E dopo sette capitoli è arrivato il
momento fatidico!!!! Un bacetto piccolo piccolo!
Spero che vi piaccia.
Ringraziamenti:
Dreamer1989: Quello di Hermione è un male
passeggero dovuto allo stress. L’ ho introdotto solamente per Draco, che nel
settimo capitolo risulta premuroso. Se lo meritava..povero! Grazie ancora per
recensire ogni volta che aggiorno. Sono contenta che ti piaccia e grazie per i
complimenti!
argentlam: Già..bè..questo capitolo penso che
trasmetta un messaggio abbastanza chiaro. Spero che continui a piacerti e
grazie per recensire tutte le volte! Grazie =D
Giorgia: Povera te davvero…!!! Comunque mi è
sempre piaciuto Draco, sempre. Anche se insopportabile, irritante, scorbutico e
“razzista”, l’ ho sempre amato. Per questo non riuscirei mai a scrivere
qualcosa che lo faccia essere ancora più
cattivo di quello che risulta nei libri. Comunque grazie ancora per recensire
tutti gli aggiornamenti. Spero che questo ti piaccia. Grazie!
granger90: è vero, la scena è molto carina.
Draco se lo meritava. Grazie per i complimenti. Spero che questo ti piaccia.
emma: Adoro Draco nel capitolo
scorso!!!!! Nulla in confronto a Harry..anche questo è vero!!! Grazie per la
recensione!!! Spero che questo capitolo ti piaccia!!!!
Ottavo capitolo:
Hermione dopo poche ore di
convalescenza ritornò nella Sala Comune dei Grifondoro. Madama Chip aveva detto
che i sintomi erano di un calo di zuccheri dovuti a stress e le consigliò, o
per meglio dire, “ordinò”, di mettersi a letto e di riposarsi per la durata
della giornata che aveva di fronte. Harry era venuta a prenderla in infermeria
appena saputa la notizia delle dimissioni e l’aveva accompagnata fino alla Sala
Comune, con gentilezza e accuratezza. Hermione ne fu molto contenta. Nonostante
Harry sia sempre stato un ragazzo educato, le sembrava che in quei gesti ci
fosse qualcosa di più dell’essere solamente gentile: fantasie da “innamorati”,
si disse.
Si, alla fine l’aveva
capito.
Il soggiorno in infermeria
le aveva dato modo di pensare alle varie cose accadute. E si poté solo chiedere
come avesse fatto a non capirlo subito. Comunque non era una bella sensazione,
e sinceramente sperava che quel sentimento svanisse, in modo da lasciarle solo
un ricordo di quelle emozioni provate.
Harry però, dopo essere
rimasta con lei per alcuni minuti, si ricordò di avere un appuntamento
importante. In tutta fretta le diede un dolce bacio sulla fronte e poi sparì
dietro la Signora Grassa.
La sua mancanza si fece
prepotentemente largo tra le varie emozioni che le facevano dolere lo stomaco.
Che appuntamento era?
Distesa sul divano, dopo
un’oretta circa si addormentò, lasciando la terra per il mondo dei sogni.
Mentre Hermione dormiva
ancora, una pioggia si insinuò nel castello e nei dintorni, provocando diversi
danni. Le nuvole cosparsero il cielo, colorandolo di grigio e nero. I lampi lo
squartavano, creando voragini di diverse forme. Il vento continuava incessantemente
a scuotere alberi, finestre lasciate aperte per dimenticanza e ogni oggetto
veniva portato via.
Niente era mai accaduto ad
Hogwarts da secoli.
Un brivido di freddo fece
svegliare prepotentemente Hermione.
Quando aprì gli occhi, la
prima cosa che vide fu un sorriso a lei familiare.
Si alzò a fatica,
mettendosi seduta sul divano.
“Ehy”
Le disse Harry mettendole
una coperta, per coprirla dal freddo.
“Ehy!”
