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Autore: PsYkO_Me    19/11/2012    2 recensioni
"Facendo un lungo tiro di sigaretta e bevendo velocemente l’ultimo goccio di sakè rimasto in casa, sbatté violentemente il bicchiere sul tavolo. Poi si passò una mano tra i capelli corvini. Quando beveva, i ricordi invece che abbandonarlo, ritornavano. Non voleva dimenticarsi delle sensazioni provate e che crescevano ancora dentro di lui."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Piccola Nota dell'Autrice: Salve! Bene, volevo dire giusto una cosetta. Questa fic è veramente moooolto vecchia. Ragione per cui, il mio modo di scrivere qui è più da "principiante". Dopotutto è anche una delle mie prime fic. Non ho voluto però correggerla aggiungendo o togliendo o cambiando delle parti. Mi piace lasciarla così com'è per ricordo. Per aprirla ogni tanto e vedere come effettivamente il mio stile stia mutando. La trovo carina così com'è :) Ciao! Buona lettura!



Mi presento. Il mio nome è Sasuke Uchiha. Sono un ragazzo distaccato, serio e composto. Non ho nessun difetto, detesterei averli. Ma devo ammettere di avere un punto debole. Questo punto debole è causato da una persona che odio con tutto me stesso. Mi rovina sempre qualcosa ed è insopportabile, ma per qualche strano motivo adoro stare in sua compagnia. Perché oltre a essere un gran rompiscatole, trova sempre il modo di intenerirmi (cosa molto difficile!). Mi piace il modo in cui i suoi occhi si addolciscono inaspettatamente, il modo in cui pronuncia il mio nome, il modo in cui ride, il modo in cui mi prende alla sprovvista.
Non riesco ancora a farmene una ragione ben precisa, ma sono certo di una cosa. E mi terrorizza. Il punto è che non posso farci niente e oltre a spaventarmi, mi fa stare male. Perché ne sono troppo consapevole. Ogni volta che lo vedo mi viene in mente quel pensiero incontrollabile. Non posso nemmeno dirglielo perché so che rovinerei tutto. Mi ha cambiato. Prima non avevo tutte queste cose per la testa, invece adesso mi sento indebolire. Non è così che doveva andare, io sono sempre stato una persona impassibile. Ora ogni volta che chiudo gli occhi vedo il suo viso. Non riesco nemmeno ad addormentarmi se non me lo immagino accanto.
È tutto così confuso... Sarebbe tutto più semplice se non lo avessi conosciuto. No, non è vero. Non immaginerei cosa sarei adesso. Oltretutto mi ha anche salvato. È stata la mano che mi ha aiutato a raggiungere la superficie. Ringrazio quel giorno, ringrazio quel leggero vento che lo ha portato a me. Lo ricordo come se fosse ieri. No, come se fosse adesso. Quando avevamo solo sei anni e non sapevamo nulla dell’altro. Ricordo come la pioggia cadeva a dirotto. Era estate e lui stava inseguendo l’ombrello che gli era sfuggito dalle sue mani delicate. La pioggia era così fitta che non riuscì a vedermi e mi si schiantò contro. Finimmo entrambi per terra e lui mi fissò con quegl’occhi grandi e celesti. Da lì iniziò la nostra amicizia. All’inizio eravamo così presi l’uno dall’altro che non sapevamo nemmeno i reciproci nomi.
Poi successe. E nulla fu più come prima. Sempre estate, sempre la pioggia, sempre l’ombrello. Ancora una volta mi finì contro, ma stavolta le nostre labbra si incontrarono. Il mio cuore prese a battere e mi avvinghiai su di lui posseduto dalla passione, dalle sue labbra e dal suo corpo. Lo schiaffo che ricevetti lo sento pulsare ancora oggi. Da allora non mi rivolge più la parola, al massimo mi saluta e mi chiede come sto ma non ha più il coraggio di stare con me. Così sono finito nuovamente sott’acqua e stavolta nessuno mi allunga una mano.
La mia vita è così, sono destinato a soffrire. E lui non sarà mai mio. Il corpo che ho sempre, segretamente, desiderato non lo avrò mai. Lui è la mia debolezza. L’unico di cui mi sia innamorato in vita mia, ma allo stesso tempo, l’unico che non mi vuole.
Quando lo incontro per strada quasi non ho il coraggio di guardarlo in faccia, ma lui, nonostante io sappia come gli sia difficile, mi viene incontro buttandosi dietro le spalle tutto. Anche se per poco tempo, mi parla del più e del meno rimanendo sempre sul vago. E poi se ne va portandosi con sé una piccola parte di me desiderosa del suo profumo alla vaniglia.
Vorrei dirglielo, vorrei tornare quello di un tempo, ma si è portato via anche quello e lo odio. Lo odio perché mi ha reso un rammollito, lo odio perché mi ha abbandonato, lo odio perché non mi ama.
In questo momento l’unica cosa che mi rimane è il bicchiere di liquore che ho in mano e la sigaretta che ho in bocca. Mi sto abbandonando io stesso e non posso farci niente. Perché non posso salvarmi da solo. Ho bisogno di lui.
Ti amo Naruto... Perché non mi ami anche tu?
 

