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Autore: Silvia_sic    18/11/2012    12 recensioni
“[...] -Ho preso una decisione e non ho intenzione di cambiare idea.- disse secco.
-Certo. L'azienda è sua e può fare quello che vuole, non sarò io a farle cambiare idea. Ma... la conosco troppo bene, Tony, e sono sicura che è stato qualcosa a farle prendere questa scelta. È vero?- domandò, guardandolo negli occhi scuri come le tenebre.
Tony si ammutolì e distolse lo sguardo da quello di lei, credendo che quegli occhi cerulei potessero leggergli dentro. Si sistemò meglio nella vasca, sollevando leggermente il petto sopra il pelo dell'acqua e Pepper notò immediatamente la lucina blu che si sprigionava dal suo torace.
La donna si inumidì le labbra con la lingua, deglutendo faticosamente, incerta se porre una domanda o meno. Alla fine prese coraggio.
-Cos'era quella luce?- Tony la guardò negli occhi, insicuro nel rispondere, ma d'altra parte cosa poteva pretendere? Era sicuro che prima o poi l'avrebbe scoperto. Fece uscire dall'acqua la parte superiore del torace, manifestando il reattore arc al centro del suo petto. -È quel qualcosa che mi ha fatto prendere quella decisione...- ammise amaramente.”
Remake del primo film di Iron Man con qualche sostanziale cambiamento che porterà Tony a prendere importanti decisioni.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Rhodey' Rhodes, Obadiah Stane, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

 

 

Finalmente era salvo. Tony Stark era stato ritrovato. Notizia che arrivò subito alle orecchie dello Stato americano con grande gioia da parte di molti cittadini.

 

Tony poté con grande conforto sperare in una meritata e rilassante doccia, venne portato alla base e la prima cosa che chiese fu ovviamente un bagno, cercarono più volte di persuaderlo per farsi prima medicare, ma non c'era stato verso di farlo ragionare.

 

-Ditemi dov'è un bagno!- asserì, stando seduto su una sedia alla base americana.

 

-Ma signor Stark, lei si deve far medicare-

 

-Io non devo proprio un bel niente!-

 

-pensiamo noi a lavarla e disinfettarle le ferite.- enunciò il militare chirurgo, preoccupato di tutte quelle lesioni che poteva intravedere sulle braccia di Tony.

 

-Ho detto di no! Io voglio farmi una doccia!- esclamò assolutamente non intenzionato ad ascoltare i militari in divisa.

 

Rhody si avvicinò all'amico, prendendo una sedia pieghevole e sedendosi di fronte a lui per guardarlo negli occhi. Si fissarono per un paio di secondi in silenzio e Tony sosteneva fermamente lo sguardo severo del Colonnello, che dopo un po' cominciò a parlare: -Devi farti vedere... quelle ferite potrebbero essere gravi.-

 

-Sei sordo per caso?! Nessuno mi deve toccare! Io voglio farmi una doccia! Non rompetemi le palle!-

 

-Tony...-

 

-Non tentare di farmi la predica... Per tre mesi sono stato chiuso dentro una grotta costretto a costruire armi e posso dirti che queste ferite che vedi non sono niente a confronto di quello che ho passato. E smettila di guardarmi con quello sguardo compassionevole, tanto sai benissimo che non cambierò opinione! Solo una persona su questa Terra è in grado di farmi cambiare idea, e questa persona non sei tu.- affermò con spavalderia, riacquistando tutta la sua innata sicurezza.

 

Rhody capì immediatamente di chi stesse parlando... quella persona era Pepper, l'unica in grado di farlo ragionare almeno un po'. Sospirò, sorridendo a mezze labbra. -E va bene... Non sei cambiato per niente in questo periodo, eh testone?- gli chiese, prendendolo in giro. -Forza, andiamo che ti mostro dov'è il bagno.- disse, facendo per alzarsi.

 

-Ma... Colonnello...- lo richiamò preoccupato il dottore militare.

 

-Lo avete sentito... Vi assicuro che non cambierà idea. Lo medicherete dopo.- affermò il Colonnello congedando il gruppo di medici. Si girò verso Tony, che era ancora seduto. -Ti do una mano...- disse, porgendogli il braccio.

 

-Grazie, ma faccio da solo.- enunciò, sorridendo e alzandosi in piedi a fatica per poi seguire l'amico verso il bagno privato.

