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Autore: PervincaBlack    19/11/2012    1 recensioni
Innanzi tutto il il titolo è provvisorio..... se avete suggerimenti sono bene accetti!
Cosa direste se ad aiutare il nostro trio fin dal primo libro ci fosse una creatura tanto misteriosa quanto leggendaria e potente?
Leggete e recensite!!!!!!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Angolo Autrice ^^

Scusate l'enorme ritardo, ma il pc era rotto e i miei genitori non volevano più lasciarmelo usare.
Ringrazio le 4 persone che hanno messo la storia nelle seguite:



 

 

1 - coccinella75 

2 - cris325 

3 - FaBy96 

4 - ninfa_marina94 


E la prima persona che ha messo la mia storia nelle preferite

1 - Chibime88 





La botola


 


Oramai erano arrivati i giorni degli esami.
Faceva un caldo micidiale, specie nella grande aula dove si
svolgevano gli scritti. Per l'esame avevano ricevuto penne d'oca
speciali, nuove di zecca, che erano state stregate con un incantesimo
particolare per impedire loro di copiare.
Gli esami comprendevano anche esercitazioni pratiche. Il professor
Vitious li aveva chiamati a uno a uno nella sua aula per vedere se
erano capaci di eseguire lo speciale Tip-tap dell'Ananasso sulla
scrivania. La professoressa Mcgranitt li stette a guardare mentre
trasformavano un topolino in una tabacchiera: se la tabacchiera era
carina si guadagnavano punti, se aveva i baffi se ne perdevano. Piton
li rese tutti nervosi fiatandogli nel collo mentre cercavano di
ricordare come si fabbricava la pozione che fa dimenticare le cose.
Pervinca fece del suo meglio, nonostante il pensiero di Harry in pericolo,

il pensiero di Voldemort la
atterriva.
L'ultimo esame fu quello di Storia della Magia. Dopo aver passato
un'ora a rispondere a domande su qualche vecchio mago svitato,
inventore del calderone che si mescola da sé, sarebbero stati liberi,
liberi per una settimana intera, prima che uscissero i risultati.
Quando il fantasma del professor R f ordinò loro di riporre le penne
d'oca e di arrotolare le pergamene, Harry non poté fare a meno di
rallegrarsi.
E' stato molto più facile di quanto credessi’ gli disse Pervinca ad Hermione
mentre si univano alla folla dei compagni che sciamavano fuori, sul
prato assolato. ‘Già, era perfettamente inutile imparare a memoria il
Codice di Comportamento dei Lupi Mannari del 1637 e studiare la
rivolta di Elfric l'Avido’.
Hermione si divertiva sempre a rivedere gli esercizi dopo l'esame

e a Pervinca non infastidiva la cosa
ma Ron le disse loro che gli facevano venire mal di stomaco, e così si
diressero verso il laghetto e si stesero comodamente sotto un albero.

Adocchiò i gemelli e Lee e dopo aver salutato il trio si diresse quasi saltellando

verso di loro.

Le chiesero com'era andato l'esame e per scaramanzia

preferì non rispondere poi cominciarono a fare il solletico ai
tentacoli di un calamaro gigante che si crogiolava nell'acqua tiepida
e poco profonda.

Dopo quel piacevole diversivo poggiò la testa sulla spalla di Fred e chiuse gli occhi,

il viso piacevolmente riscaldato dai raggi del Sole e cadde in uno strano stato di

dormiveglia.

Si ritrovò a sognare Harry, Ron ed Hermione davanti alla casa di Hagrid.


