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Autore: VickyD    17/11/2012    6 recensioni
"Mammina, papino! Non ho sonno!" ... "ci raccontate una storiella?"
Episodi divertenti e imbarazzanti sulla famiglia di Katniss e Peeta ambientati dopo "Il canto della rivolta", raccontati in una notte in cui i bambini non hanno intenzione di dormire...
Buona lettura!
Genere: Comico, Parodia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Katniss cacciò un urlo che fece alzare in volo tutti i gabbiani sugli scogli e sugli alberi.
“MAMMAAAAAAA!!!!!!!”
“Dimmi” disse la signora Everdeen con voce tranquilla.
“MAMMA, DIAMINE, MI SI SONO ROTTE LE ACQUE!”
“Vabbè, ho capito. Mi alzo, mi alzo”.
Peeta era pietrificato: sua moglie urlava di dolore, suo figlio stava per nascere… E adesso? Aveva letto il libro “Guida alla gravidanza per uomini impediti”  e lì diceva che, quando si rompevano le acque, bisognava prendere la borsa, la macchina e, senza farsi prendere dal panico, andare verso l’ospedale. Cose leggermente difficili nella loro situazione: Katniss come borsa dell’ospedale si era portata un baule ottocentesco, difficile da trasportare, da maneggiare e, soprattutto, molto pesante; la signora Everdeen poi viveva in un quartiere chiamato “Piccola Venezia”: non c’erano macchien e l’ospedale era su un’isoletta a 5 miglia marine da loro. Insomma, avevano bisogno di una barca.
Aiutarono la povera, dolorante, partoriente a vestirsi, presero il baule e andarono al molo per prendere il barcabus (corrispettivo acquatico di autobus) per l’ospedale.
“PEETA!! FA MALISSIMO! AAAAAAHH!!!!!” urlò Katniss.
“Stai tranquilla tesoro. Tra pochi minuti saremo lì e ti faranno l’epidurale!” cercò di confortarla il marito.
Ma la buona sorte non era a loro favore. Scoprirono che quella notte ci sarebbe stato lo sciopero dei barcabus.
“ACCIDERBOLINA!”
“Puoi dirlo forte Peeta.” Disse la madre di Katniss.
“E ora che facciamo? Non voglio partorire qui! Abbiamo bisogno di una barca! AAAAH!!!!”
Ma con l’introduzione dei mezzi pubblici, tutti i cittadini del distretto 4 avevano venduto la propria barchetta. Tranne uno: Annie.
L’aveva tenuta perché l’aveva costruita Finnick ed era un pezzetto della loro (tristissima) storia d’amore. E anche perché era una fo****issima barca a remi e le avrebbe fruttato sì e no 10 euro.
Però era meglio di niente. Perciò Peeta la chiamò.
“Pronto Annie?”
“PEETA LO SAI CHE ORE SONO?”
“Si lo so, ma vedi Annie, Katniss sta per partorire e c’è lo sciopero degli autobus! Abbiamo bisogno di voi e della vostra barca!”.
“Ah, allora arriviamo subito!”
Dopo una mezzoretta buona, Annie e Jake (il quale era venuto con un pigiamino azzurro con la scritta “metal is the best lullaby”) arrivarono al molo remando come disperati.
Salirono su quella specie di guscio di noce e si avviarono, remando a turno, verso l’ospedale, tra gli acuti e imbarazzanti gemiti di dolore di Katniss.
Arrivarono al casello barca stradale ( corrispettivo acquatico del casello autostradale) dopo un’oretta.
“Introdurre il denaro o la tessera” disse la voce registrata del casello.
Chiedeva 2,50 euro. Ma, nella fretta, tutti si accorsero di aver dimenticato il portamonete a casa.
“A’ vecchi ritardati! ‘Ndate in casa de riposo!” disse Jake il metallaro.
“Jake non fare il maleducato!” lo riprese Annie.
“Statte zitta, che sei ‘na vecchia rincojonita.”
“Ma ora che facciamo?” chiese Peeta.
“AIUTO, NON VOGLIO PARTORIRE QUI! AAAAAAH!!!” urlò Kat in preda alle doglie.
“Lo tesoro, lo so. Ti prometto che verremo fuori da questa brutta situazione! E se chiamassimo un’ambulanza?” chiese lui.
Ma in mezzo al mare né Tim né Vodafone prendevano. Mama Everdeen aveva Wind, ma c’era solo una tacca e stava pure per finire i soldi. Tuttavia provò a chiamare la sua collega Shirley in ospedale.
“Pronto Shirley?”
“Pronto? Chi parla?”
“Sono io, la signora Everdeen! Mia figlia è in travaglio e siamo bloccati al casello!”
