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Autore: past_zonk    20/11/2012    4 recensioni
Tutto ebbe inizio in quell'imbarazzante mattinata, per colpa d'un ritardo.
Sakura aveva sempre voluto vedere Kakashi senza maschera, ma questo era un tantino troppo persino per la sua curiosità.
Un'avvincente storia (d'amore?), tra incomprensioni, problemi sessuali, mutandine, missioni, soap opera, probabili futuri, partenze e ritorni.
Traduzione; Kakasaku; Romantica. 21 capitoli.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno, Un po' tutti
Note: Lemon, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Image and video hosting by TinyPic...Eccomi col secondo capitolo! >///< Devo dire di essere stata felicissima, quando ho letto le vostre recensioni! Vi ringrazio di cuore, e sappiate che è solo per impegno che non vi rispondo (per ora) individualmente. Che dire...è sempre più bello tradurre questa fanfiction, è avvincente, divertente, e dal prossimo capitolo si inizia a fare intrigantissima (quindi vi suggerisco di rimanere attacati al pc, ohh yeah!).
Perdonatemi qualche eventuale errore (ho visto che c'è stata qualche imperfezione idiomatica nel capitolo precedente, e me ne dispiaccio), ma - non voglio giustificarmi - ho davvero un casino in testa, quando traduco. Alcune espressioni inglesi mi mettono un po' in difficoltà, ma devo dire che è un bell'esercizio. Sakura mi sembra molto IC, no?
Che dire, vi ringrazio ancora! Sarei felicissima di sentire ancora i vostri pareri!
Con un abbraccio,
eveyzonk.



 

The window.

Capitolo secondo ~ i gusti son gusti.




L’aria si faceva più umida quanto più si dirigevano fra le montagne, quella mattina. La foresta si infittiva, la strada di stringeva e la nebbia cominciava a palesarsi a mano a mano che salivano. La loro meta, il villaggio di Asahi, era arroccato da qualche parte nelle profondità delle valli, isolato e vulnerabile. Mentre camminavano, Kakashi spiegava loro la missione.
“Asahi è una città ricca di miniere d’oro” disse, sovrastando il fitto frinire delle cicale. “Sono ricchi, ma non hanno un’adeguata protezione. Recentemente hanno avuto problemi con un gruppo di banditi che hanno l’abitudine di comparire, prendere quello che desiderano e scomparire di nuovo. Hanno colpito cinque volte, e sembrano essere ninja piuttosto preparati, quindi non hanno ancora incontrato alcuna valida resistenza”
“Aspetta che ci incontrino!” infuriò Naruto, sicuro di sé.
Kakashi lo ignorò “Ci divideremo in due team. Ci sono due strade principali per entrare ed uscire da Asahi, e i ladri passeranno sicuramente per una delle due con la loro carovana. Naruto e Sasuke staranno di guardia su una strada, io e Sakura prenderemo l’altra. Probabilmente saremo troppo lontani per contattarci via radio, quindi se succede qualcosa, usate la vostra tecnica più rumorosa e l’altra squadra vi verrà in soccorso. È tutto chiaro?”
“Sì” ronzò Sasuke.
“Yep!” cinguettò contento Naruto.
“…sicuro”
Proprio fortunata. Anche se il mondo fosse finito e la civiltà fosse piombata nel caos, Naruto e Sasuke sarebbero comunque rimasti insieme nella stessa squadra. Certo, in missione erano l’accoppiata più efficace della storia, ma Sakura aveva sperato davvero che quel giorno sarebbe stata accoppiata con uno di loro.
Ora era bloccata lì con Kakashi. L’uomo del quale aveva assistito ad un orgasmo, quella mattina.
Oh dio.
E non importava quanto lontano da lui camminasse, o quali bellissimi panorami avrebbe potuto osservare mentre camminavano tra le valli, niente di niente era riuscito a scacciare via dalla sua testa quell’immagine – molto probabilmente perché il soggetto di quel pensiero paranoico stava camminando davanti a lei. Si ritrovò persino a fare cose che normalmente non faceva…come guardare le sue forti, larghe spalle e gettare un’occhiata al suo sedere. I suoi pantaloni lasciavano un bel po’ a immaginare, ma la fantasia di Sakura aveva del materiale molto preciso su cui lavorare.
Poi, proprio mentre stava ammirando senza speranze le risorse fisiche del proprio maestro, cominciò a irritarsi per la sua scelta in quanto partner. Kimura Yoshi. Kimura Yoshi, per diamine! Doveva avere come minimo dieci anni più di lui, e Sakura aveva avuto sotto osservazione suo figlio di undici anni per un braccio rotto, l’anno prima. Suo marito aveva portato il ragazzo all’ospedale, e da quanto Sakura aveva potuto notare, sembrava un uomo gentile e giovale che ovviamente amava suo figlio. Quell’uomo non meritava d’essere tradito. Quel bambino neanche, lo meritava.
