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Autore: _Kali    18/11/2012    5 recensioni
Tutti erano davvero senza cuore, ma lui non lo era, non poteva essere come tutti loro, era impossibile. Ricordo ancora quel volto, a mio parere, impossibile da cancellare.
Dopo che tutto finì, dopo che le “giubbe rosse” come le definì Garrett, se ne andarono, portandosi via anche lui, nel mio petto non rimase che il buio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec, Renesmee Cullen, Un po' tutti, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Guidavo da qualche ora, o almeno provavo a farlo nel migliore dei modi. Guidare una macchina di certo non era il mio forte, spesso optato per le moto, anzi.. sempre. Guardavo davanti a me, alternando lo sguardo ai freni, grande errore.

Andai a sbattere contro un’altra auto che era ferma davanti a me. Ora tutti avrebbero capito chi c’era alla guida, pur non riuscendo ad intravedere la mia figura attraverso i vetri scuri della mia auto. Sospirai.

Ero a Volterra da poche settimane, ma ormai tutti mi conoscevano.. per via del mio essere un’imbranata totale, ovviamente. A volte sarei voluta tornare a casa mia, in America, dai miei genitori, da tutti i miei familiari, ma se sarei tornata sarei passata per la ragazza che non sa badare a se stessa, ed io odiavo passare per la ragazza che non sa badare a se stessa.

Jacob mi aveva pregata di non partire, ma io,  non gli avevo dato retta.

Arrivai in hotel e dopo aver parcheggiato andai a prenotare una stanza. Entrai nella hole e appena vidi il bancone del front office incominciai a camminare.

Dietro il bancone trovai un’ uomo che appena mi vide mi rivolse tutta la sua attenzione.

“Posso esserle utile, signorina?”, mi chiese.

“Una camera singola, per favore.” Dopo avermi consegnato la chiave mi diressi in quella che sarebbe stata la mia “casa” per quel periodo.

Mi chiusi la porta alle mie spalle, sospirando. Mi guardai intorno, la stanza per fortuna era abbastanza spaziosa. Odiavo gli spazi piccoli.

Mi diressi verso la camera da letto e mi sedetti sul letto. Guardai il medaglione che tenevo al collo, quello stesso medaglione che mia madre mi aveva regalato. Dio mio, quanto mi mancava.

Sentii squillare il mio cellulare: era Jacob. Non risposi, non volevo parlare con lui.

Era da un po’ di tempo che avevo capito che per Jacob non provassi così tanto amore. Più che altro, era amicizia. Mi ha vista crescere, insieme ne abbiamo passate tante, ma per me lui era solo un’ amico, e nient’altro.
Molte volte avevamo parlato di questo, ma io ero la sua ragione di vita. Una cosa più snervante di questa, non esisteva.

Forse ora ho capito perché la mamma non aveva mai scelto di stare con Jacob: era troppo possessivo.

In molti caso me l’aveva dimostrato, anche quando ero una bambina.

Ricordo chiaramente il giorno dell’arrivo dei Volturi, quando tutti si erano riuniti per proteggermi da loro, quelli che per la mia famiglia erano quelli cattivi, quelli senza cuore, forse era davvero così.

Tutti erano davvero senza cuore, ma lui non lo era, non poteva essere come tutti loro, era impossibile. Ricordo ancora quel volto, a mio parere, impossibile da cancellare.

Dopo che tutto finì, dopo che le “giubbe rosse” come le definì Garrett, se ne andarono, portandosi via anche lui, nel mio petto non rimase che il buio.
  
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