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Autore: karman    17/11/2012    2 recensioni
Isabella è un'insegnante con un passato doloroso, indecisoni e tormenti per il futuro. Fuggita dal suo paese per ricominciare si troverà ad affrontare la nascita di una nuova amicizia e di un nuovo semtimento per un suo collega, Edward, professore estremamente gentile e premuroso. Ma anche la vita di Edward non è stata tutta rose e fiori e i due troveranno nella loro amicizia il sostegno per andare avanti, per veder sorgere una "nuova alba" e vedere la loro amicizia tramutata irrimediabilmente in amore. Anche se alcuni eventi sul loro cammino impediranno di poter vivere da subito una storia felice, il loro amore dimostrerà l'indissolubilità di un legame nato per farli stare insieme.
Tratto dalla storia:"Ero pronta per ricominciare.
Ma lo ero veramente?
In realtà forse stavo solo scappando, dal mio Paese, dal mio lavoro, dalla mia storia.
Ma ne avevo bisogno.
Sentivo la necessità di resettare tutto e ripartire."
..........
"L’incontro terminò, la preside ci congedò e accadde quello che avrebbe modificato la mia permanenza in quella scuola: il professor Cullen si alzò e si avvicinò rivolgendomi un lieve saluto e un sorriso da far incantare gli angeli. "
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo 4
“ Avvicinamenti”
 