Cosa stava facendo Kakashi con quella donna?
Ok, ovviamente sapeva cosa stava facendo con quella donna – erano inutili dettagli descrittivi – ma la domanda più appropriata era perché? Avendolo visto senza maschera, Kakashi la aveva colpita come un uomo abbastanza attraente. Ma anche con la maschera, la cosa era alquanta ovvia. Probabilmente non doveva fare tanti sforzi per trovarsi una ragazza. Perché farsela con una donna più grande e sposata?
Forse qualche fantasia perversa…
Quando raggiunsero finalmente Asahi, si divisero in due gruppi, come Sakura aveva temuto, e lei prese la sua strada con Kakashi attraverso il villaggio, per raggiungere la seconda entrata. Sakura fingeva di avere un interesse spassionato per l’architettura della cittadina, semplicemente per evitare di guardare Kakashi o rivolgersi a lui. Ma, tristemente, l’unica cosa interessante su Asahi era la parvenza che tutti gli orologi si fossero fermati cinquant’anni prima, e tutto fosse rimasto esattamente come in quell’epoca, fino ai vestiti e ai tagli di capelli.
“Va tutto bene?” le chiese leggero Kakashi mentre passavano davanti a gruppetti di gente locale che li fissava apertamente.
“Mh-hm” rispose velocemente Sakura, con tono troppo alto.
“Sembra che qualcosa ti stia preoccupando” commentò lui.
Sakura mantenne con risolutezza gli occhi sulla strada che li stava portando fuori dal villaggio. Con nient’altro se non alberi da osservare, ora, stava esaurendo tutti i diversivi.
“È come se avessi visto un fantasma” disse distrattamente “O qualcosa di ugualmente terribile”
Lei quasi piagnucolò “N-no, sto bene”
Stava aspettando che ne parlasse lui. Ora erano lontani dalle orecchie della gente e senza dubbio questo doveva essere il punto in cui lui si sarebbe confrontato con lei sull’argomento e le avrebbe chiesto di mantenere il segreto su ciò che aveva visto. Certo che aveva reagito con nonchalance e apatia, fino a quel momento, ma ora che erano soli…
Diverse centinaia di metri più in basso la strada, e lontano dal villaggio, Kakashi le disse di fermarsi. Sakura si preparò per l’inevitabile imbarazzo.
“Qui va bene” disse, guardandosi attorno “Prendi quel lato della strada, io vado da questa parte. Se senti o vedi qualcosa, avvisami via radio”.
Dopodiché l’uomo di girò e cominciò a camminare.
Sorpresa e confusa, Sakura poté solo obbedire. Cinque minuti dopo si ritrovò seduta in un fosso che odorava fortemente di felci, con la foresta da un lato e la strada dall’altro. Come era giunta fin lì…non lo ricordava precisamente al momento. Guardò attraverso la strada sterrata per individuare Kakashi sulla riva opposta, appoggiato ad un albero largo che lo nascondeva alla vista di chiunque si fosse recato verso il villaggio. Un libro era nella sua mano, ma era chiuso e penzolava dalla sua presa. Dal suo sguardo distratto, o stava pensando qualcosa oppure ascoltando attentamente. Anche Sakura stava ascoltando, ma tutto quello che riusciva a cogliere era il convulso frinire delle cicale dalla foresta, e rumori dai cespugli attorno a lei. Con quel coro assodante, sarebbe stato un miracolo se avesse sentito i banditi arrivare.
Ma perché Kakashi non stava neanche ammettendo quello che era successo quella mattina? Forse quella era la sua difesa – fai finta che niente sia accaduto e le cose andranno come al solito. Eppure di solito era come se l’uomo non avesse neanche la decenza di essere in imbarazzo!
Improvvisamente, la testa di Kakashi si voltò e incatenò il suo sguardo a quello di Sakura, senza batter ciglio. Un brivido freddo corse su per la nuca di Sakura, e si trovò incapace di spezzare quel contatto visivo. A quella distanza, la maschera rendeva il suo volto ancora più illeggibile che mai, ma c’era qualcosa di ipnotico nel suo sguardo penetrate. Era come se la stesse silenziosamente studiando…aspettando che fosse lei a prendere l’iniziativa. Il rumore degli insetti sembrò aggrovigliarsi attorno a lei, raggiungendo un insopportabile, soffocante, assordante volume. Quanto più a lungo lo osservava, tanto più si sentiva distaccare da tutto il resto.
