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Autore: demischoco    15/11/2012    4 recensioni
Sfruttata, maltrattata, violentata.
Ero costretta a prostituirmi.
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Non si faceva più vedere, non veniva a trovarmi, non doveva venire.
Credo che si sia sentito in colpa, o almeno spero, del fatto che gli ho urlato in faccia la mia vita, la mia squallida vita.


Solita routin, nottata di lavoro, lui mi da la mancia e io vado via.
Ritorno al supermercato, di nuovo sotto gli occhi di tutti, presi del cibo e andai a mangiare. Credo che ormai le persone che lavorano là dentro ci abbiano fatto l'abitudine.
Pago, esco fuori, mi ranicchio in un angolino e inizio a mangiare.
Non mi sento sola, c'è qualcuno con me, sento che si avvicina, viene verso di me, chi sei? Che vuoi?

-tutta sola?-
-che ti frega- non gli rivolsi lo sguardo.
-io di solito mangio a casa mia.-
-peccato che una casa non c'e l'abbia.- posai tutto a terra e appoggiai la testa in mezzo le ginocchia.
Era ancora lì a fissarmi, si può sapere che cazzo vuole sto tizio?

-Crede di stare a guardarmi ancora per molto?- alzai lo sguardo, lo vidi, era un ragazza alto, capelli castano chiaro sbrizzolati, aveva addosso una felpa rossa e una maglia a righe rossa che si intravedeva sotto, pantaloni blu con le pieghe alle caviglie, vans senza calze, eppure sapevo che carnevale era già passato.
-Starò qui fino a quanto non mi dirai che ci fai qui tutta sola?-
-Sono affari miei chiaro?-
-So che lavoro fai.-
-Va bene o capito, quanto mi dai? Non accetto soldi che siano sotto i 50.- mi alzai appoggiando le mani sui fianchi.
-Ahaha no no, non hai capito un bel niente.-
-E allora che cazzo vuoi?-
-Una babysitter.- hahaha bella questa, ma si e rincitrullito tutto di colpo? Questo non sta bene.
-Si dai, dove sono le telecamere?- risi girandomi attorno.
-Non è uno scherzo.- sorride, continua a tenere quel sorriso da ebete sul viso. Caro, se ti tiro un pugno in faccia quel sorriso lo mantieni ancora?
-Ti prego smettila, sei patetico.- lo guardai con disprezzo.
-Lo vuoi un lavoro migliore o no?- domandò convinto.
Non risposi, stavo seriamente pensando che questo facesse sul serio.
-O capito, vieni con me.- mi prese per i polsi trascinandomi verso di lui.
-Ahia, non strattonarmi.- ritirai il braccio e mi massaggiai il polso con la mano.
-Si vabè ma muoviti.- iniziò a camminare.


Mi fece salire in macchina e l'accese.
Correva, correva troppo veloce.
-Vuoi rallentare? Metti paura.- rallentò.
-Ci sono abituato, scusa.- tranquillo.

Parcheggiò la macchina davanti una villetta enorme.
-Dove siamo?- domandai.
-Questa e casa mia.-
 
Mi portò dentro e mi accolse facendomi conoscere tutta la reggia che mi si presentava davanti agli occhi.
Mobili perfetti nei minimi particolari, ordinata, profumata, accogliente.

-Adesso non c'è nessuno, va a farti una doccia e mettiti dei vestiti di mia sorella, mia madre se ti vede conciata così caccia prima te e poi me che ti ho portata qui.-
Mi accompagnò in bagno.
-Non fare cazzate e datti una mossa.- disse per poi chiudere la porta che venne poco dopo bloccata dal mio piede.
-Perchè mi stai aiutando.-
-Ti spiego dopo.- sorrise di malavoglia.

Iniziai a spogliarmi per poi farmi trasportare dall'acqua calda che mi circondava ogni minima parte del corpo.
Dieci minuti, mi asciugo.
Vedo entrare quel ragazzo che mi da gli indumenti, un pò imbarazzato credo, notando il suo rossore non appena mise piede in bagno.
-Grazie.- gli sorrisi.
Ricambiò e uscì fuori.
Mi vestii e misi le scarpe. Avevo una maglia bianca abbastanza attillata, un jeans stretto fino alla caviglia e delle superga bianche con la giacchettina beige.
Pulita e ordinata, questo era quello che mi sentivo.