Hagrid era seduto in poltrona davanti alla porta di casa; aveva le
maniche e le gambe dei pantaloni arrotolate e stava sgusciando
piselli in una grossa ciotola.
Salve!’ disse sorridendo. ‘Finiti gli esami? Avete tempo di
fermarvi a bere qualcosa?’
Sì, grazie’ disse Ron, ma Harry lo bloccò.
No, abbiamo fretta. Hagrid, devo chiederti una cosa. Sai quella
notte che hai vinto Norberto? Che aspetto aveva lo straniero con cui
hai giocato a carte?’
Boh’ rispose Hagrid, vago, ‘non si è mai tolto il mantello’.
Quando si accorse che tutti e tre lo fissavano allibiti, alzò un
sopracciglio.
Non è mica una cosa tanto strana, di gente bizzarra ce n'è tanta
al pub della "Testa di Porco", giù al villaggio. Poteva essere un
trafficante di draghi, no? Comunque, in faccia non l'ho mai visto, si
è sempre tenuto il cappuccio’.
Harry si lasciò cadere a terra, vicino alla ciotola di piselli.
E di che cosa avete parlato, Hagrid? Gli hai mai accennato a
Hogwarts?’
Può darsi’ rispose Hagrid aggrottando le sopracciglia nello sforzo
di ricordare. ‘Sì... Mi ha chiesto che mestiere facevo e io gli ho
detto che facevo il guardiacaccia qui... Allora ha chiesto di che
genere di creature mi occupavo. Io gliel'ho detto... e ho anche detto
che avevo sempre desiderato avere un drago... Poi... non ricordo
tanto bene, perché quello non faceva che offrirmi da bere. Vediamo...
sì, allora ha detto che lui aveva un uovo di drago e se lo volevo
potevamo giocarcelo a carte... Però dovevo promettergli che lo tenevo
bene: non voleva che finiva al chiuso in qualche casa... Allora io
gli ho detto che, dopo Fuffi, tenere un drago era la cosa più facile
del mondo...’
E lui... ha mostrato qualche interesse per Fuffi?’ chiese Harry
cercando di mantenere calmo il tono della voce.
Be', sì... Insomma, anche dalle parti di Hogwarts, non è che
capiti spesso di incontrare cani a tre teste, no? Allora gli ho detto
che Fuffi era buono come il pane, se uno sapeva calmarlo. Bastava un
po' di musica, e lui si addormentava come un angioletto...’
Di colpo, un'espressione di orrore si dipinse sul volto di Hagrid.
Accidenti, non ve lo dovevo dire!’ farfugliò. ‘Dimenticate tutto!
Ehi... ma dove andate?’

 

Si risvegliò di colpo e si ritrovò sulle spalle di Fred Weasley mentre varcavano il passaggio che portava alla loro Sala Comune.

'Ben svegliata!' le disse George quando si accorse che era sveglia, poi l'aiutò a scendere dalle spalle del gemello.

' Scusate, mi devo essere appisolata! ' esclamò arrossendo

'Oh si...appisolata alla grande direi!' esclamarono Fred e George con un ghigno.

Poi il suo sguardo cadde su un ragazzo sdraiato per terra.

'Neville' Esclamò stupefatta Pervinca mentre lo liberava dall'incantesimo.

'Chi...' non fece in tempo a rispondere che

con la forza di un uragano le tornò in mente il sogno. Non aveva dubbi sulla

realtà del sogno e si alzò di scatto. Si diresse di corsa verso l'uscita della stanza e si fermò

un attimo prima di uscire.

' Fred...George... Vi voglio bene!' e fuggì via dalla stanza.

Sapeva perfettamente dove trovare Harry e gli altri due.

Grazie agli insegnamenti dei gemelli riuscì a raggiungere il terzo piano in poco tempo.

Davanti alla porta già aperta trovò il trio.

'Pensavate di potervi liberare di me?' chiese mentre riprendeva fiato.

' Ma tu come...? ' iniziarono a chiedere i ragazzi.

'Ne parliamo dopo!' ed entrarono.

Varcarono l'uscio già aperto e si trovarono davanti ad un Fuffi

addormentato non troppo profondamente.
Che cos'è quella cosa ai suoi piedi?’ bisbigliò Hermione.
Sembra un'arpa’ fece Ron. ‘Deve averla lasciata qui Piton’.
Probabilmente, quella bestia si sveglia quando uno smette di
suonare’ commentò Harry.

Pervinca si chinò a raccoglierla e iniziò a pizzicarne le corde,

suonando una melodia tutta sua.

Fin dalla prima nota
le palpebre del cagnone cominciarono a socchiudersi e lentamente il brontolio cessò: il cane
oscillò un poco sulle zampone e poi cadde in ginocchio. Alla fine
scivolò a terra, profondamente addormentato.
Continua a suonare’ consigliò Ron a Pervinca mentre strisciavano verso la botola. Passando accanto
alle tre teste gigantesche del cane, sentirono il suo fiato caldo e
puzzolente.
‘Vuoi andare tu per prima, Hermione?’
Manco per sogno!’
E va bene’. Ron strinse i denti e scavalcò con circospezione le
zampe del cane. Poi, chinatosi, tirò forte l'anello della botola, che
si spalancò all'istante.
Che cosa vedi?’ chiese Hermione ansiosa.
Niente, solo buio... non c'è modo di scendere, dovremo saltare
giù’.
Harry fece un cenno a Ron per
attirare la sua attenzione e indicò se stesso.
Vuoi andare tu? Ma sei proprio sicuro?’ disse Ron. ‘Non so neanche
quant'è profonda la buca.'
Harry guardò giù nella botola.

