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Autore: Frosba    18/11/2012    1 recensioni
[Dal Capitolo 1:
Da sei anni a quella parte, l’anonima bibliotecaria Alexandra Shark viveva ogni giorno uguale all’altro, nessuna differenza tra i Giovedì e le Domeniche. Cosa doveva esserci di diverso?]
Seguito di 'Because the blue light do not always bring trouble'.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Companion - Altro, Doctor - 10, Doctor - 11
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alexandra's Tales'
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Capitolo 2

A Land Without Monster

Capitolo 2

 

- Londra, Terra, anno 2017 -

Era passato un po’ di tempo dall’ultima volta che era stata a Scotland Yard (una settimana prima di vedere quella famosa lucina, mentre leggeva Il Libro delle Anime, l’aveva ‘accidentalmente’ collegato con una serie di omicidi che avvenivano in città), e non era cambiata per niente. Forse l’agente Mclarty aveva preso un paio di chili, ma niente di più, o almeno così le sembrò. Fece un po’ fatica per trovare l’ufficio del capitano Watson(l’aveva sempre adorato per il cognome uguale a quello del fedele amico del più grande investigatore che la storia letteraria abbia mai visto), entrò col sacchetto pieno di ciambelle in mano e si sforzò di sorridere.

Ma quello che vide non era affatto il capitano. Un tizio vestito con un elegante completo, sui trent’anni e con un farfallino(come si permetteva a indossare un farfallino?!).

- Questo è l’ufficio del capitano, se ne vada subito! –

Quello le rivolse un falso sorriso e prese con noncuranza, parte dello spuntino, che Alexandra NON aveva comprato per lui.

- Oh, ma io sono il capitano, William Smith piacere di conoscerla. Mi dispiace ma se cerca il vecchio capitano, si è dimesso una settimana fa, sa, si è trasferito a Chicago dal figlio. Comunque, c’è qualcosa in cui posso esserle utile? –

Respiro profondo, respiro profondo.

Era infuriata, quell’uomo si era impossessato dell’ufficio dell’ultimo uomo che la faceva credere nella polizia londinese, ma doveva mettere da parte questa situazione, in quel momento. Doveva pensare al rumore, al botto di luce e tentare di essere il più convincete possibile, un po’ come Donna quando volle cercare di convincere il Dottore a salvare Pompei(aveva sempre adorato Donna Noble).

- Ieri sera, mentre ero in metropolitana, di colpo si è staccata la luce e io… -

- Oh sì…ho sentito –

Odiava le persone che la interrompevano in quei casi.

- …stavo dicendo. E io ho notato una strana luce, e poi un rumore, un botto un po’ ovattato… -

- Proprio stamattina, ho ricevuto delle lettere di protesta per questo fatto e nessuno ha parlato di strani rumori –

- Questo non vuol dire che non esistano! La gente era in preda al panico, siamo nel 2017, ma ieri sera, sembrava di essere in mezzo a un gruppo di ebrei durante la seconda guerra mondiale, e visto che probabilmente era troppo impegnato per studiare un po’ di cultura generale, non era un bel periodo! -

Disse alzandosi. Quando è troppo, è TROPPO.

- Questa la considero aggressione a pubblico ufficiale, signorina. Le conviene andarsene, perché potrei farla arrestare –

Prese la borsa, e uscì. Maledetto poliziotto, maledetta città, maledetta lucina blu.

Aspetta. Lucina blu, il Dottore! Avrebbe potuto chiamarlo, lui sì che avrebbe risolto la situazione, e forse sarebbe anche riuscito a sistemare le cosa a Scotland Yard.

 

Arrivò in libreria col fiatone e non aveva avuto nemmeno una mezza idea sul fatto di dover prendere un taxi, ma in quel momento non era qualcosa di importante(cercava disperatamente di impedire a se stessa di essere felice, estremamente felice da fatto che avrebbe potuto rivederlo, perché sapeva benissimo, che poi se ne sarebbe andato, un’altra volta e odiava piangere).

Sì preparò una tazza di caffè, e uscì, da un piccolo scomparto sotto la cassa, una coperta e il fischietto. Si sedette a un tavolo, e osservò con aria quasi ipnotica il piccolo oggetto. Lo rigirò tra le mani e poi ci fischiò dentro. Uscì un rumore stridulo, ci riprovò un’altra volta, e un’altra ancora, ma niente. Fu tentata di gettarlo a terra, ma qualcuno suonò alla porta.

- Cerco la signorina Shark. Sono il detective Ayden Coleman...vorrei parlare con lei di cosa è successo ieri a Scotland Yard. –

In parole povere, era fregata. Ripensò al fatto che forse avrebbe dovuto usare più autocontrollo.

- Sono io. Sono profondamente pentita di quello che è successo, sa ho avuto problemi con la mac… -

- Oh no…non si scusi nemmeno! E’ capitano da solo quattro giorni, ma si è fatto odiare da tutti. Ieri ha messo dieci agenti sullo stesso caso di scippo. Ma arriviamo al punto, ho sentito che lei era sulla metropolitana. Sono curioso di sapere cos’è successo. –

Chiuse la porta e lo fece accomodare.

 

 

- In un tempo sconosciuto e relativo, TARDIS

Il Dottore aveva sentito chiaramente la TARDIS cercare di recepire un segnale, probabilmente troppo flebile, perché la sua sexy, non era riuscita a tracciarne chiaramente la provenienza. Passò tutto quello che sembrò un pomeriggio, chino sui comandi, finché non riuscì a capire che il segnale proveniva da un fischietto.

Fischietto, fischietto. Sì allontanò di colpo dai comandi, come se si fossero di colpo infuocati, quando riuscì a ricordarsi che solo una persona possedeva quel tipo di fischietto.

Alexandra, la giovane e brillante librai, l’unica con cui poteva dirsi non avere una timeline incrociata. Sorrise leggermente, e decise di andare a mettere su l’acqua per il tè.

Non poteva andare da lei, come avrebbe fatto a dirle che aveva lasciato andare Amy?

 

Frosba’s Corner:

per una volta sono riuscita ad aggiornare, sono fiera di me u.u

Come viene semplice capire, questa storia è ambientata poco dopo The Angeles Take Manhattan, chi l’ha vista capisca.

In questo capitolo vengono presentati gli scansafatiche di turno  i personaggi che accompagneranno Alexandra, e se sono buona, anche il Dottore(?) durante questo lungo viaggio chiamato long-fic.

Come al solito, fatemi sapere se volete ancora leggere della versione fortunata di Jessica Fletcher, no perché altrimenti vi bombarderò di drabble.

Cry.

   
 
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