CAPITOLO
VENTISETTESIMO
Arrivato a casa, Harry ebbe
l'impressione che ogni suo
tentativo verso il successo fosse sempre stato vano. Forse Got non era
mai
stato il committente adatto, il suo sogno era destinato a restare tale
e Janet
era sicuramente la donna più sbagliata di cui avrebbe potuto
innamorarsi.
Insomma, abbandonato alla disperazione, in preda ai nervi, Harry si
convinse
che in tutta la sua vita non aveva mai fatto una scelta giusta.
Cominciava
seriamente a pensare di voler cambiare vita, ricominciare da capo. Ma
da dove?
Cosa fare? Inoltre si sentiva tremendamente solo: anche se spiacevoli,
gli
incontri con Got gli consentivano almeno scambi d'opinioni ed era una
delle
poche persone con cui parlasse. Ora che si era staccato da lui, non
aveva
davvero nessuno con cui parlare: la sorella non si sentiva da
settimane, Janet
era ( nuovamente) scomparsa, Owen morto...Era solo con la sua arte,
proprio
come aveva detto a Got. Già, ma cosa se ne faceva? I
continui dispiaceri gli
avevano anche portato via l'ispirazione, il desiderio di esporsi a un
pubblico,
soprattutto se numeroso e pronto ad attribuirgli delle etichette
negative a
prima impressione. La disperazione e la rassegnazione erano riuscite a
soffocare il suo desiderio di diventare un pittore affermato. In
passato,
seppur con difficoltà, aveva sempre trovato la forza per
rialzarsi ed
affrontare ogni nuova sfida a testa alta, scostando da sé
pregiudizi e
avversità. Questa volta però non ce la faceva
perchè aveva, oltre il timore di
non riuscire a sfondare, anche la certezza che il suo futuro da pittore
a
Londra era un'utopia.
Non aveva neppure voglia di uscire di casa perchè il
suo volto, ormai semi noto, poteva attrarre occhiatacce e commenti
negativi.
Con questo stato d'animo trascorse tre giorni, in assoluta solitudine,
estraneo
al mondo circostante, ignorando ogni telefonata.
Ad interrompere questa quiete quasi surreale fu
un'inaspettata visita: quella di Meredith, alle 10:00 del mattino del
21
Novembre.
- Mery! - la accolse con commozione gettandosi fra le
sue braccia.
- Harry, ma cosa è successo? - rispose lei, lasciando cadere
le valigie per terra.
- Cosa ci fai qui? - continuò Harry chiudendo la porta -
E dov'è Jake?
- Questo non importa, rispondimi!
Harry prima di rivolgersi alla sorella cercò di
sollevare i suoi bagagli per riporli nella stanza da letto, ma si
sentì mancare
le forze e gli ricaddero. Meredith lo aiutò subito e
notò solo allora quanto il
suo fisico fosse debole e il suo volto pallido.
- Non ti trovo affatto bene Harry, vuoi che ti porti
in ospedale? - chiese la donna preoccupata.
- Non c'è bisogno, tranquilla...Nessuna cura può
guarire il mio stato di malessere. - rispose chinando il capo.
Meredith capì che non si trattava di un malessere
fisico e pensò a ciò che l'amica le aveva
riferito per telefono.
- Ascoltami Harry - cominciò invitandolo a sedersi
accanto a lei sul divano - Non puoi incentrare la tua vita interamente
sull'arte, come vedi non ha dato buoni frutti...Quindi ti consiglio di
cercare
nuovi interessi, non puoi continuare ad autodistruggerti!
- Chi ti ha detto del fallimento della mostra?
- Tracy. Le avevo chiesto di tenermi informata su di
te quando era lontana, avevo il diritto di saperlo!
- Cos'altro ti ha riferito quella spia? - chiese Harry
un po' nervoso.
- Non è una spia, solo una buona amica!
- Rispondi Mery!
- Mi ha anche detto che ti hanno preso per pazzo
perchè alla mostra eri convinto che accanto a te ci fosse la
tua modella...immaginaria.
Questa cosa mi ha fatto venire i brividi, credimi, non immaginavo
soffrissi a
tal punto di solitudine da crearti addirittura delle compagnie di tua
fantasia!
- Nemmeno tu mi credi?
- Credere cosa?
- Non era una mia immaginazione, Janet era reale!
- Mi stai facendo paura, Harry!
- Ma è la verità, credimi almeno tu! - la
scongiurò
alzando la voce.
- Mi spiace, ma non posso. Sono tornata qui solo per
starti vicino e ho anche rinunciato al mio matrimonio!
- Vorresti dire che avete chiuso per colpa mia? Ho
capito dal primo giorno in cui vi ho visti insieme che tra voi non
poteva
funzionare! - gridò cominciando ad aprire una bottiglia di
gin.
- Da quando tu bevi? - si preoccupò la sorella.
Ma Harry non rispose e andò verso la sua stanza.
Meredith si chiese se aveva fatto bene a lasciare Jake per il fratello,
ma
pensò che anche quando si era allontanata da questo si era
chiesta se fosse
giusto. Era tremendamente confusa e non riconosceva più
Harry, aveva sensi di
colpa, ripensamenti.
Poi, mentre Harry riprese a dipingere con la solita musica
di sottofondo, quella dei Beatles , le apparve
qualcosa di straordinario
davanti agli occhi...