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Autore: MightyZuzAnna    16/11/2012    2 recensioni
La ragazza correva veloce tra i lunghi e deserti corridoi della scuola. Il rumore dei suoi passi era l’unico udibile, nonostante qualche ora prima frastuoni assordanti riempissero lo spazio e il tempo; quel silenzio irreale le metteva i brividi, troppo abituata a vedere la scuola brulicare di studenti dagli undici ai diciassette anni.
Corse a perdifiato, svoltò un angolo e per poco non travolse qualcuno. Solamente grazie ai suoi buoni riflessi, e a quelli del ragazzo, non si scontrarono. Ella alzò lo sguardo e i suoi occhi si velarono nel vedere quel volto amico così stanco, pieno di ferite e addolorato.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelina Johnson, Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K.Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.




Ginger raggiunse con l’autobus King’s Cross e s’inoltrò tra le miriadi di persone che camminavano, facendosi largo con il carrello carico del suo baule e della cuccetta con dentro la sua gatta, Silver. Arrivò davanti al binario nove e dieci; con assoluta nonchalance si posizionò davanti alla barriera e tranquillamente gli andò contro attraversandola. Sorrise nel ricordare la prima volta che dovette farlo.
 

I signori Weasley vennero a prenderla con una vecchia Ford Anglia turchese dove, comodamente seduti, stavano tutti i loro figli.
«Salve signori Weasley, vi ringrazio per tutto l’aiuto che ci state dando» disse Helena prendendo le mani di Mrs Weasley in segno di gratitudine.
«Ma figurati cara, se preferisci puoi chiamarci Molly e Arthur»
Helena sorrise e si volse per andare a chiamare la figlia ma fece un urlo sorpresa. Ginger la guardò divertita.
«Eeeeh, povera la mia mamma! Ormai non hai più un cuor di leone!»
«Gin! Semplicemente non mi aspettavo di trovarti qui e così vicina! Pensavo fossi in camera» cercò di giustificarsi Helena. «Vi seguiamo con la macchina. Voglio assistere alla partenza della mia piccola»
Molly e Arthur annuirono ed entrarono in macchina facendo da guida a Mrs Smith.
Arrivarono a King’s Cross per le undici meno un quarto, in un terribile ritardo a detta di Mrs Weasley che incitò il maggiore dei figli a raggiungere il binario.
«Scusi, signora Weasley. Sul biglietto c’è scritto binario nove e tre quarti, ma dov’è?» chiese Ginger poco prima di veder sparire Charlie. Sussultò sorpresa e con lei Helena.
«Come hai appena visto, devi soltanto camminare dritto in direzione della barriera tra il binario nove e dieci» fece Molly Weasley, mentre Percy spariva a sua volta risucchiato nel muro. «Non ti preoccupare non ci andrai a sbattere. Se sei nervosa, meglio andare a passo di corsa. Va' prima di Fred e George, noi ti raggiungiamo subito»
Ginger annuì. Posizionò il carrello e guardò la barriera. Cominciò a camminare in quella direzione col cuore martellante. Accelerò il passo fino a chinarsi sul carrello e spiccare una corsa. La barriera si avvicinava sempre di più e il panico la prese, ma continuò a muoversi; chiuse gli occhi preparandosi all’impatto. L’urto però non arrivò, sentì piuttosto una strana sensazione, come se una pellicola invisibile l’avesse sfiorata. Aprì gli occhi e si ritrovò su un binario gremito di gente vestita con lunghi mantelli e cappelli a punta. Poco più in là una locomotiva a vapore scarlatta stava ferma mentre sbuffi di fumo si alzavano in grossi anelli. Si voltò indietro e vide un arco in ferro battuto, con su scritto Binario Nove e Tre Quarti. Sorrise entusiasta, ce l’aveva fatta.
 