Si stiracchiò le braccia e
le gambe, riprendendosi pian piano dal sonnellino appena passato.
“Hai visto che tempo?”
Harry le indicò la
finestra. Quando vide quella scena si strinse ancora di più nella coperta come
se un secondo brivido di freddo l’avesse destata.
“Mamma mia!”
Esclamò la bruna rimanendo
quasi a bocca aperta.
“Già, fa quasi paura. Ha
detto Hagrid che non ce n’era uno così da secoli. Ma ha aggiunto che domani
sarà tutto finito”
“Cos’è, Hagrid ha un
pollicione che gli indica quando smetterà?”
Si sorprese di sé stessa
per la domanda scherzosa.
Harry si mise a ridere,
silenziosamente.
“A quanto pare!”
Anche lei si unì alle sue
risate. Di certo la visione del pollicione del piede di Hagrid non era una
bella cosa.
Hermione, quando ebbe
finito di fissare la finestra, si ricordò dell’appuntamento.
“Allora, dove sei stato, che
prima andavi così di fretta?”
“Avevo un appuntamento con
Lumacorno. Volevo sapere qualcosa di più sull’Ordine, e dato che, oltre a voi,
qua è l’unico che ne prende parte..”
“C’è anche Malf..”
Ma non riuscì a finire
perché uno sguardo arrabbiato si insinuò negli occhi verdi del moro.
“Ok scusa”
La ragazza chinò la testa
in segno di pace.
“Comunque dicevi?”
Continuò come se nulla
fosse successo.
“Allora mi sembra molto
strano: mi ha detto che non poteva riferirmi niente perché lui aveva missioni
segrete da svolgere, a me sembra soltanto impazzito”
Harry era molto convinto
della sua supposizione.
“Però è vero che ha altre
missioni oltre partecipare all’Ordine. Comunque è molto cambiato, e
sinceramente non vorrei scoprire che lui fosse sotto la Maledizione Imperius”
Hermione fece uno sguardo
triste.
“Già, lo spero anche io.
Sarebbe una perdita, ma soprattutto un pericolo”
Si guardarono per un
attimo, poi distolsero lo sguardo, imbarazzati.
A Harry venne un’idea.
“Ascolta: che ne dici se,
diciamo, lo andiamo a trovare ogni giorno?”
Hermione rimase a bocca
aperta per diversi secondi. Il moro gliela richiuse, con dolcezza.
“Senti Harry..io non vorrei
mettermi nei guai. E poi non credi che se si dovesse incontrare con qualcuno,
lo farebbe in altri posti, invece che in un castello gremito di persone?”
“Su questo hai ragione,
Hermione. Ma almeno provare”
Harry congiunse le mani in
un gesto di preghiera. La bruna sbuffò.
“No, no e no”
****
Il giorno dopo il tempo era
diventato normale, come Hagrid aveva supposto.
Alla fine Hermione, con
grande disappunto, aveva accettato la proposta di Harry.
Riferirono il tutto a Ron,
che eccitato, fece quasi cadere il succo di zucca sui pantaloni del moro.
“Sentite, io porterò sempre
con me la Mappa dei Malandrini, in modo che possa controlla ogni volta che
voglio”
Hermione storse il naso, ma
non parlò.
“Cos’ hai?”
Disse Harry sbuffando.
“Niente, non mi sembra
giusto, comunque..Fate voi”
“Dai, su, è per rendere la
nostra vita un po’ più, come dire, avventurosa”
Ron fece un sorriso tirato,
quando ebbe finito di sputacchiare porridge dappertutto.
“Se lo trovi avventuroso.
Io lo trovo solamente sbagliato”
“Ne hai fatte tante di cose
sbagliate con noi Hermione, questa non sarà né la prima né l’ultima”
Harry fece gli occhini
dolci e la bruna abbassò l’ascia di guerra.
“Ok”
Si rimise a mangiare, con
la testa bassa.