Poi si calò attraverso l'imboccatura, fino a quando non rimase
appeso solo per le punte delle dita. Poi, rivolgendosi a Ron che era
rimasto di sopra, disse: ‘Se mi succede qualcosa, non venitemi
dietro. Andate dritti filati alla voliera dei gufi e mandate Edvige
da Silente. Siamo intesi?’
D'accordo’ fece Ron.
Ci vediamo tra un attimo, o almeno spero...’
E Harry mollò la presa. Passarono pochi istanti.
Tutto a posto!’ gridò Harry. ‘Si atterra sul
morbido, potete saltare!’
Ron lo seguì immediatamente, seguita poi da Hermione.

Quando fu certa che fosse sicuro interrompere la musica

si avvicinò alla botola e lasciò l'arpa.

Con il volto sferzato da un'aria fredda e
umida, precipitò in basso, sempre più in basso, finché...
FLOMP. Era atterrata su qualcosa di soffice, che produsse uno
strano tonfo attutito. Si tirò su a sedere e si tastò intorno alla
cieca: i suoi occhi non si erano ancora abituati a tutto quel buio.
Aveva l'impressione di stare seduta su una specie di pianta.

La botola le sembrò lontanissima, un piccolo angolo di luce

nel buio più totale.
Dobbiamo trovarci metri e metri sottoterra, al disotto della
scuola’ osservò Hermione.
‘E' stata proprio una bella fortuna che ci fosse questa pianta’
commentò Ron.
Fortuna?’ strillarono in coro Pervinca ed Hermione. ‘Guardatevi un po'!’
Balzarono in piedi e cercarono di appoggiarsi alla parete umida. Fu uno
sforzo immane, perché nell'istante stesso in cui era atterrata Pervinca la
cosiddetta pianta aveva cominciato ad avvolgerle attorno alle
caviglie certi tentacoli simili a serpenti. Quanto a Harry e a Ron,
non se n'erano accorti, ma avevano le gambe già strette nella morsa
di quelle lunghe propaggini.
Hermione fortunatamente era riuscita a divincolarsi prima che la pianta la
immobilizzasse del tutto, e adesso guardava inorridita i tre ragazzi
tentare di strapparsi di dosso i tentacoli della pianta: ma più si
sforzavano, più quella rinsaldava la presa.
State fermi!’ ordinò lei. ‘Io lo so che cos'è questa: è il
tranello del Diavolo!’
Oh, ma quanto sono contento che sappiamo come si chiama: è davvero
molto utile!’ fece Ron in tono sarcastico, inclinandosi all'indietro
nel tentativo di evitare che la pianta gli si avvinghiasse al collo.
Zitti! Sto cercando di ricordare come si fa ad ammazzarla!’
Be', spicciati, non respiro più!’ disse Harry col fiato mozzo,
cercando di divincolarsi dalla pianta che gli si avvinghiava intorno
al torace.
Vediamo: Tranello del Diavolo, Tranello del Diavolo... Che cosa
diceva il professor Sprite? Che la pianta ama il buio e l'umido...’
E allora accendi un fuoco!’ esclamarono Pervinca ed Harry sempre più in
difficoltà.
Già... certo... ma non c'è legna!’ gridò Hermione torcendosi le
mani.