Ritornò al presente quando qualcuno la urtò. Non ci fece molto caso e si fece largo tra la folla finché non trovò uno scompartimento vuoto verso la coda del treno. Sistemò la cuccetta di Silver e iniziò a sollevare il baule per caricarlo sul treno. Due volte le cadde sul piede a causa del suo eccessivo peso e delle persone che la spintonavano e le facevano perdere l’equilibrio.
«Serve una mano?» chiese una voce terribilmente familiare alle sue spalle.
Si voltò e saltò praticamente addosso a George che la prese al volo ridendo.
«George!» esclamò Ginger felice. «Fred!»
Dalle braccia muscolose del primo gemello passò alle altrettanto muscolose braccia di Fred.
«Mi siete mancati!» esclamò Ginger abbracciando entrambi.
«Eeeeh, è stato un lunghissimo tempo, non è vero George?» iniziò Fred. «Hai ragione Fred, in fondo ci siamo sentiti solamente una settimana fa» continuò George.
Si separarono delicatamente dall’abbraccio. Fred diede un piccolo buffetto sulla fronte a Ginger sorridendole divertito, mentre quest’ultima gli faceva la linguaccia.
«Fottiti, Weasley» disse Ginger fingendosi offesa.
«Oh, ma come siamo volgari, Mosely» la prese in giro George.
«Smettetela di prendermi in giro e datemi una mano con il baule!»
«Agli ordini, signorina!» dissero in coro i gemelli facendo anche il saluto militare.
Ginger scosse la testa rassegnata, mentre un gemello sistemava in un angolo dello scompartimento il baule.
«Avete già preso posto?»
«No, Molly ci starà cercando» dissero nuovamente in coro, chiamando la madre per nome.
Ginger alzò gli occhi al cielo e come per conferma, giunse la voce della signora Weasley che cercava i due figli sedicenni.
«Vieni a salutare Molly? Ci sono anche Bill e Charlie» disse Fred.
Ginger si illuminò a sentir quelle parole e annuì seguendo poi i gemelli.
«Signora Weasley!» esclamò Ginger correndo ad abbracciare la donna paffutella che, appena la vide, fece un grosso sorriso e le si fiondò addosso, stringendola in un abbraccio spacca costole.
«Bill! Charlie! Da quanto tempo!» disse Ginger abbracciando i due Weasley maggiori.
«Ron! Harry! Hermione! Ginny! Ma come siete cresciuti!» disse poi rivolgendosi ai tre quattordicenni e alla tredicenne, abbracciandoli.
«Mamma mia, Gin, sembra che tu non li veda da secoli!» la prese in giro George.
«Oh, ma sta zitto George!» disse Ginger continuando a spupazzare la piccola Ginny.
«E il vecchio Percy dove è andato a mummificarsi?» chiese Ginger non vedendolo; gli altri scoppiarono a ridere.
«E’ al lavoro. Lavora al Ministero, assistente di Caramell» le rispose Ron sorridendole.
I ragazzi non potevano perdersi più molto in chiacchiere così si diedero gli ultimi saluti.
«Può darsi che ci vedremo più presto di quel che pensate» disse Charlie con un gran sorriso mentre abbracciava Ginny.
«Perché?» chiese Fred molto incuriosito.
«Lo vedrete» disse Charlie. «Ma non dite a Percy che ve l’ho detto… sono ‘informazioni riservate fino a che il Ministero non deciderà di renderle note, in fondo’» disse imitando il modo pomposo di Percy.
«Sì, vorrei tanto tornare a Hogwarts quest’anno» disse Bill, le mani in tasca, guardando il treno con malinconia.
«Perché?» chiese George impaziente.
«Sarà un anno interessante per voi» disse Bill, con gli occhi che brillavano di entusiasmo. «Potrei magari prendermi un permesso per venire a dare un’occhiata»
«Un’occhiata a cosa?»chieseRon.
Ma in quel momento il treno fischiò, e Molly li sospinse verso le porte. Diedero gli ultimi saluti sporgendosi dai finestrini.
«Quella donna mi farà impazzire» borbottò Fred iniziando a muoversi.
Ginger ridacchiò e lo seguì entrando nello scompartimento dove aveva posato il suo bagaglio.
«Magari c’entrerà il fatto che abbiamo dovuto portare un abito da cerimonia» disse Ginger pensosa sedendosi accanto al finestrino, di fronte a George. «Chissà poi a che servirà»
Qualche minuto dopo, a loro si aggiunsero Lee Jordan, grande amico dei gemelli, e Angelina Johnson, grande amica di Ginger.
I gemelli si lanciarono in una conversazione animatissima sul Quidditch e Ginger, nonostante fosse una grande tifosa, non volle ascoltare perdendosi nei ricordi.
 

