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Autore: jas_    17/11/2012    66 recensioni
«Allora, mi vuoi dire o no come mai ci hai messo così tanto a prendere una baguette? Nessuna conoscenza?» mi domandò Carmela, appoggiando le mani sui fianchi.
Alzai gli occhi al cielo, «no» brontolai.
Rimanemmo in silenzio alcuni secondi, «anzi, adesso che ci penso sì» mi corressi. «Non è che sia una conoscenza - precisai - diciamo che ho scoperto che la ragazza che lavora lì è del South Carolina.»
Carmela batté le mani entusiasta, risi lievemente chiedendomi se avesse davvero cinquant’anni quella donna perché a volte ne mostrava venti per come si comportava.
Si sedette nel posto accanto al mio scrutandomi seria, «e dimmi, è carina?»
Scoppiai a ridere piegandomi leggermente in avanti, «ma che c’entra! Non la conosco e non sono interessato!» esclamai, «però sì.»
«E cos’aspetti ad approfondire la conoscenza?»
La guardai sottecchi aspettando che scoppiasse a ridere da un momento all’altro o che mi dicesse “Harry sto scherzando!”, invece era estremamente seria.
«Tra dieci giorni me ne vado» constatai.
«E quindi? Dieci giorni sono più che sufficienti per innamorarsi!»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Harry e Lennon'
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Epilogo

 

12 Febbraio

Harry

 
La campanella che annunciava la fine delle lezioni si fece sentire con un suono acuto e prolungato, il professore di francese sospese immediatamente la spiegazione e scrisse gli esercizi di compito alla lavagna mentre la classe era già in piedi e pronta ad uscire. Sorrisi e mi chiesi in quanti avrebbero svolto quei compiti. Non appena uscii dalla classe presi il telefono in mano e mi incupii nel vedere, o meglio, non vedere, alcuna chiamata o messaggio da parte di Lennon. Il primo quadrimestre era appena finito ed ero stato costretto da mia madre a studiare per non avere alcuna insufficienza, non avevo mai passato così tanti pomeriggi sui libri in vita mia e alla fine mi ero ritrovato con una sola materia non recuperata: francese. A causa dei numerosi impegni scolastici non ero riuscito a trovare nemmeno il tempo di andare da Lennon, erano tre settimane che non la vedevo. Avevo cercato di mantenere la promessa, ero andato a Parigi per due fine settimana dopo la mia partenza, volevo che le cose funzionassero ma mi rendevo anche conto che era difficile, più di quanto pensassi. Approfittando del cambio dell'ora decisi di chiamarla, sperando che anche lei in quel momento non avesse lezione, ma il suo telefono era spento. Strano, pensai, non appena rimisi il cellulare nella tasca dei pantaloni sentii qualcuno saltarmi in spalla.
«Ciao playboy!»
Risi, riconoscendo l'accento irlandese di Niall e scrollandomelo di dosso.
«Cosa fai in giro?» gli chiesi, rubandogli alcune patatine dal pacchetto che teneva in mano.
Lui alzò le spalle, «così, ma non abbiamo educazione fisica anche con gli altri adesso?»
Ci pensai su un attimo, «non ne ho idea.»
Niall mi cinse le spalle con un braccio, «Harry, Harry...» mi richiamò, «quella ragazza ti ha letteralmente fottuto la testa, da quando sei tornato da Parigi non mi sembri più te, sei sempre con la testa fra le nuvole, svampito...» scosse la testa, «non va bene così.»
«Non è vero» borbottai corrucciato, «è che... Ha il telefono spento» sospirai infine.
Niall alzò gli occhi al cielo, mentre cominciavano ad incamminarmi verso la palestra, «Harry capita a tutti di avere il telefono spento qualche volta, le si sarà scaricato, che ne sai? Stai diventando paranoico...»
Forse aveva ragione, ma mi mancava, da morire. Ero passato dall'essere uno dei ragazzi più popolari e ambiti della scuola al diventare una femminuccia quasi, ma non potevo farne a meno, era più forte di me.
«Questo sabato Cole organizza una festa di Carnevale, ci andremo e ci divertiremo come mai abbiamo fatto in vita nostra, okay?» mi propose Niall, speranzoso.
Ci pensai su un attimo, «ora che i compiti in classe erano finiti veramente io pensavo di andare da Lennon» borbottai timoroso.
Niall sbuffò, «sei diventato insopportabile, sappilo» mi accusò, prima di accelerare il passo e raggiungere gli spogliatoi, sbattendo per bene la porta alle sue spalle.
Alzai gli occhi al cielo prendendo di nuovo il telefono, nessun messaggio. Forse Niall aveva ragione, stavo diventando quasi ossessionato da quella ragazza ma... Non mi ero mai sentito così bene con una persona, sapevo che Lennon era quella giusta e per nulla al mondo l'avrei persa. Entrai anch'io nello spogliatoio e mi diressi verso il mio solito posto, accanto al quale Liam si stava già cambiando.
«Ehi Hazza» mi salutò allegro come al solito.
Gli sorrisi a malapena, prendendo la divisa di calcio dallo zaino e le scarpe.
«Niall è entrato alquanto incazzato» continuò.
Mi guardai in giro non vedendo l'irlandese, «dov'è?» gli chiesi a proposito, cercando di sviare l'argomento che sapevo volesse tirare in ballo.
«Non fare il finto tonto con me Harry, non funziona» mi riprese Liam duro, mentre si allacciava le stringhe.
Sospirai, «dovete smetterla di giudicarmi tutti, okay?» sbottai, alzando inconsapevolmente la voce. «Voi non avete idea di come io mi senta, non vi siete mai trovati nella mia situazione, okay?»
«Harry, ti capisco. Eccome» mormorò lui, semplicemente.
Alzai lo sguardo sorpreso, Liam era così, era in grado di farmi ragionare quando perdevo le staffe solo continuando a mantenere la calma. Lo conoscevo dall'asilo, se non prima, era come un fratello per me, anche con gli altri ragazzi ero particolarmente legato ma lui... Con lui era diverso, era così razionale, dispensava consigli a tutti e riusciva a farmi ragionare anche quando mi intestardivo come un mulo.
«Anch'io sono stato innamorato» continuò, sorridendo amaramente, era palese che si riferisse alla sua storia con Danielle, ormai finita da un pezzo. «E non ti critico per il tuo comportamento, anzi» continuò, «però ti stai facendo condizionare troppo.»
Sospirai, mi aspettavo una soluzione, non l'ennesima critica.
«E cosa dovrei fare?» domandai infastidito.
Liam alzò le spalle, «imparare a condividere con la distanza che c'è tra di voi, capire che comunque la vita va avanti e che non puoi pretendere che Lennon passi le giornate col telefono in mano perché tu potresti chiamarla da un momento all'altro, inoltre tu non puoi mandare all'aria tutto ciò che hai qui perché ogni fine settimana devi correre da lei. Tralasciando poi il fatto che tutto ciò ha un costo non indifferente...» spiegò.
Mi passai una mano tra i capelli alzandomi dalla panchina, le parole di Liam mi avevano messo in difficoltà perché infondo lui aveva ragione, «non la chiamerò fino a stasera» dichiarai poi.
Liam mi sorrise e mi abbracciò, dandomi una pacca sulla schiena, «è già un inizio. E poi,se questa Lennon è così speciale come dici, non ti lascerà scappare anche perché pure tu sei speciale a modo tuo.»
«Ci stai provando con me?» domandai divertito, ma tuttavia lusingato dalle parole di Liam.
«Oh sì Harolda!» esclamò lui in tutta risposta, palpeggiandomi il culo.
Lo scansai da me ridendo, «hai tendenze omosessuali, sappilo» lo ripresi, dirigendo mi verso la palestra.

