Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Nori Namow    18/11/2012    12 recensioni
«Ther, nessuno può separarci. Tu sei la mia combinazione perfetta.»
***
«Smettila idiota.».
«Ti amo.»
«Lo so.»
«E sono un idiota. Sai anche questo?»
«So anche questo.»
«E tu non mi ami più?»
«Io ti amo. Ma se mi lasci di nuovo o fai il coglione, giuro che ti strappo i testicoli.» borbottò seria più che mai.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A











-KATHERINE.
Qualcuno mi toccò delicatamente la spalla nuda, così aprii gli occhi impastati dal sonno. Li stropicciai con una mano, prima di scorgere la figura minuta di Grace che stava facendo uno sforzo enorme per non guardarmi schifata.
Beh, in effetti ero nuda, e l’ unica cosa che mi copriva era il lenzuolo bianco della letto di Harry.
Sorrisi dolcemente, ripensando alla notte d’ amore appena trascorsa, ma venni interrotta da uno schiaffetto delicato di Grace.
«Che c’è?» sussurrai a bassa voce per non svegliare il riccio, che dormiva beatamente abbracciato a me.
«Vestiti, che schifo. Devo parlarti.» sibilò, per poi uscire a grandi passi dalla stanza. Osservai la sveglia sul comodino, che segnava le dieci e trenta.
Sbuffai, per poi raccogliere il reggiseno e le mutandine che avevo nella borsa. Acchiappai l’ accappatoio e i vestiti, per poi correre nella doccia.
Quando ne uscii, con i capelli ancora umidi e che cominciavano ad arricciarsi, Grace mi trascinò in camera sua, chiudendola subito dopo.
«Oh mio Dio. Ditemi che avete usato precauzioni, vi prego.» trillò con le mani fra i capelli. Risi sommessamente, rassicurandola.
«Certo che sì, cara. Tua madre ieri sera ci ha gentilmente detto dove si trovavano i preservativi.» le feci l’ occhiolino, per poi accomodarmi sul suo letto.
«Piuttosto tu… Come si chiamava la tua amica, quella con la quale sei uscita ieri sera?» domandai vaga, attorcigliando un boccolo attorno al mio indice.
«Smettila. Sai che era Louis» sussurrò a bassissima voce il suo nome, tanto che dovetti sforzarmi per udirlo in maniera quantomeno decente.
Scoppiai a ridere, per poi scompigliarle i capelli, perfettamente tenuti al loro posto con un fermaglio a forma di farfalla.
«Allora, cosa dovevi dirmi?» le chiesi, facendole spazio per permetterle di sedersi accanto a me.
«Ecco… Io e Louis vorremmo dire ad Harry della nostra relazione. Cioè, a breve sarà un mese, e non voglio tenerlo ancora nascosto. Lui è pur sempre mio fratello, e il suo migliore amico.» si torturò le mani, evitando il mio sguardo. La rassicurai, abbracciandola.
«Non ti preoccupare, se non vorrà ragionare, ci penserò io. Ora ho il coltello dalla parte del manico.» sghignazzai, riferendomi al fatto che ‘tu non dai ragione a Katherine? E Katherine non te la da.’
E funzionava, diamine.
Nei film funzionava sempre, almeno.
Grace scoppiò a ridere, per poi prendere il suo cellulare e mandando un messaggio a Louis, probabilmente.
Mi alzai, trascinandola con me in cucina per preparare la colazione a tutti, compresa Anne. Sperai solo di non aver destato sospetti per quanto riguardava la notte.
Sghignazzai, mentre mettevo i toast nel tostapane e facevo una spremuta d’ arancia. Grace, nel frattempo, canticchiava un motivetto che doveva essere ‘Where have you been’, prendeva la marmellata di ciliegie dal frigorifero, e si apprestava a preparare la tavola.
Where have you been…?
«Oggi abbiamo la lezione di Hip Hop, non è vero?» trillai verso Grace, che mi guardò indifferente.
