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Autore: onedeyes    19/11/2012    0 recensioni
Carlotta ha diciassette anni e un sogno. Non chiede molto, no? Un giorno tutto cambia e riesce a realizzarlo. Con la sua migliore amica, Martina, compirà un viaggio che le cambierà, che le stravolgerà la vita. Un viaggio che la introdurrà in un mondo di amori, musica, passioni. Un viaggio che la farà ritrovare faccia a faccia col vero amore, che però non sembra destinato a durare.. Dovrà lottare per farlo sopravvivere, dovrà lottare per tenersi stretto ciò che è riuscita a conquistare con molta fatica. Dovrà lottare e riuscire a vincere. Ma per amore si può fare di tutto, no?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il giorno della mia partenza, prevista per il diciassette luglio, era arrivato in fretta, ancora non ci potevo credere che sarei andata due settimane a Londra con la mia migliore amica. Era un sogno. L'aereo sarebbe partito a mezzogiorno, quindi avrei potuto svegliarmi con calma, ma già alle sette ero in piedi. L'ansia mi stava uccidendo. Mi ero già fatta due docce, avevo controllato sette volte la valigia e stavo pensando e ripensando a come sarebbero state quelle settimane. << Sei sveglia? >> chiese mia madre affacciandosi nella camera. Mi voltai verso di lei e annuii. << Oh, tesoro.. mi mancherai così tanto. >> disse stringendomi. << Ancora non ci credo. >> risposi. << Dai, dai, vi divertirete.. >> disse sorridendomi. << Lo so, è solo che mi sembra tutto un sogno! >> ribattei incredula. Lei rise e mio padre entrò. << Tesoro, andiamo? >> chiese. << Ve ne andate? >> chiesi guardandoli. << Sì, dobbiamo andare a lavoro.. tu vai da Martina, Simona vi accompagnerà all'aeroporto. >> disse papà. Li guardai e li abbracciai, mi avevano fatto il regalo più bello di sempre. << Ricorda di chiamarci spesso. >> disse mamma dandomi un bacio sulla fronte. Li salutai e, quando se ne furono andati, iniziai a saltare per casa cantando 'Up All Night'. Erano le dieci quando andai a casa di Martina, due ore e saremmo partite. << Ciao Carlo, entra entra.. >> disse Simona prendendo la mia valigia e facendomi entrare. << Marti? >> chiesi. << E' in camera sua, vai pure. >> disse. Salii velocemente le scale ed entrai in camera sua. Martina era ancora in pigiama, con la valigia ancora aperta! << Ma farla prima no, eh? >> chiesi avvicinandomi. Lei mi guardò sconvolta. << Aiutami invece di parlare! Passami quei vestiti.. Dio, devo ancora farmi una doccia! >> esclamò. << Muoviti, qua ci penso io! >> dissi alzando gli occhi al cielo. Mi abbracciò, mi diede un bacio e corse sotto la doccia. Sistemai la sua valigia, la chiusi e nel frattempo, lei si era preparata. Erano le undici e un quarto. << Ragazze forza che vi accompagno all'aeroporto! >> urlò Simona. << Ci siamo, ci siamo. >> disse Martina scendendo le scale e trascinandosi la sua valigia. Sentivo l'ansia salire sempre di più. Londra arrivo, era il mio unico pensiero. << Pronte? >> chiese Simona in macchina. << Mamma, muoviti! >> disse Martina. Simona rise e partì. Io mi girai verso Martina. << Non ci credo, ancora. >> dissi scuotendo la testa. << Ti rendi conto, Carlo? Londra.. Londra! >> disse urlando. Iniziai a ridere, era un sogno era tutto troppo bello. << Sai già dove dormiremo? >> chiesi guardandola. << Sì, le nostre adorate mamme hanno pensato a tutto. >> disse guardando Simona. Anch'io la guardai, era così simile alla figlia. Bionda, con gli occhi castani. Solo che Martina non aveva quelle piccole rughe intorno agli occhi. << Siamo in centro? >> chiesi curiosa. << A pochi passi dal centro. >> rispose Simona. Eravamo arrivate, nel frattempo, all'aeroporto. << Bene, ragazze. Io vi saluto che devo andare al negozio. Buon viaggio, piccole e fatemi sapere appena arrivate! >> disse