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Autore: Holly Rosebane    17/11/2012    14 recensioni
«C'è una "S" sotto i miei vestiti».
«Che starebbe per...? "S"figata?»
«No. "S"uper-tosta. Hai presente Uma Thurman in Kill Bill? Ecco. Quel tipo là».
-
Oppure: la pratica guida di Holly Sullivan su come risalire dal fondo detronizzando la reginetta del ballo, portare al successo la tua band e procurarti un fidanzato superstar. Il tutto in poche, semplici mosse e almeno un dito medio alzato.
[ex " 'Till The Last Song" | in revisione | old formation!One Direction | various!crossovers]
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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14.
Misunderstanding Disaster








« Have you ever loved someone so much, you'd give an arm for?
Not the expression, no, literally give an arm for?
When they know they're your heart
And you know you were their armour,
And you will destroy anyone who would try to harm her…
But what happens when karma, turns right around and bites you?
And everything you stand for, turns on you to spite you?
What happens when you become the main source of her pain?»

 
Eminem – When I’m Gone
 


Holmes Chapel Comprehensive School, corridoi.
Ansia da pre-audizione.
Harry’s PoV

 
 

Il grande giorno era arrivato.
Quello per cui ci eravamo allenati tanto, per cui avevamo sprecato tanto fiato, tante urla, tanti assoli, tanti pomeriggi, tanti momenti. Fra meno di venti minuti ci sarebbe stato il provino di Holly, ed ero quasi più agitato di lei.
Sapevo quale importanza avesse, era il suo modo per riscattarsi con sé stessa. Per provare che non era finita, che poteva risalire in cima. E io l’avrei accompagnata nella scalata.
Ero molto cambiato dalla vecchia conversazione con Zayn, dove ammettevo di non essere pronto a stare con lei, perché la consideravo troppo impegnativa per me.
Era bastata una canzone a convincermi, ad annullare tutte le mie paure. Perché stare con lei era quello che volevo. Di Amanda non me n’era mai fregato niente per davvero, credevo che mi piacesse. Invece era solo uno specchio, una maschera dietro cui nascondevo la mia debolezza. Mi attaccavo a lei per non ammettere che mi piacesse Holly.
Perché dal primo momento in cui aveva messo piede in casa, sapevo che avrebbe stravolto ogni cosa. Sembrava così forte con quel suo aspetto aggressivo, ma sapevo ciò che aveva dovuto passare, nella sua vita.
In parte me ne sentii responsabile per mia madre. Infondo, era stato il divorzio a frantumarle la vita in mille pezzi, ma come condannare un amore? Anche lei l’aveva capito, accettando quella donna che prima aveva tanto odiato.
 All’inizio ero sicuro che avesse detestato anche me, ma poi aveva imparato a conoscermi, e a cambiare idea. Onestamente, pensavo solo di portarmela a letto, all’inizio. Tuttavia, avevo dovuto sbattere la testa contro i muri che mi frapponeva.
Non voleva una notte da sballo.
Desiderava soltanto essere capita e apprezzata per quello che era.
Essere amata.
Ed ero stato parecchio stupido a non capirlo subito. Avevo anche rischiato di perderla, ma fortunatamente non era accaduto. Perché quando l’avevo sentita cantare quelle parole, quando l’avevo vista accucciata a terra con la chitarra e lo sguardo perso in chissà quali ricordi che parlavano di noi, mi si era aperto un mondo.
Dopo quella notte, ormai facevamo coppia fissa. Anche a scuola. Non mi vergognavo più di farmi vedere da Amanda mano nella mano con lei, di abbracciarla quando mi pareva, di baciarla. Ormai non dovevo più rendere conto a nessuno di quello che facevo, e mi sentivo terribilmente libero.
 In quel momento, ero rientrato a scuola per prendere il libro di chimica che mi ero scordato in aula. Una volta recuperato, l’avevo infilato nello zaino, ed ero tornato in corridoio. Dovevo andare da Holly, aveva bisogno di me.
– Ehi, Harry… dove vai, così di fretta?
Una voce femminile mi appellò, dietro le spalle.
Mi voltai. Amanda. Sorrideva, con espressione innocente. I soliti boccoli biondi in piega perfetta, trucco deciso e provocante, profumo di cui si avvertiva la scia anche dopo che lei fosse passata. Sembrava una che sapeva quello che facesse. E, soprattutto, cosa volesse.
Sì, era carina. Ma non bella. Mi tornarono in mente le parole di Louis: “se ti piacciono così tanto le tipe come Amanda, domani ti porto una delle Barbie di mia sorella”. E l’aveva fatto davvero, mi aveva regalato la bambola di Lotte. Passammo un intero pomeriggio a ridere come due idioti.
– Che c’è, Amanda? – Infilai le mani in tasca. Non mi andava proprio di stare lì a perdere tempo, avevo bisogno di uscire.
– Ultimamente mi stai evitando. Lo so che adesso fai coppia fissa con Sullivan, e onestamente non capisco questa tua caduta di stile.
– Era di questo che volevi parlarmi? – Mi guardò, leggermente sorpresa dalla freddezza del mio tono di voce.
Non doveva averla presa parecchio bene, quando l’avevo scaricata. Anzi, non l’aveva accettato e basta. Scosse lentamente la testa, come solo lei sapeva fare.