Poi la sua mano si alzò lentamente a toccarsi l’orecchio. La radio gracchiò nel suo auricolare.
“Sakura?” lo sentì dire anche da sopra la radio.
“Sensei…?” sospirò lei.
“C’è una cicala sulla tua testa”
“Grazie, sensei.” E abbastanza pigramente scacciò via il grosso insetto – il che spiegava il rumore assordante – e affondò di nuovo nella sua fossa, nella speranza che il terreno sprofondasse e la seppellisse viva. Solo la morte le poteva risparmiare ogni ulteriore umiliazione per mano di quest’irritantissimo uomo.
Manoche questa mattina era serrata sul fianco di una nuda, sinuosa donna.
Mh.
Sarebbe stata una lunga, lunga missione…

 




Se Sakura si preoccupava che Kakashi sarebbe spuntato da un angolo in qualche momento durante la missione per fare una piccola ‘chiacchierata’ riguardo cosa aveva visto quella mattina, allora non aveva di che preoccuparsi. Kakashi, per la maggior parte del tempo, l’aveva ignorata. Anche se, visto che anche lei aveva fatto del suo meglio per ignorarlo, era difficile da dire se s’era tenuto deliberatamente distaccato.
I furfanti non s’erano fatti vivi. Sakura aveva passato due ore in quel fosso, scacciando gli insetti che sembravano essere attratti dal suo colore di capelli, e cercando distrattamente di mantenere pulita la sua gonna bianca coperta da felci e sporco. Alla fine s’erano arresi e avevano detto al capo villaggio che sarebbero tornati appena in città avrebbero fatto carico d’oro – il momento più probabile in cui i ladri si sarebbero fatti vivi.
Il Team Kakashi fece ritorno a casa, completamente insoddisfatto. Naruto era irritato per essere stato privato d’azione, Sasuke invece era nervoso per non essere stato pagato e non aver portato a termine la missione, e Sakura lo era dallo strano comportamento di Kakashi.
Kakashi stesso, invece, sembrava più o meno indifferente come sempre. Oltre quell’iniziale sguardo di curiosità che le aveva lanciato mentre lasciavano Konoha, non aveva mostrato neanche il più remoto segno di ricordare cosa era successo quella mattina.
Forse davvero non l’aveva vista? Forse era troppo preso dalla sua attività da captare la sua presenza, anche quando stava proprio fissando lei?
Ma Kakashi era un jonin d’elite. Era difficile prenderlo di sorpresa mentre dormiva, quindi dubitava che la passione gli potesse annebbiare i sensi fino a tal punto.
Quell’uomo era un enigma. Un enigma avvolto nel mistero e condito da un guscio esterno ricco di eccentricità.
Quando arrivarono ai cancelli di Konoha, era quasi sera. Il cielo era ancora chiaro, ma stava diventando di una sfumatura più pallida di azzurro. Naruto dichiarò immediatamente d’essere nervoso e che si sarebbe diretto subito da Ichiraku, per del ramen.
Sasuke s’incamminò, dicendo qualcosa sul doversi fare un bagno, e così ancora una volta Sakura fu colpita dalla fredda realizzazione che era sola col suo insegnante.
Indubbiamente, ora che non erano in missione e non avevano più bisogno di tenere alta la loro guardia, lui le si sarebbe confrontato.
“Devo andare a compilare un verbale” disse pigramente Kakashi, senza guardarla “Ci vediamo in giro, ok?”
Sakura deglutì di profondo sollievo “Ciao.” Finalmente alzò gli occhi, nello stesso istante in cui lui s’abbassò a guardarla. Un occhio scuro increspato da un sorriso.
“Bye-bye” disse lui, e s’incamminò.
Confusa e turbata, Sakura cominciò ad arrancare verso casa. Fu solo quando diede un’occhiata al suo orologio che vide l’ora esatta e realizzò che la missione era durata più di quanto si aspettasse, e che era in ritardo per una cena con la sua rivale di lunga data.
Arrivò alla sala da tè Ichigo, senza fiato e ancora coperta da macchie di felci. Comparata ad Ino, che era seduta all’esterno, sotto la tettoia rossa della casa da tè, nei suoi abiti immacolati e capelli perfetti, lei sarebbe potuta proprio sembrare una barbona.
“Frontona!” la salutò Ino con un cenno “Hai sempre con te gli odori più interessanti…”
Sakura si sedette con un tonfo nella sedia opposta ad Ino e quasi collassò contro il tavolo “Non crederesti alla giornata che ho passato…” si lamentò.
“Cattiva missione?”
