Marijoa non era soltanto la sede del Governo Mondiale, ma anche la dimora fissa
dei cosiddetti Draghi Celesti, importantissimi nobili conosciuti in tutto il
mondo come i discendenti diretti dei fondatori delle forze governative. I
Draghi Celesti non si vedevano spesso in giro: preferivano rinchiudersi tra le
imponenti mura dei loro lussuosi alloggi ed evitare qualsiasi tipo di contatto
con quella che ritenevano 'una razza inferiore'.
Quel giorno, però, i più giovani avevano deciso di uscire allo scoperto e
fare una passeggiata per il vicino Arcipelago Sabaody,
ovviamente sotto la supervisione di esperte guardie scelte apposta per loro ed
espressamente richieste dal loro genitore.
"Ciò che dovete fare voi" spiegò il nostro addestratore "E'
assicurarvi che nessuno si avvicini ai nobili, né alle guardie del governo.
Intesi?"
"Sì, signore"
E in un istante eccoci arrivati a Sabaody, nel
bel mezzo di una folla di persone, pirati, commercianti ambulanti e bambini che
giocavano.
"E' davvero bellissimo..." mi lasciai sfuggire, mentre mi perdevo
a guardare estasiato le bolle che si alzavano dal suolo e le gigantesche
Mangrovie che rendevano l'ambiente insolito e caratteristico.
I Draghi Celesti erano due: una ragazzina sui dodici anni e suo fratello
piagnucolone, entrambi trasportati da uno schiavo che comandavano a bacchetta
"Avanti, striscia più veloce! Io e mia sorella ci stiamo annoiando!"
Mi guardavo intorno circospetto, facendo ben attenzione ai passanti e
svolgendo con devozione il mio (seppur di poco prestigio) lavoro. Fino a quel
momento, il corteo era andato avanti indisturbato, circondato da una decina di
pezzi grossi e ammirato dagli abitanti dell'Arcipelago, i quali s'inchinavano
intimoriti al nostro passaggio.
La giornata volò via veloce, accompagnando i due fratelli al Sabaody Park e poi in giro per la zona turistica. Tutti
sembravano rispettarli in modo ossessivo, e guai se qualcuno non
s'inginocchiava o mostrava un minimo segno di indifferenza: avrebbe anche
potuto restarci secco.
"Mia sorella vuole un gelato! Sentito, schiavo?" San Charloss calciò con forza l'uomo che gli stava sotto i
piedi, infilandosi un dito in una narice con fare strafottente "Fermati
subito!"
Con un rantolo sommesso, lo schiavo si arrestò e fece scendere i suoi
padroni altezzosi, ignorando le fitte di dolore che probabilmente questi ultimi
gli stavano infliggendo alla schiena. Mi concessi un sospiro, mentre i due
nobili erano scortati in gelateria e discutevano sui dolciumi da acquistare.
Dopotutto, quel misero incarico non era tanto male: se non altro, potevo
godermi la visita di quel posto affascinante senza essere disturbato. Il mio
pensiero volò alla lontana Kodama, chissà quanto Kyoko si sarebbe divertita a giocare con quelle enormi
bolle...
Ma non ebbi tempo per concentrarmi su quelle riflessioni, perché furono
prontamente spazzate via dai due ragazzini che uscirono subito dal negozio,
lamentandosi a più non posso "Questo gelato è troppo freddo!"
"Ha un assortimento da morir di fame!"
"Ma hai visto quelle caramelle? Sembravano scadute da millenni!"
"Non saremmo dovuti entrare in uno schifoso negozio qualunque...nostro
padre non ce lo perdonerebbe!"
Tra le loro voci, la mia attenzione fu catturata da uno strano rumore
metallico che si faceva sempre più vicino. Voltai lo sguardo vigile prima degli
altri e, prima ancora che il pericolo fosse evidente, mi ero già lanciato
davanti ai due fratelli prima delle altre guardie: una decina di coltelli
lanciati nell'aria alla velocità della luce, che fortunatamente riuscii a
fermare singolarmente con precisione e sangue freddo.
Mi ritrovai con quelle armi taglienti tra le mani senza rendermene conto.
Era successo tutto troppo in fretta e mi venne da sgranare gli occhi.
L'unica cosa di cui mi accorsi, fu che gli altri uomini del governo si
erano buttati addosso al mendicante da cui era partito l'attacco, poi
arrivarono alle mie orecchie le urla dei nobili "Aaah!
Siamo morti! Ci ha uccisi!"
"Tutto bene" si affrettò a replicare una guardia, mentre
immobilizzava l'attentatore con fare esperto "Tutto sotto controllo,
principessa Shalulia!"
"Dio salvi la nobiltà!" urlò il colpevole, evidentemente ubriaco
e incapace d'intendere e di volere.
"NON E' TUTTO SOTTO CONTROLLO!" sbraitò la ragazza "Cosa
stavate guardando, branco di buoni a nulla?!"
Prima che potessi accorgermene, un pezzo grosso aveva già provveduto a
neutralizzare l'uomo, cominciando a soffocarlo davanti agli sguardi allucinati
delle persone circostanti, incurante delle sue urla di dolore.
"Se non fosse stato per...a quest'ora..." continuò a balbettare
Santa Shalulia, mentre suo fratello leccava il gelato
con espressione scombussolata e con naso gocciolante, finché lo spettacolo non
terminò e l'uomo si accasciò a terra, privo di sensi.
"E' questa la giusta punizione da infliggere a chi si mette contro di
noi" sputò ancora la nobile attraverso la sua maschera resinosa.
