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Autore: MsSils    18/11/2012    1 recensioni
Si allacciò la cintura, accese il riscaldamento e si infilò gli auricolari nelle orecchie.
La musica era al massimo.
Il panorama cominciò a scorrerle sotto gli occhi velocemente e la sua canzone preferita partì dalla riproduzione casuale.
One Direction.
More than this.
La sua mente cominciò a viaggiare e a portarla in un mondo in cui tutto era più grande.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pi
..
pi
..
pi
..
pipi
..
pipi
..
piripi
..
piripi
..
piripiripiripiripiripiripiripiripiripi…

 
Mentre la mano si dimenava per trovare la sveglia e riuscire a spegnere il rumore assordante, Sara aprì gli occhi. La luce la accecò costringendola a tenere gli occhi socchiusi mentre cercava di abituarsi.
Era la prima volta che era contenta di svegliarsi e tornare alla realtà perché per una volta la realtà era meglio dei sogni.
Ci stava ancora pensando a quello che a meno di ventiquattro ore di distanza  le era successo e ancora doveva capacitarsene.
Era successo davvero?
Le cose così non succedono a ragazze normali come lei. Era una della cose che sua madre le ripeteva sempre.
Era confusa e felice allo stesso tempo e la cosa le piaceva.
Si alzò e si vestì il più velocemente possibile per non sentire tutto il freddo che c’era nella stanza. Mentre si preparava vide i vestiti del giorno prima e la borsa ancora nell’angolo e pensò che forse, allora, doveva essere successo veramente.
Entrò in cucina. L’orologio del fornetto elettrico segnava le dieci e trenta. Aprì la dispensa e riempì lo stomaco di qualche schifezza. Sul tavolo vide la lista della spesa che sua madre le aveva lasciato.
Odiava fare le commissioni, si sentiva il facchino di casa. Era sempre l’ultima a sapere le cose ma quando c’era bisogno era la prima ad essere chiamata.
Prese la lista e se la infilò nella tasca dei jeans, si mise le scarpe e il giubbotto pesante ed uscì di casa. In cortile ad aspettarla c’erano Silvia ed Elena che da buone amiche l’avrebbero accompagnata.
Camminarono per una decina di minuti fino ad arrivare al grande centro commerciale dietro ai giardini pubblici.
‘Ok, io devo andare al supermercato e, ovviamente, fare la spesa; poi ho altre commissioni da fare. Se volete intanto potete fare un giro voi’
‘Io vado un attivo a vedere da Zara che ha gli sconti, se non vi dispiace’, disse Silvia.
‘Io vengo con te al supermercato!’ affermò Elena sorridendo.
Mentre le due entravano nel grande supermercato, Silvia si diresse verso la sezione negozi di abbigliamento.
Zara era enorme ed aveva roba bellissima e costosissima allo stesso tempo. Per fortuna era tempo di sconti! Doveva assolutamente cercare qualcosa di elegante da mettersi siccome aveva scordato una parte dei vestiti a casa.
Iniziò a guardarsi intorno finché vide il reparto che cercava. Sbirciando qua e là inizio a riempirsi la mano di vestiti da provare tanto che ormai una mano non le bastava più. Ovviamente la taglia che cercava era nell’ultimo vestito in fondo quindi si ritrovò tutta intenta a cercare di sfilare il capo senza far cadere l’intera pila. Se qualcuno l’avesse vista le avrebbe di sicuro riso dietro.
‘Ma guarda un po’ chi si rivede!’
Silvia si girò. Non sapeva se era più imbarazzata per la persona che si trovava davanti o per la situazione in cui essa l’aveva colta.
‘Ciao, Liam!’ esclamò infine.
Non ci credeva. Forse allora il suo sedere enorme acquistato da anni di mangiate con le sue amiche le stava iniziando a portare fortuna seriamente.
Si sentiva profondamente in imbarazzo ma ormai non poteva più scappare.
‘Vuoi una mano? Ero qui che guardavo qualche vestito per me quando ti ho vista. Devo ammettere che non sapevo se aspettare a salutarti e godermi la scena oppure offrirti il mio aiuto. Credo di essere troppo generoso!’ disse ridendo.
‘Ed io di essere troppo imbranata!’,aggiunse Silvia sorridendo.
‘Vestiti? Dove vai di bello?’
‘Da nessuna parte. Ho scordato alcuni vestiti a casa quindi pensavo di comprarmi qualcosa di poco costoso da mettermi’
‘Dammi qua, ti porto qualcosa. Posso darti dei consigli se vuoi, dicono che sono bravo’
‘No’ pensò nella sua testa Silvia. Sapeva che sicuramente la cosa sarebbe stata imbarazzante. Ma che poteva dire?
‘Certo, dai vieni dai camerini che li provo e mi dici’ disse Silvia.
Silvia sperò che tutto ciò che aveva preso le andasse bene; già non le piaceva il suo corpo, in più chiedere ad uno ragazzo di cambiarti la taglia le avrebbe fatto preferire sotterrarsi in buco.