“No, la missione era ok”
“Oh, caspita. Non è la tua patetica scusa per un fidanzato, no? T’ho già detto dove lo dovresti mollare, quello, giusto?”
“No, non è Ikki” disse Sakura, accigliata “È Kakashi-sensei”
“Kakashi-sensei?” ripeté Ino, sporgendo il suo labbro inferiore in un broncio di confusione “Cos’ha fatto lui?”
Sakura si schiacciò contro la sedia con un sospiro, fissando la tettoia di canapa rossa sopra la sua testa. Si agitava nella brezza debole, sollevandosi su e giù quasi a tempo coi suoi respiri . “L’ho visto con una donna stamattina.”
“Oh?” Ino sembrava solo moderatamente interessata “Credo sia…insolito. Pensavo fosse un tipo molto più alla ‘scapolo a vita’. Davvero è questo il motivo per cui sembra tu sia stata trascinata per una siepe ripetutamente?”
“No – voglio dire l’ho visto con una donna” sottolineò Sakura “Era in ritardo così sono andata al suo appartamento e non ho bussato e li ho visti insieme e–”
Ino scoppiò in una risata tintinnante “Oh dio! Sakura-chan ha dato una bella occhiata al suo vecchio sensei?” e poi subito si sfogò in altre risate “Oh – vai avanti – chi era lei?”
“Io…non so il suo nome” mentì Sakura. Dirlo ad Ino sarebbe stato provocare uno scandalo; tutti ne avrebbero già parlando per ora di colazione, il giorno dopo. Era già rischioso dirle quello.
“Peccato…” disse Ino, asciugandosi le lacrime dalle risate “Dev’essere una ragazza fortunata”
Sakura la guardò di traverso “Perché?”
Ino stava facendo un cenno alla cameriera “Sì, prendo una pesca melba, grazie! Comunque, cosa stavo dicendo? Giusto! Beh, Kakashi-sensei ha lo sharingan giusto? Stavo parlando l’altro giorno con Shikamaru di Sasuke e mi stava spiegando tutte le cose che lo sharingan possono fare. Ha detto che uno sharingan correttamente usato è in primo luogo un dispositivo d’ipnotismo, e considerando che l’ipnotismo normale dipende dalla volontà della persona ipnotizzata, lo sharingan può forzare il controllo su una persona come fosse una tecnica illusoria.”
Sakura alzò gli occhi “Lo sapevo quello, Ino-pig.” (Ndt: Sakura usa l’insulto “maiale” per Ino, proprio perché in giapponese maiale è il significato di Ino).
“Non ho finito, frontona” sbottò Ino “Comunque, stava dicendo che lo sharingan può far sentire alla sua vittima forti emozioni e sensazioni. Come paura, rabbia, gioia e tristezza. Quindi teoricamente…non potrebbe dare a qualcuno un orgasmo spontaneo?”
Questo era quello che faceva sempre Ino. Dopo sessanta secondi dall’inizio di una conversazione, immetteva sempre in qualche modo la conversazione su soggetti come il sesso e/o gli orgasmi. Sakura le diede un’occhiata incredula “Lasciatemi in pace”, mormorò nel palmo della mano.
“No, pensaci” Ino ghignò felina verso lei “Sai dice che a Sasuke gli bastò guardarlo per farlo cadere improvvisamente sul pavimento tremante dalla paura, senza nessun’apparente ragione. Quindi non è logico che lo sharingan possa fare lo stesso sullo spettro opposto d’emozioni? Far cadere le persone sul pavimento a tremare per un altro motivo?”
“Passi troppo tempo a pensare a queste cose” disse secca Sakura, anche se doveva ammettere d’essere un tantino intrigata.
“Scommetto che può farlo Sasuke, anche Kakashi-sensei può” disse Ino, passandosi le dita attraverso la sua coda di cavallo “E sai che è quello di cui hai bisogno. Qualcuno che ti dia un orgasmo spontaneo”
“Che?” sbottò Sakura, alzandosi di botto.
“Solo il Cielo sa quanto quel perdente del tuo ragazzo non faccia per te” borbottò Ino, dando a Sakura un’espressione seria “Non l’hai già lasciato?”
Sakura si ritrasse gentilmente “Beh, ho pensato che forse dovrei dargli un’altra chance per–”
“Per cosa? Provare che coglione è?” Ino tamburellò leggermente le dita sul tavolo, con irritazione “Dai, Sakura. Sei un’idiota, ma non sei così idiota. Ikki è un perdente!”.
“È un comandante AMBU!” urlò Sakura in sua difesa.
