Principesse e Tartarughe Ninja
Stavolta non c’è
proprio nulla da ridere e l’unica comicità, se ci sarà, sarà da imputare alla
linguaccia biforcuta e politicamente scorretta della sottoscritta, non certo al
tema trattato, che è un argomento da trattare con molta delicatezza e rispetto
per le vittime: la violenza sulle donne.
Di recente ho visto
su rai 3 il promo di “Amore Criminale” e già quei pochi secondi o i pezzetti
che passano alle volte su “Blob” a me fanno venire gli
attacchi di furiosite acuta, una strana patologia che
mi porta a sfogare l’incazzatoria accartocciando
istantaneamente la prima cosa che ho tra le mani. Se è ora di cena sono capace
di piegare le forchette come Yzma de “Le follie
dell’imperatore”.
In questo caso mi
ricordo che stavo mangiucchiando uno spicchio di mela e l’ho strizzato
facendone un purè, che poi però ho mangiato lo stesso perché odio gli sprechi.
Io mi chiedo: perché? Perché noi donne dobbiamo non
solo fare da punching ball fisicamente e moralmente a quelle mutazioni genetiche
ambulanti che sono i maschi ma anche finire macinate nel tritacarne
dell’audience televisivo con le nostre sciagure?
Non è una critica
alla conduttrice del programma che anzi è molto più professionale di molte
altre, è proprio una critica al modo di pensare che ha portato a creare un
programma del genere.
Sapete come si dice
dalle mie parti? “Dopo la vendemmia Mastro Giovanni mette i pali (quelli
attorno a cui dovrebbero arrampicarsi le viti che però ormai sono belle che
tagliate, ergo i pali sono completamente inutili).
Questo tipo di
programmi che ti raccontano il fatto atroce già bello e compiuto, lo
analizzano, si interrogano, fanno indignare e fanno diventare il sangue acido
come uno sgorga scarichi sono completamente inutili proprio perché parlano di
cose già successe a cui non si può rimediare.
Non sarebbe meglio
fare programmi per fare in modo che nessuna donna venga più picchiata dal
marito ubriaco, stronzo o tutte e due le cose?
Cominciamo dal
principio, proprio ab ovo (Ndr
l’uovo di Leda da cui nacque quella famosa Elena che fece in modo che il nome
di una città diventasse un appellativo femminile offensivo. Vuol dire
cominciamo dall’origine di tutto).
Le nostre bambine.
Educhiamole. Ma non educhiamole a fare le graziose bamboline perbenine, io intendo educhiamole a farsi rispettare.
Educhiamole che se
il compagnetto stronzetto le spintona o gli tira i
capelli loro non devono correre dalla maestra piangendo, devono riempirlo di
schiaffi così che la prossima volta ci pensi bene prima di rompergli le palle.
Il fatto di “tu non
fare niente, vai a dirlo alla maestra” fa nascere il seguente concetto nella
mente della povera pargola: “quello lì è brutto e cattivo e se io lo dico alla
maestra lei lo punirà. Eh eh! Allora io glielo dico e
ci pensa lei che è più forte a vendicarmi” ed ecco che abbiamo creato una
futura donna vigliacca e perfida.
Le nostre bambine
non rinunciano affatto alla rivalsa, solo che cercano di ottenerla in altri
modi, quindi meglio lasciarle libere di farsi una bella scazzottata, e solo
dopo spiegargli che picchiarsi non è il modo migliore di risolvere i problemi.
Magari mentre gli medicate i graffi.
Lasciatele libere
di esprimere la loro aggressività se non volete ritrovarvi con adulte isteriche
e nevrotiche, quindi, vi prego, smettetela con quelle cavolo di principesse e
fatine cretine e fategli vedere le Tartarughe Ninja in TV!
E comprategli le
spade laser di Star Wars ed anche i Bey Blade, e se vi spaccano la cristalleria al grido di “che la
Forza sia con me” pazienza: in fondo anche voi vi eravate stufate di quel
servizio di bicchieri e non aspettavate altro che la scusa per comprarne uno
nuovo.
Poi tiratele via da
quel corso di danza classica che quasi tutte le partecipanti odiano a morte e
mandatele a fare karate o judo o qualunque altra cosa che gli insegni a menare
le mani.
Io ho frequentato
tre anni di danza classica e ogni volta che mettevo quel ridicolo tutù mi
vergognavo come una ladra, ed anche il body e la calzamaglia aderente occupano
un discreto posto nel podio dei traumi infantili. Il mio sogno era indossare la
tuta arancione sformata di Goku e imparare a spaccare le pietre a pugni.
Ma non solo io,
anche la maggior parte delle mie compagne non ci volevano andare a danza e non
gliene fregava proprio niente del pliè, del relevè e di tutte quelle cavolate francesi, ma come me
erano lì per un motivo: avevamo tutte delle madri che ai loro tempi avrebbero
voluto fare danza e non avevano potuto.
Come dice Eschilo
le colpe dei padri ricadono sui figli.
Parlavamo di
programmi TV prima che io mi lasciassi andare al racconto dei bei tempi andati,
no?
Allora io ho
un’idea per un nuovo format televisivo: un corso di autodifesa in video
lezioni.
Ora è uscita
un’arte marziale nuova che si chiama Krav Maga e per
la difesa personale è davvero perfetta. Mi chiedo se non sarebbe più utile fare
un tutorial di “come toglierti di dosso uno che ti vuole violentare” piuttosto
che uno di “come truccarti per apparire splendida splendente”
Oppure istituiamo
corsi di difesa gratuiti nelle scuole accanto a quelli di aerobica e pallavolo,
che per carità sono tanto belle ma in caso di aggressione sono poco utili.
Io sono convinta
che la vera parità tra i sessi si raggiungerà quando nella coppia o nessuno dei
due viene picchiato o tutti e due si rovinano di mazzate a vicenda in maniera
equa.
A me piacerebbe
tantissimo aprire il giornale una mattina e leggere titoli come “Birnoccio sul Pollino: il marito la prende a schiaffi e lei
gli rompe un braccio” oppure “Revalate nel Trevisone: lui prova a picchiarla con la cinghia e lei
reagisce pestandolo con il mattarello”
Che soddisfazione,
ragazzi!
Sarebbe fantastica
anche un’altra cosa: un manuale.
Invece di centomila
libri su come cucinare il maiale in agrodolce vorrei vedere in libreria una
guida pratica su cosa fare se il maiale appartiene alla specie umana ed ha
scelto proprio voi come oggetto delle sue intenzioni suine.
E vorrei che fosse
scritto da una donna perché si sa che noi del genere femminile siamo più furbe
e ne sappiamo una più del diavolo come dice la pubblicità delle Tim con Dante,
quindi donne di tutto il mondo, unitevi (che non è un invito per un’orgia lesbo, eh!) e imparate a difendervi!