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Autore: Rowena    06/06/2007    3 recensioni
Nessuna di quelle invidiose sa quanto sei fortunata.
Non immaginano davvero.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Chang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Il paesaggio corre veloce davanti ai tuoi occhi, anche se le immagini bucoliche sono sfocate per via della condensa sul finestrino; le gocce d’acqua che solcano il vetro lentamente s’intonano perfettamente al tuo umore, tetro e spento.
Non eri sicura di ritrovarti ancora una volta su questo treno, eppure eccoti qui. Hai temuto per due lunghi mesi questo giorno e tuttavia, al momento, ti senti persino sollevata.
È stata un’estate davvero terribile, ben lontana da quella rilassante e piacevole dell’anno scorso.
I tuoi genitori hanno capito quanto stai male, ma non è servito a rendere le cose più semplici; anzi, ti hanno addirittura offerto di tornare in Cina, il paese dove tu non sei mai stata, pur di aiutarti a superare il brutto momento.
Apprezzi tantissimo il loro gesto, soprattutto sapendo quanto amino l’Inghilterra, ma hai rifiutato con decisione l’opportunità di tornare nella tua terra d’origine.
Non c’è stato un motivo particolare a determinare la tua scelta o, almeno, così credevi fino al momento di passare la barriera magica tra i due binari babbani e salire in carrozza.
Ora comprendi che, nonostante quello che è accaduto, è questo il tuo posto; inoltre, fuggire in capo al mondo non cambierebbe le cose, né cancellerebbe il dolore che provi.
No, sei decisa a finire gli studi e a prendere il M.A.G.O. qui a Hogwarts, proprio come avevi pensato alla fine dell’anno scolastico.
Hai ancora parecchio tempo per decidere a cosa dedicarti, una volta che avrai terminato il settimo anno, e con i tuoi buoni voti potresti fare qualsiasi cosa.
Ti sfugge un sospiro che fa sobbalzare Marietta, distraendola dalla lettura di qualche giornaletto per giovani streghe; Cedric ti ripeteva spesso questo discorso, quando gli parlavi delle tue incertezze sul futuro. Non ci saranno più occasioni perché ti rassicuri, né per ripassare gli appunti di Storia della Magia; è morto e devi accettarlo, anche se ancora non vuoi.
Ti stai ancora interrogando su quale sarà il miglior modo di comportarsi, quando il viaggio terminerà: dovresti fare finta che il tuo ragazzo, che il dolce, meraviglioso Cedric non sia mai esistito, ignorando tutte le frecciatine cattive con cui ti omaggeranno i Serpeverde?
Stai già piangendo, prima ancora di formulare quest’idea per intero; fallisci senza nemmeno provare, accusandoti di crudeltà.
Dovresti capire che è solo per il tuo bene: ti stai consumando a forza di piangere e disperarti! Non puoi andare avanti così ancora a lungo, o finirai per ammalarti.
Il silenzio dello scompartimento si fa opprimente, troppo simile all’atmosfera in casa Diggory per i tuoi gusti. La madre di Ced ti ha mandato un gufo quasi subito dopo la chiusura dell’anno scolastico, chiedendoti di partecipare alla veglia funebre in memoria del suo bambino.
Non ha idea di quanta fatica ti sia costato prendere quella manciata di polvere smeraldina, contenuta nel cofanetto decorato con scaglie di drago che i tuoi genitori tengono sul caminetto, e gettarla nelle fiamme del camino per raggiungere casa loro.
Al tuo arrivo, i parenti erano già tutti presenti; probabilmente non hai fatto una bell’impressione, apparendo sporca di fuliggine e spettinata dietro alla bara in cui stava disteso il corpo del tuo ragazzo, ma non sapevi in che altro modo viaggiare. Tuo padre non vuole che usi il Nottetempo e la scopa non era adatta ad un simile spostamento.
Non credi, però, che qualcuno abbia avuto da ridire sulla tua entrata in scena, non era quello l’importante.
È stato terribile parlare di lui davanti ai suoi genitori ed agli altri parenti, ma allo stesso tempo sei grata che ti abbiano fatto partecipare. In fondo, non ti dovevano niente.
Ti senti in colpa nei loro confronti per tutto il tempo che hai passato con Cedric che a loro è stato negato; a te resteranno i ricordi meravigliosi dei mesi trascorsi insieme, immagini vive nella memoria, dai colori brillanti, ma loro possono richiamare facilmente solo quelle poche ore che hanno preceduto la terza prova.
