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Autore: il muffin di tomlinson    13/11/2012    6 recensioni
«Scusami per il tono della mia amica» disse sottolineando l’ultima parola, come se avesse voluto farle capire qualcosa
La ragazza fissò il giovane, cercando di capire il motivo di quelle scuse, ma non ne trovò nessuno, in fondo di sicuro non ci stava provando con lei, insomma era una cameriera e da come era vestito lui, di sicuro, i soldi non gli mancavano e neanche le ragazze da portare a letto, visto la ragazza bionda cotonata che aveva portato a cena quella sera.
«Fa...nulla» rispose balbettando, sentendosi in difficoltà, sentendo quei due occhi scuri puntati su di sé.
«Mi dispiace Effy» sussurrò accennando un sorriso, facendole perdere un battito del suo cuore che sarebbe potuto esplodere all’istante se solamente lui avesse sorriso di nuovo.
Non poteva essere vero, un ragazzo, con solamente due parole, le aveva tolto la forza di parlare.
Non seppe cosa dire e l’unica cosa più normale che le apparve di fare, fu tornarsene in cucina e lasciare il giovane da solo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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Ad Elisa, questa storia è per te.










La Speranza è quel raggio di sole che ti nasce nel cuore anche se una ragione vera non c'è

anche se tante nuvole grigie oscurano il tuo cielo.
Anonimo

 