 

Una volta solo, chiuso in quella piccola stanza munita di doccia, water e lavandino, si tolse i vestiti stracciati e sporchi di terra, sangue e sabbia, gettandoli sul pavimento in un grumo. Aprì l'acqua della doccia e, aspettando che si scaldasse, si guardò allo specchio appeso sopra il lavabo. Fissò la sua immagine così diversa da come solitamente era, ridotta ad uno straccio; la sua attenzione si soffermò sul speciale dispositivo incastonato nel suo petto che sprigionava quella flebile lucina azzurra, lo sfiorò lentamente con le dita sentendo il freddo metallo a contatto con i suoi polpastrelli. D'ora in poi quell'arnese l'avrebbe tenuto in vita.

 

Riemerse dai suoi pensieri solamente quando la figura dello specchio si appannò per i troppo vapore emerso dall'acqua calda della doccia. Entrò nel box regolando la temperatura per poi fiondarsi sotto quel getto d'acqua che portò via tutta la terra e il sangue di cui era macchiato. L'acqua scivolò velocemente lungo tutto il suo corpo nudo, le gocce carezzavano la linea del suo fisico, attraversando la schiena muscolosa, le braccia abbandonate lungo i fianchi, il petto che si alzava ritmicamente ad ogni suo respiro e le gambe lunghe e toniche, portando via il concreto ricordo della sua prigionia. Un ricordo che però sarebbe rimasto per sempre impresso nella sua mente. Il fronte nemico possedeva le sue armi... ed era stata proprio una sua arma a portare l'uso di quel magnete nel suo petto.

 

Doveva fare qualcosa. Sotto il caldo getto d'acqua che gli ripuliva il viso promise a se stesso che avrebbe smesso una volta per tutte di creare cose che esplodono, per il bene mondiale lui con quella roba aveva definitivamente chiuso.

 

Dopo aver passato più di mezz'ora in bagno, Tony, mettendosi un ricambio di canottiera e bermuda dalla fantasia mimetica, si fece finalmente medicare.

 

Lo fecero sedere su un lettino nell'infermeria in compagnia di Rhody e del dottore che gli medicò il braccio destro e qualche taglio meno grave sugli altri arti.

 

-Signor Stark, dovrei chiederle di togliersi la maglia per medicare le eventuali ferite riportate sull'addome e sulla schiena.- Tony si irrigidì per la richiesta del medico, non voleva mostrare cosa avesse piantato nel torace.

 

-Non ce n'è bisogno. Le uniche ferite riportate sono quelle sulle braccia.- asserì in suo aiuto il Colonnello, guadagnandosi uno sguardo stupito da parte di Tony. -Grazie. Ora può andare.- Il medico non aggiunse altro e senza far alcuna domanda uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

 

-Ora che siamo soli mi spieghi cos'è quella roba.- disse Rhody.

 

-Quale roba?- domandò Tony, facendo finta di non aver capito.

 

-Sai di cosa sto parlando. L'ho vista prima quando eravamo sull'elicottero.- asserì, facendogli segno di continuare.

 

Tony sbuffò sonoramente. -Non ti si può tener nascosto niente, eh?!-

 

-Fammelo vedere.- gli ordinò l'amico, indicando il suo petto.

 

-Come siamo curiosi!- esclamò Tony, scherzando, cambiando però subito umore quando notò lo sguardo di Rhody. -Ok, Ok... però non devi dirlo a nessuno.-

 

Rhody si avvicinò all'amico, che con fatica si sfilava la maglietta, svelando così il suo luminoso segreto. Il Colonnello fissò per un paio di secondi quell'apparecchio che sprigionava la lucina azzurra notando anche i numerosi lividi e graffi superficiali che rivestivano il petto di Tony.

 

-Cos'è?-

 

Tony si rinfilò l'indumento, preoccupandosi che qualcuno potesse entrare da un momento all'altro. -È un magnete, alimentato da un reattore arc.- rispose senza aggiungere altro, costringendo Rhody a continuare l'interrogatorio.

 

-Perchè ce l'hai lì?- domandò, temendo di udire la risposta.

 

-Perchè mi tenga in vita...- affermò Tony, ormai rassegnato all'idea di conviverci per sempre. -Quando mi hanno catturato, una granata mi è esplosa davanti ed alcune schegge mi hanno perforato il petto. Sono stato operato per rimuovere quante più schegge poterono, ma ne è rimasta qualcuna... difficile da estrarre. Questa calamita serve a tenerla lontana dal mio cuore.-

 

Rhody rimase pietrificato da tale rivelazione. -O cavolo, Tony, dobbiamo immediatamente portarti in un ospedale per farti operare!-

 

-Non si può! L'operazione è pericolosa, la scheggia è troppo vicina al mio cuore. E poi sto bene! È da tre mesi che vivo con questo coso. In futuro avrò qualche problema con i metal detector, ma per il resto vivrò alla grande!- esclamò Tony sicuro di sé e completamente a proprio agio.