Pervinca spalancò gli occhi.
MA sei diventata matta?’ ruggì Ron. ‘SEI una strega, sì o no?’
E va bene!’ fece Hermione. Estrasse la sua bacchetta magica,
l'agitò nell'aria, bofonchiò qualcosa e sparò contro la pianta un
getto di fiamme color campanula, le stesse che aveva usato su Piton.
Nel giro di pochi istanti, i tre ragazzi avvertirono la presa che si
allentava, mentre la pianta si ritraeva dalla luce e dal calore. I
tentacoli si accartocciarono sbattendo e srotolandosi dai loro corpi,
e i tre riuscirono finalmente a liberarsi.
Fortuna che a lezione di Erbologia stai sempre attenta, Hermione’
disse Harry appoggiandosi al muro accanto a lei e asciugandosi il
sudore dalla faccia.
Già’ fece Ron, ‘e fortuna che Hermione non perde mai la testa in
situazioni di emergenza... "Non c'è legna!"... ma insomma!’
Da questa parte’ riprese Pervinca, additando l'unica via di uscita
che si scorgesse: un passaggio fra due pareti di pietra.
A parte i loro stessi passi, l'unico altro rumore era un lieve
gocciolio di acqua che scorreva lungo le pareti. Lo stretto corridoio
procedeva in discesa.
Non sentite niente?’ bisbigliò Ron.

