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Autore: showmeyoucare    13/11/2012    0 recensioni
''- Ally, svegliati, se facciamo tardi a causa tua questa volta giuro che non la passi liscia! Devi ancora finirti la valigia e tra due ore abbiamo il volo! -
- Oh, andiamo, ricordati che qui la sorella maggiore sono io, quindi non rompere, Claire. Ci metto poco.- borbotto, cercando in qualche modo di convincerla.''
Ally non è molto d'accordo sulla partenza con la sorella per Londra, ma accetta soprattutto perchè la sua migliore amica Liz sarà con loro. questo sarà un viaggio che le cambierà la vita.
ehilaaa non è granchè come introduzione, questa è la mia prima fan fiction, ma spero che vi piacciaaa :3
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pace, tranquillità. Solo il rumore del mare, ho sempre amato passare delle giornate in spiaggia,  da sola. Mi aiutano a riflettere sulla mia vita, e sule decisioni che devo prendere. Sono distesa sul mio bel telo, a prendere il sole e a rilassarmi. noto, però, che questa volta sulla spiaggia non ci sono solo io. Lì, in riva al mare, c’è qualcuno, e riesco a vedere il contorno del suo corpo, illuminato dal sole, e i suoi folti ricci. Sono davvero curiosa di vedere chi sia, così comincio ad alzarmi, molto lentamente. Un momento. Perchè la terra sta tremando? Comincio a preoccuparmi, non mi è mai successo di essere partecipe di un terremoto, figuriamoci al mare, poi. Sento qualcuno chiamarmi, mentre il terremoto si fa sentire sempre di più.
- Ally! –dice quella voce. Ehi, aspetta. Quella voce, è della mia migliore amica Liz! Non pensavo ci fosse anche lei, qui al mare. Mi giro su me stessa per vedere dove si è nascosta, ma la vista mi si è offuscata, e riesco solo a pronunciare qualche parola.
- Liz.. Liz, dove sei..? –non riesco a capire se l’ho detto davvero, o se me lo sono immaginata, ma intuisco la risposta quando la mia migliore amica mi risponde.
- Ally, sono qui,svegliati, siamo arrivate! – dice lei, con molta naturalezza. Svegliati? Arrivate? Ma dove? Sento un improvviso dolore alla guancia, e apro di scatto gli occhi, ritrovandomi in un aereo. Ora si spiega tutto, era un maledetto sogno.. eppure sembrava tutto così vero. E quel ragazzo poi, chi era? Mi riprendo, e finalmente riesco a dire qualcosa.
- uhm, mi fa malissimo la guancia, porca miseria –mi lamento, constatando che quella è l’unica cosa vera del sogno. E ringraziando il Signore che non sono andata in aereo in costume e ciabatte da spiaggia.
- ecco, per quello avrei una spiegazione, credo..-dice Claire, regalandomi una smorfia, che dovrebbe essere un sorriso, a metà tra l’imbarazzato e il divertito– io.. ero preoccupata, visto che non ti svegliavi, e.. è probabile che ti abbia tirato qualche schiaffetto per farti svegliare. – confessa, ma la mia migliore amica si mette a ridere. Ma adesso dico, che problemi hanno queste due ragazze?
- qualche schiaffetto? Ma se sei andata avanti per più di cinque minuti! –dice, rivolta a Claire, che la fulmina con lo sguardo, mettendola a tacere.
- dunque, fammi capire meglio.. mentre io stavo beatamente dormendo, tu MI HAI SCHIAFFEGGIATO PER CINQUE MINUTI? No, perchè non ti bastava già di avermi tirato l’acqua addosso sta mattina?! –le chiedo, cominciando a scaldarmi, massaggiandomi la guancia con la mano.
- cosa, cosa, cosa? Questa non la sapevo, dovete raccontarmela! –dice Liz, cominciando a ridere. Veniamo interrotte da una voce femminile, che ci dice di scendere dall’aereo. Effettivamente, siamo le uniche ancora a bordo. Ci scusiamo con la signorina, e usciamo da quel benedetto aereo.
- te lo racconterò un’altra volta, Liz, adesso andiamo a prendere le valigie –le dico, sperando che si dimentichi di questa storia, che di divertente non ha proprio niente (ho fatto la rima, lol).
 
La nostra vacanza a Londra non poteva cominciare meglio, davvero. Do uno sguardo all’orologio, e mi esterno per qualche secondo dalla conversazione animata tra Claire e Liz. Sono più o meno due ore che cerchiamo, invano, di trovare il nostro hotel.