Se poi quel ragazzo era Liam..
Si infilò i jeans. ‘Si! Si chiudono!’ esclamò esultante nella sua mente. Si infilò una maglietta con una stampa sopra e un copri spalle elegante grigio. Si girò e rigirò guardandosi allo specchio circa venti volte prima di uscire dal camerino.
‘Allora?’
‘Mmm.. bello ma non mi convince. Prova leggins, maglia lunga e quel copri spalle’
‘Ok’
Rientrò nel camerino. Non riusciva più a pensare. ‘Non gli piace, lo sapevo! E se rompo i leggins mentre li metto? Insomma sono delicati!Poi metti che la maglia la sporco di trucco mentre me la infilo? Come mi giustifico? Certo che in queste situazioni sempre io! Dovevo andare al supermercato cazzo. Anzi dovevo stare a casa. Io sto culo non lo voglio più. In tutti i sensi. Mi metto a dieta. Vedi, mia madre lo diceva! Troppo cibo ingrassa! Poi quando eravamo a tavola ‘mangia che i bambini in Africa muoiono’. Ma allora vuoi che mangi o no? Intanto il culo da porta bagagli della Rayanair ce l’ho io mica lei. Compagnia aerea del cazzo, ti chiederò i diritti d’autore prima o poi! Vaffanculo!’
Si infilò i leggins neri, la maglia bianca che le arrivava fino a metà cosce e il copri spalle grigio. Decise di mettersi anche i suoi stivali per vedere se le stavano bene. Finalmente uscì.
Liam non c’era più.
‘Ha preso paura. L’ho fatto scappare. Lo sapevo, colpa di mia madre!’
Prima che la sua mente contorta potesse continuare lo vide riapparire.
‘Pensavo fossi scappato’ affermò Silvia.
‘No, sono andato un attimo a vedere una cosa…. WOW!’
‘Wow?’
‘Stai benissimo, davvero. Lo sapevo, sono un bravo consigliere, ci becco quasi sempre. Credo che anche gli altri lo diranno’
‘Altri..?’
‘Si, mentre ti provavi i vestisti mi è venuta una idea. Oggi pomeriggio abbiamo delle prove. Mi trovo con i ragazzi a provare in uno studio di registrazione appena fuori Venezia. Ti va di venire? Possiamo passare a prendere anche le tue amiche.’
‘Loro sono qui con me solo che sono al supermercato.’
‘Ma ti va di venire, no?’
‘Certo! Mi cambio e arrivo!’
‘No,vieni così!’
‘Non so come funzioni dove vivi tu, ma qui in Italia bisogna pagare se no finisci in guai seri’ disse ridendo Silvia.
‘Tranquilla, prendi la tua roba e andiamo. Ci ho già pensato io’ le rispose Liam sorridendo.
‘Stronzo, allora non sei andato a vedere una cosa ma a pagare!' 
‘Hai pagato per me?’ disse mentre raggruppava velocemente la sua roba e la prendeva in mano. ‘Non dovevi, adesso mi dici quanto ti devo se no mi sento in debito a vita’
Senza neanche aspettare che si sistemasse la roba fra le braccia, il ragazzo la prese per l’altra mano e la trascinò fuori dal negozio. Liam l’aspettò fuori dal supermercato mentre Silvia andò a cercare le amiche.
Fece più in fretta possibile, non voleva farlo aspettare.
Le vide in fondo al reparto surgelati mentre sceglievano il gelato.
'Sempre le solite!'
‘Ragazze!’ esclamò.
Le amiche si girarono spaventate. Non capivano cosa fosse successo vedendola così agitata mentre gli correva in contro.
‘Dicci Silvia, che succede??’
‘Dovete assolutamente venire! E’ importante poi vi spieghiamo. Dai che ci aspetta fuori!’ affermò Silvia affannosamente.
‘Spieghiamo? Chi? Dove ci aspetta? Ma che succede?’ chiese Elena.
‘Vi fidate di me?’
‘Si, ma..’
Prese le amiche per le mani e le trascinò con sé ‘Allora per una buona volta ascoltatemi’
Le amiche notarono i vestiti nuovi che avevano addosso. Silvia sapeva benissimo come confonderti le idee a volte.
All’uscita videro Liam che le aspettava e rimasero attonite.
‘Vi avevo detto di fidarvi’ sussurrò quasi senza voce alle amiche.
Le porte scorrevoli si aprirono al loro passaggio e frettolosamente si precipitarono in macchina. Liam accese il motore e fece retromarcia. Le ragazze non capivano, ma erano lì e quella era già una buona dimostrazione che ci tenevano e si fidavano dell’amica. Sapevano che non avrebbero mai avuto un’altra occasione così.
Silvia si allacciò la cintura e si girò verso le amiche.
Sorrise.
A loro bastò.
 
Silvia guardò la strada dal sedile davanti aumentare la velocità sotto i suoi occhi. Liam con gli occhi fissi davanti a sé concentrato nella guida.
 
Vide la grande insegna con scritto 'Sony Music, sede di registrazione di Venezia'. 

Il cuore inizio a batterle forte.
Per la prima volta in tutta la sua vita Silvia pensò: forse questo mio culo potrebbe inziarmi a piacere.

   
 
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