Ginger entrò in uno scompartimento vuoto, posizionò il suo bagaglio in un angolo e si mise seduta accanto al finestrino, osservando il paesaggio che scorreva. La porta si aprì e una ragazzina scura di pelle, coi capelli lisci si fece avanti.
«Ciao, posso stare qui? Il treno è pieno zeppo» disse la coetanea con un grande sorriso.
Ginger annuì ricambiando il sorriso. Una volta che la ragazzina si fu messa comoda davanti a lei, si presentò.
«Mi chiamo Ginger Mosely. Tu?»
«Angelina Johnson. Piacere»
Il silenzio calò tra le due finché iniziarono a parlare dell’emozione di trovarsi sull’Espresso per Hogwarts. Entrambe speravano di capitare in Grifondoro e di diventare grandi amiche.
 

Fu portata bruscamente alla realtà dal suo baule che le cadde sul piede dopo una curva.
«Ahia!» ululò di dolore Ginger. I suoi amici scoppiarono a ridere.
«Ah-ah! Molto divertenti davvero! Il mio povero piede!»
«Dai, ti do una mano» disse George ridacchiando. Prese il baule e lo portò sopra la sua testa, mettendola sulla rastrelliera.
Ginger si sorprese a guardare le braccia del rosso lasciate scoperte dal pullover azzurro, provando un lungo brivido alla schiena. Distolse quasi subito la vista sentendosi le guance rosse.
«Grazie» disse Ginger a mezza voce.
«Niente»
«Ho sentito che quest’anno c’è stata la Coppa Mondiale di Quidditch. Ci siete stati?» chiese Ginger, intavolando una lunga discussione.
«E’ stata fantastica!» risposero in coro i gemelli con gli occhi che gli luccicavano di entusiasmo.
«Oooh! Avrei voluto tanto esserci!» sospirò Ginger.
«Peccato per il dopo partita» disse Lee.
«Perché? Che è successo?»
«Non lo sai?» chiese Angelina sorpresa.
Ginger si sentì una stupida e scosse lentamente la testa.
«Beh, dopo la partita sono arrivati i Mangiamorte che hanno distrutto il campo. E’ apparso anche il Marchio Nero»
«Il Marchio Nero?»
«E’ il simbolo di Tu-Sai-Chi. I Mangiamorte mostravano il Marchio Nero ogni volta che uccidevano…» le spiegò George, reprimendo un brivido freddo.
Ginger rimase a bocca aperta. «Quindi è morto qualcuno?»
Fred scosse la testa e il discorso cadde nel vuoto.

