Film > Matrix
Segui la storia  |       
Autore: Virtual Deliverance    18/11/2012    0 recensioni
Un hacker viene portato fuori da Matrix da un gruppo di ribelli, ma all'improvviso si trova a lavorare per le macchine. Le macchine però commettono un errore, grazie a cui ottiene poteri straordinari che lo portano a scoprire un segreto sulle origini di Matrix.
Genere: Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il collaudo del nuovo modello di agente era stato un completo successo. Secondo la procedura, quello era il momento di cancellare il programma agente dal cervello del corpo ospite, e così venne fatto: in quell'istante Kevin, che era già uscito dall'appartamento di Yasogami, cadde a terra svenuto.

Quando rinvenne, il suo ultimo ricordo era di stare seduto su una poltrona da dentista con degli elettrodi applicati al corpo. Credendo di vivere un deja-vu, si ridiresse verso la porta dell'appartamento: appena la aprì, il raccapricciante spettacolo che si parava davanti ai suoi occhi lo lasciò scioccato. Gridando "Oh mio dio!" richiuse la porta il più velocemente possibile e corse verso l'ascensore, con l'intenzione di allontanarsi in fretta da quel luogo.

Uscito infine dal condominio, Kevin iniziava a cedere alla stanchezza. Troppo lontano per arrivare a casa a piedi, si diresse verso una fabbrica abbandonata non distante da lì, che di frequente era usata come rifugio da barboni e drogati.
Entrò senza problemi; trovato il luogo adatto, si distese su uno strato di vecchi residui di tessitura e si coprì con i resti di uno scatolone. A causa dell'estrema spossatezza (accadeva di frequente che stesse sveglio per più di 48 ore consecutive per hackerare, e questo era uno di quei casi), Kevin si addormentò in meno di un minuto.

Quella notte in quell'edificio non c'erano altre persone, quindi nessuno lo avrebbe disturbato. Soprattutto, nessuno avrebbe visto cosa gli accadde dopo essersi addormentato: parti del suo corpo iniziarono a trasformarsi in metallo in ondulazioni ritmiche che seguivano il suo respiro, e questo per tutta la durata del suo sonno.

Era passato mezzogiorno quando Kevin si svegliò, uscì dall'edificio e iniziò a camminare verso casa. A un certo punto trovò una pietra sul marciapiede e con noncuranza le diede un calcio mirando a un bidone dell'immondizia lì vicino: il colpo della pietra spaventò un gatto nero dietro al bidone, che gli saltò addosso graffiandogli la faccia e facendolo cadere.
Proprio in quel momento le macchine iniziarono una scansione del suo cervello, rilevando qualcosa di inaspettato: Kevin non lo poteva sapere, ma una parte del nuovo programma agente, non ancora privo di bug, era rimasta impressa in lui, dotandolo di facoltà superumane.

Al termine della scansione, Kevin si ritrovò in piedi, pochi passi prima dell'immondezzaio. La pietra era di nuovo sul marciapiede. Come aveva fatto prima (ma l'aveva fatto davvero o era solo uno scherzo della sua mente?), calciò la pietra che colpì il bidone e fece venire fuori il gatto. Questa volta, però, prima che l'animale riuscisse ad artigliargli la faccia, Kevin lo colpì con un pugno che lo spappolò completamente.
Vedere i resti insanguinati del gatto gli fece ricordare scene rimosse: all'improvviso era di nuovo sulla sedia di Yasogami... beveva di nuovo l'acqua dal bicchiere portogli da Sehnsucht, trattenendo la pillola rossa con la lingua... balzava di nuovo addosso a Scruter sfracellandogli la testa con un pugno...

Quando tornò in sè, Kevin era atterrito dalle immagini rievocate. Una domanda si fece strada nella sua mente, una domanda di cui forse non avrebbe mai conosciuto la risposta... "COSA MI STA SUCCEDENDO?"

Aveva però la certezza che qualsiasi cosa gli fosse avvenuta, era stato in qualche modo migliorato: percepiva dentro di sè potenzialità uniche. Per saggiarle, Kevin decise di usare il metodo più immediato: colpire con tutta la forza il muro dell'edificio accanto. Quando il suo pugno arrivò a trenta centimetri dal muro, tutto gli sembrò svolgersi al rallentatore: mentre vedeva le sue nocche avvicinarsi al cemento sentiva la sua mano, e poi il suo braccio, indurirsi pur conservando la consueta mobilità... li scorgeva acquistare a mano a mano la lucentezza del metallo... poteva quasi percepire i singoli atomi che si disgregavano e riassemblavano in una reazione a catena, trasformando quegli strati di sostanze proteiche in lucido titanio...

Il colpo fu devastante: il muro esplose in una miriade di frammenti, proiettati in tutte le direzioni come schegge di granata. Vedendo ciò che aveva fatto, Kevin sentì crescere dentro di sè un'incontenibile esaltazione e si mise a correre per le vie della metropoli verso la periferia, sempre più velocemente, fino a raggiungere la strada dissestata che portava alla discarica.
Senza rallentare, raggiunse l'orlo della fossa principale e spiccò un balzo. I muscoli delle sue gambe generarono una potenza tale che Kevin percorse circa duecento metri in aria, con un'elevazione di almeno cinquanta!

