Mille volte grazie a : potterina88, karmygranger, funnynurse, Lyra, EDVIGE86, Sunnyna
Le vostre recensioni mi lusingano, e mi spingono
sempre a migliorarmi. Ancora grazie, ed ecco il quarto capitolo...
Capitolo 4
– Dai Dursley
Una
settimana dopo, Harry si svegliò stropicciandosi gli occhi. Afferrò gli
occhiali sul comodino e dopo averli inforcati, iniziò a mettere a fuoco quello
che lo circondava. Era nella sua stanza in penombra , a Privet
Drive numero 4; al suo fianco dormivano beatamente Ron e Hermione.
Eh già, c’erano anche loro. Sorridendo ricordò le loro parole quando lui a
malincuore aveva annunciato che sarebbe dovuto tornare alla casa degli zii, per
l’ultima volta, prima del suo diciassettesimo compleanno:
- Pensi
davvero che ti lasceremo andare da solo Harry? - aveva chiesto severamente Hermione
- Scusa? –
il ragazzo non aveva afferrato la domanda. Ron aveva sbuffato:
- Harry
diamine ma veniamo anche noi!-
Lui si era
limitato a sorridere: - Ragazzi voi siete davvero fantastici, ma io non penso
che... -
- Poche
storie Harry!O ci porti con te, o non ti lasceremo partire – erano stati
categorici.
E così
eccoli là. Harry si trattenne dal ridere, ripensando alla faccia che avevano
fatto i suoi zii quando lo avevano visto presentarsi alla porta di casa con
loro. Però non avevano fatto troppe storie, forse perché troppo spaventati per
replicare. Hermione con un incantesimo aveva
allargato notevolmente la loro stanza, che adesso aveva le dimensioni di un
ampio salone; aveva fatto apparire dal nulla due comodi letti per sé e per Ron,
ma soprattutto aveva stregato il piccolo armadio in modo da rendere illimitato
lo spazio all’interno di esso, per i loro vestiti e i loro oggetti.
Harry ora
osservava i suoi amici, sentendosi stranamente bene nel guardarli: Ron dormiva
scomposto a pancia in su, a bocca aperta, in canottiera e boxer, il respiro
lento e rumoroso; Hermione dormiva raggomitolata su
un fianco, i capelli sciolti sul guanciale, con indosso una vecchia t-shirt di
Harry che le arrivava fino a metà coscia, scoprendole la pelle chiara delle
gambe nude. Harry non potè fare a meno di pensare a
quanto la loro amica fosse diventata bella crescendo. E si chiese se Ron prima
o poi sarebbe riuscito a mettere da parte l’orgoglio per dichiararsi. Poi,
inevitabilmente, gli riaffiorò alla mente il ricordo del volto triste di Ginny, il giorno della loro partenza. Gli occhi azzurri
della ragazza sembravano due specchi frantumati in mille pezzi quando lui,
posato il baule a terra, la aveva salutata e poi abbracciata, ma solo per un
attimo, sapendo che quell’abbraccio altrimenti sarebbe potuto durare troppo a
lungo perché lui potesse sostenerlo.
Lei gli
aveva sussurrato un : - Buon viaggio – con voce rotta. Poi aveva abbozzato un
sorriso un po’ umido, ed era corsa in casa. Anche lei era troppo orgogliosa per
ammettere tutto quello che aveva bisogno di dirgli.
Lentamente
un mugugno di Ron lo distolse dai suoi pensieri; l’amico si era svegliato, e
ora si stava stiracchiando con un immenso sbadiglio. Harry sussurrò:
-‘Giorno Ron – poi indicò Hermione,
facendogli cenno di non disturbarla. Ron si voltò, e per un attimo la
contemplò, ammirato. Porca miseria. Sarebbe rimasto così in eterno. Poi, come
in un impeto di gelosia, si alzò e le coprì le gambe con il lenzuolo. I due
amici rimasero per un po’ a vegliare sul sonno della ragazza. Harry si voltò
verso Ron:
- Pensi che
ti deciderai, prima o poi?-
- A fare
cosa?-
Harry
sospirò : - A dirglielo -
- Dire cosa
a chi?-
- Dirle che
sei innamorato di lei. O forse aspetti che lei si accontenti di Viktor Krum? – chiese con un ghigno
Ron iniziò
a boccheggiare: - Co..cosa? No, no, io...cioè...Krum?