 

Lennon

 
Decisi di chiudere gli occhi e cercare di fare un pisolino dato che ogni volta che arrivavo in prossimità di un incrocio venivo assalita dal panico. Come facessero gli inglesi a guidare al contrario lo sapevano solo loro, ripensai il comportamento di Harry a Parigi e di come lui invece non mi fosse sembrato per niente turbato nel vedere le macchine che, dal suo punto di vista, andavano al contrario.
Mi rilassai sul sedile posteriore del taxi, cercando di prepararmi psicologicamente a ciò che mi aspettava di lì a pochi minuti. Il viaggio dall'aeroporto a Holmes Chapel durava poco più di un'ora ed io ero lì da un'ora circa, doveva mancare molto prima dell'arrivo.
«Signorina ci siamo quasi» mi comunicò in quel momento il tassista, «dove la devo lasciare di preciso?»
Guardai l'ora, ero decisamente in anticipo per la famiglia così cambiai improvvisamente destinazione, «mi può portare alla scuola superiore?»
Il tizio annuì, sorridendomi gentile, «saremo lì in pochi minuti allora.»
Sospirai profondamente mentre indossavo giacca, sciarpa e berretto. Solo in quel momento mi accorsi di stare tremando, ero agitata al solo pensiero che di lì a poco l'avrei rivisto. Avrei risentito la sua voce roca e non solo per telefono, il suo respiro caldo, il suo profumo, avrei percepito di nuovo le sue labbra sulle mie, avrei toccato le sue fossette, i suoi capelli, avrei sentito le sue mani sul mio corpo. Un brivido mi pervase al solo pensiero.
Il taxi si arrestò davanti ad un cancello aperto che dava su un cortile immenso e oltre al quale si innalzava un edificio altrettanto imponente, fatto di mattoni rossi.
«Eccoci qua!» esclamò il tassista, scendendo dall'auto per aiutarmi col bagaglio. Mi resi conto in quel momento che forse non era stata una buona idea andare diretta dall'aeroporto alla scuola di Harry, senza nemmeno lasciare la valigia a casa, ma morivo dalla voglia di vederlo e poco mi sarebbe importato girare per la scuola come una barbona in cerca di rifugio. Pagai il tassista e presi il mio enorme bagaglio prima di attraversare il cortile. Le ruote del trolley facevano un rumore assordante sul cemento del viale, chiunque fosse nelle vicinanze si voltava a guardarmi incuriosito, ma non me ne curai più di tanto. Solo in quel momento decisi di mandare un messaggio a Harry, visto che avevo ignorato le sue chiamate per tutta la giornata.
"Che fai di bello?" gli scrissi.
La sua risposta arrivò all'istante, "Sono in cortile con gli altri, tu?"
Trasalii a quelle parole e cominciai a guardarmi in giro, che mi avesse vista e stesse facendo finta di niente? Decisi di spostarmi sul prato, nonostante così facessi il doppio della fatica a portarmi la valigia appresso almeno non avrei fatto rumore. Lo chiamai in preda all'ansia ma allo stesso tempo all'eccitazione di ciò che stavo facendo e con la consapevolezza che Harry non ne sapesse assolutamente niente.
«Ehi!» mi rispose raggiante, col solito entusiasmo nella voce.
«Scusa se non ti ho risposto prima, ma ero impegnata» dissi io, mentre mi guardavo intorno alla ricerca di qualcuno col telefono all'orecchio.
«Non fa niente» mi tranquillizzò lui, «come stai?»
«Benissimo!» esclamai raggiante, cercandolo con sempre più fretta, non ce la facevo più ad attendere,«e tu?»
Lo sentii sospirare, «mi manchi» mormorò semplicemente.
Sentii un magone formarsi all'altezza dello stomaco, avrei voluto dirgli "tra pochi minuti non più" ma non avevo intenzione di rovinargli la sorpresa, rimasi in silenzio. «Anche tu» mormorai poi, con gli occhi bassi.