Facendo un lungo tiro di sigaretta e bevendo velocemente l’ultimo goccio di sakè rimasto in casa, sbatté violentemente il bicchiere sul tavolo. Poi si passò una mano tra i capelli corvini. Quando beveva, i ricordi invece che abbandonarlo, ritornavano. Non voleva dimenticarsi delle sensazioni provate e che crescevano ancora dentro di lui.
Prese la giacca e uscì per comprare dell’altro liquore.
Alzando il cappuccio, s’incamminò sotto l’acqua e si diresse al supermercato aperto 24 ore su 24. Illuminato dai lampioni alzò lo sguardo. La pioggia gli picchiettò delicata le guance. Il cielo nero godeva di qualche piccola stella sfuggita alle nubi. Ma presto furono raggiunte anche loro. Ritornò ai suoi passi e entrò nel negozio.
Uscito di lì non aspettò di arrivare a casa, aprì direttamente la bottiglia e iniziò a ingurgitare il liquore come un avido assetato. Il liquido veniva mandato giù talmente velocemente e abbondante che alcune gocce uscirono dai lati delle labbra.
Arrivò in pochi secondi a mezza bottiglia. La guardò un attimo pulendosi velocemente con la manica la bocca. Il suo sguardo era assorto. I suoi occhi iniziarono a vederci doppio. Ma con violenza tornò a bere a grandi sorsi l’alcolico. Sbavandosi e sporcandosi la maglia, continuò fino ad arrivare a due centimetri dalla fine.
Si accasciò a terra non sentendosi più le gambe. Era totalmente brillo. E come un pazzo si mise a ridere, ma in un modo strano. Infatti mentre la risata usciva chiassosa dalla sua bocca, i suoi occhi lucidi persero delle lacrime.
«Al diavolo! Non mi interessa più un cazzo! Haha! Naruto non mi ami? Ha... Fai bene! Guarda come faccio schifo, mi sono... hik... sporcato tutto.>>
Finì di bere e gettò lontano il contenitore di vetro vuoto.
Poi lentamente i suoi occhi iniziarono a socchiudersi, iniziando a vedere nient’altro che nero. L’ultima cosa che gli fu possibile notare era una figura china su di lui che lo guardava. Ma era troppo scuro per capire chi fosse.

Quando riaprì gli occhi era già mattino. Le lenzuola in cui era avvolto richiamavano le sue narici. Quel profumo così familiare...
All’improvviso spalancò gli occhi e si alzò di scatto. Davanti a lui si ritrovò il viso tanto ricercato e amato.
«Na....»
Si ritrovò a boccheggiare non sapendo più parlare.
Il biondo si avvicinò con un sorriso.
«Stai bene?»
Sasuke si riprese e collegò il fatto che fosse a casa di Naruto.
«Sì sto bene, idiota.»
Il ragazzo inclinò la testa sorridendo ancor di più.
«Che bello sentirtelo ancora dire.»
Il moro lo guardò assorto non comprendendo.
«È da tanto che non mi chiami più così.»
Sasuke non sapeva se sorridere, ma si sentì le guance colorarsi leggermente. Istintivamente si accigliò per non far notare i suoi stati d’animo. Un’altra cosa che non gli andava giù era quella. Non voleva esser visto in certe situazioni.
Il ragazzino si avvicinò toccandogli la fronte. Era troppo vicino e Sasuke se ne accorse, perché nuovamente dovette controllarsi.
«Mmm... Ho paura che ti possa venire la febbre. Sei stato imprudente, ma che ti è capitato? Non è da te essere così incauto.»
Digrignando i denti tolse con un gesto violento la mano del biondo dalla sua fronte.
«DAVVERO NON LO SAI, EH?! IDOTA Mi SONO RIDOTTO COSI’ PER TE! MALEDIZIONE LO VUOI CAPIRE O NO?! TI AMO!»
Lo prese per il collo della maglia e lo tirò a sé rubandogli un bacio. Aspettandosi un nuovo schiaffo da parte sua. Perché sapeva che quella reazione era avventata, ma quelle labbra lo stavano richiamando da troppo tempo.
Quando si staccò lo guardò fisso quasi con aria di sfida. Ma perse all’istante quell’aria da prepotente.
Naruto stava piangendo.
Con un gesto veloce lo tirò a sé per abbracciarlo.
«Scusa, non dovevo.»
«Sei un idiota Sasuke, non capisci un cazzo.»
«Giuro che sparirò dalla tua vista, non ti romperò più.»
«Cretino.»
«Non mi farò più sentire.»
«Imbecille...»
«E se mi troverai steso per terra pestami pure.»
«Vedi che non capisci?!»
Si guardarono per un istante, Naruto continuava a perdere lacrime.
«Maledizione, ti amo anch’io.»
Stavolta fu lui a dargli un bacio, un bacio coinvolgente e passionale che lasciò Sasuke a occhi sbarrati.
«Mi ami?!»
«Sì...»
«E perché non me l’hai mai detto? Da quanto lo sai?»
«Sasuke io ti amo da quando ti ho conosciuto.»
Le domande che gli stavano nascendo in testa erano troppe. Ma una in particolare volava chiederla.
«Perché allora mi hai rifiutato? Perché mi hai rifiutato e non mi hai più parlato? Mi hai evitato per tutto questo tempo...»
«Perché avevo paura di perderti. Non volevo che il nostro rapporto si sfasciasse, avevo paura dei tuoi sentimenti, credevo che io per te non ero ciò che tu eri per me. E così, per frenare il mio interesse ho iniziato a evitarti. Anche se quando ti vedevo non riuscivo a diventare del tutto invisibile. Volevo mantenere i legami in qualche modo.»
«Sciocco...»
Si scambiarono ancora un altro bacio. Passionale e coinvolgente. Come per recuperare il tempo perso e mettere a tacere quelle frasi che ora parevano senza senso. Ma non riuscirono a fermarsi facilmente... Il loro amore finalmente era ricompensato. E mai ora si sarebbero allontanati. 

   
 
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