Restai in quella vettura a parlare finchè non arrivammo davanti ad una villetta bianca. Il ragazzo incappucciato che stava aspettando sotto la veranda accennò una corsetta e salì in macchina.
“Ciao ragazzi” mi girai per scoprire quel volto nuovo e mi scontrai subito con quel sorriso che ti riempiva l’anima e quegli occhi così azzurri da schiarire una giornata come quella
“E lei chi è?” chiese stupito il moro con un sorriso da favola.
“Lei è Bonnie la mia migliore amica”
 “Piacere mio Bonnie, sono Louis, ma puoi chiamarmi Lou se ti va”
 ”Sarò lieta di chiamarti Lou, Louis” iniziai a prendere confidenza con i ragazzi e scherzare con loro mi iniziava già a piacere tantissimo.
“Perché non ti unisci a noi stasera?”
 “No, non mi sembra il caso, vado a casa ho altro da fare”,
“Cos’hai da fare? Per domani non c’è niente”
 “Lo so Liam, ma..”
 “Ma niente, Lou ha avuto un’idea grandiosa e tu stasera stai con noi” affermò Harry facendomi segno di raggiungerli nei sedili posteriori.
 “Vuoi che vengo dietro?” domandai perplessa,
“Sì,perché tu non l’hai mai fatto? Passare da un sedile all’altro mentre Liam giuda? Adesso vedi come si incazza!”
 “Ragazzi ma,” il ricciolo mi prese per un braccio e mi tirò dietro, scavalcai il poggia testa del sedile e cercando di non cadere su Louis mi buttai sull’altro, mentre Harry cercava di mettersi nel sedile anteriore.
“Ragazzi, lo sapete che odio questo gioco, prima o poi ci andiamo a schiantare!” affermò Liam ridendo sotto i baffi, in fondo in fondo anche lui quando c’era da divertirsi non diceva di no. Io feci cambio con il posto di Louis, ritrovandomi tra le sue braccia “Scusa Lou!” sussurrai ridendo, gli avevo tirato una manata mentre facevamo tutto quel casino,
 “Ma che scusa, è questo il bello, posso anche picchiarti tanto stiamo giocando”
 “Non ci provare” afferrai la sua mano che cercava di colpirmi sul viso,
 “Ma non potrei mai!”
“Non m’interessa, non ti permettere” mi allontanavo sempre di più per evitare quel contatto, che un po’ mi spaventava.
“Bonnie, povera ragazzina che s’innamora sempre del primo che passa, quando crescerai?” furono queste le parole del mio ultimo ragazzo prima che mi piantasse in asso. Sette mesi, sette mesi che per me sono stati una favola, ma non per lui. Quella sera quella maledetta sera e quel maledetto ballo che ci aveva fatto incontrare. Successe tutto per caso, noi non facemmo niente, cooktel sulla maglia, una mezza scusa e la voglia di cercarsi il giorno dopo. Per fortuna con lui non riuscì ad essere me stessa, me ne innamorai, sì, ma c’era sempre qualcosa di lui che mi rendeva insicura. Il modo che aveva di relazionarsi con le altre ragazze anche davanti a me, soffrivo, soffrivo da matti per quello e una sera tirai fuori il coraggio. Dissi tutto, la verità, le bugie, le paure, le insicurezze, tutto ciò che mi circondava con lui non mi faceva crescere, non imparavo o forse non con lui.
“Cosa vuoi Bonnie, cosa?” me lo sono sempre chiesto e forse ancora oggi non so trovarla una risposta
“Rischiare”
ecco cosa voleva adesso. Voleva quella carezza, quello schiaffo o quel che sia, voleva sentire che qualcuno ci teneva a lei, che qualcuno era pronto a prendersene cura, voleva qualcuno che fosse stato sempre li per lei, e quell’ometto li davanti sembrava corrispondere alla sua descrizione.