Da quel giorno incontrai Edward più o meno quotidianamente nella sala professori, anche se cerava di entrarci quando la maggior parte dei colleghi era uscita; mi sorrideva molto gentilmente, ma mi rivolgeva veramente poche parole. Era già un traguardo visto che agli altri diceva a malapena “ciao”. Ma questo suo modo di fare non mi dispiaceva, piuttosto mi turbava l’interesse che avevo verso quello che faceva quando era in quella sala con me.
Perché quando abbassavo gli occhi, tempo trenta secondi e sentivo la necessità di rialzarli e osservarlo? E perché mi sembrava che distogliesse sempre lo sguardo all’improvviso quando lo facevo? Forse erano viaggi che mi facevo io, ma mi piaceva guardarlo quando leggeva e scriveva. Aveva un’aria molto…impegnata. Nei dormitori poi ci eravamo visti solo due volte. Io rientravo molto tardi dalla biblioteca per la prima catalogazione dei documenti e non avevamo avuto modo di parlare di nulla: sarebbe arrivato anche quel momento.
Finalmente giunse anche il week end. Mi ero ripromessa di fare acquisiti per la casa e dovevo solo trovare un mezzo comodo, perché avrei avuto sicuramente molte cose da portare. Mentre terminavo di sistemare la cucina dopo colazione e aver risposto all’ennesima mail dei miei che mi chiedevano come stava andando nella piovosa Inghilterra, qualcuno bussò alla porta. Non feci in tempo a chiedermi chi fosse che la voce di Jacob mi avvisò che erano arrivati degli scatoloni per me. Avendo intuito aprii la porta con un grande sorriso e lo ringraziai:
« Aspettavo queste cose, non sapevo più come fare, grazie »
« Di niente per te questo e altro»
Ma perché tutte le volte che si rivolgeva a me mi sentivo in imbarazzo? Ero quasi certa che ci stesse provando e pur vedendo che era un bel ragazzo, questa cosa mi infastidiva. Non ero mai stata oggetto di molte attenzioni da parte degli uomini e invece da quando ero qui avevo tutti gli occhi puntati addosso. Persino il professor Newton si era offerto di “appoggiarmi” nei primi problemi che potevo avere con i ragazzi.
Sì, altro che appoggiarmi! Era lui che lo avrebbe fatto visto come mi guardava il decolté certe volte! L’unico che sembrava non provarci era proprio Cullen e pensare che se lo avesse fatto…..
No assolutamente! Non potevo pensare a queste cose, avevo già sofferto abbastanza e non mi sarei fatta ammaliare da un bel fisico e due occhi verdi. Non erano quelle le cose che guardavo in un uomo: ma il suo fare misterioso mi incuriosiva, mi attirava come poche volte mi era accaduto.
Erano comunque mie personali elucubrazioni: non avrei mai permesso alla mia mente e al mio cuore un altro tracollo sentimentale.
Ringraziai Jacob e quasi gli sbattei la porta in faccia quando mi bloccò:
« Devo andare a Londra per alcune commissioni scolastiche. Vuoi un passaggio? ». Fui tentata di dire di no. Non volevo incentivare un certo avvicinamento tra noi, ma poi pensai che avevo veramente bisogno di andare a Londra e lui era l’unico che avrebbe potuto accompagnarmi con il suo furgone e aiutarmi a portare tutto quello che avevo in mente di acquistare.
« Ok – gli risposi – dammi due minuti ».
Terminai di prepararmi e uscii richiudendomi la porta alle spalle. Salii sul furgoncino di Jacob e non so perché ma mi guardai intorno come per cercare qualcosa o nascondermi da qualcuno.
« Finalmente ho l’onore di passare con te qualche ora ».
Rimasi abbastanza allibita da questa sua affermazione: « Scusa e perché eri così ansioso? »
« Dai, sei così interessante e tutti questa settimana hanno calamitato la tua attenzione tranne il sottoscritto  » ok, non era un dubbio, ma una certezza: ci stava provando spudoratamente.
« Scusa Jacob..»
« Jake, chiamami Jake per favore..posso chiamarti Bella? »
Da dove veniva questa confidenza? avevo fatto bene a dubitare.
« Ok scusa Jake, ti ringrazio per l’interessamento, puoi chiamarmi Bella, ma non ritengo opportuna troppa confidenza tra noi »
« Scusa, ma mi sembrava…» oddio, ma che viaggi si faceva questo.
« Mi spiace che tu abbia interpretato male certi miei atteggiamenti, anche se mi devi dire quali, ma non sono interessata né ad amicizie né a qualcosa di altro »
« Ah ok mi sembrava…»
« Ti è sembrato molto male. Ho accettato i tuo aiuto perché sei il factotum della scuola mi pare e perché ti sei offerto, ma niente altro, ok?»
« Ah ok ok sì, però se dovessi cambiare idea..».
Ok stavo proprio cominciando a stancarmi. Sarei voluta scendere da quel furgone, ma eravamo ormai vicini a Londra e se non me la fossi voluta fare a piedi avrei dovuto accettare ancora la sua vicinanza.
« Ascolta Jake, chiudiamo l'argomento. Non sono interessata a te, né per amicizia né altro; se il fatto di accettare un passaggio ti ha fatto fraintendere ti chiedo scusa e di riportarmi indietro. Troverò un altro modo….»
« Non volevo offenderti, avevo capito male scusa , è che tu …ok ok non tornerò più nell’argomento…… dove ti  devo portare? »
Gli esposi il mio problema e le mie necessità di arredamento e lui mi accompagnò in un centro commerciale alle porte della città dove avrei trovato ciò che mi serviva.
« Vuoi che venga con te? »
« No, ci ritroviamo qui fra due ore. Grazie »
Scesi di corsa, forse anche un po’ risentita e comunque stupita per la nostra conversazione e mi addentrai tra i vari negozi di casalinghi e arredamento. Verso le tredici mi ritrovai all’uscita con Jake che mi aiutava a caricare tutto.
« Ti va uno spuntino? »
« Veramente sarebbe meglio rientrare… »
« Dai Bella, nessun secondo fine, tanto dovresti magiare comunque»
« Ok, una cosa veloce però…. »
Chiacchierammo veramente poco, quando ad un certo punto iniziò uno strano discorso:
« Allora hai avuto modo di conoscere Cullen? ». No so perché ma il modo in cui pronunciava il suo nome mi infastidiva.
«È un mio collega e divido la responsabilità del dormitorio con lui. È chiaro che ne ho avuto l’occasione…»
« Allora si è già fatto avanti?»
« Scusa?»
« Beh non ha una grande fama..»
« Veramente mi hanno detto che se ne sta sempre nelle sue »
« È una maschera in realtà è un gran bastardo…» Oddio da dove arrivava tutto questo astio?
« E perché se posso chiederlo, tu come lo sai?»
« Lo conosco molto bene: era il mio migliore amico ».
Mi raccontò che anche lui come me e Cullen era americano e si conoscevano da parecchio, ma, senza specificare, mi disse che gli aveva rovinato la vita e di non fidarmi. Non feci caso a quelle parole, ma qualcosa mi turbò. Non volevo credere ad una cosa del genere, ma perché? neanche lo conoscevo il professor Cullen?
« Credo sia ora di rientrare »
« Sì, penso di sì ».
Persa nei miei pensieri non mi accorsi della strada percorsa e neanche del fatto che dei grossi nuvoloni plumbei stavano costellando il cielo pomeridiano.
Arrivammo giusto in tempo per evitare un grosso acquazzone e una volta scaricato tutto il materiale e portato in casa Jacob si congedò:
« Ciao Bella, alla prossima».
Lo ringraziai senza prodigarmi in saluti: non so perché, ma la sua presenza mi metteva a disagio, ed entrai in casa.
Il temporale, aveva portato un’afa terribile. La temperatura non era molto alta, ma in una casa di quarantacinque metri quadri, piena di scatoloni con un’umidità del settanta percento la temperatura saliva. Sistemai alcune cose, aprii qualche scatolone, poi decisi di farmi una doccia: indossai un pantalone della tuta e una canotta, giusto fino a che non si fosse abbassata l’umidità.
Ero praticamente immersa nelle mie faccende quando qualcuno bussò alla porta: erano quasi le nove di sera. Esitai un po’: studenti in quella parte del campus non ce n’erano, ma forse avrebbe potuto avere bisogno qualcun altro.
Per un attimo pensai a Jake e a qualcosa di poco carino che avrei voluto fargli se mi avesse importunato ancora come al mattino, ma puoi mi decisi ad aprire, ed una splendida chioma di capelli spettinati e due occhi verdi mi accolsero sulla soglia.
Solo una frase:  «Ti prego dimmi che hai del caffè!».







Note: chiedo scusa alle eventuali fan di Jake. non è un personaggio che adoro particolarmente nemmeno nella saga (fatta eccezione per l'ultimo libro), quindi qui non sarà molto simpatico, e tantomeno diventerà amico di Bella. comunque non sarà un personaggio così fondamentale e non creerà problematiche "insormontabili".

 
  
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