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Autore: Vale17    19/11/2012    0 recensioni
Pascal diceva "Il cuore conosce ragioni che la ragione non conosce".
Cavolo,aveva ragione..
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                               Because I need you
                                                                                            because you protect me
                                                                                                because you are
                                                                                                  The Only One


L'Università l'avrei iniziata solo fra una settimana,quindi ora potevo darmi alla pazza gioia.
In realtà,l'incontro con Harry il giorno precedente mi aveva leggermente scombussolata ed ancora non riuscivo a toglierlo dalla testa.
Ero partita con l'idea che dovevo dimenticarlo e tutto quello che facevo era?Pensarlo.
Quella mattina,Serena venne a svegliarmi molto presto,era solita alzarsi alle 8:30 e poi venire a rompere le scatole a me.
- Svegliati Cristel! - mi buttò un cuscino addosso,ed io sobbalzai.
- Ma sei stupida? Svegliami in modo più delicato! - sbottai,irritata.
- Un lavoro te lo cerchi l'anno prossimo magari? - sbuffò lei,sarcastica,iniziando ad aprire la valigia.
- Un lavoro? Non sono nemmeno arrivata! - mi lamentai,tornando sotto le coperte.
- Cris,l'intelligenza l'hai lasciata a marcire? - mi tolse le coperte di dosso,buttandomi dei vestiti puliti - Avanti vestiti,si esce - detto ciò uscì di camera.
Con la Santa pazienza cara, mi alzai dal letto ed andai in bagno a lavarmi,indossando i panni che mi aveva scelto Serena.
Uscii dal bagno ed andai a cercarla nella sua stanza,e la trovai che si stava truccando.
Poi diceva a me che facevo tardi.
- Io sono pronta,vogliamo uscire oppure aspettiamo l'anno prossimo? - usai il suo stesso tono di voce,avvolgendomi la sciarpa al collo.
Lei si voltò in tutta la sua grazia,e mi sorrise a mo' di presa in giro.
- Dobbiamo trovare un lavoro che non riguardi usare le mani o altrimenti ti si rovinano le unghia - la presi in giro,sapendo che le dava fastidio.
- O forse ammetti che sei una frana in tutto,soprattutto manualmente - ribbattè lei,chiudendo la porta a chiave.
Alcune volte odiavo la mia migliore amica.
 