Pervinca tese l'orecchio. Si udiva un lieve fruscio e tintinnio, che
sembrava provenire dall'alto.
Credete che sia un fantasma?’
Non saprei... dal rumore sembra un battito d'ali’.
In fondo c'è una luce... vedo qualcosa che si muove’.
Raggiunsero l'estremità del passaggio e davanti a loro videro una
camera tutta illuminata con il soffitto a volta, alto sopra le loro
teste. Era piena di uccellini dagli splendidi colori, come gemme, che
svolazzavano e volteggiavano per tutta la stanza. Sul lato opposto vi
era un pesante portone di legno.
Pensate che ci attaccheranno se attraversiamo la camera?’ disse
Ron.
Probabilmente’ rispose Harry. ‘Non sembrano molto cattivi, ma
immagino che se scendessero tutti insieme in picchiata... Be', non c'è
nient'altro da fare... Parto io’.
Inspirò profondamente, si coprì il viso con le braccia e spiccò la
corsa per attraversare la camera. Si aspettava di sentirsi piombare
addosso da un momento all'altro becchi acuminati e artigli, ma non
accadde nulla. Raggiunse incolume il portone. Tirò la maniglia, ma
quello era chiuso a chiave.
Gli altri due lo seguirono. Si misero a tirare e a scuotere il
portone nel tentativo di aprirlo, ma non si mosse neanche quando
Hermione provò con la formula magica: Alohomora.
E adesso?’ fece Ron.
Questi uccelli... non è possibile che siano qui soltanto per
bellezza’ osservò Hermione.
Stettero a guardare le creature che si libravano nell'aria,
scintillanti... scintillanti?
Ma questi non sono uccelli!’ esclamò Pervinca a un tratto. ‘Sono
chiavi! Chiavi alate! Guardate bene! Allora, questo vuol dire che...’
e si guardò attorno per la stanza, mentre gli altri due scrutavano lo
sciame di chiavi. ‘Ma sì: guardate! Prendiamo i manici di scopa!
Dobbiamo acchiappare la chiave che apre il portone!’
Ma queste sono centinaia!’
Ron esaminò attentamente la serratura.
Quella che cerchiamo dev'essere una grossa chiave vecchio tipo...
probabilmente d'argento come la maniglia’.
I quattro afferrarono un manico di scopa ciascuno e, balzati in sella,
si dettero la spinta e si sollevarono da terra fino a ritrovarsi in
mezzo a quella nube di chiavi volanti. Tesero le mani cercando di
afferrarne qualcuna, ma quelle erano stregate e gli sfuggivano,
alzandosi e abbassandosi così rapidamente che era quasi impossibile
prenderne una.
Ma non per nulla Harry era il Cercatore più giovane da un secolo a
quella parte: aveva un vero e proprio talento per avvistare cose che
gli altri non vedevano neppure. Dopo aver zigzagato per circa un
minuto attraverso quel turbine di piume di tutti i colori
dell'arcobaleno, notò una grossa chiave argentata che aveva un'ala
piegata, come se fosse stata già catturata e infilata bruscamente
nella serratura.
quella’ gridò agli altri due. ‘Quella grossa... lì... no, là...
quella con le ali azzurro chiaro... e le piume tutte arruffate da una
parte’.
Ron si precipitò a tutta velocità nella direzione che Harry gli
indicava, sbatté contro il soffitto e rischiò di cadere dalla sua
scopa.
Dobbiamo circondarla!’ disse Harry senza mai distogliere lo
sguardo dalla chiave con l'ala rovinata. ‘Ron, tu sorvegliala da
sopra... e tu, Hermione, resta sotto e impediscile di scendere... Pervinca tu stai in fronte a me...io
cercherò di prenderla. Forza: uno, due, TRE!’
Ron scese in picchiata, Hermione schizzò verso l'alto, la chiave
schivò tutti e due e Harry si gettò all'inseguimento. Quella partì
come una freccia verso il muro. Harry si chinò in avanti e con un
rumore sinistro la inchiodò con una mano sulla pietra. Le grida di
giubilo di Ron e di Hermione echeggiarono sotto la volta della vasta
camera.
Atterrarono in gran fretta e Harry corse verso il portone, con la
chiave che gli si dimenava in mano. La infilò senza tanti complimenti
nella serratura e la girò: funzionava. Nel momento preciso in cui la
serratura si aprì con uno scatto, la chiave si sfilò e volò via di
nuovo, tutta ammaccata dopo essere stata acchiappata per due volte.
Pronti?’ chiese Harry ai suoi compagni, mentre aveva ancora la
mano sulla maniglia del portone. I due annuirono, e lui tirò fino ad
aprirlo.
La camera accanto era talmente buia che non si distingueva un bel
niente. Ma mentre vi entravano, fu improvvisamente invasa da una gran
luce, e la scena che si parò loro dinanzi fu stupefacente.
Si trovavano sull'orlo di un'enorme scacchiera, dietro ai pezzi
neri, tutti molto più alti di loro e scolpiti in quella che sembrava
pietra. Di fronte a loro, all'estremità opposta del vasto locale,
c'erano i pezzi bianchi. Harry, Ron, Pervinca e Hermione ebbero un lieve
brivido: erano altissimi e privi di volto.
E adesso, che cosa facciamo?’ sussurrò Harry.
Ma è chiaro, no?’ disse Ron. ‘Dobbiamo iniziare a giocare e via
via attraversare la stanza fino ad arrivare dall'altra parte’.
Dietro i pezzi bianchi si scorgeva un'altra porta.
E come facciamo?’ chiese nervosa Hermione.
Penso’ rispose Ron, ‘che dovremo far finta di essere anche noi dei
pezzi degli scacchi’.
Si diresse verso un cavallo nero e tese la mano per toccarlo. D'un
tratto, la pietra di cui era fatto prese vita. Il cavallo si mise a
raspare a terra con la zampa, e il cavaliere chinò il capo coperto
dall'elmo per guardare Ron.
Dobbiamo... ehm... dobbiamo venire con voi per attraversare?’
Il cavaliere nero annuì. Ron si voltò verso i suoi compagni.
Qua bisogna pensarci bene...’ disse. ‘Credo che dovremo prendere
il posto di quattro dei pezzi neri...’
Harry e Hermione rimasero in silenzio, osservandolo mentre
rifletteva a bassa voce con Pervinca. Alla fine Ron disse: ‘Be', non vi offendete, eh?, ma
nessuno di voi due è molto bravo a scacchi...’
Figurati se ci offendiamo’ ribatté subito Harry. ‘Diteci soltanto
che cosa dobbiamo fare’.
Allora, Harry, tu prendi il posto di quell'alfiere, e tu,
Hermione, mettiti vicino a lui, al posto di quella torre’.
E voi?’
Io farò il cavallo...Pervinca tu...la Regina’ disse Ron.
Sembrava che i pezzi degli scacchi li avessero sentiti, perché a
quelle parole un cavallo,la regina, un alfiere e una torre voltarono le spalle
ai pezzi bianchi e se ne andarono dalla scacchiera lasciando tre
caselle vuote, che vennero occupate da Harry, Pervinca Ron e Hermione.
I bianchi muovono sempre per primi, a scacchi’ fece Ron lanciando
un'occhiata al lato opposto dell'enorme scacchiera. ‘E difatti,
guardate...’
Un pedone bianco era avanzato di due caselle.
Ron cominciò a dirigere le mosse dei neri, che si spostavano
silenziosamente seguendo i suoi ordini. A Harry tremavano le gambe: e
se avessero perso?
Harry... muoviti diagonalmente di quattro caselle verso destra’.
Il primo choc vero arrivò quando fu mangiato l'altro loro cavallo.
La regina bianca lo sbatté a terra e lo trascinò via dalla
scacchiera: rimase immobile, faccia a terra.
Ho dovuto lasciarglielo fare’ disse Ron con aria sconvolta, ‘così
tu, Hermione, sarai libera di mangiare quell'alfiere. Dai, muoviti’.
Ogniqualvolta perdevano un pezzo, i bianchi si mostravano spietati.
Ben presto i pezzi neri cominciarono ad allinearsi contro il muro,
inerti come pupazzi. Per due volte Ron si accorse appena in tempo che
Harry e Hermione erano in pericolo. Frattanto, schizzava da una parte
all'altra della scacchiera, mangiando tanti bianchi quanti erano i
neri che avevano perso.
Ci siamo quasi’ borbottò a un tratto. ‘Fatemi pensare... fatemi
pensare’.
La regina bianca volse verso di lui la testa senza volto.