Quando alzai lo sguardo me lo ritrovai davanti, a distanza di una trentina di metri. Mi nascosi all'istante dietro il muro della scuola, col cuore in gola dall'agitazione. Mi affacciai il minimo indispensabile per tenerlo sotto controllo, era di spalle, ma l'avrei riconosciuto anche in mezzo a un milione di persone, era in piedi di fianco ad una panchina sulla quale erano seduti tre o quattro ragazzi, non riuscivo bene a capire quanti fossero.
Presi un grande respiro e decisi di avvicinarmi a lui con passo felpato, abbandonando la valigia dietro un cespuglio nella speranza che nessuno avrebbe avuto la malsana idea di rubarmela.
«Cosa mi racconti?» domandai, cercando di fare conversazione.
Lo vidi alzare le spalle, e sperai con tutto il mio cuore che non decidesse di voltarmi verso di me, fortunatamente non lo fece.
«Niente di che, sempre le solite cose, scuola... Scuola... Scuola...»
«Ragazze?» chiesi, giusto per dire qualcosa.
«Dovresti già saperla la risposta» ribatté lui deciso, una strana sensazione mi colpì allo stomaco, accelerai il passo verso di lui.
«E che mi dici di tutte quelle belle ragazze intorno a te?»
Lo vidi agitarsi, guardarsi a destra e sinistra e finalmente voltarsi verso di me.
Per poco il telefono non gli cadde dalla mano, strabuzzò gli occhi e spalancò la bocca, mi sembrava un burattino per la posa che aveva assunto.
Risi, «ti manco ancora?» domandai poi, sempreal telefono, nonostante ormai fossimo a pochi metri di distanza l'uno dall'altro.
Harry scosse la testa mostrandomi quel sorriso perfetto, prima di riattaccare e percorrere quei pochi passi che ci separavano per prendermi tra le sue braccia. Mi fece girare alcune volte, stringendomi a sé e poi mi posò terra.
Gli buttai le braccia al collo e lo strinsi a me, appoggiando la testa sulla sua spalla col viso rivolto verso il suo collo così da poter respirare il suo profumo. Chiusi gli occhi e cercai di gustarmi quella piacevole sensazione di pace. La sua pelle era calda, e le sue braccia mi stringevano a lui facendomi sentire al sicuro. Mi staccai a malavoglia e Harry  mi osservò attentamente, ancora incredulo.
«Cosa ci fai qui?» domandò.
Mi passai una mano tra i capelli cercando di non ridere, «non mi baci neanche?» ribattei corrucciata.
Lui scosse la testa, «farò appello a tutto l'auto controllo che ho in corpo per non farlo finché tu non mi avrai risposto.»
Sospirai rassegnata, «non te ne ho fatto mai parola perché nel caso in cui non mi avessero accettata non volevo che ci rimanessi male» premetti, «comunque la mia scuola organizza spesso dei quadrimestri da trascorrere in Inghilterra - o per chi se lo può permettere negli Stati Uniti - per imparare meglio l'inglese. Non mi sono mai interessata alla cosa perché... Beh, lo puoi ben capire da solo il motivo, ma questa volta è diverso. Ho cercato disponibilità in alcune famiglie di Holmes Chapel e guarda caso la signora...» estrassi il biglietto dalla tasca, «Stewart, ha accettato, quindi, sempre che tu sia d'accordo, finisco l'anno qua!» esclamai raggiante.
Harry mi guardava incredulo, «perché non l'hai chiesto a me? Ti avrei sicuramente ospitata!»
Sospirai, «non credo sarebbe stata una buona idea, e poi ho già fatto abbastanza la mantenuta a Parigi» spiegai.
 Lui si passò una mano tra i capelli, ancora incredulo per tutta la faccenda «io... Non so che dire» aggiunse infine.
Alzai le spalle, «dimmi solo che mi vuoi, se no prendo il primo aereo che c'è e me ne torno a casa» spiegai risoluta.
«Non devi neanche chiedermelo Lennon, certo che ti voglio» disse lui, e finalmente mi prese per i fianchi e mi baciò con tutta la passione che aveva tenuto in serbo per me dall'ultima volta che ci eravamo visti.
Le sue labbra mi parvero persino più morbide e voluttuose dell’ultima volta, fui pervasa per un istante dalla paura di potermi dimenticare delle sensazioni che mi provocava Harry ma le sue mani che si posarono sui miei fianchi attirandomi a lui mi ricordarono che non l’avrei più lasciato.