- ma no, non vedi la cartina? Noi siamo qui, e l’hotel è di là! Dobbiamo prendere questa strada a destra qui, e poi andare dritte! -sbraita mia sorella, indicando dei punti nel foglio che tiene in mano, nel tentativo di convincere Liz.
- oh, ma non dire cavolate, Claire, e poi guarda! Stai tenendo la cartina nel modo sbagliato! – le risponde lei, con un tono non da meno, e girando completamente la cartina che ha in mano, zittendola completamente. Oh, fantastico, non arriveremo mai all’hotel. Penso, alzando gli occhi dalla cartina alle strade che ci circondano. E poi finalmente lo vedo.
- ehi, ragazze, ho.. – provo a dire, con un sorriso stampato in faccia, ma vengo subito interrotta.
- CHE C’E’?- mi urlano contro assieme, guardandomi con degli occhi di fuoco. Faccio un balzo all’indietro per lo spavento, prima di calmarmi e rispondere.
- volevo solo dirvi che se non ve ne eravate accorte, è da mezzora che siamo davanti a un cartello con scritto ‘HIGH LONDON HOTEL’ con una freccia che va per di là – dico, sentendomi un dio, indicando una strada alla nostra sinistra.
- oh.. si, probabilmente dobbiamo andare per di là.. scusa Ally –ammette Liz, abbracciandomi, mentre ci avviamo per la strada suggerita da me. Credo quasi di poter giurare di aver sentito delle scuse da parte di mia sorella, ma ne dubito. Detesta avere torto, e ancora di più ammetterlo. E poi cosa mi aspettavo, che venisse ad abbracciarmi anche lei? Non che non l’abbia mai fatto, ma di solito in pubblico non lo fa mai. Forse cerca di sembrare più grande agli occhi degli altri. Anche se in realtà ha solo un anno in meno di me, diciassette.
Arriviamo finalmente davanti al nostro hotel, e vedo che c’è qualche ragazzina a bloccare l’entrata. Mi prende una strana curiosità, e dal momento che non sono mai stata molto timida, mi faccio avanti. Sfodero il mio meraviglioso inglese e chiedo a una delle ragazzine davanti alla porta, cosa sta succedendo. Lei si gira, siamo una di fronte all’altra. La guardo, e noto che sulle guance ha disegnate due carote, con accanto una L in maiuscolo su una guancia, e una T sull’altra. Alzo un sopracciglio, sperando che non capisca che mi sono appena chiesta se è pazza.
- ma come?! Non lo sai? Loro saranno qui, tra poche ore, proprio in questo hotel, ti rendi conto? La loro casa si è incendiata, e adesso staranno tutti qui, finchè non l’avranno sistemata! Oddio, sento che svengoo –mi urla con occhi sognanti, facendo sembrare me la pazza che non ha la minima idea di cosa stia succedendo. Staranno in questo hotel; la loro casa si è incendiata; ma si può sapere di chi diavolo sta parlando? I miei pensieri vengono interrotti, e mi sento tirare per un braccio verso l’entrata dell’hotel. Metto a fuoco la vista, e mi rendo conto della scena: Liz sta guidando Claire, che mi tiene per un braccio, e stanno cercando di farsi spazio tra tutte le ragazzine, che rispetto a qualche minuto prima, sono aumentate. Riusciamo in qualche modo a raggiungere la porta girevole, e tiriamo un sospiro di sollievo. Poi vediamo. Vediamo e rimaniamo a bocca aperta. nessuno parla per un po’, e mi sa che le persone nella hall cominciano a farsi qualche domanda su di noi. Solo dopo un paio di minuti di trance apro bocca.
- quelli della scuola non hanno proprio badato a spese, eh? Mi piace ‘sta cosa! –dico, mentre osservo ancora l’enorme hotel che ci è capitato. La hall è grandissima, c’è uno spazio con dei divanetti in pelle, posizionati di fronte a una tv al plasma che sembra un megaschermo; le pareti sono tappezzate di quadri, raffiguranti delle città, come New York e Milano.  Ci sono cinque ascensori, e leggo il numero dei piani: 12. Nel posto riservato alla reception c’è un tavolo gigantesco in legno, dietro al quale è seduto un uomo. Ci dirigiamo là, per ritirare le chiavi della nostra stanza.