-Allora?- dissi mostrando gli indumenti al ragazzo.
-Stai da favola, ora andiamo giù, conoscerai le mie sorelline.- sorrise.
-Aspetta, sicura che tua sorella non si arrabbi per i suoi vestiti?-
-Mia sorella è ormai un anno che non c'è più, è partita in italia e ha lasciato tutto qui.- sorrise. Mi tranquillizzai.

Scesi giù e con mia grande sorpresa vidi due ragazzine paffutelle, bionde, carine come la loro madre, una donna bella e raffinata che appena mi vide mi sorrise.
-Visto? Ci sono riuscito.- disse lui.
-Fatti un pò vedere.- si avvicinò a me e mi fece fare un giro intorno a me stessa.
-Si, può andare.- mi sorrise esterefatta, stesso identico sorrise del ragazzo.
-Piacere Shannon.- gli porsi una mano.
-Piacere mio, Johannah, benvenuta nella nostra casa, fa come se fossi a casa tua.- certo, casa mia.
-Ti presento Daisy e Phoebe.- si presentarono in tutta la loro bellezza.
-Ciao.- gli sorrido.
-Ciao.- rispose timidamente Daisy.
-Ciaoo.- Phoebe.
Vidi spuntare altre due ragazze, molto carine direi.
-Ah dimenticavo, loro sono Lottie e Felicite.-
-Piacere Shannon.- strinsi la mano a Felicite.
-Hei quella e la maglia di ...- stava per rispondere Lottie ma venne interrotta da suo fratello.
-Ok, vi siete conosciute adesso deve proprio andare.- spuntò dal nulla lui.
-Ehm si..- sorrisi.
-Ciaoo.- disse il ragazzo.
-Ci vedremo domani, ciao Shannon.- mi salutò la madre.

-Che ne pensi?- camminammo per la strada.
-Che è tutto così strano.- mi fermai.
-Cioè?-
-Così da un giorno all'altro passo alla bella vita, non so davvero come ringraziarti.-
-Un grazie mi basta.- mi sorrise.
-Hei non mi hai ancora detto il motivo per cui mi aiuti.-
-Ecco vedi, io ho un'altra sorella, Georgia, aveva 18 anni. Ecco lei era una ragazza che ti somiglia parecchio, lei ha avuto una vita un pò difficile, proprio come la tua, da quando mia madre si trovò un altro uomo lei non volle accettare questo fatto, un giorno scappò di casa, iniziò a prostituirsi, proprio
come te, quando un giorni la vidi in giro, tutta sola, uscire da un supermercato e stringersi a se in una scorciatoia, lei è il cibo, tutto ciò che gli fù rimasto, proprio come te.-
Mi scese una lacrima, una lacrima di sofferenza. Sapere che quella adorabile ragazza anche essendo più piccola di me, passò tutto quello che avevo passato io.
E' frustante.
Lo abbracciai, lui ne rimase sorpreso.
-Mi dispiace.- dissi con un filo di voce.
-Lei adesso sta bene, vive in America con suo marito, non voglio che una ragazza bella come te debba passare ciò che ha vissuto mia sorella.-
Lui si che è un ragazzo speciale.
-Sei un angelo, mi hai salvata da quella vita infernale, non saprò mai come ringraziarti, davvero grazie.- Altre gocce soprassavano il mio viso.
Mi abbracciò a sua volta. Un abbraccio affettuoso, pieno di amicizia, miscugli di emozioni.

-Pensandoci, tu sai il mio nome ma io non so il tuo.- sorrisi.
-Louis, il mio nome e Louis.-

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SPAZIO AUTRICE
Recensite in tante, mi fa sempre piacere sapere le vostre opinioni.
Scusate gli errori.
Grazie. c:

-Marti.
  
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