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Autore: buffinkaxD    18/11/2012    3 recensioni
Grace è l'unica cosa che tiene Liam legato a Burnage,
l'unica cosa importante nella sua vita...
Ma quando le loro strade si dividono dirle addio sembra + difficile
del previsto. (ma.. sarà davvero un addio??)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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1 Dicembre 1991, Glasgow


Un raggio di luce colpì il letto di Grace quella mattina  costringendola ad aprire gli occhi coprendoseli con la mano per ripararsi dalla luce. Diede un veloce sguardo alla sveglia: le 11.30.
Era tardissimo, aveva perso la scuola. Era la prima volta che saltava la scuola, la prima volta che si svegliava così tardi; ma quella era stata una delle notti peggiori della sua vita quando, appoggiata al cuscino, aveva lasciato cadere tutte le lacrime che aveva con lo sguardo perso per la stanza si era sentita veramente vuota, e sola. Per uno strano motivo le cose sembravano aver perso di nuovo ogni colore, proprio come quando era morto suo padre.
Si sedette sul bordo del letto guardando fuori dalla finestra; poco distante scorse il campo da calcio verde e desolato e l’immagine di Liam Gallagher le tornò alla mente procurandole una fitta allo stomaco e una malinconia assurda. Tre anni, erano passati tre anni da quando si erano conosciuti e gli era piaciuto dal primo momento, dalla sua prima battuta idiota; lo aveva guardato uscire e provarci con tutte le ragazze della scuola sperando, segretamente, che prima o poi si facesse avanti anche con lei.. ma non l’aveva mai fatto. Perfino Noel, prima che partisse in tour, con i suoi modi da fare da capo, i saluti veloci e i pomeriggi a cazzeggiare per la città era sembrato più interessato a lei di Liam.
E poi la sera prima si era presentato da lei, le aveva detto che se ne andava e l’aveva baciata. Una lacrima bagnò il volto di Grace ma lei l’asciugò subito con la mano per poi slegarsi i capelli e dirigersi verso il bagno. Le cose non avrebbero mai avuto senso nella sua vita, Liam non avrebbe mai avuto un senso.. ma avrebbe pensato a lui ogni giorno ancora per molto tempo, come aveva fatto per quei tre anni.
“Grace.. la scuola” disse la signora Torn facendo capolino dalla porta della figlia.
Grace la guardò un istante poi appoggiò una mano sulla maniglia della porta dicendole:
“Mi sono addormentata.. Non succede niente mamma, adesso vado a lavarmi”
Sua madre la guardò entrare nel bagno e accendere l’acqua poi si allontanò lungo il corridoio chiedendosi che fine avesse fatto sua figlia.
Sotto l’acqua calda della doccia che le scorreva addosso abbondantemente, Grace pensò per l’ultima volta a quel bacio, alle sue labbra calde sul suo viso.
 

* * * 



"Questa sarebbe la tua soluzione?" protestò Liam quella mattina osservando il furgone cigolante e vecchio fermo davanti a casa.
"Non siamo ancora delle rockstar fratello, e questo fottuto coso ci porterà al successo.. pensalo come una limousine leggermente più stretta, alta e cigolante!" gli rispose Noel caricando il suo borsone nel baule.
Liam lo osservò salire sul mezzo cigolante e appoggiare la mano sul clacson.
"Birra, contratto e ragazze.. Glasgow stiamo arrivando!"
MacCarroll, seduto sul lato del guidatore, scoppiò a ridere e Noel si accomodò sui sedili posteriori con la sua chitarra tra le mani. Liam restò immobile qualche istante lanciando uno sguardo al campo da calcio in lontananza, al fottuto gatto della signora Bridge che continuava a fissarlo dal muretto sulla strada di fronte, e poi si voltò a guardare la sua casa così silenziosa e vuota, occupata solo da Peggy, con il suo dolore e il suo amore, e Paul, suo fratello maggiore, probabilmente spaparanzato sul divano.
"Cazzo Our Kid datti una mossa!" urlò Bonehead sporgendosi dal finestrino.
Liam tornò a fissare il furgone per poi alzare il dito medio verso l'amico e appoggiare anche lui il borsone nel baule. Seduto vicino al finestrino, con una Benson tra le labbra, osservò le stradine di Burnage scorrere sempre più velocemente sotto la guida incerta di MacCarroll, quando all'improvviso passò davanti alla SUA casa.
Lanciò uno sguardo alla finestra le cui tende erano mosse dal vento che entrava dai vetri aperti, guardò quel fottuto albero nodoso contro cui si era schiantato diverse volte nel tentativo di salire da lei senza molto successo (non aveva mai eccelso in agilità, nella ginnastica in generale) pensò a Grace, al suo profumo, alle sue labbra così dolci e decise, al suo corpo contro il suo. Quel bacio era la cosa più fottutamente perfetta che gli era successa dopo molto tempo e ora.. probabilmente non sarebbe più successo.
Presto la casa sparì dalla sua vista e, con una curva improvvisa, il furgone sbandò leggermente sballottando tutta la band.
“Fanculo!” imprecò Liam spegnendo la sigaretta vicino al cruscotto.
Dietro di lui, sul sedile anteriore,  Noel strimpellava la sua chitarra insieme a Bonehead e Guigsy mentre MacCarroll cercava di guidare decentemente.
 
“I can't tell you the way I feel
Because the way I feel is oh so ! new to me
I can't tell you the way I feel
Because the way I feel is oh so ! new to me..”

