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Autore: VAleMPIRE    17/11/2012    1 recensioni
Questo è l'unico romanzo che sia mai riuscita a finire. Ne inizio molti , ma raramente l' "ispirazione", la voglia e la costanza mi assistono a lungo...
In poche parole , è la storia di un pittore tormentato che finalmente trova in una sola persona la sua musa e, per la prima volta, l'amore.
Ma poi...non posso dirvi altro!
Dal momento che l'ho già scritta tutta ( circa 3 anni fa ho anche partecipato ad un concorso per provare a pubblicarlo nelle librerie ), non tarderò ad aggiornare, se ci sarà anche un solo lettore interessato.
Spero vi piaccia e commentiate sinceramente! Buona lettura!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO VENTISETTESIMO

 

Arrivato a casa, Harry ebbe l'impressione che ogni suo tentativo verso il successo fosse sempre stato vano. Forse Got non era mai stato il committente adatto, il suo sogno era destinato a restare tale e Janet era sicuramente la donna più sbagliata di cui avrebbe potuto innamorarsi. Insomma, abbandonato alla disperazione, in preda ai nervi, Harry si convinse che in tutta la sua vita non aveva mai fatto una scelta giusta. Cominciava seriamente a pensare di voler cambiare vita, ricominciare da capo. Ma da dove? Cosa fare? Inoltre si sentiva tremendamente solo: anche se spiacevoli, gli incontri con Got gli consentivano almeno scambi d'opinioni ed era una delle poche persone con cui parlasse. Ora che si era staccato da lui, non aveva davvero nessuno con cui parlare: la sorella non si sentiva da settimane, Janet era ( nuovamente) scomparsa, Owen morto...Era solo con la sua arte, proprio come aveva detto a Got. Già, ma cosa se ne faceva? I continui dispiaceri gli avevano anche portato via l'ispirazione, il desiderio di esporsi a un pubblico, soprattutto se numeroso e pronto ad attribuirgli delle etichette negative a prima impressione. La disperazione e la rassegnazione erano riuscite a soffocare il suo desiderio di diventare un pittore affermato. In passato, seppur con difficoltà, aveva sempre trovato la forza per rialzarsi ed affrontare ogni nuova sfida a testa alta, scostando da sé pregiudizi e avversità. Questa volta però non ce la faceva perchè aveva, oltre il timore di non riuscire a sfondare, anche la certezza che il suo futuro da pittore a Londra era un'utopia.
Non aveva neppure voglia di uscire di casa perchè il suo volto, ormai semi noto, poteva attrarre occhiatacce e commenti negativi. Con questo stato d'animo trascorse tre giorni, in assoluta solitudine, estraneo al mondo circostante, ignorando ogni telefonata.
Ad interrompere questa quiete quasi surreale fu un'inaspettata visita: quella di Meredith, alle 10:00 del mattino del 21 Novembre.
- Mery! - la accolse con commozione gettandosi fra le sue braccia.
- Harry, ma cosa è successo? - rispose lei, lasciando cadere le valigie per terra.
- Cosa ci fai qui? - continuò Harry chiudendo la porta - E dov'è Jake?
- Questo non importa, rispondimi!
Harry prima di rivolgersi alla sorella cercò di sollevare i suoi bagagli per riporli nella stanza da letto, ma si sentì mancare le forze e gli ricaddero. Meredith lo aiutò subito e notò solo allora quanto il suo fisico fosse debole e il suo volto pallido.
- Non ti trovo affatto bene Harry, vuoi che ti porti in ospedale? - chiese la donna preoccupata.
- Non c'è bisogno, tranquilla...Nessuna cura può guarire il mio stato di malessere. - rispose chinando il capo.
Meredith capì che non si trattava di un malessere fisico e pensò a ciò che l'amica le aveva riferito per telefono.
- Ascoltami Harry - cominciò invitandolo a sedersi accanto a lei sul divano - Non puoi incentrare la tua vita interamente sull'arte, come vedi non ha dato buoni frutti...Quindi ti consiglio di cercare nuovi interessi, non puoi continuare ad autodistruggerti!
- Chi ti ha detto del fallimento della mostra?
- Tracy. Le avevo chiesto di tenermi informata su di te quando era lontana, avevo il diritto di saperlo!
- Cos'altro ti ha riferito quella spia? - chiese Harry un po' nervoso.
- Non è una spia, solo una buona amica!
- Rispondi Mery!
- Mi ha anche detto che ti hanno preso per pazzo perchè alla mostra eri convinto che accanto a te ci fosse la tua modella...immaginaria. Questa cosa mi ha fatto venire i brividi, credimi, non immaginavo soffrissi a tal punto di solitudine da crearti addirittura delle compagnie di tua fantasia!
- Nemmeno tu mi credi?
- Credere cosa?
- Non era una mia immaginazione, Janet era reale!
- Mi stai facendo paura, Harry!
- Ma è la verità, credimi almeno tu! - la scongiurò alzando la voce.
- Mi spiace, ma non posso. Sono tornata qui solo per starti vicino e ho anche rinunciato al mio matrimonio!
- Vorresti dire che avete chiuso per colpa mia? Ho capito dal primo giorno in cui vi ho visti insieme che tra voi non poteva funzionare! - gridò cominciando ad aprire una bottiglia di gin.
- Da quando tu bevi? - si preoccupò la sorella.
Ma Harry non rispose e andò verso la sua stanza. Meredith si chiese se aveva fatto bene a lasciare Jake per il fratello, ma pensò che anche quando si era allontanata da questo si era chiesta se fosse giusto. Era tremendamente confusa e non riconosceva più Harry, aveva sensi di colpa, ripensamenti. 
Poi, mentre Harry riprese a dipingere con la solita musica di sottofondo, quella dei Beatles , le apparve qualcosa di straordinario davanti agli occhi...

   
 
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