Londra era esageratamente grande e Serena ed io,girammo per circa un'ora,per trovare un misero posticino in un bar.
Nessun posto libero,niente di niente.
Miseriaccia,pensai alla Ron Wesley,senza un lavoro alla fine non potevamo campare molto a Londra.
Ultimo tentativo provammo in una panetteria: Bread Rolling,si intitolava.
- Cerchiamo lavoro,è disponibile qualche posto in panetteria? - domandò Serena alla direttrice.
- Abbiamo liberi solo i posti di consegna delle pizze,se lo volete - rispose la donna.
- Accettiamo! - dissi in fretta io,stanca di girare e rigirare.
- Vi metto in prova,nel caso andate bene vi assumo. Si lavora 5 ore al giorno - spiegò lei.
- D'accordo. Quando possiamo iniziare?- chiesi io,curiosa.
- Potete presentarvi oggi pomeriggio verso le 14:00. Vi aspetto- e detto questo la donna continuò le sue faccende.
- La ringrazio! - le sorrise Serena ed insieme uscimmo dalla panetteria.
- Con tutto questo odore di pane e pizza,mi è venuta fame! - esclamai io,sedendomi sulla prima panchina che trovai.
- Vuoi andare a mangiare? Anche se..è solo mezzogiorno! - mi avvertì Serena.
- E quindi? Sono venuta qui per ingrassare,non per fare dieta! Voglio andare da Nando's - esclamai,volendo per una volta gustare il cibo di quel locale.
Ne avevo sempre sentito parlare,grazie al biondo irlandese ed ora che ero a Londra non potevo farmi scappare quest'opportunità.
- D'accordo,ma ricorda che alle 14:00 dobbiamo essere a lavoro qui. Nando's si trova da tutt'altra parte! - mi ricordò lei.
- E chi cavolo se ne frega? Se ci muoviamo,può essere che per le 14:00 siamo qui! - le sorrisi,alzandomi dalla panchina ed andando frettolosamente verso un pullman che si era fermato a pochi metri da noi.
Era quel bel pullman rosso,con il secondo piano allo scoperto.
La tirai dentro e corsi al secondo piano,per andarmi a sedere all'ultimo posto.
- Mai detto che amo immensamente Londra? - dissi,mentre il bus partiva e l'aria mi arrivava in faccia.
- Ami Londra o chi ci vive? - domandò lei,facendo una lieve risata,per poi sporsi a prendere un giornale che si trovava su un posto vuoto.
Non le risposi,mi limitai a guardare quel giornale ed intravidi un immagine familiare.
- Cris,questo non è il tuo caro Harry? - domandò retoricamente Serena,mostrandomi il giornale che le strattonai subito dalle mani.
Il giornale diceva:
'Il cantante della boyband anglo-irlandese sembra essersi preso una sbandata per la bellissima Rita Ora.
Rita,dal canto suo,sembra essere molto attratta dal giovane che proprio la settimana scorsa le ha lasciato dei fiori nel suo studio di registrazione.
C'è tutto il presupposto e la ragione,per dire che Harry Styles e Rita Ora si stanno frequentando'.
Scaraventai il giornale sulle gambe di Serena,senza emettere nessun suono.
- Ti fa male eh? - disse lei,lasciandolo dove l'aveva preso.
- No,perchè dovrebbe? Non lo conosco,non ci ho mai mangiato insieme. E' solo Harry Styles - sbuffai,guardandola in viso.
- E' solo ciò che tu definivi il tuo amore platonico. Il tuo idolo - mi corresse lei.
- Non ho detto che non lo sia più. Ma sinceramente cosa ci posso fare? Ha anche lui la sua vita! Stop,io sono qui per vedere la Regina Elisabetta.- dissi infine ironica.
Gran cavolata.
 
Il pomeriggio alle 14:00 puntuali eravamo in panetteria.
Non appena arrivammo,avevamo già degli ordini da portare ed in più ci aspettava da usare il motorino.
- Queste sono le chiavi dei vostri motorini - Manuel,il ragazzo che lavorava in panetteria,e che aveva appena 'mirato' a Serena ce le consegnò.
Le prendemmo al volo,sotto già le urla di Tilda,la direttrice che ci diceva fosse tardi.
Ci volatilizzamo nel garage a prendere i motorini e con delle pizze in busta,iniziammo la nostra esperienza.
- Dov'è questo posto? - domandò Serena mentre guidava e guardava il foglietto dov'era scritto l'indirizzo che,stupidamente,aveva attaccato allo specchietto.
- Seguiamo le indicazioni,non sono una mappa! - le esclamai,dato che ero andata più avanti di lei.
Insomma,grande casino,era il nostro giorno di lavoro e non sapevamo proprio come diavolo muoverci.
Forse fu un vero e proprio miracolo se infine riuscimmo a trovare la casa a cui dovevamo fare quelle consegne.
Non so quanto girammo Londra quel giorno.
In pratica,in sole 12 ore,avevo già conosciuto tutta quella città,senza dover fare altre 'gite turistiche'.
Dovevamo fare sempre avanti e dietro con il motorino,poi fermarci a fare benzina,tornare in panetteria e ritornare nei centri di Londra: grandioso!
Altro che rottura di unghia,qui c'era da rompersi la testa e gelarsi le mani.
Per fortuna le 5 ore passarono in fretta,alla fine nella sua negatività,quel lavoro aveva qualcosa di positivo.
Dovevamo fare l'ultima consegna della giornata,in una villa che stava a cinque isolati dalla panetteria.
Decidemmo di andare a piedi,così non saremmo nemmeno tornate in panetteria:eravamo sfinite.
- E' straziante,non ero mai stata così stanca - mi lamentai,sentendo le mani un ghiacciolo.
- Devo assolutamente fare un bagno caldo - continuò Serena,tenendo la pizza fra le mani,riscaldandola.
- Siamo quasi arrivate - dissi fra uno sbadiglio e l'altro,controllando se fossimo effettivamente nel posto giusto.
- Mi sa che la villetta è quella! - esclamò Serena indicando una casa abbastanza grandicella,tutta illuminata.
Ci dirigemmo verso la villetta,era molto caruccia,come le solite case londinesi.
Serena bussò alla porta,e proprio in quel momento sentii vibrare il telefono,per cui mi girai a leggerlo.
'Cris,come vanno le cose a Londra?Chiama qualche volta. Non dimenticarti di me. Mamma'.
Risposi al messaggio,con un bel sorriso stampato sulla bocca ed infine mi girai...
 
