CHAPTER 24
Sono fatto. Fattissimo, se vogliamo essere precisi. Ho paura che se dovessero aprire la mia scatola cranica adesso al posto del cervello troverebbero una poltiglia informe di colore grigio e dall’odore inconfondibile.
È da più di un’ora che non faccio altro che ridere come un deficiente e mi sono recentemente reso conto di avere anche qualche serio problema nell’articolazione delle parole. La mia lingua ed il mio cervello non collaborano tra loro.
Mi volto a guardare Dilma con espressione ebete e scoppio a ridere nuovamente.
« La… La tua faccia… -sbiascico- la tua faccia è così buffa.. »
Lui mi osserva qualche secondo, stringendo leggermente gli occhi,
poi finalmente il suo cervello elabora il senso dei versi da me emessi,
catalogandoli come parole da lui conosciute e scoppia in una fragorosa risata.
« Anche la tua.. » risponde, e non so perché al momento questo
scambio di affermazioni mi sembra
maledettamente divertente.
Rido fino a farmi venire il mal di pancia. O almeno, immagino che
mi farebbe male la pancia, se solo la sentissi. Mi sento felice. È fantastico
che io mi sia messo con Giovanni, finalmente. È fantastico che lui mi ami! È fantastico il sesso che
facciamo insieme. Facciamo del sesso fantastico. Il migliore che abbia mai
fatto.
« Ragazzi, smettetela di far ondeggiare la panchina! » esclama la
voce di Fra da un angolino.
Mi volto a guardarlo: è seduto a gambe incrociate, ha gli occhi
chiusi e continua a dondolarsi. Mentre la panchina rimane decisamente ferma. È
esilarante, e ovviamente scoppio di nuovo a ridere.
« Ragazzi sapete che è buio? » guardo Dilma, nel faticoso
tentativo di capire cosa stia dicendo.
« Eh? »
Lui ride. « Il cielo! Il cielo è buio! » E continua a ridere. Ride
davvero un sacco.
Ma io non ho più tanta voglia di farlo, nonostante la fattanza,
perché c’è qualcosa che non mi torna. Il mio cervello è lento, ma alla fine riesco a fare i giusti procedimenti mentali e
mi rendo conto che non dovrei assolutamente essere dove sono, in questo momento.
Guardo l’orologio.
« Merda. Merda, è tardissimo. MERDA. »
Mi alzo di scatto, ignorando gli sguardi perplessi dei miei amici
e corro via. Avrei dovuto essere da Gio’ circa una stramaledettissima ora fa. È
il suo compleanno. È il suo compleanno ed io sono in ritardo di un’ora. Mi
ucciderà. E se lo facesse non potrei che dargli ragione.
Raggiungo casa sua in dieci minuti, grazie alla mia meravigliosa
moto e a Dio che mi permette di non andare a schiantarmi da qualche parte,
nonostante i riflessi incredibilmente rallentati. Al citofono risponde lui, e
la sua voce ha un tono orribilmente lugubre.
« Gio’, sono Luca.. »
Silenzio. Non sento la serratura scattare, e per un momento ho
paura che voglia lasciarmi fuori, ma dopo poco lo vedo scendere le scale e
raggiungermi. Esce dal portone e lascia che gli si chiuda alle spalle. Si ferma
davanti a me.
« Buon compleanno.. » esordisco, dopo qualche secondo, con voce
impastata e sentendomi un emerito coglione.
« Luca, posso farti una domanda? » annuisco lentamente, stringendo
leggermente gli occhi per metterlo a fuoco. « Perché sei qui? »
Spalanco gli occhi, disorientato. Non mi aspettavo questa domanda,
e non so bene cosa rispondere, dal momento che io devo essere. Dovrei esserci da un’ora.
Chiude gli occhi per un secondo, e quando li riapre mi
immobilizzano completamente. Sono freddi, gelidi. « Perché sei venuto? –ripete-
Su… in casa c’è tutta la mia famiglia. Mia madre ha preparato il letto per
farti fermare a dormire, e mia nonna ha fatto la torta al cioccolato che ti
piace tanto. È da un’ora.. hanno passato
l’ultima ora e mezza a chiedermi dove cazzo fossi, mentre tu eri a fumare
con quelle due teste di cazzo di Fra e Dilma. » tira un lungo respiro, cercando
di calmarsi almeno un pochino. « Mentre venivi qua cosa pensavi che sarebbe
successo? Che ti avrei fatto salire in casa, cercando una scusa decente per i
tuoi occhi bordeaux e l’odore di erba che ti porti dietro? »
Scossi leggermente la testa, non sapendo bene cosa dire. « N-no,
io… »
« Non pensavi, vero? Tu… non pensi mai a queste cose, vero? Alle
conseguenze delle tue azioni del cazzo.. sei troppo concentrato su te stesso,
per pensarci. »
Boccheggio qualche secondo, faticando a respirare e anche a stare
in piedi senza barcollare. Non so cosa dire, non so che scusa cercare,
stavolta. « Mi dispiace.. » è l’unica cosa che riesco a mormorare, ancora una
volta.
E ancora una volta lui non fa altro che irritarsi ancora di più.
Storce la bocca, infastidito. « mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace.. Solo
quello sai dire? sai cosa dispiace a me invece? Mi dispiace di essermi
innamorato di un idiota come te. » conclude, prima di andarsene, scuotendo la
testa e lasciandomi da solo.
C-ciao… non picchiatemi, per favore! ;_;
lo so che aggiorno una volta ogni 15 anni, ma…. Non ho scuse… MI
DISPIACE! ;_;
non ho né scuse, né ispirazione! Sono una persona orribile!
E Luca anche! E in questo capitolo Gio’ ci va piuttosto pesante..
povero Luca… u.ù
Però c’ha anche ragione, diciamo la verità, eh.. immagino sia una
malattia, non riesco a farli stare insieme felici e contenti per più di un paio
di capitoli.. XD mi piace il drama ahahahah poverini… XD
Vabeh, cagate a parte, se recensite mi fate felice, quindi fatelo,
che sono triste <3 <3
Per il prossimo capitolo cercherò di farvi aspettare un po’ di
meno, giuro **
Un bacio
Ale
p.s. non l’ho riletto, dopo averlo scritto, quindi probabilmente
farà cagare… usate l’immaginazione e fate finta che sia scritto bene <3