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Autore: shocolate02    05/06/2007    16 recensioni
Durante i preparativi del matrimonio di Bill e Fleur, Ron scompare e si rifugia dove nessuno può disturbarlo, su un alto albero.
Ma Hermione ha urgenza di parlargli.
Una storia semplice e toccante da una grande autrice inglese.
(Trad. di ramona55)
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti. Quella che vi propongo questa sera è, a mio parere, una delle più belle ff apparse di recente sulla coppia formata da Ron ed Hermione, e proprio per questo non potevo non tradurla.
Come per la precedente traduzione, l'autrice, shocolate, si è mostrata entusiasta e gentilissima, e così, eccola qui.
Spero l'apprezziate quanto me (e non ho dubbi in proposito).

Ringraziandovi per i commenti, numerosissimi e graditi sia a me che all'autrice, a Beautiful, vi ricordo che potete trovare l'originale di questa storia su
shocfix, il book dell'autrice, a questo indirizzo, dove è anche presente un bellissimo disegno realizzato appositamente dalla brava reallycorking, a mo' di commento alla storia.

Infine, grazie come sempre alla mia beta e salvatrice, Encia ^_-

Buona lettura,
ramona55 alias patsan

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Up a Tree





C’erano teste rosse ovunque, ma non quella che cercavo io e mi ci volle metà mattinata per riuscire finalmente a fuggire dai frenetici preparativi del matrimonio e rintracciarla.

Se ne stava a circa quattro metri sopra di me, là in alto su un albero e l’unica cosa che riuscivo a vedere di lui erano i piedi penzoloni.

“Ron?” Chiamai. “Qualcosa non va?”

“Non c’è niente che non va” la sua voce galleggiò sopra di me. “Sono solo su un albero.”

“Posso salire?” chiesi.

I rami si mossero e la faccia di Ron apparve tra le foglie.

“Un albero?” mi chiese.

“Cosa?”

“Tu,” disse. “Su un albero!”

“Bè, sei stato tu a scegliere di arrampicarti su un albero” puntualizzai. “Quindi, se voglio parlarti, dovrò salire.”

“Non riesco proprio ad immaginarti mentre ti arrampichi su un albero” disse.

Io sbuffai con impazienza e mi concentrai su Destinazione, Determinazione e Decisione e mi materializzai sul ramo di fronte a Ron, seduta compostamente all’amazzone, mentre lui se ne stava stravaccato, a cavalcioni.

“Questo è imbrogliare” protestò.

“Da quando esistono regole per cose di questo genere?” chiesi, cercando con difficoltà di tenermi in equilibrio.

“Si deve pur fare qualche piccolo sforzo per arrampicarsi su un albero” insistette Ron, poggiandosi al tronco e guardandomi mentre vacillavo.

“Sei solo geloso, perché tu non hai ancora la licenza” dissi.

Lui sbuffò. “Non mi materalizzerei mai sopra un albero” disse. “Nemmeno i gemelli si materializzerebbero su un albero.”

Io vacillai di nuovo e afferrai il suo ginocchio per non cadere.

“Oh, vieni qui” disse imbronciato, allungandomi una mano.

Nascosi un sorriso mentre mi giravo sul ramo e strisciavo un po’ più vicino, mandando poi una gamba oltre il ramo e appoggiando la schiena al suo petto.

Sentii il suo respiro bloccarsi, ma lui mi circondò con le sue braccia e mi mise al sicuro.

“Allora…” disse.

“Allora cosa?”

“Volevi parlare con me?”

Portai la mie mani sulle sue e annuii, facendogli trattenere di nuovo il respiro.

“Sai che dobbiamo parlare, Ron...” dissi piano.

“E tu sai che sono un’incapace in questo genere di cose” disse lui.

“Io credo che tu sappia cavartela meglio di quanto credi.”

“Lo fai sempre” sospirò e lo sentii poggiare una guancia sui miei capelli per un secondo.

“Faccio sempre cosa?” chiesi.

“Pensare che io sia meglio di quello che sono” disse. “Vorrei sapere perché.”

“Davvero?” sussurrai.

Perché stava tutto lì, no? Se gli avessi detto perché vedevo il meglio di lui – perché volevo il meglio da lui – sapevo che sarebbe stato capace di fare qualunque cosa se solo ci avesse provato davvero.

Se gli avessi detto che lo amavo.

La sue braccia mi strinsero e lo sentii inghiottire.

“Posso dire una cosa prima?” disse seriamente.

“Certo,” dissi, cercando di voltarmi a guardarlo, ma lui mi tenne al mio posto ed io capii che sarebbe stato più facile per lui se non lo avessi guardato in viso, così mi riposizionai tra le sue braccia e aspettai.