-

Siamo già all'Epilogo, che tristezza :(
Nonostante la storia non sia lunghissima, mi sono affezionata tantissimo a Lennon, a questo Harry che non è il solito puttaniere apparentemente insensibile, all'atmosfera natalizia che avevo già iniziato ad immaginarmi quest'estate quando ho iniziato a scrivere la fan fiction e a tutto il resto.
Spero che vi sia piaciuto leggere questa storia almeno la metà di quanto a me è piaciuto scriverla ed idearla. Come al solito in queste situazioni non so mai cosa dire ma se c'è una cosa che non posso evitare, quella è ringraziarvi. Non mi metterò a fare liste perché poi potrei dimenticarmi qualcuno e non voglio far rimanere male nessuno, ringrazio semplicemente chi si è immedesimato in Lennon o chi magari ha sognato di essere al suo posto. Se sono riuscita ad emozionarvi almeno un pochino, ecco. Perché quando io leggo delle storie fatte bene mi immedesimo tantissimo nei personaggi e rido o ci rimango male per loro e con loro e in quelle situazioni mi chiedo se esiste qualcuno che prova le stesse sensazioni leggendo ciò che scrivo io. Non la tirerò per le lunghe, ringrazio chi ha recensito, chi ha aggiunto la storia tra le preferite/seguite/ricordate, chi mi ha tra gli autori preferiti e credo basta.
Fatemi sapere che ne pensate, come al solito, se il finale vi è piaciuto o se vi aspettavate qualcosa di diverso e magari - chi lo sa - anche più bello.
Ovviamente il finale non poteva che essere un bell'happy ending, Harry e Lennon di nuovo insieme, per più di 10 giorni :)
Più avanti posterò un'altra fan fiction su Harry ma prima ci tengo a finire quella che ho già in corso e della quale vi lascio il link qua sotto se vi va di farci un salto. Vi lascio anche il link di una one shot stupenda e che vi consiglio vivamente di leggere, se poi non vi piace me ne assumo io tutte le responsabilità e sarete libere di inseguirmi con badili e forconi (anche se sarà impossibile perché è bellissimissima uù).
Grazie di nuovo, di cuore.
Jas



 


L'ultima gif di  Harry, che mi sono dimenticata di ringraziare ma senza il quale questa storia non sarebbe mai esistita.
Grazie perfezione.











 

   
 
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