“Pronto non riesco a sentir… tu tu tu tu tu “ E cadde la linea.
“MAMMA E ORA CHE FACCIAMO?” chiese la povera partoriente.
“ E se mandassimo qualcuno a prendere i soldi?” propose Annie.
“Vabbè, ho capito. Se beccamo belli!” e Jake si tuffò.
Dopo un’oretta e mezza, lo videro tornare in canoa con Haymitch al seguito.
“Ecco i vostri sporchi soldi” disse il vecchio mentore.
Pagarono al casello e si diressero verso il porto dell’isoletta.
“Ma perché ti sei portato anche Haymitch?” chiese curioso Peeta.
“L’ho trovato al baretto che se faceva na’ bira. M’ha prestato a’canoa. M voleva vedere pure lui il pupo.” rispose Jake.
Appena arrivati in ospedale, portarono subito Katniss in sala parto, mentre gli altri furono costretti a rimanere fuori.
“Io sono il padre del bambino! Devo entrare a sostenere mia moglie!” Disse Peeta ad un medico.
“Mi dispiace signore, ma è permesso far entrare solo un’accompagnatore in sala e l’infermiera Everdeen vale come tale” rispose il dottore.
“Senti bello, io sono Peeta Mellark! Ho vinto gli Hunger Games e ti faccio il cu*o a pois! Anche i miei amici sono vincitori! Haymitch! Usa alito pesante!”
E Haymitch alita in faccia al dottore.
“Annie! Usa… hem…”
“Io ho vinto nascondendomi e sono per Gandhi e la non violenza!” disse lei.
“Ok, fa niente. Jake! Anche se non sei un vincitore, usa heavy metal!”
e Jake fa partire una musica indiavolatissima a palla che fa rizzare i capelli in testa al povero dottore e piangere tutti i neonati del reparto.
Il medico è esausto e se ne va. Peeta può entrare.
Katniss è sul lettino, tutta sudata e urlante.
“FATEMI L’EPIDURALE!” gridava lei.
“Non possiamo! E’ troppo tardi! Devi spingere!” le diceva la signora Everdeen.
Tutti urlavano là dentro, e anche Peeta non era da meno: sparava ca***ate ed era più d’intralcio che d’aiuto.
“KATNISS! IL BAMBINO! SPINGI TESORO!OMGOMGOMG! ORA NASCE, ORA NASCE! RESPIRA, SPINGI, RESPIRA, SPINGI… COME POSSO AIUTARTI? VUOI TWITTARE IL TUO STATO D’ANIMO? VUOI UN FRAPPUCCINO DA STARBUKS? VUOI CHE TI ORDINI SU ZALANDO QUELLE SCARPE CHE TI PIACEVANO TANTO?...”
“Peeta…” disse lei ad un certo punto.
“Cosa tesoro?”
“VAI FUORI!”
E Peeta fu cacciato.
Annie aveva chiamato tutti gli altri amici ed erano lì per sostenere Peeta, che era molto nervoso.
Hahahaha pare vero! Erano lì per quel frugoletto morbido e di Peeta gliene fregava meno di zero!
Dopo interminabili minuti di urla straziate e musichette demenziali da sala d’aspetto, si sentì chiaro e tondo il pianto di un bambino.
Peeta fu chiamato a tagliare il cordone e vide una Katniss stanca ma felice, con in braccio il loro bellissimo… bambina?
“E ora che facciamo? Abbiamo la casa piena di cose da maschietto!” esclamò il neo padre.
Questo era il vero motivo per cui la piccola Rue Primrose Mellark indossò sempre vestiti da bambino e fu presa sempre in giro dalle sue amichette fino a diventare un’emarginata sociale.

“Che bella storia, papino! Mi ha fatto troppo ridere!” disse il piccolo Finnick.
“Che storia di cacca, papino! Mi ha fatto troppo vergognare!” ripeté la sorella. “Ora cosa ci raccontate?”
“Hmmm… Allora, c’erano una volta tre porcellini…” iniziò Katniss.
“Ma no! Basta con ’ste baggianate! Vogliamo storie fighe, che facciano ridere!” disse Rue alla madre.
“Ok. Vi abbiamo mai raccontato della festa dei 18 anni di Jake?”




Angolo della scrittrice:
Ecco qua la seconda parte! Finalmente si è scoperto com'è nata la piccola Rue! Spero che vi abbia fatto ridere, a me tantissimo! Soprattutto Jake. Mi divertiva il fatto che Annie fosse tutta dolce e carina e il figlio rozzo e metallaro. C'è qualche parolaccia in più, ma a volte servono a rendere meglio un'idea!
Come sempre, dite la vostra! E grazie a chi mi ha scritto o a chi ha messo questo sclero tra le storie preferite/ricordate/seguite!
Un bacione e al prossimo episodio!
Vicky
  
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