 

-Ma non si può proprio fare niente?!- chiese nuovamente Rhody con tono preoccupato.

 

-No. E nessuno deve saperlo. Mi raccomando, Rhody, la stampa, l'esercito, lo stato... nessuno deve venire a sapere di questa cosa. Chiaro?- enunciò serio. Il Colonnello annuì, ancora un po' scosso per quella notizia così sconvolgente.

 

-Non fare quella faccia!- esclamò Tony, ridendo.

 

-Vorrei vedere la tua di faccia, quando vieni a sapere che il tuo migliore amico ha una lampadina incastonata nel petto!-

 

-Reattore! Mica sono una lampada!- precisò Tony con fierezza. Saltò giù dal lettino, avvicinandosi all'amico e poggiandogli una mano sulla spalla. -Voglio andare via da questo inferno.-

 

-Certo. Andiamo a casa.- acconsentì Rhody, facendo per uscire dalla stanza per organizzare un volo immediato verso gli Stati Uniti. Però lo squillo del cellulare di Rhody, bloccò la loro camminata. Il Colonnello prese il telefono dalla tasta, osservando il display, poi guardò Tony sorridendo.

 

Tony non capì la causa di quel sorriso nella sua direzione, così si appoggiò al muro con le mani infilate nelle tasche dei bermuda, aspettando che l'amico parlasse al telefono.

 

Rhody premette il tasto d'avvio chiamata, portando il telefono all'orecchio. -Ciao!- disse, salutando il suo interlocutore, ancora ignoto alla mente di Tony.

 

-Come sta?- chiese dall'altro capo una voce femminile senza neanche salutare, non udibile da Tony che aspettava in silenzio.

 

-Lui? O sta bene, sta bene...- rispose Rhodes vago, lanciando un'occhiata a Tony facendogli capire che parlavano proprio di lui.

 

-Rhody! Per favore, non essere così enigmatico! Sei l'unica persona che sa come mi sento realmente! Ti prego, dimmi dov'è!- esclamò con voce affranta.

 

-È qui. Proprio davanti a me!- affermò, facendo qualche passo in giro per la stanza. Per alcuni secondi la donna non disse nulla, tanto che Rhodes controllò se la chiamata fosse stata ancora attiva. -Ehy?!? Ci sei ancora?- Tony lo guardò con sguardo interrogativo, non capendo assolutamente con chi stesse parlando.

 

-Sì.- rispose lei con un sussurro.

 

-Vuoi che te lo passi?- gli domandò, fissando Tony che corrugò lo sguardo confuso.

 

-Mh mh.- mugugnò in un'affermazione, facendo sorridere Rhody nel sentirla così incerta e timorosa.

 

Il Colonnello porse il telefono a Tony, che inizialmente non lo afferrò, tenendo le mani in tasca e guardandolo con uno sguardo indagatore.

 

-È Pepper...- Sentendo quel nome, a Tony sembrò che la terra mancasse sotto i piedi e i suoi occhi brillarono di una luce nuova che l'amico notò all'istante. Tony non si accorse nemmeno dell'improvvisa mossa che aveva fatto, ritrovandosi tra le mani il cellulare e fissando lo schermo con fare incerto.

 

Si passò la lingua sulle labbra, inumidendole e sentendosi improvvisamente la gola secca, posò lo sguardo su Rhody che gli si avvicinò poggiandogli una mano sulla spalla. -Torno tra un po'... vado a preparare il volo per gli Stati Uniti.- Tony annuì e Rhodes uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle con dipinto sul volto un sorriso vittorioso.

 

Tony si grattò la nuca leggermente nervoso, per poi fare un profondo respiro, sentiva le mani sudate e il battiti del cuore accelerare il ritmo. Poggiò lentamente il telefono all'orecchio ascoltando il respiro della donna che aspettava la sua parola.

 

-Pepper...- la chiamò con un po' di titubanza.

 

-Tony!- esclamò lei con una nota di sollievo nella voce, si asciugò le lacrime che avevano cominciato improvvisamente a rigarle le guance rosee. -Sta bene?-

 

Il suono della sua voce fu come un coro di angeli alle porte del paradiso, facendo comparire sul viso di Tony un sorriso, che solo lei era in grado di far scaturire.