«Sì, è per il concorso che ha Will fra qualche settimana. Se vince, a noi va un premio in denaro, e a lui un bel contratto che lo porterà a lavorare a New York.» spiegò lei, con tutta la calma del mondo. Poggiai una mano sul cuore, sospirando. Fortuna che non me ne ero dimenticata, o Will mi avrebbe scuoiata viva.
Infatti, Will si era iscritto a questo concorso molto importante, e aveva chiesto a me e Grace di aiutarlo. Era una specie di gara: la squadra migliore vinceva due premi in denaro e un contratto, che poi andava equamente diviso con la squadra. Quindi, vincendo, io e Grace avremmo vinto duecento sterline, e Will questo contratto alla quale aspirava da un anno a quella parte.
E noi l’ avremmo aiutato a vincere. Perché Will era bravissimo e meritava quel contratto più di chiunque altro.
«Hey, ma sei idiota o cosa?» urlò Grace verso qualcuno. Mi voltai, distolta dai miei pensieri, e vidi Harry sghignazzare, mentre la sorella si massaggiava il braccio, sulla quale c’era il segno di un morso. Lei gli diede un calcio negli stinchi, per poi sedersi composta.
Harry era vestito, con i capelli a posto, pronto per uscire.
«Dopo colazione usciamo?» domandò dolcemente, mentre mi stampava un bacio sulle labbra. Sentii un odore di bruciato, e strillai.
«I toast, dannazione!» borbottai alla vista del pancarrè fin troppo tostato. Su quattro, se ne erano salvati tre. Beh, buona percentuale.
«Buongiorno ragazzi!» trillò una voce femminile, che subito associai a quella di Anne. Anne era una donna adorabile, molto spontanea, nonostante la sera prima aveva reso le mie guance rosso fiamma, a causa dell’ imbarazzo.
La salutai timidamente, mentre mi apprestavo a prendere il mio posto accanto ad Harry, cominciando a mangiare lentamente.
«Grace, ti sei divertita da Ruth, ieri sera?» chiese dolcemente alla figlia, che annuì titubante. Ruth, ceeerto...
«Sai, avevo la tua età quando incontrai tuo padre.» continuò Anne, facendo la vaga. Che se ne fosse accorta? Grace tossicchiò, continuando a mettere la marmellata sul toast.
«Lo sai vero, che se ti fidanzi, non devi avere paura di dirmelo?» aggiunse lei, senza smettere di sorridere alla figlia.
«Oh, il problema non saresti tu, ma Harry.» Grace regalò un sorriso falso al fratello, che ricambiò con una linguaccia.
«L’ importante è che non sia Louis.» sbottò lui, provocando la sorella. Conoscevo abbastanza Harry da capire che lui intuiva qualcosa, ma voleva che fosse lei a confessare.
«Ah, ma chi? Louis Tomlinson? È un ragazzo davvero gentile, sarebbe perfetto per te, Grè. Pensa che l’ altro giorno mi ha aiutata a portare le buste della spesa in auto.»
Anne fece l’ occhiolino alla figlia, che sorrise impercettibilmente, e sorrisi anche io, dando una leggera gomitata ad Harry per prenderlo in giro.
«E comunque se Harold ti infastidirà per quanto riguarda i ragazzi, chiedi aiuto a me! » esclamò infine la donna, per poi scompigliare i capelli del figlio e andare di sopra.
Qualcuno bussò alla porta, e Grace andò ad aprire quasi correndo.
«Salve, famiglia Styles!» urlò una voce fin troppo familiare, entrando in cucina con tanto di croissant e cappuccini di Starbucks.
«Il mio ragazzo!» trillò Harry, correndo ad abbracciare Louis, e lasciando me sola, mentre osservavo incantata i croissant. Mi sentivo una zitella, in quel momento.
Louis si sedette accanto a me, prendendo ad addentare un croissant e osservando Grace di tanto in tanto.
Non doveva essere facile per loro, i fan della sincerità assoluta, dover tenere nascosta una cosa tanto potente come l’ amore.
«Dopo usciamo?» domandò Louis, mentre mi scompigliava i capelli, già pazzi di natura. Sbuffai, cercando di aggiustarli, e annuimmo tutti insieme contemporaneamente.
 