– Ovvio che no. Ma qui non mi pare il posto adatto. Vieni.
Non avevo fatto in tempo a dirle di lasciar perdere, che già aveva afferrato la mia mano, trascinandomi con sé. Sperai che fosse qualcosa di inutile e che ci mettesse veramente poco.
Guardai l’orologio. Le audizioni cominciavano proprio in quel momento, e io non ero con Holly. Mi resi conto che mi stava portando nel bagno delle ragazze. E io decisamente non lo ero.
– Amanda, non posso entrare lì dentro. – Protestai. Rise.
– Nessuno ti vedrà, Styles. Rilassati. – Spinse la porta.
Era deserto, come ovvio che fosse. A scuola, in quel momento, non c’era nessun altro oltre a quelli che dovevano sostenere i provini per i Twisted.
Amanda mi lasciò la mano, e si sedette sul bancone, nello spazio fra i lavandini. A differenza del bagno dei maschi, quello era parecchio più pulito. Guardai i graffiti sui muri, le scritte a pennarello lasciate dalle ragazze nel corso degli anni. Oh, ce n’era anche una su di me. “Harry Styles
– Concentrati sulla mia faccia, ricciolino. – Mi spostò il volto verso di lei con la mano, gentilmente. Ritornai sulla terra, e mi scansai leggermente.
– Allora?
– Guarda. – Tirò fuori il cellulare dalla tasca dei jeans super aderenti, e cercò nelle foto, poi lo girò verso di me. Capii perché non aveva voluto parlarmene in corridoio. Quell’immagine rasentava l’osceno.
Eravamo lei ed io alla festa di Kenny, due settimane fa, verso la fine di settembre. In quel periodo non avevo molto chiaro il punto della situazione, e mi divertivo a fare la spola fra lei e Holly.
Ricordai che a quel party mi ero ubriacato come pochi, e Louis aveva dovuto riportarmi a casa in macchina, rimettendomi anche a letto perché non mi reggevo in piedi.
Ma prima, Amanda ed io ci avevamo dato dentro parecchio, sui divanetti. Come mostrava quella foto. Non c’era niente d’innocente nelle sue gambe attorno ai miei fianchi e alle mie mani sotto la sua maglietta. Avvampai. Credevo che nessuno ci avesse fatto foto.
– Come fai ad averla tu?! – Le chiesi, cercando di strapparle il telefonino dalle mani. Fu più veloce di me e lo allontanò dalla mia presa.
– Ah, ah! Giù le mani, Harry. E non farti troppe domande. – La guardai male. Dove voleva arrivare?
– A che gioco stai giocando, Amanda?
– Nessuno. Ma mi stavo semplicemente chiedendo cosa accadrebbe se Holly la vedesse… – imbastì un’espressione triste e addolorata, poi sorrise perfidamente. Avvertii la rabbia montarmi dentro.
 Tentai di riprendere il cellulare, ma mi sfuggì una seconda volta. Intanto ci eravamo avvicinati troppo, ero a pochissimi centimetri dal suo naso.
– Non lo farai…
– Chi può dirlo? Ricorda… nessuno scarica Amanda Levinski, pop star o comune mortale che sia. – Sogghignò. Poi accadde tutto come al rallentatore.
Vidi la bionda lanciare il telefonino a Nadia, che era sbucata dal cubicolo di fronte. La ragazza l’afferrò al volo, spostandosi per avere una visuale migliore. Amanda mi tirò a sé stringendomi la maglietta con la mano, mentre con l’altra avvicinava il mio viso al suo, stampandomi un bacio da far invidia a quello della festa di Kenny.
Il click della fotocamera dell’iPhone nelle mani di Nadia scattò, e io mi scansai di colpo da lei.
– E ora… inviamolo a tutta la scuola! Bella foto, ragazzi! – Premette un tasto, e sorrise soddisfatta, rimettendo il cellulare in tasca.
Realizzai quanto era appena accaduto, mentre Amanda rideva di gusto. Scese dal bancone con un salto, si ravviò i capelli e mi mandò un bacio sulla punta delle dita.
– Grazie per aver partecipato alla tua rovina, Harry. Ci vediamo al Ballo di Halloween! – E corse via, seguita da Nadia.
Rimasi a guardare la porta ritornare cigolando al suo posto, comprendendo in un secondo che la mia vita era stata rovinata, e io non c’entravo assolutamente niente. Oltre che Amanda fosse una stronza come poche.
– Porca puttana! – Esclamai, troppo tardi per poter fare qualsiasi cosa, dando una violenta manata al muro. M’involgarivo parecchio, quando andavo sui nervi. E in quel momento ero troppo incazzato per fare attenzione al vocabolario.
Mi spruzzai un po’ d’acqua sul volto per cancellare i segni del rossetto della bionda, ma rimasero delle tracce rosa. Quella maledetta doveva averne messo uno long lasting, come quelli di mia sorella Gemma. Guardai il mio riflesso allo specchio: ero stravolto.
I riccioli stavano al loro posto, ma avevo le guance bordeaux, con un’espressione shockata e degli sbavi rosa caramella attorno alle labbra. Sentii la porta aprirsi, e sperai che fosse Amanda. Ma invece si trattava solo di una ragazza parecchio nerd con gli occhialoni e la maglietta dei Cure. Mi lanciò un’occhiata assassina.
– Lo sai che questo è il bagno delle ragazze? Sai leggere? – La fissai come se avessi avuto un alieno davanti, e uscii senza proferire una parola.
Solo allora mi accorsi della musica che si sentiva lungo il corridoio. Riconobbi la strofa, la mia mente si svuotò.
Iniziai a correre.
 