La sera era calata e gli altri decisero di cambiarsi prima che il treno si fermasse. Le ragazze uscirono permettendo ai ragazzi di cambiarsi essendo i più veloci, poi toccò a loro, ma, mentre Angelina dopo qualche minuto era impeccabile, Ginger non riusciva a trovare la sua divisa ed era andata nel panico.
«Usa una mia» disse Angelina porgendo la sua divisa di scorta.
La mora la guardò con occhi riconoscenti e si profuse in mille ringraziamenti. Angelina uscì.
Ginger aveva appena sbottonato i pantaloncini corti e tirato un po’ su l’orlo della magliettina turchese che indossava, quando la porta del suo scompartimento si aprì, rivelando una testa rossa.
«Gin…» iniziò a dire George, ma si bloccò vedendo l’amica.
«George! Esci immediatamente da qui!» urlò Ginger imbarazzata, lanciandogli la prima cosa che gli capitava sotto mano: la sua bacchetta.
«Ahi!» fece George toccandosi la testa e chiudendosi lo scompartimento dietro le spalle appena in tempo prima di vedersi arrivare in faccia un vecchio cellulare, che ruppe il vetro.
Ginger riprese a cambiarsi il più velocemente possibile per non far aspettare molto i suoi amici, e dopo qualche minuto era pronta. Si riappropriò della bacchetta e con un semplice «Reparo» riparò il vetro. Poi uscì dallo scompartimento sorprendendo George a tirarsi qualche schiaffetto sul volto. Lo guardò stranita, mentre lui riprendeva una postura normale e scendeva dal treno.
«Sai George, prima non me ne ero accorta ma tu e Fred siete diventati due giganti!» scherzò Ginger guardandolo dal suo 1,72 di altezza.
«Ed io che pensavo che fossi diventata nana di colpo» la prese in giro George.
Scoppiarono entrambi a ridere e si unirono agli altri, avanzando attentamente lungo la banchina buia insieme al resto della folla. Un centinaio di carrozze erano schierate in attesa fuori dalla stazione.
Ginger sussultò alla vista delle strane creature tra le stanghe: erano completamenti privi di carne, i manti neri aderivano allo scheletro, di cui era visibile ogni osso. Avevano teste di drago, con occhi senza pupille, bianchi e sgranati. Dal garrese spuntavano vaste ali nere dalla consistenza di cuoio.
La mora impallidì ricordandosi improvvisamente di una lezione di Hagrid, il guardiacaccia professore di Cura delle Creature Magiche, sui Thestral.
«Ginger?» la richiamò qualcuno da dentro la carrozza.
«Sì… Arrivo» mormorò Ginger salendo.
La porta si chiuse con un colpo secco, facendo sussultare impercettibilmente Ginger, e qualche momento dopo partirono rombando e schizzando acqua per il sentiero che conduceva a Hogwarts. Attraversarono i cancelli, fiancheggiati da statue di cinghiali alati, e su per il ripido viale, oscillando pericolosamente in quella che stava diventando una tempesta. Ginger, la fronte appoggiata al finestrino, vide Hogwarts e le sue finestre illuminate da una luce confusa e tremolante avvicinarsi. Molti fulmini esplosero con un rombo assordante facendo spaventare molte ragazze che strillarono.
Ginger, Fred, George, Angelina e Lee balzarono giù dalla loro carrozza sfrecciando per gli scalini e trovando riparo nell’imponente Sala d’Ingresso illuminata dalle torce con la sua grandiosa scalinata di marmo.
«Cavolo» disse Ginger raccogliendosi i capelli e strizzandoli fino a fargli togliere l’acqua accumulata in pochi secondi. «Pen... ARGH!»
Un grosso palloncino giallo pieno d’acqua era caduto giù dal soffitto sulla testa della ragazza ed era esploso. Ginger, con il ciuffo che ora le ricopriva metà faccia, boccheggiava incredula. In un nano secondo si riprese, si scostò la ciocca di capelli e guardò in su dove a sei metri di altezza, a mezz’aria, stava Pix il Poltergeist, un omino con il berretto coperto di campanelle e il papillon arancione, che prendeva la mira con la faccia maligna deformata dalla concentrazione.
«Pix!» ringhiò furiosa Ginger.
«PIX!» urlò un’altra voce adirata. «Pix, vieni giù IMMEDIATAMENTE!»
La professoressa McGranitt, vicepreside della scuola e direttrice della Casa di Grifondoro, era arrivata di fretta dalla Sala Grande; scivolò sul pavimento bagnato e si aggrappò al collo di Ginger per non cadere, finendo anche per bagnarsi la veste. «Oops… Chiedo scusa, signorina Mosely…»
«Si figuri» disse Ginger in un verso strozzato, massaggiandosi la gola.
Fred e George se la ridevano alla grande mentre Ron, altra vittima di un gavettone di Pix, sputacchiava un po’ di acqua e se la scrollava dai capelli. Tutti insieme attraversarono sgocciolando per la Sala d’Ingresso e attraverso la doppia porta sulla destra, con Ginger e Ron che borbottavano inviperiti.
La Sala Grande era magnifica come sempre, decorata per il banchetto d’inizio anno. Piatti e calici d’oro scintillavano alla luce di centinaia e centinaia di candele che galleggiavano a mezz’aria sopra i tavoli. Le quattro lunghe tavolate delle case erano affollate di studenti vocianti; in fondo alla Sala, gli insegnanti sedevano lungo un solo lato di un quinto di tavolo, di fronte agli allievi. Ginger, Fred, George e Lee, Angelina aveva raggiunto Katie Bell e Alicia Spinnet, si accomodarono al tavolo Grifondoro. Dopo qualche minuto di chiacchiericcio le porte della Sala Grande si aprirono facendo cadere il silenzio. La professoressa McGranitt guidò una fila di studenti del primo anno fino all’altro capo del salone. Poi posizionò uno sgabello a quattro gambe davanti alla fila e vi sistemò sopra un cappello che prese a cantare la consueta canzone di benvenuto, che ogni anno cambiava.
Il Cappello Parlante finì e la Sala Grande esplose in applausi. La professoressa di Trasfigurazione stava srotolando un gran rotolo di pergamena. Ginger sorrise nostalgica nel ricordare il suo smistamento.
 