Quando riatterrò, era talmente pieno di autocompiacimento da non accorgersi che tre operai al lavoro nello stabilimento di riciclaggio avevano visto tutta la scena: immediatamente, i loro lineamenti si distorsero e le loro tute da lavoro si trasformarono in abiti nero-verdastri. I tre agenti uscirono di corsa e si diressero verso di lui, prendendolo di mira con le loro Desert Eagle. Kevin iniziò a scappare, ma gli spari gli fecero ricordare qualcos'altro... si era già trovato in una situazione simile, ed era ancora vivo perchè era diventato impervio ai proiettili! Allora si fermò di scatto, girandosi verso gli agenti e guardandoli con aria di sfida. Continuavano a sparargli, ma ogni volta che un proiettile si avvicinava al suo corpo, quella zona si trasformava in metallo facendolo rimbalzare.

Vedendo che la tattica non funzionava, gli agenti si scambiarono un cenno d'intesa, gettarono le armi e attaccarono il ragazzo a mani nude. Per alcuni minuti questo non portò ad alcun risultato: il metallo di Kevin era talmente duro e i corpi degli agenti talmente resistenti che i colpi che si scambiavano non avevano alcun effetto. A un certo punto, però, Kevin piegò le braccia verso un agente e le trasformò in lunghe punte acuminate con cui gli trapassò l'addome. L'agente crollò a terra morto e riprese le fattezze dell'operaio, mentre le punte metalliche si retraevano e ritrasformavano.

Kevin ritentò più volte la stessa mossa con gli altri due agenti, ma senza successo: entrambi riuscivano sempre a schivare le punte, finché uno lo afferrò da dietro per bloccare i suoi movimenti. Lui però si liberò con una capriola all'indietro, si mise a correre verso l'impianto di riciclaggio e con un balzo atterrò sul tetto.
Mentre gli agenti correvano per raggiungerlo chiuse gli occhi e strinse i pugni, e il suo intero corpo divenne di metallo. Proprio nel momento in cui gli agenti spiccarono il balzo per salire sul tetto, Kevin saltò verso di loro cambiando completamente la sua forma: diventato una lama circolare rotante, tranciò di netto i corpi di entrambi gli agenti. Riprese la forma umana appena prima di atterrare e si voltò a guardare ciò che rimaneva degli agenti: loro erano morti, lui era ancora vivo e senza nemmeno un graffio!

In quell'istante, però, iniziò ad avere una sensazione strana: era come se le sue percezioni si stessero sdoppiando. Mentre quelle dell'ambiente che lo circondava si affievolivano, si faceva sempre più netta la sensazione di essere anche coricato, in un ambiente privo di suoni... Kevin conosceva quelle sensazioni: le aveva provate ogni volta che si risvegliava da un sogno lucido. Era possibile che si fosse sognato tutto? Che in pochi istanti si sarebbe risvegliato nel suo letto?

Kevin fece ricorso a tutta la sua forza di volontà per resistere a ciò che stava accadendo, ma dopo nemmeno trenta secondi aprì gli occhi... i suoi veri occhi. Ma l'ambiente in cui si trovò era qualcosa che mai si sarebbe aspettato: era immerso in un liquido gelatinoso, con cavi collegati a ogni parte del suo corpo, un tubo in bocca da cui arrivava aria e un grosso spinotto inserito nel cranio.

D'istinto, Kevin puntò le braccia per tirarsi su, ma si accorse che il bordo della vasca in cui si trovava era sigillato da una membrana elastica. Riuscì a squarciarla con le mani, si tolse il tubo dalla bocca e si sedette per guardarsi in giro: intorno a lui c'erano migliaia di altre vasche identiche, ognuna con dentro una persona in stato di animazione sospesa. Sotto di lui, una vertiginosa altezza lo separava dal fondo di quella struttura.

Proprio dal basso, un enorme robot volante dalla forma vagamente insettoide arrivò verso Kevin e lo sollevò per il collo, scollegandogli il grosso cavo che aveva infilato in testa. Immediatamente dopo si staccarono uno dopo l'altro i cavi collegati al suo corpo e dietro di lui si attivò un formidabile risucchio che l'avrebbe trascinato chissà dove. All'ultimo momento, però, Kevin riuscì ad afferrare uno dei suoi cavi e a resistere a quella forza, poi si guardò in giro per ritrovare quello che era servito per collegarlo a Matrix; lo prese in mano e ne esaminò attentamente la struttura, mentre con l'altra mano palpava la presa sulla sua nuca. Infine reinserì la punta dello spinotto nella sua interfaccia cerebrale: lo spinotto, autoguidato, proseguì la sua corsa ripristinando il collegamento.

Kevin si ritrovò accanto all'impianto di riciclaggio, con tutte le sue nuove abilità: anche se quel mondo era un'illusione, per la sua unica condizione era molto migliore di qualsiasi cosa ci fosse stato là fuori. Dopo essersi guardato in giro, Kevin si incamminò verso la città. Non sapeva ancora cos'avrebbe fatto con i suoi poteri, ma avrebbe escogitato qualcosa.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Matrix / Vai alla pagina dell'autore: Virtual Deliverance