“Ci penso in continuazione” disse, facendo scivolare una mano nella mia. “A noi. E so cosa vuoi che ti dica, ma non posso.”

“Ron...” dissi senza fiato.

“Per favore,” sussurrò, “ascoltami e basta. Non sei solo una ragazza che potrei invitare ad uscire; è molto più importante di questo. Tu meriti il meglio ed io non posso dartelo.”

Tolsi la mano dalla sua e mi voltai, trovandomi davanti il suo sguardo triste, ma determinato.

“E se io pensassi che tu sei il meglio?” chiesi.

Lui sbuffò.

“Non in questo modo” disse.

“E allora come?”

“Non posso darti il meglio di me,” disse. “Tu... tu sei... è troppo... tutto questo potrebbe essere troppo... ed io non posso metterti al primo posto.”

“Al primo posto?” ripetei.

“Devo mettere Harry al primo posto” disse con voce bassa, ma seria. “Non posso chiederti di stare con me sapendo che probabilmente morirò per proteggere lui – che potrei dover lasciar morire te per proteggere lui...”

“Oh, Ron” sospirai, guardando il suo caro volto.

Le sue braccia si strinsero di nuovo attorno a me e mi tirò contro il suo petto, su cui poggiai una guancia. Rimasi ad ascoltare il battito del suo cuore.

“Stare insieme non renderà le cose più difficili, lo sai” dissi.

Lui sbuffò.

“Non penserò oh, bè, ha fatto la cosa giusta, è morto da eroe, ma non era il mio ragazzo, quindi non importa...”, dissi, stringendomi di più a lui. “Mi spezzerebbe il cuore comunque.”

“Forse” concesse e io gli diedi un pizzicotto.

“Non forse,” dissi convinta. “E penso che varrebbe la pena stare insieme, anche se sarà per poco.”

“Davvero?”

“Davvero.”

Lui sospirò e mi strinse per un po’ ed io aspettai.

“Sai, Harry non mi perdonerebbe mai se ti lasciassi morire” disse.

“Forte...”

Lui fece una smorfia. “Già,” disse. “Se non avremo scelta noi, allora nemmeno lui l’avrà. Lo metteremo al primo posto, che gli piaccia o no.”

“Ma non ci perdonerebbe nemmeno mai se non stessimo insieme” puntualizzai.

“E’ un ragazzo,” protestò Ron. “I ragazzi non pensano questo dei loro amici.”

“Gli amici di un ragazzo qualsiasi di solito non discutono se mettersi insieme o morire per lui.”

Ron sospirò pesantemente e io avvertii un bacio posarsi sui miei capelli.

“Ok,” disse. “Hai vinto.”

“Ho vinto?” chiesi, voltandomi a guardarlo. “Ho vinto cosa?”

“Me” disse, con un sorriso.

Lo fissai.

“Mi hai convinto” disse. “Stiamo insieme.”

“Tutto qui?”

“Cosa?”

“Bè,” mi accigliai, “non dovresti chiedermelo meglio prima?”

“No” disse. “Non abbiamo superato quella fase parlando di morte certa e cose del genere?”

“E cosa dirò quando la gente mi chiederà come mi hai chiesto finalmente di mettermi con te?” chiesi.

“Quale gente?” chiese lui preoccupato.

“Tua mamma,” dissi. “Ginny, Luna, Tonks, Neville...”

“Neville?” squittì.

“Non dirò non mi ha chiesto un bel niente, eravamo d’accordo che saremmo morti, così, prima, ci meritavamo qualche bacio...”

“Bacio?” chiese lui, con un sorriso furbo, abbassandosi verso di me.

“Non finchè non me lo chiederai” dissi, poggiando una mano sul suo petto in un inutile tentativo di spingerlo via.

Lui coprì la mia mano con la sua, molto più grande, e il suo sorriso si fece quasi sfacciato.

“Hermione,” disse, con un enorme, esagerato sospiro. “Vuoi metterti con me?”

Il mio cuore saltò un ridicolo battito ed io gli sorrisi.

“Assolutamente!” risposi cercando il suo bacio.

Fu tutto quello che avevo sperato, e anche di più, e rimanemmo a sorriderci stupidamente per un bel pezzo.

“Dirai che eravamo su un albero?” chiese.

“Cosa?”

“Quando la gente ti chiederà come te l’ho chiesto, dirai che eravamo su un albero?”

“Io... io non lo so” dissi. “Perché? Che differenza fa?”

Ron alzò le spalle.

“Ti ho chiesto di metterti con me, e in più eravamo su un albero” disse. “Sembra decisamente troppo perché la gente possa credere che sia accaduto tutto in una volta”

“Hai ragione,” dissi ridendo. “Nemmeno Luna ci crederebbe.”


  
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