 

***

 
 
Spalancai la porta del teatro, e lei eseguì l’ultimo assolo. Si girarono tutti a guardarmi, ma non me ne curai. Che impressione vederla su quel palco, sola, con la chitarra in braccio, presa dal momento.
Sembrava nata per cantare, non aveva insicurezze, incertezze. Sapeva di essere brava, e non aveva paura di mostrarlo agli altri.
La sua voce era molto buona, orecchiabile. Avevamo speso pomeriggi a migliorarla, benché fosse già abbastanza valida. Non potei fare a meno di sorriderle, anche se non poteva vedermi.
Raggiunsi gli altri, sedendomi sulla sedia vuota accanto a Louis.
– Ce l’hai fatta! – Mi disse, senza staccare gli occhi dal palco. Annuii. Holly finì la canzone. Ci alzammo tutti per applaudirla.
Anche se non l’avevo vista fin dall’inizio, sapevo che era stata brava. Louis e Niall fischiarono anche. La vidi sistemarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, come faceva sempre quando era tesa o nervosa.
– Sono… senza parole. – Commentò il ragazzo con i capelli castani stile indie, seduto in mezzo ad altri due ragazzi dietro dei banchi, ad una certa distanza dal palco.
– Sei una bomba, amica! – Gli fece eco il moretto con i capelli corti alla sua destra. Lei scoppiò a ridere.
– Basta, non c’è bisogno di prenderci in giro. Sei dentro, Holly. Abbiamo la nuova voce dei Twisted. – Affermò il biondo alla sua sinistra.
La ragazza li guardò sgranando gli occhi, poi si accovacciò di colpo, coprendosi la bocca con le mani. I ragazzi balzarono in piedi e la raggiunsero sul palco, abbracciandola tutti insieme. Sentivo le risate da lì, dov’ero rimasto.
Vidi Louis scompigliarle i capelli, Zayn stringerla, Niall abbracciare sia lui che lei, e Liam complimentarsi accanto ad Holly. Poi, la vidi rialzarsi, cercarmi con gli occhi fra il mare di sedie, con espressione apprensiva. Riuscì a trovarmi, e in un attimo la preoccupazione sul suo volto scomparve. Si passò la chitarra dietro le spalle, e corse giù.
Uscii dalla fila di sedie, lei era scesa dal palco. In meno di due secondi, era da me, abbracciandomi e ridendo. Affondai il volto fra i suoi capelli mossi, che sapevano di buono, e la strinsi senza dire nulla. Ero così orgoglioso di lei.
– Ce l’ho fatta, Harry, ce l’ho fatta!
– Lo so, lo so. – Sussurrai, e lei rise ancora di più. Scostò il viso, e mi baciò. Quello sì che era qualcosa di vero. Non come prima, nei bagni.
Prima… la foto… sentii il suo cellulare vibrarle nella tasca dei pantaloni, praticamente incollati ai miei. Si staccò.
– Non farlo. – Le dissi. Aggrottò le sopracciglia, cercando a tentoni il suo telefonino.
– Ti prego. – Provai, un ultima volta. L’aveva trovato, e lo stringeva fra le mani. I suoi occhi verdi mi trapassarono.
– Che hai? – Chiese. Chiusi gli occhi, passandomi una mano sulla faccia.
La sentii sbloccare la tastiera, poi silenzio. I suoni dei cellulari di tutti i presenti nella stanza rimbombarono nello stesso momento da parte a parte, annunciando che fra meno di un secondo, ben dieci persone avrebbero scoperto perché avevo fatto tardi.
– Harry. – Disse. Riaprii gli occhi.