Eravamo sull’ altalena, io ed Harry, mentre Grace e Louis parlavano con un loro amico in comune.
Harry osservava i due, corrugando la fronte di tanto in tanto, mentre torturava la mia mano, stretta nella sua.
«Secondo te sono troppo geloso di mia sorella?» chiese ad un tratto, con la testa ancora persa nei pensieri. Mi avvicinai di più a lui, baciandogli la guancia per rassicurarlo.
«Sì.» ridacchiai, trascinando anche lui in una risata malinconica.
«È che le voglio bene, e non vorrei che stesse male per Louis, capisci?»
«Grace è sensibile, ma forte. Prova a fidarti di lei e della sua capacità di rendere le persone migliori.» sussurrai, per poi abbracciarlo, perdendomi in quegli occhi verdi.
«E se si suicidasse per amore?» fece una smorfia, non ci credeva neanche lui alla cretinata appena detta. Scossi la testa sorridendo, per poi cercare le sue labbra, che non esitarono ad incollarsi con le mie. Era sempre una bella sensazione.
«Se si suicidasse per amore, sarebbe solo per tormentare le nostre vite sotto forma di fantasma.» scoppiammo a ridere, immaginando Grace che attraversava i muri e parlava in continuazione di quanto fosse figo spiare gli altri, senza che nessuno la vedesse.
 
 
Sbattei le palpebre, mentre la sveglia fastidiosa continuava a suonare con l’ intento di rovinarmi la giornata.
La spensi con un pugno secco , per poi precipitarmi in bagno, pronta a vestirmi e a passare un’ altra giornata infernale a scuola.
Erano passati tre giorni, da quando i miei erano tornati da quella gita scolastica, e ora erano al piano di sotto, muovendosi di fretta a causa del piccolo ritardo.
Sbuffai sotto il getto d’ acqua. Ero esausta, stanchissima. Quel pomeriggio sarei dovuta andare in palestra con Grace e Will, il concorso si avvicinava e non potevo permettermi di perdere nemmeno un ripasso. Inoltre, stavamo imparando una coreografia complicatissima ed impegnativa di One more night, DNA, Beauty and a Beat, Welcome to Ibiza.
E dovevo dare il massimo, accidenti.
Il cellulare vibrò, e lessi il contenuto del messaggio appena arrivato:
 
-Ricorda, oggi alle 18.30 in palestra. Non devi mancare per nulla al mondo. Will xx
 
Già, e come dimenticare le tre estenuanti ore che mi aspettavano?
 
 
«Harry?» risposi al telefono, mentre cercavo la tuta da indossare. Se non mi sbrigavo, avrei fatto tardi e Will sarebbe scoppiato in un pianto isterico.
Osservai la sveglia, erano le 18.15. Sbarrai gli occhi, per poi fare le cose il più in fretta possibile.
«Kath!» esclamò lui, e potei giurare che stesse sorridendo, dall’ altro lato del telefono.
«Senti… Ti andrebbe di uscire con me, stasera? A cena.» propose lui, aspettando una mia risposta. Risposta che non voleva arrivare, tanto mi faceva schifo.
«Harry… Ho lezione di Hip Hop fra quindici minuti, e finiremo tardissimo, mi dispiace» mi morsi il labbro inferiore, sperando che non reagisse male a quel rifiuto.
Non mi piaceva dover disdire un appuntamento con lui, ma gli avevo spiegato la causa, e speravo che capisse.
«Bene. Hip Hop. Naturalmente.» sbottò acido, per poi chiudermi il telefono in faccia.
Osservai lo schermo del cellulare, triste. E poi diedi un calcio al letto, uscendo di corsa da quella casa.
 
«Rilassa il faccino, chioma rossa.» mi rimproverò Will, notando che quella faccia infastidita proprio non voleva andare via. Sbuffai, e poi mi sedetti a terra.
Quella sera, l’ ultima cosa che volevo fare era ballare. Avevo litigato con Harry per colpa di quello stupido concorso.
«Hey. Dobbiamo allenarci, o perderemo.» continuò lui, urtando ancora la mia limitatissima pazienza.
Mi rialzai, e riaccese lo stereo, facendo partire Welcome to Ibiza da dove l’ aveva interrotta. Ma la mia mente vagava a quelle tre parole dette da Harry, prima che mi chiudesse il telefono in faccia.
«Che cazzo Kath, stai ballando da schifo! Anzi, non stai ballando, è diverso.» trillò Will esasperato. A quanto pare non era l’ unico nervosetto.
«Già la mia vita sentimentale è uno schifo, poi ti ci metti tu a contribuire alla mia mini depressione.» urlò lui, quasi sull’ orlo del pianto.
Grace si precipitò da lui, dandogli delle pacche sulle spalle. La seguii a ruota, scusandomi.
«Scusa, è che ho litigato con Harry.» confessai, e i loro occhi saettarono su di me, comprensivi.
«E va bene. Direi che per oggi la finiamo qui. Ci vediamo domani?» chiese titubante, quasi come se temesse che lo sgozzassi a causa della sua richiesta.
Annuii con un sorriso, poi salutai velocemente Grace e uscii da quella palestra.
 
