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Autore: sweet et    08/06/2007    6 recensioni
Il mio ipotetico settimo libro...
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Harry/Hermione, Ron/Hermione, Vicktor/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
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-Cosa c’è Hermione?-
I tre amici avevano appena terminato una giornata di duro allenamento e, dopo una doccia, Harry si era seduto nel patio insieme ad Hermione che sorseggiava una tazza di tè caldo.
Lei scosse il capo e gli sorrise, abbozzando un sorriso per tranquillizzarlo.
Lui, convinto che lei le stesse mentendo, disse:
-Vuoi che ti insegni a non dire bugie come fece con me la Umbridge?-
-Non scherzare su quel fatto…ancora oggi se penso a quello che ti fece…- la ragazza non riuscì a continuare, perché un nodo alla gola, un misto tra rabbia, rimpianto e dolore le impediva di spiaccicare parola.
Lui allungò la mano dove erano state impresse con il sangue quelle parole e la posò delicatamente su quella di Hermione, per poi stringerla teneramente.
-Non fa più male, quel che rimane di tutta quella faccenda è solo questa stupida cicatrice!- la rassicurò.
-A me fa ancora male.- sussurrò lei.
-Perché?- chiese lui stupito.
-Avrei potuto fare qualcosa di più per aiutarti.- ormai la sua voce era diventata a malapena udibile, mentre le guance erano diventate di un rosso acceso.
-Tu hai fatto tutto il possibile.-
-Ma non è bastato.-
-Si invece. La Umbridge è stata mandata via dalla scuola e finalmente l’intera comunità magica mi ha creduto. E tutto grazie a te.
Vuoi dirmi cosa c’è che non va?-
-Ho una brutta sensazione.- disse finalmente Hermione sospirando, mentre si appoggiava allo schienale della sedia a dondolo.
-C’entra qualcosa Ron, per caso?- domandò Harry imbarazzato.
Erano rare le volte in cui gli toccava fare il confidente, e non si era mai calato bene in quel ruolo. -Assolutamente no. Come diavolo ti salta in mente?-
-No, bhè…ecco…è che io…- non riusciva a trovare le parole adatte per motivare la sua pessima intuizione.
-Cosa state facendo?- Ron vedendoli parlare, li aveva raggiunti.
-Niente.- si affrettò a rispondere il ragazzo, sempre più imbarazzato.
-Sul serio?- chiese scettico l’amico.
-Non è niente Ron. Io ed Harry stavamo solo parlando di una strana sensazione che sento in questi ultimi giorni.-
-Di che si tratta?-
-È una settimana che sulla “Gazzetta del Profeta” non si legge di Voldermort e dei Mangiamorti.- -E non è una cosa bella?- chiese il ragazzo dai capelli rossi, con tono sarcastico.
-Non necessariamente. Ho parlato anche con Tonks e lei mi ha detto che in questi giorni per gli Aurors non c’è molto lavoro.-
-Come se in genere lì si ammazzassero dalla fatica!- il tono di Harry non nascondeva l’astio che nutriva nei confronti di quell’organizzazione che ormai non serviva più a nulla.
-Neanche l’Ordine della Fenice è riuscito a scovare nuove notizie.- sottolineò la giovane spazientita da quei due.
-Miseriaccia…dove è il problema?-
-E la calma prima della tempesta. Sta per accadere qualcosa, qualcosa di grosso. Qualcosa che li sta deconcentrando da tutto il resto.- esclamò Harry, come se avesse capito all’improvviso dove volesse andare a parare quel discorso.
-Ha capito, finalmente. È solo che non riesco a capire quando e cosa e dove attaccheranno!- esclamò frustrata Hermione, sollevata però che almeno ci fosse qualcun altro che la pensasse come lei.
-Dobbiamo attivarci, dobbiamo cominciare a cercare qualche Mangiamorte, catturarlo e costringerlo a parlare. Dobbiamo fare qualcosa.-
-Harry questo sì che è un pian ben congeniato. Andiamo in giro sperando che un mago che ci vuole morti si lasci catturare e ci riveli tutto, senza temere che dopo i suoi compagni, se non lo stesso Tu-Sai-Chi, lo uccidano in mille modi diversi. Miseriaccia, Harry, non è così semplice!-
-E tu cosa proponi di fare? Aspettare di vedere qualcun altro morto e poi dire “Ah ecco, allora è questo che avevano in mente!”?-
-Adesso BASTA. Dovete smetterla, entrambi. Ron ha ragione, non possiamo agire con sconsideratezza, ma ti prometto che faremo qualcosa, qualunque cosa.-
-Io mi sono stufato di stare qui a rimuginare su quello che potrebbe succedere domani.
Stasera c’è un a partita di Quidditch importantissima ed io non voglio perdermela!-
-Cosa hai detto?- chiese Harry spazientito.
-Harry non cominciare con i tuoi soliti moralismi…-
-RON, dimmi solo se quella partita è importante.-
-Certo che lo è. Bulgaria-Scozia. I biglietti sono andati a ruba, lo stadio sarà strapieno stasera.- -Oh, mio Dio!- esclamò Hermione, che finalmente aveva capito tutto.
I Mangiamorte avrebbero attaccato quella sera, uccidendo chissà quante persone.
-Ok, Hermione, manda Edvige a Vicktor, chiedigli se può farci entrare nello stadio ed assistere alla partita dagli spogliatoi. Non entrare troppo nei dettagli.-
-Ron, tu avvisa quante più persone dell’Ordine è possibile. Più ne siamo e meglio è. Io cercherò di contattare Reus e tutti gli Aurors che mi daranno retta.
Tra cinque minuti ci materializzeremo tutti allo stadio, davanti alla seconda porta laterale, sperando che il tuo amico sia riuscito a farci passare. Stasera dovremo combattere.-
******************* Le urla riempivano lo stadio, i giocatori inseguivano freneticamente la bluffa, i bolidi e il boccino. Tutto sembrava assolutamente normale.
All’improvviso però, un lampo verde investì il campo, tramutandosi immediatamente in un grosso teschio verde. Il marchio nero.
Una decina di uomini incappucciati invase l’area da gioco e iniziò a scagliare maledizioni a destra e a manca.
L’arrivo di Harry e di tutti gli altri però li colse impreparati.
Cominciò un duro combattimento, che non sembrava volesse decretare in fretta un vincitore.
Hermione aveva appena paralizzato il suo avversario, si guardò intorno per localizzare i suoi amici, e vide che Harry, alle prese con uno stregone alto e muscoloso, stava per essere colpito alle spalle.
Subito lanciò a sua volta una fattura per impedire che la situazione degenerasse, ma in quel modo non potè difendersi da un nuovo nemico, che la colpì facendola cadere dalla scopa.
CONTINUA…
  
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