No, certo che no...solo che, ecco...-
- Ron ma di
cosa hai paura?-
- Paura?
Io? Non ho paura...io sto solo, ehm...aspettando l’occasione giusta – Harry lo
guardò scettico. Quello sbottò : - Oh senti chi mi parla di orgoglio!Tu che hai
mollato mia sorella per i tuoi nobili motivi, e intanto pensi a lei giorno e
notte come un’anima in pena!-
Harry non
ebbe il tempo di ribattere, perché Hermione si stava
svegliando, con un mugolio. Poco dopo i tre ragazzi vestiti scesero in cucina
per fare colazione. Vi trovarono solo zia Petunia, che li accolse irrigidendo
la mascella, e mettendo sul tavolo, con un certo malgarbo, tre tazze di
caffellatte freddo, che i tre amici bevvero frettolosamente. Hermione si offrì di sciacquare le tazze nel lavello, ma
quella la fulminò con uno sguardo fra lo spaventato e il disgustato, cosicchè la ragazza preferì farsi da parte, e salire in
camera con Ron e Harry.
Le loro
giornate passarono nella pacchia più totale, fra grandi scorpacciate e lunghe
passeggiate per Londra, e i ragazzi si goderono due settimane di assoluta libertà,
in quanto i Dursley avevano troppo timore per
impedire loro di fare alcunchè. Harry e Hermione, in uno di quei caldi pomeriggi, beccarono Ron
seduto in cucina vicino al tostapane, che scribacchiava su un foglio di
pergamena. Notando le loro facce incredule, il ragazzo si giustificò:
- Ehm...è
per papà, è sempre stato curioso di scoprire come funzionano questi...tastacane... –
-
Tostapane, Ron - Hermione ridacchiò, per poi andarsi
a sedere al suo fianco, spiegandogli il meccanismo dell’elettrodomestico. Harry
sorridente rimase ad osservarli, come si può osservare qualcuno dalla serratura
di una porta, piano, silenziosamente, senza disturbare. Sentendosi spettatore
di qualcosa che forse era amore, forse solo un profondo affetto, ma in ogni
caso qualcosa che con il tempo sarebbe diventato più chiaro sia a lui che a
loro.
Presto
passò una settimana, poi due, finchè arrivò
finalmente l’ultimo giorno della loro permanenza dai Dursley:
il compleanno di Harry. Il ragazzo si svegliò quella mattina, trovando Ron e Hermione già svegli, ed alcuni regali ai piedi del suo
letto. Hermione, vedendolo, squittì:
- Auguri
Harry!Ron!si è svegliato!-
Ron emerse
dall’armadio : - Uh..auguri Harry!Ben svegliato –
-
Grazie...- Harry cominciò a scartare i pacchetti.
- Allora
amico, com’è essere maggiorenne? – Harry rimase un attimo interdetto, prima di
realizzare l’informazione. Cazzo. E’ vero. Maggiorenne. Sorrise :
- Beh, non
cambia molto – . Poi incuriosito, afferrò la bacchetta, e iniziò a fare
incantesimi stupidi nella stanza, come cambiare il colore alle tende o fare evanescere un paio di vecchi calzini di Ron, che lo guardò
sbuffando : - Molto divertente!-
Harry iniziò
a ridere, dapprima piano, poi sempre più forte, fino a rotolarsi per terra con
le lacrime agli occhi. Si sentiva felice come non gli capitava da troppo tempo.
Era maggiorenne. Era libero di non tornare mai più in quella casa, libero di
fare incantesimi, libero di smaterializzarsi, libero di fare ciò che voleva.
Gli amici
lo guardarono increduli, fino a quando lui non tornò in sé, e li aiutò a
preparare i bagagli. Poi propose : - Oggi facciamo qualcosa per festeggiare!-
Ron e Hermione lo guardarono, un po’ spaventati da
quell’entusiasmo improvviso. Si scambiarono un’occhiata. – Ok...-
Harry li
trascinò fuori dalla stanza, deciso a passare una delle giornate più divertenti
della sua vita.
- continua
-