Mi stava mostrando la foto che Nadia aveva scattato prima. Dio, sembrava molto peggio, vista da quella prospettiva.
– Non è come…
– E’ perquesto che non sei stato qui, prima?
– Holly, fammi…
– Rispondi! – Stava urlando. Ed era anche lecito.
Non avrei potuto mentirle. Anche se sarebbe sembrato come ammettere una colpa che non avevo.
– Sì.
Era come se l’avessi pugnalata.
La sua espressione divenne assente per un minuto. Rimise il cellulare in tasca, in silenzio. Mi guardò.
Se i suoi occhi avessero potuto parlare, mi avrebbero prima maledetto in cinque lingue diverse, e poi ammazzato in venti differenti motivi.
Uccidere con lo sguardo”, lo stai facendo bene.
– Mi fai schifo. – Disse, spingendomi.
Corse via, lontano da me.
Rimasi dov’ero, guardando il resto dei presenti. Avevano tutti espressioni shockate, con i cellulari in mano e gli occhi che saettavano dallo schermo a me. In condizioni normali, mi sarei fatto una grossa risata a guardarli, ma non quel giorno.
I ragazzi erano costernati. Louis non riusciva a crederci, Niall era dispiaciuto, e Liam amareggiato. Zayn mi raggiunse.
– Augurati di avere una buona spiegazione per questa porcata, Harry. Stavolta ti sei proprio superato. – Mi sussurrò, e poi uscì, alla ricerca di Holly, potevo scommetterci.
Mi era crollato il mondo addosso.
Uno dei miei migliori amici mi odiava, i restanti tre non sapevano se ammazzarmi di botte o consolarmi, la mia ragazza mi aveva appena detto che le facevo schifo.
Il tutto, senza che io avessi avuto un briciolo di colpa reale di tutto l’accaduto. Che fenomeno.
Avrebbero dovuto mettermi nel Guinnes dei Primati come “Il ragazzo più sfigato del mondo”.
Come si faceva a vincere una guerra, quando eri solo contro centomila? 


Holls' Corner!:

Eccomiiiii!! Visto? Non sono sparita per un altro mese, hahahahah! Lo so, è passato un pochino dall'ultima volta che avevo aggiornato, scusatemi!! Spero che sia valsa la pena di aspettare, di nuovo...!
Sul capitolo non mi esprimo, tanto mi conoscete e sapete quanto mi piaccia incasinare tutto! Ovviamente sappiamo che Harry non c'entra nulla, ma Holly no... preparatevi, nei prossimi capitoli la situazione si capovolgerà radicalmente!
Questa sera sarò celere, ringraziandovi come sempre per avermi fatta sentire "bentornata" nel fandom, e avermi fatto capire che ci sarete sempre. Grazie davvero!! Passo a ringraziare chiunque abbia inserito la storia fra le seguite/ricordate/preferite/legga e basta, e chiunque la recensisca!! Come al solito, sarei molto contenta di sapere le vostre opinioni in merito al capitolo, sapete che tengo ai vostri pensieri! Bene, la smetto di rompervi...!
Oggi vi lascio con una bella immagine dei Twisted!
Partendo da sinistra, abbiamo Brendan, Holly, Ross e Adam! I nomi dei componenti maschili sono quelli reali ed esistenti, li ho presi tutti da "Professor Young", "Shake it Up" ed "Austin & Allie" (la Disney mi pagherà per la pubblicità occulta, un giorno...!)! Alla prossima, un bacione a tutti!!




   
 
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