“Certo, ma questo non nega il fatto che beve troppo e non tiene abbastanza da soddisfare nessuno se non se stesso” disse Ino, dandole uno sguardo disgustato. “Seriamente, Sakura. So che non stai con lui per la sua personalità divertente, e da quanto mi hai detto su come è a letto, dovrebbe proprio essere impiccato, sventrato e squartato per crimini contro l’amore.”
“Non è così male” disse Sakura, guardando il tavolo accigliata “Solo che gli piace il sake, quest’è tutto”
“Allo stesso modo in cui a Naruto piace il ramen” le fece notare Ino “Avevo uno zio come lui, sai”
Sakura aveva già sentito questa storia “Lo so” mormorò.
“E lo sai cosa gli è successo?” proseguì Ino.
“È morto” aggiunse Sakura, annoiata come un bambino che ascolta la stessa predica centinaia di volte.
“Aveva bevuto così tanto che soffocò a morte nel suo stesso vomito con nessuno lì ad aiutarlo perché nessuno poteva sopportare di stare attorno ad un così idiota ubriacone” concluse Ino con un forte cenno “Ecco cosa succederà a Ikki, ricorda le mie parole. E cielo, sei abbastanza stupida da pensare di non poter avere di meglio, vero? Diavolo, ti farei persino avere Sasuke tutto per te se significherebbe alzare di nuovo un po’ più in alto i tuoi standard”
“Non voglio Sasuke” brontolò Sakura. Faceva male anche solo pensare a lui, certe volte. Amare qualcuno al quale importava così poco di lei era più doloroso che amare uno stupido ubriacone. Sakura l’aveva realizzato il giorno in cui aveva rimarcato il suo amore a Sasuke l’ultima volta. Lui l’aveva scacciata via in un attimo, facendo ragguagliare così tanto dolore nel suo sterno che finalmente capì perché le persone lo chiamavano ‘spezzarsi il cuore’. Sakura non pensava di poter sostenere quella sensazione di nuovo, e da quel giorno aveva deciso di accettare chiunque si sarebbe presentato a lei spontaneamente, rinunciando del tutto a cercarsi un ragazzo.
Ecco come s’era ritrovata fidanzata con tutti quei ragazzi. Le si avvicinavano nei bar, o a lavoro, e le chiedevano un appuntamento. Anche se erano estranei, spesso lei diceva di sì, e se le cose andavano bene Sakura accettava di continuare la relazione.
Ma con nessuno di loro aveva davvero funzionato. E Ikki sembrava essere solo l’ultimo arrivato in una lunga strada di persone alle quali Ino si rivolgeva come ‘perdenti’.
“Hai dei gusti spaventosi in quanto uomini” le disse Ino senza mezzi termini mentre il suo dessert arrivava “Hai bisogno di prenderne di migliori”
“No…sono solo i tipi ai quali sono attratta” spiegò pazientemente Sakura.
“Immondizia” l’ammonì Ino “Stai solo accettando tutta la feccia che pensa che le ragazze coi capelli rosa siano robaccia come loro. Scommetto che nessuno di loro ti abbia mai neanche dato un orgasmo”
Sakura arrossì di un forte rosa “Certo che sì” un altr’a bugia “Comunque, i ragazzi non sono così importanti. Non durano ed io non sto neanche cercando di accasarmi, quindi a chi importa come sono?”
Ino la osservò a bocca aperta “Stai seriamente mancando il punto della faccenda, frontona” disse “I fidanzati sono fantastici…sono come migliori amici che non devi condividere, e una volta scoperto che esiste del sesso decente realizzerai tutto quello che ti sei persa”
“Questo è perché tutto quello che sai sull’amore e sugli uomini è preso da stupidi romanzi d’amore”, sbottò Sakura “Non è realistico! Nella vita vera il sesso non è perfetto, gli uomini sono stupidi e tutti quelli buoni sono presi dalle ragazze più carine!”
Ino le rivolse uno sguardo di pietà “Sakura,” disse, stranamente quieta e seria “Non voglio che tu finisca come mia zia, ok?”
“Tua zia?” disse Sakura corrucciandosi.
“Quella che sposò mio zio ora morto” Ino diede un sospiro triste “Era una grande ninja. Poi fu mollata con tre ragazzini ed un marito morto, e ora è grassa e prende medicine tutto il tempo per tenere via la depressione”
Ouch.
“Sì, ma non sto mica cercando di sistemarmi e sposare Ikki, no?” ragionò Sakura.
L’espressione di Ino rimase scettica “Neanche voleva mia zia, ma guarda cos’è diventata”
Questa conversazione stava lasciando Sakura con un sapore amaro sulla bocca ed un nodo allo stomaco. Dopotutto, la maggior parte delle conversazioni con Ino sembravano sempre finire con Ino che ammoniva Sakura sul ‘prendere se stessa sul serio’ e ‘ trovarsi un ragazzo migliore’.