 

“Cazzo, questa andrà forte tra gli irlandesi!” disse Bonehead dando il cinque a Noel per poi scoppiare a ridere.
“E’ decisamente meglio di quella fottuta canzone senza senso che suonavate, questo è sicuro” gli rispose The Chief mettendosi in bocca una Benson.
Poi riprese a suonare, ancora la stessa melodia. Non era niente male, Liam doveva ammetterlo, ma non sopportava più l'ego di suo fratello, quel furgone, quel momento.
“Piantatela cazzo, sto cercando di riposare!” sbottò incazzato voltandosi verso il fratello e gli altri due.
Noel suonò un accordo veloce per poi guardarlo irritato.
"Sono le dieci e mezza!" sbottò Bonehead.
“Che gli prende?” s'intromise Guigsy, il bassista, alzando lo sguardo dal suo giornale di moto, rivolto a The Chief.
“Gli prende che è un fottuto damerino innamorato” disse Noel soffiando fuori dal finestrino il fumo della Benson.
Liam maledisse mentalmente quel furgone scasso su cui stavano viaggiando, la guida incerta di MacCarroll e le parole di suo fratello. Lo odiava, e odiava se stesso perché, per una volta, Noel aveva pienamente ragione e lui non riusciva ad accettarlo; non riusciva ad accettare di andarsene e lasciarla li, lasciarla in quello schifo di posto, da sola.
Passarono circa sei ore prima che gli Oasis (questo era il nuovo nome della-futura-band-più-famosa-del-mondo scelto da Liam quella notte) arrivassero a Glasgow, un posto abbastanza pieno di irlandesi e fiumi di birra.  Il King Tut's Wah Wah Hut club era decisamente il posto perfetto per tentare di avere un contratto e The Chief aveva organizzato tutto alla grande ancora prima di sapere se suo fratello avrebbe accettato il suo ingresso nella band.
“Ok, allora se vedete un tipo calvo vestito da dio con un Rolex al polso allora è McGee.. offritegli da bere e poi muovete il culo verso il palco” aveva detto Noel una volta nel locale.
Liam lo aveva ascoltato guardandosi in giro per poi allontanarsi, abbandonando gli altri, alla ricerca di qualche bella tipa con cui divertirsi prima di dare inizio allo show.
Nello stesso istante in cui le sue labbra si erano posate su quelle di una ragazza li nel locale la sua mente era tornata a Grace, alla sera prima.
“Hey che ti prende?” gli chiese la ragazza scostandosi da lui.
Il frontman scosse la testa per scacciare quei pensieri e riprese a baciarla dopo aver ingurgitato un altro sorso della sua Guinness. La tipa lo abbracciò completamente spingendolo contro il muro e avvinghiandosi a lui.
“Our Kid, cazzo staccati, dobbiamo iniziare!” Liam alzò lo sguardo su Bonehead che, con la chitarra in mano, lo osservava esasperato.
Era già ora?!
“Ci vediamo” detto questo Liam si allontanò dalla ragazza in quell’angolo del locale dimenticandosi di lei non appena cominciò a parlare con Bonehead.
“Noel sta dando di matto, ha fatto piangere una cameriera!” gli disse il chitarrista indicandogli suo fratello che stava accordando la chitarra sul palco.
“Mi dispiace.. era carina? Mi dovrò andare a scusare..” rispose Our Kid scoppiando a ridere.
Bonehead scosse la testa scoppiando a ridere, poi entrambi salirono sul palco.
“Sei un bastardo, è da mezz’ora che ti cerco” borbottò Noel fulminandolo con lo sguardo.
“Io e la mora avevamo da fare” rispose Our Kid scrollando le spalle.
“Beh vedi di fare anche qui sul palco, McGee è seduto la al bancone”
Liam alzò lo sguardo sul locale, sulla massa di gente che rideva, parlava, si baciava e beveva, fino ad arrivare al bancone in fondo alla stanza per vedere l’uomo per cui erano andati fino a Glasgow. Alan McGee aveva quell’aria da fottuto cazzone straricco esattamente come lo aveva descritto The Chief ma per uno strano motivo Liam sapeva che presto gli Oasis e quel tizio sarebbero diventati grandi amici.
La chitarra di Noel cominciò a suonare subito seguita da quella di Bonehead.
Our Kid si avvicinò al microfono con le braccia incrociate dietro la schiena e la sua Guinness ai piedi del microfono, cominciando ad intonare le parole di Columbia puntando di tanto in tanto il suo sguardo in quello di McGee che li ascoltava apparentemente impassibile.
Con lo sguardo rivolto verso il soffitto e la musica che invadeva ogni cosa Liam capì che  era tutto esattamente come sempre, quando provavano nel garage di Bonehead a Burnage, era l’inizio degli Oasis, di tutto,  solo che ora sapeva di essere completamente e definitivamente lontano da lei.
 




N.B. Grazie mille a tutti per le recensioni!! Sono felice che la storia vi piaccia,
voglio specificare che sono consapevole
che l'esibizione degli Oasis a Glasgow risale al maggio del 1991 ma per attinenza al
primo capitolo l'ho dovuta mettere al primo dicembre. Avverto che non ho le
idee chiare su questa fanfic e che potrebbe risolversi in tre o qattro capitoli oppure
svolgersi in più capitoli (non lo so!!). Adesso vi lascio alla lettura, ringraziandovi 
ancora e sperando di leggere presto cosa ne pensate!!
Cheers!! *-*

  
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