 

-Sto bene, signorina Potts!-

 

-Ne è sicuro?!- chiese nel tentativo di prendere tempo per ricomporsi e non far sentire al suo capo la voce alterata a causa del pianto.

 

-Certamente... cioè... sarei sicuramente stato meglio se fossi stato lì con lei, ma posso dire che sono ancora tutto intero, o quasi...- disse, lasciando quella vena di dubbio tra le parole poiché non avrebbe mai potuto spiegare per telefono quello che gli era successo e sopratutto che viveva grazie ad una miracolosa e strabiliante batteria.

 

-In che senso quasi?! Le hanno tagliato un braccio? Una gamba?- domandò preoccupata, stringendo automaticamente un fazzolettino tra le dita.

 

-Ma no, per sua fortuna sono ancora tutto intero! Solo qualche graffio e un'altra robetta, ma ora non mi va di parlarne... Chiacchiereremo a casa davanti ad una fumante tazza di caffè! Piuttosto lei, come sta?- chiese lui, cambiando discorso e così il soggetto della discussione.

 

-Io?- esitò titubante, stupita per quella domanda così semplice ma al contempo inusuale nel vocabolario di Tony Stark. -...io sto... sto bene.-

 

-Ne è sicura?- chiese con tono divertito, facendo capire all'assistente il suo tentativo nell'imitarla quando superava i limiti dell'apprensione.

 

E naturalmente questa ironia fu subito colta da Pepper. -Sì, signor Stark! E la smetta di prendermi in giro!- esclamò, facendosi scappare una fievole risata che aprì agli occhi di Tony un arcobaleno di gioia, provocandogli ancora quel sorriso ormai controllato solamente dal volere di lei.

 

-Io non la sto prendendo in giro, mi sto solamente accertando che la mia fidata assistente goda di ottima salute! Comunque credo di doverle delle scuse...- asserì improvvisamente con voce seria.

 

-Delle scuse? E per cosa?- chiese, non capendo cosa avesse combinato tanto da spingerlo a scusarsi.

 

-Del mio ritardo! Sappiamo perfettamente entrambi che non sono un tipo puntuale, ma inizialmente pensavo di posticipare il mio ritorno di sole poche ore... invece l'ho fatta aspettare tre mesi!- esclamò, facendola di nuovo ridere.

 

-Non cambierà mai, signor Stark. Comunque credo che potrò perdonarla per questo lungo ritardo e le risparmierò la ramanzina.- asserì, mordendosi il labbro inferiore per il nervosismo o semplicemente perchè sentire la sua voce e quelle battutine l'avevano finalmente fatta rivivere.

 

-Oh bene! Adesso ho finalmente il cuore in pace! Chissà come ha fatto a vivere senza di me per così tanto tempo?- ironizzò lui.

 

-Piuttosto lei... Come fa ad essere ancora vivo senza il mio aiuto?- lo stuzzicò, rispondendogli spontaneamente allo stesso modo delle loro usuali conversazioni “botta e risposta”.

 

Questa domanda però lo fece riflettere. Quanto tempo aveva passato con lei nella mente... con quegli occhi dalla singolare capacità di farlo perdere in un placido mare ceruleo. Quanto era stato difficile... Ammise a se stesso che l'unica forza capace di tirarlo fuori da quella prigione, era stato il pensiero e il desiderio di rivederla; di stringerla tra le braccia; di baciare le sue labbra rosee; di confessare quello che provava per lei sin dal primo momento in cui i loro occhi si erano incrociati. Lei era la sua Forza. Si umettò le labbra diventate improvvisamente secche. -Già...- iniziò con un sospiro. -Senza di lei è stato infernale.- Passarono un paio di secondi dove entrambi stettero in silenzio senza sapere cosa esattamente dire, per quella conversazione che aveva tutto ad un tratto preso un'altra piega.

 

La donna accennò un colpo di tosse per poi richiamarlo, per accertarsi che fosse ancora lì.

 

-Ehm... sì sì, ci sono! Pepper, io...- cercò di cominciare quello che voleva dirle da sempre, ma le parole gli morirono in gola e l'agitazione prese il sopravvento, facendolo rimanere lì muto con i cuore che gli martellava nel petto come un martello pneumatico in funzione.

 

-Sì?- lo incitò a continuare.