Effy stava seduta nel letto di Zayn, osservando la stanza in cui stava.
Da alcuni giorni si sentiva debole, sentiva la necessità di stare seduta e non fare niente di più, faceva persino fatica a parlare e per questo Zayn era preoccupato ed aveva già chiamato un dottore.
Il signore era entrato nella stanza ed appena aveva notato la bellezza della paziente si era bagnato le labbra e si era avvicinato per fare il suo lavoro, chiedendo al pakistano di uscire dalla stanza per non dare fastidio.
Il dottore era un uomo sulla cinquantina, capelli brizzolati, mani che iniziano ad avere le rughe ed il viso stanco, il viso di un uomo che nonostante sia solo a metà della vita, già non ne poteva più.
Appena i loro due sguardi si incontrarono, l’uomo, il dottore Zalov, si rese conto che tempo prima era andata a letto con quella ragazza.
Inizialmente aveva sentito caldo, aveva sentito la paura, ma dopo, le immagini tornarono nella sua mente e l’eccitazione salì a livelli impossibili da definire e sentì il bisogno di soddisfare i suoi piaceri.
Fortunatamente la porta era chiusa a chiave ed allora Zalov, senza problemi, poggiò una mano sulla gamba di Effy avvicinandola alla sua intimità.
Gli occhi della mora si spalancarono, non riuscì a dire nessuna parola, rimase solamente immobile e lo sconosciuto le tappò la bocca, cercando di iniziare a fare il suo lavoro.
«Stai zitta, fai come l’altra sera e non ti succederà nulla» sussurrò sbiascicando le parole contro il suo orecchio, facendole sentire la puzza di fumo, misto ad alcol del suo alito.
La mora non fece nulla, pianse e basta, era abituata a questi tipi di comportamenti quando le persone la riconoscevano, ma aveva deciso di smetterla, di cambiare, di uscire da quel mondo e non voleva soffrire ancora, voleva che tutto terminasse, che lei facesse una vita normale, come tanti altri, non quella di una puttana.
Il dottore le fece appoggiare la schiena contro il materasso e lui si mise in mezzo alle sue gambe, cercando di togliersi una parte dei pantaloni, ma la ragazza cominciò a divincolarsi, cercando di far smettere questo momento, voleva che tutto finisse in tempo.
«Ferma, cazzo» sussurrò.
Perché aveva fatto così?
Di là c’era Zayn, poteva comparire da un momento all’altro, poteva scoprirlo, allora perché lo faceva?
Era comunque minorenne e lui poteva benissimo capirlo.
Perché Zayn diceva falsità?
Doveva entrare e salvarla, non voleva che capitasse, non adesso.
In un attimo tutto finì, il dottore venne scaraventato contro il muro, la porta era per terra ed il ragazzo, arrabbiato, era comparso al fianco della giovane, sentendosi in colpa per quello che aveva appena fatto.
«Perdonami» sussurrò ad Effy, portandole un ciuffo dietro i capelli, cercando di asciugarle la fronte imperlata dal suo sudore.
Il ragazzo si staccò e per qualche minuto non si vide più, probabilmente stando a parlare col dottore che stava per fare quel che stava per fare, poi, stringendo i pugni, cercando di calmarsi, tornò in camera e fissò la giovane, la quale si era rannicchiata contro al muro in un angolo, cercando di coprirsi con una coperta.
«Effy, se ne è andato, tranquilla
» sussurrò avvicinandosi a lei, lentamente, alzando le mani, cercandole di far capire che non le avrebbe fatto nulla.
La mora si raggomitolò ancora di più, non puntando lo sguardo in quello di Zayn, non volendo guardarlo, avendo paura, non fidandosi.
«Vattene
» sussurrò lievemente, cercando di trattenere le lacrime, i singhiozzi che le stava facendo sentire un dolore atroce al petto. «Sei uguale agli altri e tu eri qui, tu lo sapevi, tu lo hai fatto apposta. Volevi guadagnare soldi con me, stronzo. Volevi che ti aprissi le gambe? Dovevi solo dirmelo, stronzo» urlò fuori di sé, arrabbiata, frustrata, sentendosi abbandonata.
Effy, tremando, si alzò, cercando la sua borsa, sperando di non lasciare nulla che la dovesse riportare in quella casa.
Non poteva averlo fatto, insomma lui che aveva cercato di aiutarlo, alla fine aveva fatto proprio quello che non doveva fare: abbandonarla.
In un attimo tutte le sue sicurezze, la sua voglia di cambiare erano volate via, lasciandola debole ed insicura.
Zayn rimase immobile, non capendo, non volendo e non riusciendo a capire tutto quell’odio.
Non poteva pensare veramente quello di lui, è vero, l’aveva lasciata sola in quel momento e doveva immaginarselo che avrebbe fatto così quel dottore, ma come poteva aver saputo in anticipo che Effy era stata una delle sue donne con cui aveva tradito sua moglie?
«Effy, io ti voglio aiutare sussurrò, ma non servì a nulla, la giovane prese le sue cose e se ne andò via, stanca di tutto.
La giovane si diresse verso la casa di Niall, l’unico posto sicuro in cui poteva stare.
Le lacrime le rigarono il volto e sentì il bisogno del suo migliore amico, di un appiglio, di qualcuno che veramente la conoscesse e fosse veramente pronto ad aiutarla, ma non per ricavarci qualcosa.
Sentì il bisogno di sentirsi libera, felice, sentì il bisogno di sentirsi una ragazzina di diciassette anni e non sentirsi una donna che del mondo purtroppo già conosce la parte peggiore.
Voleva essere Effy Stonem, una ragazzina di diciassette anni che viveva la sua vita da liceale e faceva le prime esperienze nella vita, chiedeva troppo?



















Questo capitolo in realtà mi fa letteralmente schifo.
L'ho letto e riletto e non c'ho trovato nulla di speciale, ma dovevo far capitare una cosa del genere.
Il capitolo è corto, ne sono consapevole, ma dovevo dare il via ad un altro pezzo importante della storia e questo era quello di passaggio e quindi ho preferito farlo così.
Non so che dire, a parte grazie, per le recensioni che sto ricevendo.
Siete fantastici tutti.
Grazie.
Prossimo aggiornamento: venti novembre, martedì.
Un bacio, il muffin di tomlinson

 
 
 
 
 
   
 
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