“Punta più in alto” disse Ino all’improvviso “Come la misteriosa ragazza di Kakashi-san. O fai come faccio io e vedi se riesci a entrare in contatto con qualcuno di un buon clan. Inizia con il clan Dotou e sali agli Hyuuga.”
Ino era come una cercatrice d’oro, c’era da dire, ma a Sakura davvero non interessava. Ino aveva standard straordinariamente alti e pianificava di sposare il più ricco e famoso uomo sul quale poteva mettere le mani.
Sakura sentiva che tutto questo era un tantino surreale, comunque, e che Ino sarebbe probabilmente finita con lo stare con un uomo normale con abilità decenti e piccoli agganci con un clan.
Ma con chi sarebbe finita Sakura? Finora i migliori con cui era stata erano uno stupido ubriacone ed una manciata di presunti ragazzi che avrebbero potuto rappresentare medicine per l’eiaculazione precoce.
Non sentiva ancora la necessità di trovarsi un fidanzato. E Ikki non era così male comunque…
Anche se…
Si ritrovò a pensare ancora a quello che aveva visto quella mattina e si sentì pervadere dal vapore di una silenziosa gelosia. Non era semplicemente giusto che Kimura Yoshi era sposata con uno proveniente da uno dei clan più benestanti di Konoha ed era coinvolta in una storia con il suo sensei e team leader. Kakashi era chiaramente un buon amante – ben lontano dagli standard di Sakura, in ogni caso.
Fino al giorno in cui Sasuke si sarebbe presentato e messo in ginocchio davanti a lei, Sakura non pensava sarebbe mai stata fortunata in amore.
Una lenta brezza aleggiò attraverso l’area da cena dove lei ed Ino sedevano, facendo alzare leggermente la tettoia di canapa rossa. Sakura guardava, respirando a tempo con la tettoia mentre ri-affondava sulla sedia nella stessa posizione di prima “Forse sono io?” disse ad Ino con aria assente “Forse sono io che non sono brava nel sesso…”
“Sempre una possibilità” disse secca Ino “Non te ne darei una colpa – non sei molto brava nella maggior parte delle cose”
“Che gentile”
Ino la osservò per un momento prima di sporgersi sul tavolo e riposare una mano sul braccio di Sakura “Se torna a casa ubriaco stanotte, lo devi mollare”
Sakura s’accigliò “Credici o meno, ma Ikki non beve sempre
“Va bene. Se non è ubriaco stanotte, ignora il mio consiglio” disse Ino bruscamente “Ma se lo è…ricorda solo che puoi avere di meglio. Diavolo, Akamaru potrebbe attrarre uomini migliori di Ikki”
Sakura scosse la testa “Ti sbagli. Vedrai”
Vedremo
“Bene!”
“Bene!”
“Tutto bene, quindi”
“Sì”
“…”
“Un po’ della mia melba?”
“Ooh, sì grazie”




In realtà Sakura era un po’ ansiosa quella notte così si appallottolò contro il tavolino basso del suo appartamento, scaldandosi le dita dei piedi con la stufa elettrica lì vicino. Il suo programma preferito era in TV, aiutandola a tenere la mente libera dalla conversazione con Ino, ma era qualcosa che le era stato detto così tante volte da essere diventata una sorta di preoccupazione sempre presente nel retro della sua testa. Anche se ridacchiava alle battute stupide in tv, non poteva fare a meno di sentirsi inquieta. Sperava pigramente che Ikki non la venisse a trovare, quella notte, così non avrebbe dovuto far fronte al fatto che Ino avesse ragione e che Ikki fosse un perdente.
Ma nel momento in cui sentì una chiave girare nella porta, Sakura seppe d’essere sfortunata. Guardò verso l’alto con un vago sorriso mentre il suo fidanzato entrava nella stanza, spogliandosi della sua maschera AMBU e delle scarpe, e depositando entrambe le cose sullo scaffale contro il muro.
“Hey” la salutò con uno dei suoi sorrisi.
“Hey,” disse lei.
Lui si mosse per inginocchiarsi vicino al tavolo e premere un bacio all’angolo della sua bocca “Come sta la mia ragazza preferita?”
Il tanfo di sakè e sangue sopraffece i suoi sensi. Scostando la faccia, lei premette un gomito contro di lui cercando di creare una qualche distanza fra loro “Ikki, puzzi”
“Era una missione dura” disse, scrollando le spalle “Sono quasi morto, oggi”
Sakura era quasi morta ieri, ma non trovava fosse necessario menzionarlo “Non è che per caso includeva soffocare nel tuo stesso vomito?” disse fredda, sapendo che non avrebbe capito.