 

-Io... cioè... volevo dire che io... no. Lei...- tentennò Tony non sapendo come tirarsi fuori da quella delicata situazione. -Domani. O oggi. Dipende dal fuso orario. Torno.- asserì, parlando a singhiozzi.

 

Pepper sorrise, passandosi tra le dita una ciocca dei suoi capelli bronzei. -Io sarò qui ad aspettarla... Ci sentiamo più avanti, signor Stark.-

 

-A dopo, signorina Potts.- la salutò, ascoltando il sottofondo del bip del telefono, che lo avvertiva della chiamata terminata. Buttò con leggerezza il telefono sul lettino per poi passarsi entrambe le mani tra i capelli.

 

-Stupido! Stupido! Stupido!- si insultò, cominciando a camminare avanti e indietro per la stanza. Si fermò a guardare il suo riflesso sulla vetrata. -Che cosa ti è passato per la mente?!? Fare queste figure? Mi hai deluso Tony Stark!- esclamò, puntando un dito verso la sua immagine riflessa. -Come puoi solo pensare di dirle che la ami?! Ti prenderebbe per pazzo!- poi sospirò, girandosi e sedendosi sulla brandina. -Sì... perchè sei realmente pazzo! Pazzo di lei!- affermò, prendendosi la testa tra le mani.

 

-Ma con chi stai parlando?- la voce del Colonnello lo fece sobbalzare, portandolo immediatamente sull'attenti.

 

Tony si guardò intorno nervoso, grattandosi la nuca. -Chi io?! Con nessuno. Assolutamente.- agguantò velocemente il cellulare, lanciandolo verso l'amico che lo afferrò al volo. -Questo è tuo. È un modello scarso lasciatelo dire.- disse, cercando di cambiare discorso.

 

Rhody rise beffardo. -Sì. Modello scarso che è in grado di operare chiamate intracontinentali che ti fanno recuperare il buon umore...- enunciò ridacchiando e uscendo dalla stanza. L'altro sgranò gli occhi, guardandolo allontanarsi per un paio di secondi, per poi seguirlo a ruota.

 

-Cosa vorresti dire?-

 

-Oh niente...- rispose lui vago, sotto il penetrante sguardo di Tony che lo affiancava nella camminata. -Bhè... il nostro volo è pronto! Ti riporto da lei.- terminò quella frase, facendo restare Tony abbastanza interdetto e preoccupato che Rhody avesse sentito le sue parole di poco prima. C'era una cosa sbagliata nella sua teoria: per Rhodes non era necessario ascoltare la sua rivelazione, perchè sapeva perfettamente sia quello che provava lei sia quello che provava lui...

 

 

 

Continua...

 

 

 

NdA: Ciao a tutti!!!

Ed eccoci anche alla fine di questo capitolo xD Ma cosa più importante si è “vista” Pepper! Sì, ok... una chiacchierata al telefono non rende molto l'idea, xò almeno è arrivata! E, leggendo le recensioni, vedo che sono abbastanza chiare le mie intenzioni :D Ma! Adesso basta u.u altrimenti con la mia lingua lunga vi dico tutto in poche righe e allora mi aspetterebbe una bella mutilazione alle dita delle mani per fermarmi xD *sclero time*

A proposito di recensioni vi ringrazio infinitamente per i commenti, mi hanno fatto davvero piacere :) Avrei voluto rispondervi ad ognuno, ma in questa settimana questo è stato l'unico giorno in cui ho acceso il pc e soprattutto che non mi addormento con libri di storia, filosofia o chimica tra le mani... Sono davvero distrutta, dormire 5 ore a notte di certo non fa bene alla salute e fa venire occhiaieeeee D: Visto che non vi ho risposto, mi sembra minimo ringraziare ognuno di voi per la recensione che mi avete lasciato ;) Quindi grazie a: Fujino__sanXDD, Fipsi, Julyet_M, RoxyDowney, kay33, _Maria_ (← andate a leggere la sua long-ff nella sezione Avengers! È stupenda!!!), mirianval, nicolettasole e MissysP :)

Da non dimenticare chi l'ha aggiunta alle seguite: Doctor Smith, Fairy84, Fipsi, kay33, Memole91, MissysP, oOBlackRavenOo, sofy96 e _Maria_ :D

E come non ringraziare coloro che con fiducia hanno aggiunto la storia tra le preferite? Grazie a MelaChan e RoxyDowney!!!

Ora credo proprio di aver finito xD Cmq era il minimo che potessi fare u.u

Spero che il chappy vi sia piaciuto ;) Ditemi che ne pensate!

Un bacione

Sic

   
 
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