Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Winter Wendy    19/11/2012    0 recensioni
Dopo la morte dei genitori, le è stato portato via tutto.
Kengha, sedicenne newyorkese, porta il nome di una gabbianella dal manto aregenteo e spera di imparare a volare.
Kengha decide di trasferirsi all'est della Virginia, con la zia Lana e i suoi otto gatti, per ricominciare e lasciarsi alle spalle il passato.
Ma non è tutto semplice come appare.
Dentro l'anima di Kengha, si nasconde qualcun altro, pronto a venir fuori nei momenti meno opportuni invadendo la testa della ragazza di strani ricordi.
Le due entità fondamentali che mantegono l'equilibrio terrestre la vogliono, e al più presto: Lucifero deve impedire ad un'anima di raggiungere il paradiso, un'anima molto importante, e spetterà ad Kengha guidarla verso l'Eden.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Suor Mary Angela mi fissa in modo determinato ignorando le parole frenetiche di Yukii che cercava di spiegarle la mia situazione.
La suora doveva essere sulla quarantina anche se il viso perfettamete ovale non rivelava i segni dell'invecchiamento e gli occhi -neri come la pece - sembravano scrutare ogni particolare del mio corpo in profondo e forse, anche dell'anima.
L' idea che il posto fosse una scuola cattolica era fondata. La cosa non mi dispiaceva affatto, sebbene Yukii mi avesse informato con estremo rammarico che le classi maschili si trovavano nel piano superiore al nostro, quella scuola - o forse dovrei chiamarla cattedrale? - m'infondeva un senson di pace.
Dopo la breve conversazione con la signorina Simmons, Yukii mi aveva accompagnato fino all'ultimo piano della scuola -  convento? - dove si trovavano i dormitori delle suore.-sacerdoti che fungevano da professori e lì, Suor Mary Angela si era presentata come la direttrice.
-La sua famiglia è cattolica praticante, signorina Reed? - mi chiese d'un tratto interrompendo il filo dei miei pensieri. Andai nel panico. Mamma e papà mi avevano sempre concesso il libero arbitrio sulla scelta della mia religione, se mai c'è ne fosse stata una, ma adesso che loro non c'erano più, e Lana era la mia tutrice ufficialmente, forse non avevo neanche più un Dio. Nessuno a cui pregare.
-Bhe io...non ho mai praticato apertamente ... - Suor Mary Angela mi rifilò un'occhiataccia poco gradevole- ma credo che mia zia vada in chiesa una volta al mese...più o meno - replicai cercando di riparare all'errore in modo patetico.
Grida. Grida colme di dolore e disperazione riaccheggiavano nei corridoi e lo sguardo della suora si fece vispo e freddo. Afferrò per il polso Yukii che annuì consapevole.
- Dove diamine sono finite le brocche d'acqua santa, dannazione! -
Con un tonfo, un ragazzo alto e tonico con appeso al collo un crocifisso s'inginocchiò davanti a Suor Mary Angela, con sguardo calmo e controllato passandosi una mano tra i capelli corvini spettinati e leggermente bagnati dal sudore. Dalla maglia a scollatura a V s'intravedevano i pallidi pettorali che facevano su e giù in modo compulsivo.
Magnifico.
-C'è stato un problema - disse semplicemente - c'è qualcosa di strano questa volta...lei deve aiutarmi -
Suor Mary Angela lo aiutò a sollevarsi da terra, corrugando la fronte.
-Yukii, scorta la signorina Reed nella sua aula - spiegò con attenzione mentre si affrettava a raggiungere il piano superiore insieme al ragazzo. E quello, non'appena la donna pronunciò il mio nome si voltò, agganciando i suoi occhi scuri con i miei, guardandomi come se fossi il più bel fiore sulla terra, come se fossi il sole,come se fossi...la sua salvezza.
-Avanti Blaike,non c'è tempo da perdere - lo spronò la suora impaziente.
Lui non si voltò e nel suo sguardo lessi qualcosa, una parola, una parola che non mi serai mai aspettata di sentire:            SALVAMI.
Le tenebre mi avvolsero e io spofondai in chissà quale parte del cosmo.












Mi trovo in un giardino, un giardino bellissimo.
I fiori sembrano cantare e il sole risplende alto nel cielo sebbene stia nevicando. Ho indosso solo una camicia da notte rosa perla che mi corpre le ginocchia e niente più.
Qualcuno cammina di fianco a me, non lo guardo, o meglio, lo faccio ma non riesco a individuarne i lineamenti. So che è un uomo. So che è giovane. So che è bello.
Lo so e basta.
Il suo volto è illuminato da una luce cristallina, quasi azzurra ma molto più chiara.
-Come può l'uomo peccare così svariate volte? - chiedo. Quelle parole non appartengono a me.
-L'uomo è un'essere assai interessante, Kengha, cerca di guadagnare il perdono compiendo opere buone..ma egli non sa. Non sa niente - dice l'uomo accanto a me. Lo conosco, ne sono certa.
- E questo è...sbagliato? - pongo questa domanda con incertezza. Forse paura? Non lo capisco.
-Lo è, cara. - risponde. Lo scenario muta, siamo davanti ad un precipizio ma io non lo temo e neanche lui - egli non capisce che io ho già scritto il suo destino. Il destino di ognuno di loro è nelle mie mani -
Sono lì che osservò il burrone, non ho freddo ma qualcosa dentro di me mi spinge ad averlo.
-E il mio destino? Voi lo conoscete? - voglio che risponda, lo esigo perchè ne ho bisogno. L'uomo sorride e tende una mano verso di me con fare affettuoso.
-Il tuo e quello di molti altri e ancora... - sorride e il suo sorriso spacca le pietre. Lo percepisco come un padre, in qualche modo sento che assomiglia al mio
-E ancora..? - provo a dire. Lui mi tocca la spalla e con un gesto aggraziato mi spinge via, dentro la voragine.
-E ancora da scrivere.... - odo per l'ultima volta.








-Ehy, finalmente sei tornata fra noi! - la voce squillante di Yukii mi riportò alla realtà. Mi tirai su a sedere sistemandomi i capelli:ero in infermeria.
-Che è successo? - dissi con voce roca. Lei mi sorrise.
-Sei sveuta -
-No, cos'è successo prima - replicai convinta. Yukii fece un gesto teatrale con la mano ammiccando alla sua immagine riflessa nel vetro della finestra.
-Oh, una ragazza si è sentita male e Blaike si è preoccupato di chiamare aiuto. Tutto qui - c'era qualcosa nella sua voce, qualcosa che non mi piaceva per niente.
Una bugia, una bugia bella e buona.
Come poteva iniziare così la mia nuova vita? Come? Strani sogni, ragazzi che urlano, suore strampalate...l'avevo immaginato in modo diverso il nuovo inizio.

Ma quello lo era, era il MIO nuovo inizio.

  
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