'Non farlo Ron!' lo supplico Pervinca
Sì...’ disse piano Ron, ‘è l'unico modo... devo lasciarmi
mangiare’.
NO!’ esclamarono Harry e Hermione.
Ma a scacchi è così!’ tagliò corto Ron. ‘Bisogna pur sacrificare
qualche cosa! Ora farò un passo avanti e lei mi mangerà... e voi
sarete liberi di dare scacco matto al re, Harry!’
Ma...’
Volete fermare Piton, oppure no?’
Ron...’
Sentite, se non vi sbrigate quello ruba la Pietra!’
Non c'era nient'altro da fare.
Pronti?’ gridò Ron, pallido ma con aria decisa. ‘Io vado... ma
ricordate: non restate in giro a ciondolare, dopo che avrete vinto’.
E così dicendo, fece un passo avanti e la regina lo colpì. Gli
diede una forte botta in testa con il braccio di pietra e il ragazzo
cadde a terra di schianto. Hermione si lasciò sfuggire un grido, ma
rimase ferma sulla sua casella. La regina bianca trascinò Ron da una
parte: il ragazzo sembrava proprio K.O.
Tutto tremante, Harry si spostò di tre caselle a sinistra.
A quel punto, il re bianco si tolse la corona di testa e la gettò
ai piedi di Harry. I neri avevano vinto. I pezzi si divisero in due
gruppi e ciascun gruppo si inchinò all'altro, lasciando intravedere
la porta aperta in fondo alla stanza. Gettando un'ultima occhiata
disperata in direzione di Ron, rimasto indietro, Harry e Hermione
spiccarono la corsa, e varcata la porta si diressero di gran carriera
lungo il corridoio.
E se Ron...?’

'Rimango io con lui!' Esclamò Pervinca mentre faceva poggiare il

capo di Ron sulle proprie ginocchia.
Andrà tutto bene’ disse Harry, cercando di convincere soprattutto
se stesso. ‘Secondo te, che cos'altro ci manca?’
Be', Sprite il suo tiro ce l'ha già giocato, con il Tranello del
Diavolo... A stregare le chiavi sarà stato senz'altro Vitious... La
McGranitt ha fatto una Trasfigurazione ai pezzi degli scacchi
facendoli diventare vivi... Ci manca l'incantesimo di Raptor e poi
quello di Piton...’

 

Pervinca li osservò varcare la porta,mentre pregava

che tutto andasse bene.

Poi si concentrò e le sue mani si illuminarono di una

luce azzurrina.

Incominciò a passarle sul volto di Ron.

Non seppe quanto tempo era passato ma ad un tratto vide

Hermione tornare indietro con una boccetta in mano.

'Cosa?' Chiese Pervinca e la riccia le spiegò brevemente la prova

delle boccette.

'Herm, devo raggiungere Harry! Voi tornate indietro!'

Detto questo entrò di corsa dalla porta dalla quale era uscita la ragazza.

'Harry!' gridò Pervinca mentre il ragazzo si apprestava a bere la pozione contenuta nella

botticina che teneva in mano.

'Pervinca che ci fai qui? Vai, è pericoloso!' Cercò di mandarla via.

'Scordatelo, verrò con te! Quindi vedi non finire tutta la boccetta!'

Il ragazzo scosse la testa e bevve metà pozione, che

poi porse alla ragazza, che la finì tutta d'un fiato.

Entrambi rabbrividirono, sembrava che avessero bevuto

ghiaccio liquido.

Svelti attraversarono le fiamme e nere e si ritrovarono in una stanza.
Dentro c'era già qualcuno... ma non era Piton. E non era neanche
Voldemort.

  
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