La professoressa McGranitt venne a prenderli e Ginger, con il cuore martellante e una morsa fastidiosa allo stomaco, si mise in fila dietro ad Angelina mentre dietro di lei c’era Fred; oltrepassarono un paio di doppie porte, ed entrarono nella Sala Grande.
Ginger rimase a bocca aperta. La sala era grande e illuminata da migliaia e migliaia di candele sospese a mezz’aria sopra quattro lunghi tavoli dove erano seduti gli studenti. I tavoli erano apparecchiati con piatti e calici d’oro scintillanti. In fondo alla sala c’era un altro tavolo lungo, intorno al quale erano seduti gli insegnanti. Ginger ebbe un incontro ravvicinato con un fantasma che l’attraversò, facendole venire i brividi e impallidire. Per un attimo sentì la terra mancarle sotto i piedi, ma si riebbe presto per vedere la professoressa posare uno sgabello a terra e poggiarci di sopra un vecchio cappello logoro, sporco e rattoppato. Uno strappo vicino al bordo si spalancò come una bocca e incominciò a cantare.
Finita la canzone la professoressa McGranitt si fece avanti tenendo in mano un lungo rotolo di pergamena.
«Quando chiamerò il vostro nome, voi metterete il cappello e vi siederete sullo sgabello per essere smistati» disse.
Ginger alzò il naso all’in su notando solo in quel momento il cielo stellato sopra la sua testa. Toccò qualche Serpeverde e Tassorosso prima che la sua amica Angelina venisse collocata in Grifondoro, subito dopo seguita da un certo Lee Jordan con grande esultanza dei Grifondoro e dei gemelli Weasley. Qualche ragazzo dopo toccò a un certo Montague Graham, e poi finalmente toccò a lei.
«Mosely, Ginger!» chiamò la professoressa.
Ginger deglutì e avanzò il più velocemente possibile. Si sedette e un attimo dopo la sua visuale fu coperta dal cappello.
«Umh…» fece una vocina al suo orecchio. «C’è coraggio, lealtà, una buona sconsideratezza delle regole, intelligenza e talento, tanto talento. Ho deciso! GRIFONDORO!»
Ginger fece un sospiro sollevato e con un gran sorriso corse a sedersi accanto a Charlie Weasley, davanti alla sua amica Angelina.
 

Una gomitata nelle costole la riportò alla realtà. Si lamentò a bassa voce e guardò trucemente Fred che aveva la bocca piena e la guardava con un aria innocente.
«Ti eri incantata» si giustificò lui una volta ingoiato il boccone di patate schiacciate.
Ginger fece una smorfia e prese a mangiare con calma.
La pioggia sembrava non voler cessare e continuava a battere forte sui vetri delle finestre. Un tuono scosse i vetri e il lampo di un fulmine illuminò i piatti dorati mentre questi si svuotavano e venivano riempiti di dolci.
«Uh! Torta al cioccolato!» esclamò Ginger prima di mettersi una fetta bella grande nel piatto.
«Attenta che poi ingrassi!» dissero in coro i gemelli.
«Oh, meglio! Così vi rotolo addosso e vi uccido!» esclamò Ginger inviperita.