- mi scusi, noi siamo le ragazze che hanno vinto la vacanza a Londra – dico, sicura di me stessa.
- ma certo, dalla Julius Caesar School, vi stavamo aspettando. Abbiamo riservato la vostra stanza vicino a quella dei nostri ospiti speciali. Voi siete Elizabeth Anderson, Claire Smith e come accompagnatrice maggiorenne, Ally Janette Smith, giusto? – ci domanda, aspettando una nostra conferma. Vedo Liz storgere il naso, sentendo pronunciare il suo nome intero. Ma vogliamo parlare di quello che dovrei fare io sentendo il mio secondo nome? Che poi non capisco perchè i miei abbiano deciso di metterlo a me, ma non a Claire.
- si, esatto, siamo noi. –rispondo educatamente, regalandogli un sorriso.
- perfetto, allora la signorina A. J. Smith mi deve lasciare una firma e poi posso consegnarvi le chiavi. –dice, mentre mi avvicino al bancone, prendo la penna e comincio a scrivere il mio nome. Ecco fatto.
- benissimo, grazie, ed ecco a voi le chiavi. Cercate di non perderle, e di non fare rumore durante le ore in cui la gente va a letto, o altrimenti siamo costretti a mandarvi via. Sapete, questo è un hotel molto famoso qui a Londra, e non possiamo accettare comportamenti inadatti. Bene, detto questo, vi auguro un buon soggiorno nel nostro umile hotel. Oh, e potete consegnare le valigie al fattorino.- ci consegna le chiavi, e dopo aver ringraziato, lasciamo le nostre valigie al povero fattorino, e ci dirigiamo verso uno degli ascensori. Saliamo al nostro piano, il numero otto, e cerchiamo la stanza 463. La troviamo, in fondo a un lungo corridoio, dove c’è solo la nostra e la numero 464. Quella in cui dovrebbero venire a stare i loro fantomatici ‘ospiti speciali’. Cos’avranno di speciale, davvero non lo so, ma mi sanno tanto di viziatelli che si fanno aspettare. Speriamo bene, la ragazza-carota ha detto che dovrebbero arrivare tra poco.
Giro la chiave che apre la stanza, e ci troviamo davanti a un paradiso. Più che una stanza, sembra un appartamento. Anzi, a dire la verità è anche più grande del mio. Facciamo un giro di tutta la ‘stanza’ e quando abbiamo finito ci vengono gli occhi lucidi. Ci sono due bagni, tre camere da letto con ognuna un letto matrimoniale e un piccolo letto affianco, un soggiorno enorme, che si affaccia su un balcone altrettanto grande e una mini-cucina. È inevitabile un nostro urlo di gioia, che viene poi strozzato dalla paura di essere cacciate dall’hotel. Sarebbe davvero il colmo.
Mentre le altre si distendono su quelli che, ormai hanno deciso, saranno i loro letti, io vado a vedere il panorama che si può osservare dal balcone. Mentre guardo il cielo, sento delle urla che si alzano tra la piccola folla di ragazzine, e poi capisco perchè. Ha appena girato l’angolo una limousine bianca, che si è fermata davanti al nostro hotel, dalla quale stanno scendendo quattro ragazzi. No, aspetta, sono cinque: uno biondo, due mori, uno con i ricci e uno con i capelli cortissimi, uno moro con i capelli tirati su in una cresta, e uno con la stessa acconciatura ma con i capelli neri, e un ciuffo biondo. Le facce non si vedono molto bene, anche perchè è pieno di gente, e loro camminano spediti verso la porta girevole.
 
Sento che Liz mi chiama, devo svuotarmi la valigia. Torno da loro, senza però dire niente dei ‘fantastici cinque’. La mia mente resta comunque sintonizzata su di loro, e sul fatto che staranno vicino a noi. Dopo una decina di minuti, sento che qualcuno sta cercando di aprire la porta della nostra stanza. Mi avvicino cauta alla porta, a mo' di film di spionaggio, e la apro lentamente, facendo sbucare solo la testa.. 


MA CCCIAO c:
okay, ecco il secondo capitolooo
mi dite cosa ne pensate?
mmm e chi sarà alla porta?
ps. mi sento molto trasgry perchè sto usando
il computer di nascosto, per postare il capitolo c':
mi immagino già la faccia di mia mamma se per caso entrasse
in camera mia, lol
anyway, recensite, in modo positivo o negativo,
ma fatelo, pleaseee :)
Al prossimo, gente
Sara

  
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