Il moro fece un gran
sorriso.
Quel giorno stesso
incominciarono a tenere d’occhio il professore. Facevano dei turni. Harry il
mattino con Hermione. Ron voleva stare con Luna, quindi non era accessibile. La
sera Harry e Ron, e il pomeriggio tutti e tre insieme.
Passarono i giorni e di
Lumacorno avevano scoperto ben poco. E le cose che avevano scoperto erano
futili.
Andava al bagno molte volte
al giorno e la sera si vedeva con la professoressa di Aritmanzia. Non sapevano
mai cosa facevano. Ma non diedero troppo peso a quel fatto. Succedeva due volte
alla settimana.
Hermione aveva abbozzato
l’ipotesi di un amore nato nella scuola, ma erano solo fantasie da ragazza.
Dopo un mese le loro
ricerche non portarono a niente.
Una sera Ron arrivò da
Quiddich stanco e sporco.
“Ho tutta la schiena a
pezzi, non puoi andarci tu Hermione?”
La ragazza aveva accettato.
Harry era contento. Si
accorse pian piano, in quei mesi, che gli piaceva molto stare in compagnia di
Hermione. Sorrideva e la fissava, come un ebete. L’amore creava situazioni
molto imbarazzanti.
Si diressero, con il
mantello dell’invisibilità in mano, verso la Signora Grassa salutando energicamente
un Ron, che dormiva già.
Ci si infilarono sotto, e
incominciarono a percorrere i corridoi, nella scia abituale di Lumacorno, con
la mappa in mano.
Le loro spalle a ogni passo
si sfioravano. Erano in soggezione. Si scambiavano sguardi che lasciavano
trasparire imbarazzo. Passarono pochi minuti che qualcosa li colpì alle spalle.
Harry prese Hermione e la
protesse, appoggiandola al muro. Lumacorno si era girato giusto in tempo per
vedere un Pix allontanarsi nel corridoio ancora illuminato. Dopo poco riprese
il suo percorso.
I loro respiri erano l’uno
di fronte all’altro. Harry si staccò dalla presa. Rimasero comunque ancora
stretti in un abbraccio quasi soffocante. Si guardarono. Hermione lo guardava
con occhi impauriti.
Lui, preso da una forza invisibile
appoggiò lentamente le labbra sulle sue.
Non lo fece apposta.
Era solo che lei era così
bella, a pochi centimetri dal suo mento, che non poté resistere.
Le loro bocche si confusero
in un bacio casto, senza pretese.
Un bacio inaspettato, ma voluto.
Harry accarezzò i capelli
bruni. Poi posò delicatamente una mano sulla sua spalla. Dei brividi lunghi e
forti, continuavano a scorrere sulle schiene dei due.
Hermione gli cinse le mani
dietro alla nuca.
Il bacio divenne più
profondo.
A quel punto, come riscosso
da uno stato di trance Harry riemerse dal mondo dei sogni.
Si staccò improvvisamente.
Si accorse che il Mantello
dell’Invisibilità era scivolato per terra. Chiunque li avrebbe potuti vedere.
Un senso di colpa crebbe nello stomaco nel moro. Prese da terra la Mappa del
Malandrino anch’essa caduta, e raccolse il mantello.
“Scusa”
Il respiro adesso più
leggero. Continuò.
“Io, non volevo. È stato
uno sbaglio”
Hermione stette per
sentirsi male. Si riprese. Aveva capito ormai che tra loro due non c’era più
un’amicizia infantile. Lui provava le sue stesse e identiche cose.
Ma se voleva la guerra, lei
gliel’avrebbe data.
“Hai ragione.”
Il suo tono distaccato e
freddo fece trasalire un Harry ormai invisibile.
“Niente è successo”
Lei gli fece un sorriso
tirato, quasi irritante.
Con passo malfermo tutti e
due ripresero a camminare.
Avevano perso di vista
Lumacorno.
****