«Dunque!» esordì Silente, sorridendo a tutti quanti «Ora che siamo tutti sazi e dissetati, devo richiamare ancora una volta la vostra attenzione su alcuni avvisi. Mastro Gazza, il custode, mi ha chiesto di dirvi che la lista di oggetti proibiti dentro le mura del castello quest’anno è stata estesa agli Yo-yo Ululanti, ai Frisbee Zannuti e ai boomerang Rimbalzatutto. La lista completa comprende qualcosa come quattrocentotrentasette oggetti, credo, e può essere consultata nell’ufficio di Mastro Gazza, se qualcuno volesse controllare.
«Come sempre vorrei ricordare a tutti voi che la Foresta compresa entro i confini del parco della scuola è proibita agli studenti, come lo è il villaggio di Hogsmeade a tutti coloro che non sono ancora al terzo anno.» Fece una pausa. «E’ altresì mio doloroso dovere informarvi che la Coppa del Quidditch quest’anno non avrà luogo»
Ginger si voltò verso i gemelli che aprivano e chiudevano la bocca senza emettere alcun suono, troppo sconvolti per parlare.
Silente riprese: «Ciò è dovuto a un evento che prenderà il via in ottobre e continuerà per tutto l’anno scolastico, impegnando molto del tempo e delle energie degli insegnanti: ma sono certo che vi divertirete tutti enormemente. Ho l’immenso piacere di annunciare che quest’anno a Hogwarts...»
Ma in quel momento risuonò un tuono assordante e le porte della Sala Grande si spalancarono con un grande botto facendo sussultare sul posto molti studenti.
Sulla soglia c’era un uomo appoggiato a un lungo bastone, avvolto in un mantello nero da viaggio. Un lampo improvviso lo illuminò. L’uomo si tolse il cappuccio rivelando una folta chioma di lunghi capelli brizzolati, poi, zoppicando leggermente, avanzò verso il tavolo degli insegnanti.
Un sordo clunk echeggiò nella Sala un passo sì e uno no. Un altro lampo illuminò il suo volto pieno di cicatrici. La bocca pareva un taglio diagonale, e mancava un grosso pezzo di naso. Ginger aguzzò la vista e quando i suoi occhi si soffermarono su quelli di lui, un lungo brivido freddo le percorse la schiena.
Uno era piccolo, scuro e lucente. L’altro era grande, tondo come una moneta e di un vivace blu elettrico. Quest’ultimo si muoveva frenetico, su e giù, destra e sinistra.
Lo straniero raggiunse Silente e gli porse la mano piena di cicatrici, Silente la strinse, scambiarono qualche parola prima che il preside tornasse a rivolgersi alla folla ammutolita.
«Vorrei presentarvi il nostro nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure» annunciò brevemente Silente, «il professor Moody»
Tutti erano troppo sconcertati per poter applaudire, come era solito fare ad ogni nuovo arrivo, e Silente e Hagrid, gli unici ad applaudire, smisero ben presto.
«Come stavo dicendo» disse sorridendo, «nei prossimi mesi avremo l’onore di ospitare un evento assai emozionante, un evento che non ha luogo da più di un secolo. E’ con grandissimo piacere che vi informo che il Torneo Tremaghi quest’anno si terrà a Hogwarts».
«Sta SCHERZANDO!» disse Fred ad alta voce.
Ginger tirò per la manica Fred, intimandogli di sedersi visto che per l’entusiasmo e l’incredulità si era alzato in piedi.
«Non sto scherzando affatto, signor Weasley» disse, «anche se, ora che me l’ha ricordato, ne conosco una niente male su una banshee, un troll e…»
La professoressa McGranitt tossicchiò sonoramente.
«Oh, ehm… Dov’ero rimasto? Ah, giusto! Il torneo Tremaghi… beh, alcuni di voi forse non sanno di che si tratta, quindi spero di non annoiare eccessivamente chi ne è a conoscenza con questa breve spiegazione. Il Torneo fu indetto per la prima volta 700 anni fa, come competizione amichevole tra le maggiori scuole europee di magia: Hogwarts, Beuxbatons e Durmstrang. Venne scelto un campione per rappresentare ciascuna scuola e i tre campioni gareggiarono in tre imprese magiche. Le scuole si alternavano nell’ospitare il Torneo ogni cinque anni, tuttavia quando il tributo di morti divenne eccessivamente elevato fu deciso di sospendere il Torneo»