La gente che si trovava nei paraggi si portò le mani alla bocca,
spaventata, ma non osò controbattere né esporsi.
"Torniamo a casa, sorellina. Questo Sabaody
non è proprio nulla di speciale"
"Mio padre dovrà recarsi a Shinoka domani, Grandammiraglio Sengoku. Mi
aspetto che le guardie che l'accompagneranno saranno più competenti di quelle
che avete appioppato a me e mio fratello"
"Certamente, principessa. Le sceglierò personalmente, posso
assicurarglielo"
"E per quanto riguarda oggi...beh, posso dire che sono profondamente
delusa da lei e da tutti i suoi uomini. Credevo che almeno voi deste la giusta
importanza a ciò che siamo, invece vi siete rivelati soltanto dei comuni esseri
umani"
"Sono desolato per l'increscioso episodio di oggi pomeriggio, nobile Shalulia, e le prometto che non si verificheranno mai più
errori del genere. Ha la mia parola"
La ragazza si voltò nella mia direzione "Solo quest'uomo è stato in
grado di proteggermi. Chi è?"
Abbozzai un sorriso "Solo solo un s..." sottoposto, stavo
per dire, sottoposto dei grandi capitani di Marijoa.
Ma un uomo dal viso scuro e dai capelli biondi mi precedette
"Spia" si affrettò a rispondere prima di me "Una spia della
CP7" sorrise soddisfatto, mentre Sengoku si
allontanava parlando con San Charloss.
Lo guardai sbarrando gli occhi. Poi, in seguito, mi spiegò che era il capo
della Cipher Pol 7 e che
proprio quella mattina un agente era stato ucciso sul lavoro.
"Non farne parola con Sengoku, o non ci
penserà due volte a sbattermi fuori" mi aveva raccomandato non prima di
essersi acceso una sigaretta e aver fatto un profondo tiro "Beh, sembra
che tu piaccia molto alla ragazzina celeste..." aveva ammiccato con tono
ironico "Domani partirai con i miei uomini per scortare suo padre a Shinoka. Non ci vorrà molto" fece per andarsene, poi
tornò indietro "Ah, di' a Karl che è un imbecille e che d'ora in poi sei
sotto il mio comando"
Quella sera, mi ritirai nel mio dormitorio e preparai il necessario per il
giorno seguente, senza farne parola con gli altri cadetti.
Ero ansioso di partire e non vedevo l'ora di mostrare le mie capacità agli
altri. Corgi mi aveva offerto di lavorare per lui, ma
la sua richiesta (o forse dovrei dire la sua imposizione) era stata
semplicemente dettata dalla simpatia che provava per me Santa Shalulia e, caso fortuito, da un improvviso posto libero
nella CP7.
In qualsiasi caso, si trattava di una grande opportunità e non avrei
mancato di mettere in pratica tutto ciò che sapevo fare: Corgi
non si sarebbe pentito della sua scelta.
Quando andai a raccogliere le mie cose in palestra, Karl mi salutò con un
grugnito "Sei stato fortunato per l'episodio di oggi pomeriggio. Ma questo
non fa di te un eroe, sai?"
"Assolutamente" afferrai la borsa che avevo lasciato lì il giorno
prima.
"Si è trattato soltanto di un caso" continuò con tono velenoso,
mentre metteva a posto svariati attrezzi con cura meticolosa.
"Lo so" lo assecondai con sguardo basso.
"Poteva capitare a chiunque"
"Certamente" concordai, voltandomi verso il mio interlocutore con
aria di superiorità. Probabilmente mi ero già montato la testa "A proposito,
Corgi mi ha detto di riferirle che d'ora in poi sarò
sotto il suo comando" l'espressione sul volto del mio allenatore divenne
di uno strano colore verde e i suoi occhi si fecero più larghi
"Pertanto...beh, io qui la saluto"
Me ne andai senza degnarlo di ulteriori spiegazioni, mentre con lo sguardo
seguiva inebetito la traiettoria dei miei passi.
Poi, un grido in lontananza "Figlio di puttana!" ©
Prima
di far entrare Kaku nella CP9, ho pensato che fosse
necessario fargli fare un po’ di gavetta, almeno per rendere le cose un tantino
più credibili. E allora il mio pensiero è andato subito ai Draghi Celesti,
giacché sono residenti a Marijoa…e poi a Corgi, che è un personaggio che si vede davvero pochissimo:
non si sa effettivamente che ruolo abbia e io ho ‘approfittato’ di ciò per
immaginarlo a capo della CP7.
Poi
qui spero che non mi lincerete: ho dato per scontato che Sengoku
non sapesse della missione prova fissata per quel giorno a Sabaody,
ecco perché non si è soffermato sull’identità di Kaku.
So che probabilmente è una negligenza che non avrebbe, ma dati i suoi
numerosissimi impegni, forse non è a conoscenza dell’organizzazione interna di
tutte le Cipher Pol, ma
solo delle più importanti. Mentre le minori sono magari amministrate da uomini
di cui si fida ciecamente (come Corgi, per esempio). La cosa non mi sembra tanto fattibile, perché
credo che ci sia una certa burocrazia a regolamentare i membri delle varie
forze governative, ma è qui che entra in gioco l’immaginazione: immaginate
insieme a me, sennò non ne usciamo vivi xD
Un
ringraziamento speciale ad Archdeacon Chopen che è sempre la prima a recensire! Lettori
silenziosi, fatemi sentire il vostro supporto, su! ;)