Camminavo a passo svelto, quando vidi un’ auto bianca percorrere la mia stessa strada. Osservai la persona alla guida: Harry.
Quel piccolo orgoglio che abitava in me, fece in modo che continuassi a camminare con le braccia conserte, fingendo di non volergli parlare.
«Kath.» disse Harry, abbassando il finestrino, cercando il mio sguardo. Continuai a camminare, imperterrita.
«Kath, entra in macchina.» disse nuovamente, questa volta con un sorrisetto sghembo. Accelerai il passo, infuriata più che mai.
L’ auto accelerò appena, poi Harry tirò il freno a mano e scese, parandosi davanti a me. Mi spostai verso destra per passare, e lui fece lo stesso, bloccandomi.
Mi spostai verso sinistra, e lui mi imitò. Destra, sinistra, destra.
«Fottiti.» bofonchiai infastidita di fronte a quel suo sorrisetto divertito. Cosa aveva da sorridere come un pirla?
Lo superai, spostandolo violentemente di lato, arrivando quasi vicina al cancello di casa mia.
L’ auto dei miei non c’era. Perfetto, così avrei sfogato la mia rabbia con gelato e film strappalacrime.
Qualcuno mi prese per il polso, costringendomi a girarmi. Harry mi cinse la schiena con un braccio, mentre con l’ altra mano mi prendeva il viso, baciandomi dolcemente.
Tentai inutilmente di districarmi da quella presa, ma era così piacevole. Mi diede dei baci a stampo, facendomi ridere a causa della sua faccia buffa.
«Scusa, scusa, scusa, scusa, scusa.» sussurrò, mentre entrambi scoppiavamo a ridere.
Lo abbracciai forte, aspirando a fondo il suo profumo. Non riuscivo a fare a meno di lui, era troppo importante. E niente ci avrebbe separato.
Gli pizzicai un capezzolo, facendolo gemere di dolore.
«Non chiudermi mai più il telefono in faccia.» lo rimproverai, per poi entrare nella sua auto. L’ avevo perdonato già, ma volevo fare la preziosa.
Lo invitai ad entrare in casa, e ci accomodammo sul divano. Come previsto, i miei erano ‘ad una cena di lavoro ’ e ‘sarebbero tornati tardi’, perciò ‘ mangia il cibo rimasto nel microonde’.
«Mi dispiace per oggi, davvero.» disse nuovamente Harry, abbracciandomi forte. Ricambiai la stretta, per poi lasciargli un bacio a stampo.
«È che con Will hai una sintonia che a volte mi spaventa.» confessò facendo un smorfia. Risi, per poi accoccolarmi al suo fianco, stanchissima.
«Non devi preoccuparti di Will. Lui è il mio fratellone, niente di più.» lo rassicurai.
«E così i tuoi non ci sono.» disse vagamente, accarezzandomi il braccio. Gli occhi, dapprima chiusi, in quell’ istante erano aperti e attenti.
«No.» risposi soltanto, mentre sorrideva malizioso.
«Conosco un buon modo per fare pace.» disse ridendo, prima di baciarmi con passione, mentre la sua maglietta era già sul pavimento.
 



SCIAO BELE.
Ed ecco che finalmente ho aggiornato c:
Siete happy? HAHA io sì, finalmente ho trovato il tempo.
È che mi sono gasata troppo con delle nuove long che ho in mente e con gli ultimi capitoli di The werewolf and the vampire.
Inoltre, ho pubblicato nuove OS, e vorrei che le leggeste ♥
MA, prima di tutto, vorrei invitarvi a passare dalla mia nuova long, tema sovrannaturale c;

E POI, vi chiedo di passare da lei, che è gnrtjkhgnjk ♥
Nothing's fine. I'm torn. - Ravenclaw_

   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Nori Namow