“Kunai, diretti proprio al centro fra i miei occhi” disse, indicando il preciso punto in caso non si fosse capito dove ‘fra gli occhi’ fosse. “Se non mi fossi mosso in tempo, ti starei parlando dalla tomba”
“Che carino” disse assente, ritornando alla tv. La trama dello show si stava davvero evolvendo velocemente. Se Ikki l’avesse distratta per un altro po’ si sarebbe persa qualcosa di importante.
“E sai cosa ho pensato quando quel kunai si stava dirigendo verso di me?” chiese Ikki, avvolgendo un braccio attorno alla sua vita.
“Mm?” finse interesse lei.
“Ho pensato quanto mi sarebbero mancate le gemelle.” Le baciò il collo mentre il braccio dalla sua vita salì a toccare il suo seno da sopra la maglia.
Ikki,” sospirò lei, provando fiocamente ad allontanarsi da lui.
“Sakura,” grugnì lui.
“Cosa?”
“Lascia che ti fotti”
Sakura diede un sospiro di impazienza controllata “Ora?” chiese, facendo immaginare con un tono riluttante che non era il momento esatto. “Il mio show preferito è in tv”
“Preferisci guardare qualche programma stupido al fare l’amore col tuo fidanzato?” le chiese lui.
“S…no, certo che no. Ma…” cercò una scusa “Ikki, non ti puoi fare prima una doccia?”
“Ne ho voglia ora
“Ma sono stanca e non mi sento così bene”
“Ti farò sentire meglio”
Era disposta a scommettere che Kakashi non aveva mai avuto problemi nel convincere una donna a dormire con lui. Avrebbe probabilmente dovuto semplicemente schioccare le dita e dire ‘vieni a letto con me’ e ogni donna nel raggio di cinque miglia avrebbe formato una fila ordinata solo per accontentarlo. Specialmente se avevano visto quello che aveva visto Sakura quella mattina.
Ikki era persistente, le baciava la gola e tirava il colletto della maglia per premere i suoi baci più in basso. Sakura fece una smorfia, sapendo dove la avrebbe portata tutto questo, e chiedendosi dove fosse il senso.
Forse, pensò, forse questa volta l’avrebbe sorpresa dandole qualcosa per cui valesse la pena farlo. Il senso comune le diceva che quello era solo un pensiero speranzoso, ma il suo lato più morbido era d’accordo a dargli il beneficio del dubbio.
“Va bene” borbottò.
Lui la spinse sulla schiena e la baciò forte. Il suo respiro puzzava di alcool e il suo corpo emanava il ferroso tanfo del sangue di altre persone, il che non era esattamente eccitante, pensò, ma forse poteva ignorarlo. Era un po’ irritante che lui non si preoccupasse neanche di rimuovere nessuno dei loro indumenti. Le abbassò solamente i pantaloni fino alle caviglie e aprì la patta dei suoi, di pantaloni, alla svelta, e quando entrò in lei era ben lontano dall’essere piacevole o confortevole.
Lei provò a farlo rallentare, provò a farsi dare una chance per prendere il ritmo, ma lui continuò senza alcun riguardo. Pompava con egoistica frenesia, grugnendo su di lei in quello che doveva essere uno dei complessi meno eccitanti che Sakura avesse mai visto.
“Ti piace così, eh, piccola?” ansimò “Ti piace rozzo”
“Oh, uh, sì” rispose, educata “Oh, sì”
Era come essere solleticata in un posto che non soffriva decisamente il solletico. Lei si alzò impercettibilmente e diede un paio di gemiti finti, cercando di persuadere se stessa a quello stato d’animo, ma sembrava al di là delle sue possibilità. Guardò oltre la sua spalla, verso la televisione, sperando di vedere se Daisuke aveva scoperto che Yumi stava avendo una storia con suo fratello, ma il dialogo era decisamente inaudibile dai rumori che Ikki stava facendo nel suo orecchio.
Con un sospiro, Sakura lasciò cadere all’indietro la testa sul tappeto per guardare il soffitto e aspettare che Ikki avesse finito. Forse era lei il problema? Sembrava strano che tutti i suoi ragazzi erano riusciti a spassarsela per bene, mentre era sempre lei che non si godeva il sesso. Desiderava essere più reattiva…come Kimura Yoshi, che era riuscita a venire prima di Kakashi.
