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Autore: WordsEnchantress    14/11/2012    0 recensioni
Quale miglior interlocutore della leggera brezza che ti sussurra tra i capelli e ti punteggia di brividi la nuca?
Storie che solo lui può conservare e trasmettere con la cura necessaria e la devozione di chi ha ululato sempre, senza mai risposta, fin'ora.
Genere: Generale, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro amico,

 

Mi trovo ancora a scriverti, ma credo che questa sia l’ultima volta.

Poi non so… magari ti scriverò ancora, magari no.

Comunque non smetteremo di sentirci, l’uno sulla pelle dell’altro.

Forse un po’ mi mancherà sfogarmi così con te…

Però c’è un momento… In cui il tempo finisce.

Che cosa strana il tempo.

Tutte le tue domande su queste lettere si possono risolvere con poche parole:

Andare oltre.

E concludo così con l’ultima fiaba, ma non temere…

Le mie parole saranno qui, ogni volta che vorrai.

Una ragazza come tante si trovava sulla sponda di un piccolo lago…

La luna si specchiava vanitosa sulle sue acque cristalline, le onde sembravano volerle solleticare i piedi, la brezza le intrecciava delicatamente i capelli.

Le capitò di guardare il suo riflesso nell’acqua ma quello che vide ebbe dell’incredibile.

Sulla superficie spiegazzata e scura del lago non v’era la sua immagine, ma quella di un ragazzo dallo sguardo profondo e il sorriso sincero.

Lei, tra lo spaventato e l’incuriosito, provò a salutarlo e lui rispose in tutta tranquillità.

No, non era proprio un riflesso.

Lì non c’era nessuno, lui faceva gesti diversi dai suoi…

Ma… Come?

Così passarono i giorni e le notti, e lei puntualmente andava a trovarlo.

Parlavano per ore, scherzavano, e lei lo accarezzava come se davvero potesse sentirlo, come se davvero potesse essere suo.

Ecco che l’amore s’infiltrò rapido e silenzioso nelle loro vite e s’impadronì di tutto…

Il parco, il lago, il cielo, la musica, le parole, i loro cuori.

“Salta fuori dall’acqua,”

Chiedeva lei ogni giorno, con gli occhi lucidi…

“Per favore, vieni da me, ti prego.”

Ma lui, puntualmente, scuoteva la testa e diceva che non poteva, non ancora.

Intanto il loro amore diveniva ogni giorno più forte, e ogni giorno loro potevano passare meno tempo insieme, e, giorno dopo giorno, arrivava il freddo.

Lei non sapeva dire se l’inverno fosse davvero così prematuro, o se fossero i loro cuori a ghiacciare…

Ma sta di fatto che un giorno arrivò il ghiaccio a rinchiudere il dolce ragazzo.

Lei s’inginocchiò affianco a quello che era stato uno specchio d’amore, e cominciò a piangere…

Ma le lacrime, invece di scivolare su quell’impenetrabile lastra, crearono tante piccole crepe.

Poi, dopo tre giorni di freddo e silenzio, il ghiaccio si ruppe.

Subito l’erba ricrebbe rigogliosa, gli alberi si rivestirono degli abiti più pregiati e la temperatura si rialzò da una brutta caduta.

E fu così che una ragazza come tante si trovò sulla sponda di un piccolo lago, ove, però, la luna era oscurata, l’acqua giaceva inespressiva dinnanzi a lei, il vento se ne stava appollaiato sui rami d’alberi immobili, e tutto taceva…

Lì, dove, quella sera, l’amore non avrebbe fatto ritorno.

E così siamo arrivati alla “fine”…

Ma in quel momento le nostre mani erano intrecciate e il futuro non ci faceva più troppa paura.

Ora ti sei placato, la strada tace, la luce riposa…

E anche l’ultima parola è stata scritta.

A presto silenziosa brezza…

 

Clarissa

   
 
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