Ginger trattenne istintivamente il fiato. Il tributo di morti?
Fred e George iniziarono a confabulare tra di loro, eccitati e la paura nella ragazza si fece pressante.
«Non avrete mica intenzione di partecipare, vero?» sussurrò Ginger, mentre Silente informava che i presidi delle altre scuole li avrebbero raggiunti agli inizi di ottobre e che il premio sarebbe stato di mille galeoni.
«Io ci sto!» sibilò Fred lungo il tavolo, il viso acceso d’entusiasmo alla prospettiva di tanta gloria e ricchezza.
Ginger impallidì. «Stai scherzando? Anche tu vuoi partecipare?» chiese poi rivolgendosi a George, che annuì entusiasta.
In suo aiuto venne Silente: «Pur sapendo quanto ciascuno di voi sia desideroso di portare a Hogwarts la coppa Tremaghi, i presidi delle scuole partecipanti, assieme al Ministero ella Magia, hanno convenuto di imporre un limite d’età per gli sfidanti di quest’anno. Solo gli studenti dai diciassette anni in su potranno partecipare. Questa» disse Silente alzando la voce, poiché alle sue parole una rumorosa protesta si scatenò a quelle parole; i gemelli erano furibondi, «è una misura necessaria, dal momento che le prove del Torneo saranno difficili e pericolose. Mi assicurerò personalmente che nessuno studente di età inferiore inganni il nostro giudice imparziale» i suoi occhi scintillarono sulle facce ribelli di Fred e George. «Pertanto vi prego di non perdere tempo a iscrivervi se avete meno di diciassette anni. E ora è tardi, dunque, è ora di andare a letto! Forza, veloci!»
Silente si risedette e si voltò a parlare con Malocchio. Ci fu un gran fracasso di sedie spostate mentre tutti si alzavano e sciamavano nella Sala d’Ingresso.
«Non possono farlo!» esclamò George, che non si era unito alla folla che avanzava, e che, insieme al gemello, osservava torvo Silente. «Compiamo diciassette anni ad aprile, perché non possiamo provarci?»
«Perché li compite appunto ad aprile che non potete partecipare» disse Ginger facendo un passo, prima di voltarsi e guardare i rossi con sguardo severo.
«Non riusciranno ad impedirmi di partecipare» disse Fred cocciuto. «I campioni fanno un sacco di cose che normalmente uno non ha il permesso di fare. E il premio è di mille galeoni!»
«Fred! Per favore, non dire sciocchezze! Ci rimetteresti la vita!» disse Ginger soffocando un lamento.
«Ha ragione Ginger, è una sciocchezza!» le diede man forte Hermione.
Ginger le lanciò uno sguardo riconoscente prima di voltarsi verso i gemelli che la guardavano crucciati.
«Bene» ringhiò Ginger lanciando un’ultima occhiata rabbiosa ai suoi amici.
Si diresse a passo furioso verso l’Ingresso e in poco tempo arrivò davanti al dipinto della Signora Grassa che le chiese la parola d’ordine.
«Guazzabuglio» rispose sicura Ginger.
Ginger entrò nella sua camera trovando, sedute a cerchio per terra, Angelina, Alicia Spinnet, Patricia Stimpson e Grace Button. Le salutò e si sedette insieme a loro iniziando a chiacchierare.


L'Angolo della Sadica:
Salve a tutti! Sono ritornata con un nuovo emozionante (?) capitolo ^^
Vorrei ringraziare:
ali7m per aver recensito; Jollyna per averla messa tra le preferite; Sandyblack94 e valepassion95 per averla messa tra le seguite.
Mi avete fatto veramente molto felice ^^ sembra che io non sia mai stata così popolare XD

Ovviamente anche un grande, grande grazie a tutte le altre persone che l'hanno letta, e spero che alcuni di voi si facciano avanti per lasciarmi delle recensioni ;)

Mi sembra strano che ancora non abbia fatto/detto una cattiveria... Vediamo... Potrei mettervi un anticipo *-*
Lettori, nel prossimo capitolo si avrà qualcosa per cui ridere e qualcosa per cui preoccuparsi...
A presto *ghigno malefico*
Vostra Sssssadica preferita *-*

  
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