Ricordò l’espressione sulla sua faccia quando aveva raggiunto il suo limite. Una smorfia di piacere che non era poi così tanto diversa da quella che faceva quando veniva occasionalmente colpito nel fianco da un kunai. Aveva visto com’era andato fuori controllo con quella donna, e per qualche strano motivo la eccitava. Un filo di piacere le si arricciò nel basso ventre, facendola ansimare con vero piacere per la prima volta da…beh, da sempre.
Chiudendo gli occhi, Sakura provò a immaginare che fosse Kakashi a stare su di lei. C’erano probabilmente migliaia di problemi psicologici nel proiettare l’immagine del proprio maestro sul proprio amante, ma in quel momento a Sakura non importava. Se ne sarebbe curata un attimo dopo, quando avrebbero finito, ma fino ad allora c’era solo una cosa che avrebbe potuto rendere questa un’esperienza piacevole.
“Aw…diavolo” Ikki si contorse un attimo, raggiungendo la katana appesa alla sua schiena che gli si stava probabilmente infilzando nella schiena. I suoi colpi si rallentarono, diventando più gentili e lenti mentre cercava di rimuovere l’arma.
Sakura apprezzò quel nuovo ritmo, sentendo come se stesse finalmente andando alla deriva “Sì” respirò, facendo correre le sue mani attraverso i suoi capelli disordinati che potevano quasi essere scambiati per quelli di Kakashi, se continuava a tenere gli occhi chiusi. Mosse i fianchi a tempo con i suoi, sentendosi entusiasta del fatto che l’obiettivo che si era preclusa per così tanto era evidentemente in vista “Proprio così” sospirò.
“Cosa, così come?” ripeté Ikki impacciato, non capendo.
Sakura fece scivolare una mano sulla sua bocca “Shh,” gli disse. Il suono della sua voce rischiava di rovinare la sua immaginazione, visto che non era neanche lontanamente paragonabile alla voce profonda e vellutata di Kakashi.
Così potrebbe andare, pensò con meraviglia, sentendo il piacere aggrovigliarla e il suo respiro diventare più pesante. Per la prima volta nella sua vita avrebbe potuto–
Ikki si irrigidì su di lei con un grugnito rotto e lei poté sentire il suo respiro fermarsi mentre veniva, e poi ritornargli. Era finito tutto in un battibaleno, e prima che Sakura avesse neppure il tempo di realizzarlo, Ikki s’alzò e si diresse verso il bagno con quell’espressione ‘sto per vomitare’ sulla faccia.
Il piacere che Sakura stava attentamente bramando, si dissipò, come alcool su una griglia bollente, spazzato via come una brezza, lasciandola senza parole sul pavimento del suo appartamento. Perplessa, guardò verso la televisione e vide che i titoli di coda stavano sostituendo il suo show. S’era persa il finale. Stranamente, quello la turbò più di quanto era successo.
“Tipico” sussurrò a se stessa, sedendosi per tirarsi su le mutandine al suo posto.
Conati di vomito echeggiavano dal bagno accanto e Sakura fece una smorfia “Se fai un casino, pulisci da solo” disse, passandosi le dita fra i capelli in disordine.
Ma mentre s’ordinava i capelli, un veloce movimento dalla finestra catturò il suo sguardo. Guardò verso l’alto e vide un’indistinta macchia di bianco scappare sul tetto dei suoi vicini. Sakura aggrottò la fronte. Uno dei suoi vicini di casa aveva un gatto. Forse era partito per una caccia notturna?
Ma come aveva fatto ad arrivare sul tetto…?
Lo sciacquone risuonò nel bagno, trascinandola via dai suoi pensieri prima che vi ci potesse soffermare ulteriormente. Lo sciacquone era l’unico tipo di pulizia che Ikki era mai riuscito a fare da sé, e solo se era in uno stato d’animo premuroso. Davvero, Ino aveva ragione. Era un completo cafone quasi sempre, e l’unica ragione per cui aveva accettato di uscire con lui era perché le aveva detto una bella battuta su tre donnole ed una palla di criceto. Non aveva iniziato quella relazione per sopportare i suoi sbalzi di adrenalina post-missione, né per pulire il macello che lasciava in bagno quando era troppo ubriaco.
Doveva andarsene. Era giunto il momento per il ‘discorso’.
Dopo pochi attimi Ikki apparse sull’uscio del bagno, un po’ pallido e sudato, ma per niente diverso dal solito. Sakura stava per aprire la bocca per parlare, quando lui la batté sul tempo “Sakura”, disse serio, guardando il pavimento. “Dobbiamo parlare”
“Che strano, anche io volevo parlarti” disse, sentendo i peli rizzarsi sulla nuca del collo. “Vedi, io–“
“Penso che abbiamo bisogno di vedere altre persone.”


 

   
 
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