Non vedevano il loro unico figlio dallo scorso settembre, poiché è rimasto a Hogwarts per le vacanze per lavorare all’uovo delle sirene, e si sono trovati a seppellire il suo cadavere.
Non l’hai certo deciso tu, ovviamente, eppure ti senti lo stesso una ladra.
Basta, alzati da quel sedile prima che ti tornino alla mente altri ricordi altrettanto tristi!
Il corridoio è chiassoso, agitato, e le curve dei binari ti costringono di tanto in tanto ad appoggiarti alle pareti, ma ti senti molto meglio. Passeggi da sola, facendo attenzione a non scontrarti con gli altri ragazzi e schiacciandoti contro la porta di uno scompartimento per lasciar passare la strega con il carrello dei dolci.
Senti addosso a te molti sguardi, ma sono altrettante le voci che ti salutano, o le persone che ti fanno un cenno.
Potresti cercare Harry, così, per salutarlo e vedere come sta; hai letto diversi articoli su di lui sfogliando la Gazzetta del Profeta, quest’estate, uno più cattivo e bugiardo dell’altro.
L’ultimo pubblicato parlava di un’udienza al Ministero, ma il giornale non aveva poi comunicato la sentenza finale.
È facile che sia stato assolto, se hanno tenuto il silenzio: la sua innocenza avrebbe minato l’immagine di pazzo esibizionista che stanno costruendo da mesi.
C’è chi sta peggio di te, a pensarci bene, ma a te non importa. Vuoi apparire egoista o essere semplicemente lasciata in pace? Non lo sai, non hai ancora deciso.
Finalmente, quasi in fondo al treno, senti la voce della persona che stavi cercando. Stai per far scorrere la porta dello scompartimento, senza sapere ancora cosa dire, quando un rumore poco rassicurante ti raggiunge. Sembravano schizzi di qualche liquido…
Lo spettacolo che ti si para di fronte ha un che di comico, ma ti basta osservare il giovane Grifondoro per frenare qualsiasi risata. Peccato, ti avrebbe fatto bene.
Pensa un attimo anche a lui, però: tu saresti felice se ti trovassero coperta di Puzzalinfa e ti prendessero in giro? No, non rispondere.
L’imbarazzo ha il sopravvento, ancora una volta, e non riesci a fare altro che salutarlo. Non era quello che volevi?
Qualcosa in te si spezza: che fai qui, perché cerchi di intavolare una conversazione vuota con Harry? Ma soprattutto, non hai alcun rispetto per Cedric?
Senti le guance arrossarsi e richiudi di scatto la porta, prima che possa vedere le tue lacrime. Sei stata una sciocca a venire qui; dovresti vergognarti di quello che hai appena fatto.
Furiosa con te stessa, con la tua debolezza, ritorni sui tuoi passi. Se non sono segnali contrastanti questi…
Non t’importa, al momento può anche pensare che tu sia completamente impazzita.
È ancora presto, manca almeno un paio d’ore al tramonto e, di conseguenza, anche all’arrivo.
Marietta ti guarda aprire il baule per cercare la tua divisa, quando rientri nel vostro scompartimento; le altre ragazze sono sempre in giro, impegnate chissà dove.
Le loro chiacchiere non t’interessano più ma, anzi, ti sembrano vuote ed inutili.
Il resto del viaggio è piatto e monotono, intervallato solo da qualche breve chiacchiera con la tua amica sul lavoro di sua madre al Ministero o da un paio di Cioccorane mangiate più per passare il tempo che per fame; ti sembra passato un secolo, quando finalmente il castello appare alla vista.
Ti senti un poco più serena; qui, solo in questo luogo riposa davvero lo spirito di Cedric.
All’arrivo vi travolge il solito caos, ma t’incammini nella folla verso le carrozze; i Thestral sembrano non avere occhi che per te, mentre attendono che tutti gli studenti si siano accomodati sulle carrozze. Ti ricordi il tuo stupore scoprendo che pochi, oltre a te, riuscivano a vederli, così come rammenti perfettamente la lunga agonia di tua nonna.
Le immagini dei primi anni di scuola si mescolano ad altri più malinconici della tua infanzia, ma questa volta non piangi: basta dare spettacolo, per oggi.
Guardi il castello avvicinarsi, la sua sagoma scura sempre più imponente.
Bentornata.


   
 
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