia che vi traspare, vedo qualcosa del vecchio Severus. Del Severus ragazzino, che mi prendeva in giro quando sbagliavo catastroficamente una pozione e che rideva alle mie battute.

Il cameriere arriva a interrompere il flusso dei miei ricordi.

- Io prendo agnello arrosto con salsa di menta, grazie.

Sorrido; certe cose non cambiano.
- Per me lo stesso, grazie.

Chiude il menu e lo consegna al cameriere. Adesso ho tutta la sua attenzione. Ma è lui il primo a parlare.

- Allora, che hai fatto in questi dieci mesi?
Dieci mesi? E' passato così tanto? Mi sembra passato al massimo un mese, da quando entrò in quel vecchio pub, bagnato fradicio per l'acqua che veniva giù a catinelle, e l'ombra di un peso enorme sulle spalle.
Adesso quell'ombra sembra non averla più; ma in quella piccola ruga sotto l'occhio e in quella cicatrice sulla fronte ci leggo amarezza che gli si è incollata addosso, per far parte di lui per sempre.

- Niente di particolare, le solite cose. Sono andata avanti col mio lavoro, ho visto i miei amici... Niente di che, davvero.
Per un attimo mi viene da aggiungere "e tu?", ma mi fermo appena in tempo. So bene cosa ha fatto lui in questi dieci mesi, non c'è mago o strega che non lo sappia. I giornali hanno parlato approfonditamente di come la sua condizione sia cambiata rapidamente; da assassino odiato da tutti a eroe del mondo magico. Non che questo gli possa rendere quello che ha perso.

- Immagino che non ci sia bisogno di raccontarti quello che ho fatto io, invece. Avrai letto tutto sui giornali...

Mi guarda inarcando il sopracciglio, mentre il cameriere di prima ci porta i piatti fumanti. Severus continua a guardarmi, mentre spiega il tovagliolo e se lo sistema con cura sulle gambe. So quale risposta vuole da me. Vuole che gli dica che ho letto tutto e so già tutto, che capisca che, se voglio fargli qualche domanda, non è questo il momento adatto, perchè lui non ha voglia di parlarne. Lo accontento.

- Si, Severus. Ho letto tutto quello che ti è successo in questi mesi.

- Non ne avevo dubbi. Non è mai stato da te perderti qualche pettegolezzo, l'occasione di indagare nella vita degli altri; soprattutto la mia.
- Beh, non è certo colpa mia se venivi a piangere tutte le tue lacrime sulla mia spalla perchè Lily Evans non voleva saperne!

Mi lancia il tovagliolo, sempre sorridendo, e io rido: un altro sprazzo del vecchio Severus, prima che torni a concentrarsi sul cibo.

L'agnello è ottimo, e capisco perfettamente perchè Severus se lo stia godendo in silenzio. E' sempre stato un amante dei piatti raffinati: filetto al pepe verde, salmone affumicato, risotto allo champagne.
Ha sempre mostrato un gusto particolare nella scelta e nell'apprezzamento dei diversi piatti; fin da quando cenavamo insieme al tavolo dei Serpeverde.

Anche io mi gusto la carne, cotta al punto giusto, ma ancora rossa al centro. Ricordo che una volta, anni fa, davanti a un piatto fumante di stufato alla Guinness, mi spiegò che amare la cucina per lui, era come amare la vita. "Il cibo viene associato, inconsciamente al nostro modo di rapportarci alla vita. Se una persona non ama il cibo, disprezzerà la vita stessa".
Quante volte ho ripensato a queste parole, negli anni a seguire! Quanta speranza hai dovuto avere, Severus? Quante volte avrai dovuto ricercare dentro di te questo amore per la vita, perchè ti desse la forza per continuare a fare tutto quello che stavi facendo?
Per un po' non parliamo, godiamo il cibo in silenzio. Severus sembra rilassato, non più nervoso come negli incontri precedenti.

Severus finisce il pranzo con un bicchiere di Whisky di malto scozzese, come sempre. Per me, invece, un espresso all'italiana.
Quando ci portano le ordinazioni, una smorfia di disgusto gli si dipinge sul volto.

- Quella roba è disgustosa. Come diavolo fai a berla?
Sorrido, mescolando lo zucchero di canna nella tazzina.
- Lo sai che mi piace l'espresso.
- Noi inglesi siamo bravissimi a preparare molte cose, ma di certo non l'espresso.
- Vorrà dire che prima o poi andrò a berlo direttamente in Italia.
- Intanto, pensa a stasera.
Lo guardo
- Che c'è stasera?
Sembra quasi imbarazzato. Tiene lo sguardo fisso sul bicchiere, che fa dondolare leggermente, facendo oscillare il liquido ambrato al suo interno.
- Alla Royal Albert Hall suonano il Requiem di Mozart... Ti andrebbe di venirci con me?
Abbasso lo sguardo sulla tovaglia, continuando a mescolare lo zucchero che ormai sarà più che sciolto.
- Perchè no?

 

 

 

 

  
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