Los Angeles, 20 Novembre 2012
Sono le due del mattino e io non riesco a dormire. Non riesco a mandarti via dai miei pensieri e forse sei proprio tu la causa della mia insonnia.
Ricordi, quando ero ancora lì, e non riuscivo ad addormentarmi? Ricordi cosa facevi? Mi stringevi forte a te e cantavi, a bassa voce. Non ho mai capito cosa cantassi. Non sono mai riuscito a capirlo, perché non passavano neppure cinque minuti, da quando iniziavi a cantare, che io sprofondavo in un sonno profondo.
Ma ti rendi conto, Jonghyun, di che potere avevi su di me? Anche solo sentire la tua voce, mi provocava qualcosa. La tua voce così calda e famigliare. Una di quelle che non ti stanchi mai di sentire, di ascoltare. Una di quelle che ti solleticano la pelle, che ti provocano mille brividi; una di quelle che riescono a tranquillizzarti e, allo stesso tempo, mandarti il cervello in panne. A te bastava aprire bocca, per fermare il tempo; che tutto quello che ci stava accadendo intorno, perdeva di significato. Anche quei gemiti strozzati, di quando facevamo l'amore, erano musica per le mie orecchie.
Sai la parola che più mi piaceva sentirti dire? Era il mio nome.
Sarò pure narcisista, ma quando le tue labbra si muovevano intorno a quelle lettere, io impazzivo.
Che tu riesci a rendere poesia anche un semplice nome.
E io non ti ho mai chiesto come facessi.
E te lo vorrei tanto chiedere, adesso.
Come fai, Jonghyun?
Ho bisogno così tanto della tua voce, Jonghyun, in questo momento.
E non solo per addormentarmi; non per compiacermi o eccitarmi, no.
Ho bisogno della tua voce per vivere.
E sì, lo so che suona sdolcinato, e forse lo è, ma ti assicuro che è la verità.
Vorrei tanto sentirti pronunciare il mio nome; alzare il viso e vederti qui, ai piedi del mio letto.
E allora so che non ti lascerei mai più.
Continuo a dirmi che ho fatto una grandissima cazzata, ma non faccio nulla per rimediare.
Ma non c'è più nulla da fare. Ormai è troppo tardi. Ed è brutto. E' brutto avere questa consapevolezza.
Vorrei tanto illudermi, dirmi che non è tutto finito, ma invece è così. E' così.
Jonghyun, ho rovinato tutto.
Jonghyun, mi dispiace così tanto.
Jonghyun, ti prego, torna tu da me. Vieni qui. Chiama il mio nome e fatti trovare ai piedi del letto. Poi facciamo l'amore e tu chiamami ancora. E, una volta che avremo raggiunto entrambi l'orgasmo, sdraiati, stremato, al mio fianco. Stringimi forte e non lasciarmi più andare.
Corrompimi chiamando ancora il mio nome. Quasi volessi pregarmi.
Non c'è bisogno neppure che canti, per farmi addormentare.
Hai bisogno solo di dire una parola e sarò tuo. Quasi fosse una formula magica. Un sortilegio a cui io non posso resistere.
Voglio sentire ancora il mio nome risalire per la tua gola, scivolare sulla lingua ed essere sputato fuori dalla bocca.
'Kibum'.
E' così semplice.
Perché non mi stai chiamando?
Ah, già, dimenticavo: perché non sei qui. Perché è troppo tardi. E lo sai anche tu.
Sinceramente,
Kim Kibum