Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: ehidrewsswag    18/11/2012    3 recensioni
E se mi stessi innamorando, e se ogni suo sorriso mi provocasse le famose "farfalle nello stomaco"? Questo è forse l'inizio di una favola, non ci sono il principe e la principessa, ma un ragazzo un pò testardo e una ragazza grintosa e pronta a tutto pur di realizzare il suo sogno. Riuscirà Kim a lasciarsi trasportare dal vortice pieno di vitalità di Justin, il ragazzo frizzante dai capelli biondini e gli occhioni dolci? Riuscirà Justin a prendersi cura della sua amata Kim?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivai ad allenamento molto più serena quel giorno e con un bel sorriso stampato sul mio viso un po’ arrossato per via del freddissimo clima invernale canadese. Appena entrai fui accolta da Max che vidi sorridere per una delle prime volte. “Vieni Kim, devi conoscere un po’ tutti.” Disse lui. Mi avvicinai alla pista, appoggiai la borsa e prima di infilare i pattini alzai lo sguardo e vidi una decina di ragazzi fermi vicino a Max. Sorrisi timidamente e mi allacciai i pattini. Feci un respiro profondo ed entrai in pista. “Uno di loro sarà il tuo partner, Kim.” Disse Max con un tono deciso. Annuii perplessa, avrei dovuto lavorare ogni giorno con un ragazzo che non conoscevo e l’idea non mi elettrizzava. Ma come pensavo sarebbe stato possibile partecipare alla gara a Torino? Quello era l’unico modo, non avevo amici pattinatori, sembrava addirittura ridicola l’idea di averne, era anche molto improbabile. Mi appoggiai alla ringhiera pronta a vederli esibire. Ero sollevata a sapere che l’ultima parola sul partner sarebbe rimasta a me, avrei deciso io, del resto ero io che dovevo pattinare con il ‘fortunato’. Era strano, anzi stranissimo, questi ragazzi erano tutti qui per me. Loro volevano pattinare con me, con nessun altro, con me. Non si notò l’imbarazzo dato che le mie guancie erano ancora rosse dal freddo, di questo ero più che felice. Erano tutti bravissimi e la scelta era alquanto difficile, mi sentivo anche in colpa: uno di questi ragazzi avrebbe avuto l’opportunità di gareggiare, ma gli altri…forse scegliere non mi sarebbe stato possibile, maledetta coscienza e maledetti sensi di colpa. Finite le esibizioni Max mi si avvicinò sperando in qualche commento. “Devi prendere una decisione, lo sai.” Disse. Annuii ancora. Finn era molto bravo, era alto, moro e i salti gli venivano alla perfezione, ma anche il rosso James non scherzava affatto. L’agilità di Chase non era paragonabile e la raffinatezza con la quale Dan si esibiva era unica. Mi avevano colpita in tanti. Raggiunsi la decisione dopo una decina di minuti. Erano tutti in silenzio davanti a me. “Io direi…” Non feci in tempo a finire che… “Ehi, aspetta.” Ci girammo tutti verso l’ingresso. Inclinai il viso verso destra e corrugai la fronte in cerca di risposte dal mio nuovo compagno alquanto chiacchierone di biologia. “Io-io voglio provare.” Disse deciso. Mi avvicinai all’ingresso dove Justin stava immobile. “Pattini?” chiesi curiosa. “Sono qui.” Li tirò fuori in rapidità dal borsone che gli pendeva dalla spalla. “No, intendevo: tu pattini?” chiesi ancora. Si grattò la nuca prima di rispondere. “Si, per pattinare pattino, certo dovrei allenarmi ma voglio assolutamente essere il tuo partner e partecipare a quella gara. Ti prego, dammi un’opportunità, non ti costa niente.” “Scusa ragazzino, ma le prove sono finite, torna a casa, Kim ha già deciso.” Interruppe Max avvicinandosi. “Vi prego.” Continuò Justin mentre Max mi prese per il polso. Mi girai verso Justin con aria dispiaciuta, lui guardò a terra e si girò verso la porta, rimase li qualche secondo e poi uscì atterrito. “Perché non l’hai lasciato pattinare?” Chiesi sottovoce un po’ infastidita a Max. “Non puoi distrarti, pattinare con il tuo ragazzo non aiuta la concentrazione.” “Ma io non ho il ragazzo, Max, e tu lo sai.” Dissi io. “E’ meglio se pattini con un ragazzo che non conosci, in più quel Justin gioca a hockey, non vogliamo un giocatore di hockey alla gara, intesi?” Annuii. Intesi. Mi girai verso i ragazzi, mi sforzai di sorridere e parlai. “Finn, fatti trovare qui domani verso le 14.00 così cominciamo.” Lui sorrise e io mi tolsi i pattini, salutai tutti e me ne tornai a casa. Perché Justin voleva essere il mio partner se non aveva neanche mai gareggiato, non conosceva i salti, le tecniche, come pensava di gareggiare a Torino? Tutte queste domande mi riempivano la testa, probabilmente domani glielo avrei chiesto. Mi sembrava tanto convinto, ma a dir la verità non lo conoscevo quindi era azzardato tirare conclusioni. Magari l’aveva fatto tanto per fare, magari non gli interessava, fatto stava che ero interessata a conoscerne il motivo. Quel ragazzo era sicuramente diverso dagli altri… Arrivai a scuola e corsi in classe sperando di beccare Justin, non c’era, camminai delusa verso il mio posto, la curiosità mi stava divorando. Sospirai e appoggiai i libri sul banco. A metà lezione Justin entrò in classe e appoggiò una cosa sulla cattedra, il prof annuì e lui si sedette vicino a me. Cercai invano il suo sguardo, ma lui si ostinava a guardare la lavagna. A quel punto presi una penna e un foglio. “Parlami. –Kim.” Scrissi e passai il foglio alla mia destra. Dopo pochi secondi il foglio mi ritornò. “Ciao. –Justin.” “Spiegami di ieri. –Kim.” Scrissi. “Cosa dovrei dirti? Ho fatto una delle mie cazzate. Il mio era un misero tentativo di avere successo in qualcosa. Lascia stare. –Justin.” Rispose. “No. Continua. –Kim.” Scrissi di rimando. “No, meglio di no. A volte è meglio un semplice silenzio che tante parole messe su un foglio che poi non significherebbero niente. –Justin.” Feci un respiro profondo. Volevo sapere tutto e Justin pareva non volermi dire niente. “Filosofo lui. –Kim” “Curiosa lei. –Justin” “Tu non lo saresti? –Kim” “No. Non c’è niente per il quale essere così curiosi. –Justin.” “Questo lo dici tu. Io sono intenzionata a continuare a tartassarti, tanto vale parlare ora. –Kim” “Decisa la ragazza. –Justin” “Testardo il ragazzo. –Kim” “Perché nascondersi dietro una penna biro e un foglio strappato dal quaderno di biologia quando potresti semplicemente girarti e parlare? –Justin.” Mi girai e lui fece un sorrisetto, io girai gli occhi. Sarebbe stata dura.
  
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