abbracciandoci e salutandoci. Eravamo sole all'aeroporto e ci dirigemmo verso il check-in. Ci controllarono le valigie, ci chiesero i biglietti e poi ci dirigemmo verso l'aereo. << Carlo, Carlo.. aspetta. >> disse Marti fermandomi in mezzo alle scalette per salire. << Marti dobbiamo entrare, le persone aspettano. >> dissi guardando dietro di lei. << Allora ti parlo mentre camminiamo.. >> disse venendomi vicino. << Londra, ti rendi conto? Realizzeremo il nostro sogno.. >> disse sorridendo come una scema. Sorrisi e l'abbracciai, lei ricambiò l'abbraccio. L'hostess ci indicò dove sederci e noi ci accomodammo. << E se li incontrassimo? >> chiese improvvisamente. Capii di chi stava parlando, non ne avevamo accennato affatto, ma la possibilità di incontrare i tuoi idoli nella loro città era altissima. << Io morirò. >> disse stringendo la sua mano. Lei rise e iniziò a pensare, magari a come sarebbe stato incontrarli, magari a come sarebbe stato parlarci. Io mi limitai soltanto a chiudere gli occhi e accendere l'I-pod. La voce di Harry, quella voce morbida, rauca, che sapeva farmi piangere al solo sentirla, mi cullava. << Sveglia! >> disse qualcuno colpendomi la pancia. Aprii gli occhi e tossii, mi girai e vidi Martina sorridermi. << Stronza. >> risposi portandomi una mano sulla pancia. << Siamo arrivate.. >> disse sorridendo ancora di più e indicando il paesaggio fuori dal finestrino. Aeroporto di Londra. << Dio, Marti.. ci siamo! >> gridai scattando in piedi. << Signorina stia seduta, il capitano non ha ancora autorizzato i passeggeri ad alzarsi. >> mi sgridò l'hostess. << Scusi. >> borbottai. Martina rise e vedevo l'eccitazione nei suoi occhi. << Ci siamo, ci siamo. >> sussurrai. << Attenzione, si avvisano i gentili passeggeri che l'aereo sta atterrando. Siete pregati di rimanere seduti. >> avvisò il capitano. << Oddio, oddio.. >> iniziò a singhiozzare Martina. Scendemmo dall'aereo e iniziammo a saltare, abbracciate. Eravamo nella nostra città, stranamente mi sentivo al mio posto. Sentivo che quello era il posto dove sarei dovuta essere. Recuperammo le valigie e chiamammo un taxi, prima di partire la madre di Martina ci aveva dato l'indirizzo dell'albergo e così passammo il foglietto con quell'indirizzo all'autista. Il signore guidò in silenzio, lasciandoci ammirare il paesaggio che scorreva veloce vicino a noi. Solo un paio di volte ci rivolse la parole, per chiederci se eravamo delle turiste e da dove venivamo. Quando gli dicemmo che eravamo italiane, annuì e disse che l'Italia gli era sempre piaciuta. Poi tacque e continuò a guidare. << Chissà, magari tutti gli inglesi sono così silenziosi.. >> sussurrò Martina. Io la guardai e scrollai le spalle, non ero mai stata Londra. Non potevo saperlo. << Here we are. >> disse ad un certo punto il signore fermando l'auto. Aprimmo lo sportello e ci trovammo di fronte all'albergo. Scendemmo, prendemmo i nostri bagagli e lo pagammo. << Salve. >> ci disse una ragazza dietro al bancone. Era graziosa, piccolina con due enormi occhi verdi e i capelli rossi raccolti in un morbido chignon. Sorrisi di riflesso. << Sì, salve.. abbiamo, cioè hanno prenotato a nostro nome.. >> dissi guardando la mia amica che si era intontita a guardare la hall dell'albergo. << Il nome? >> chiese la ragazza gentile. << Ehm.. veda se c'è il nome Medina.. >> dissi dando il mio cognome. << Sì, eccolo. Carlotta Medina e Martina Rinaldi, giusto? >> domandò la ragazza. Noi ci guardammo e sorridemmo. << Benvenute al London Hotel, ragazze. Camera 865 ottavo piano. >> ci disse porgendoci la chiave. Martina prese la chiave e si diresse verso l'ascensore. << Un po' più su, no, eh? >> disse ridendo. Io risi e la spinsi dentro, quel posto mi faceva sentire a casa.
  
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