...Miseriaccia,ripetei nella mia testa forse dieci volte di seguito.
Un sorriso si dipinse su quel volto pallido che avevo già riscontrato il giorno precedente.
Ed ecco che nascevano le famose fossette,e le iridi di due occhioni verdi mi guardavano ingenuamente.
Era davanti a me.
Harry Styles era davanti a me,con una mano appoggiata alla soglia della porta.
Non capii più nulla.
- Ciao Cristel,non pensavo di..vederti - continuò a sorridere lui,con la sua voce roca.
Eh?Si ricordava di me?, strabuzzai gli occhi non appena sentii che aveva pronunciato il mio nome.
- Che ci fai qui? - chiesi come una grande stupida.
- Ehm..stavo per chiederti la stessa cosa - rispose lui,inarcando un sopracciglio.
- Come fai a conoscere casa mia,tu? - continuai io,ancora chissà dove con la testa.
Harry corrucciò la fronte,non capendo cosa stessi dicendo.
- Si da il caso che questa sia mia,ma se la vuoi fare tua,con piacere - disse infine,facendo una lieve risata.
- Oddio,cosa?- domandai,tornando finalmente sulla terra e notando che avevo fatto una figura di niente.
Ero ancora con la pizza in mano,il cappellino della panetteria Bred Rolling,e cosa più importante non ero a casa mia.
- Miseriaccia - questa volta lo pensai e lo pure dissi,facendo completamente scoppiare a ridere Harry.
Proprio in quel momento spuntò da dietro Serena con qualcun'altro affianco.
Mi guardò in un primo momento anche lei sconvolta,ma le veniva solo da ridere.
- Abbiamo sbagliato a prendere la scatola. E' una focaccia - disse lei,ma io guardai oltre.
Un biondo irlandese,significava solo una cosa: Niall Horan.
- Oddio.. - sussurrai io,rimanendo a guardare il biondo che mi sorrise.
- Oh no,Cristel sveglia!Abbiamo sbagliato l'ordinazione,cavolo! - sbottò Serena sventolandomi una mano in faccia.
- Ho capito! E...ora? Io non torno in panetteria - sbuffai,guardando Niall - non mangi focaccia? - chiesi.
- No,ma mi dispiace farvi tornare. Ci arrangeremo in altri modi - ci tranquillizzò lui.
- Un attimo..voi siete italiane giusto? - ci chiese retorico Harry e noi annuimmo - che ne dite di rimanere a casa di Niall e preparare la vostra pizza italiana? - propose.
Serena ed io strabuzzammo gli occhi a quella proposta e quasi non feci cadere tutto ciò che avevo fra le mani.
- Bè,credo che dobbiamo scusarci,quindi l'unica cosa che ci resta da dire è..Sì? - rispose Serena,mentre Niall l'invitava ad entrare e lei lo seguiva.
Io rimasi imbambolata davanti la porta,ed Harry con me.
- Vuoi rimanere sulla soglia della porta tutta le sera? - scherzò.
- Oh,mise... -
- Riaccia? - continuò Harry la parola per me ed io risi,entrando.
- E la casa era tua eh? - lo presi istintivamente in giro,raggiungendo Niall e Serena.
Faceva uno strano effetto tutto questo,ma era stupendo.

Lei aveva paura a dirlo,a pensarlo,perchè erano troppo diversi,troppo distanti...
Ma era così: era dolcemente innamorata di lui e non poteva fare altrimenti.
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