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Autore: TheKyra808    20/11/2012    1 recensioni
Questa storia tratta di un' indagine un po' particolare, che porterà la nostra protagonista, Layla, in un mondo completamente diverso da quello che è abituata a conoscere, fatto di sangue, spaccio ed esperimenti, sarà lei a dover sistemare le cose per riportare l'ordine in città, e soprattutto per rimanere in vita. A complicare le cose sarà un intreccio amoroso che la legherà per sempre a quell'universo prima sconosciuto e che la metterà davanti a scelte che non vorrebbe mai dover fare.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nessuno in sala si turbò minimamente per l’accaduto, e nessuno disse nulla, ma il ragazzo, che sembrava proprio essere il capo, cominciò ad indicare bruscamente e sfacciatamente le stanze ed i compiti assegnati ad ognuno: un quarto delle persone fu mandata a trasportare i pesanti pacchi di droga dalla stanza del deposito ai laboratori, dove altri due quarti dei partecipanti, li aprivano e dividevano la polvere in piccole bustine sigillate, che poi erano passate ai rimanenti lavoratori, che le distribuivano nei vari tubi che partivano dalla stanza dell’assemblea. Layla fu assegnata a quest’ultima categoria ed ebbe così la possibilità di osservare bene come funzionavano le cose: le condutture erano le stesse che arrivavano all’edificio dove aveva fatto irruzione con Stefania, ma erano molte di più, saranno state una ventina e andavano in varie direzioni. Guardò poi come lavoravano gli altri, inserivano le bustine nell’apertura rivolta verso l’alto delle tubature trasparenti, e poi automaticamente, queste erano “sparate” lungo il percorso attraverso una specie di pompa, così la ragazza imitò gli altri per non destare sospetti, ancora molto scossa per l’accaduto e con le mani tremanti.
Andarono avanti così fino alle undici, poi arrivò il “capo” e con una specie di ringhio fece segno a tutti di uscire, e la poveretta li seguì. Andarono verso la porta da cui era uscito il ragazzo prima dell’assemblea, e da lì si immisero in un lunghissimo corridoio, pieno di porte a vetri che permettevano di vedere delle stanze più simili a delle celle, tutte uguali, con un letto, un bagno e nient’altro. Dopo che tutti si furono sistemati, Layla prese la stanza 307, rimasta vuota e si sdraiò sul letto a riflettere su tutto quello che le aveva riservato quella serata così stressante, aveva perso una delle amiche più fedeli che aveva, vedendola morire dissanguata davanti a lei, aveva visto la crudeltà di un ragazzo che non aveva nulla in comune con un essere umano normale, e si era resa conto che era prigioniera in un manicomio in mezzo a persone che non aprivano bocca e si muovevano meccanicamente, senza nessuno con cui parlare, senza un telefono per chiedere aiuto e senza la possibilità di scappare.
Rifletté così per un’altra oretta, quando la fame cominciò a farsi sentire, lei non conosceva le abitudini del posto, forse avevano già mangiato prima che arrivasse, forse non mangiavano affatto, ma il suo stomaco si contorceva e non trovò alternativa migliore a quella di alzarsi e cercare del cibo. Trovò un altro magazzino in tutto e per tutto simile alle altre stanze, senza arredamento, pieno di scatoloni riposti ordinatamente a terra, ne aprì alcuni e con gioia scoprì di aver trovato dei rifornimenti di cibo, c’era per lo più roba in scatola, legumi, verdure, pomodori, così si mise a mangiare in un angoletto, facendo meno rumore possibile, e poi nascose le confezioni in latta in una botola dove venivano tenuti degli stracci ammassati gli uni sugli altri, apparentemente inutili. Appena rifocillata si diresse verso l’ingresso, ma, come aveva previsto, lo trovò sorvegliato da due guardie, così dovette dirigersi verso la sua stanza, in preda al panico per via della mancanza di una possibilità di fuga. Stava per aprire la porta del lungo corridoio con le camere, quando notò la porta socchiusa di uno dei laboratori, così, incuriosita decise di entrare e guardarsi un po’ intorno, trovò diversi fogli e documenti sui ripiani pieni di fiale ed ampolle. A quanto pareva non veniva usato nulla da diversi anni, c’era uno strato di polvere notevole su tutti gli oggetti, così ancora più incuriosita, si mise a rovistare tra le varie carte, e trovò dei vecchi appunti risalenti all’anno precedente che riportavano gli appunti di alcuni esperimenti che venivano fatti sui pazienti dell’ospedale, venivano iniettati loro vari composti formati con una percentuale di sangue animale ed altre sostanze. I fogli erano correlati con immagini e risultati dei vari esperimenti, la maggior parte dei soggetti moriva, ma poi cambiò qualcosa nella composizione della sostanza che veniva somministrata e il progetto cominciò a progredire, ogni essere umano prendeva i comportamenti dell’animale che gli aveva “donato” il sangue. Layla continuò a leggere interessata e vide che le annotazioni si interrompevano con il caso del ragazzo assassino, a lui era stato iniettato sangue di lupo, e come previsto, aveva assunto il comportamento di un capobranco che primeggiava sugli altri, le cose cominciarono a mettersi male quando i suoi canini si svilupparono più del dovuto, infatti l’uomo doveva assomigliare all’animale sono caratterialmente, ma non fisicamente, ma qualcosa di sbagliato nelle dosi lo aveva trasformato in un killer spietato, che aveva ucciso gli scienziati e la maggior parte dei malati e aveva sottomesso gli altri assorbendo completamente la loro personalità e il loro carattere, sottomettendoli e schiavizzandoli. Layla ora aveva molte cose più chiare, ma da dove veniva la droga? E come avevano costruito quei condotti? Non ci volle molto che la risposta arrivò: trovò altri documenti, erano stati i padroni del manicomio a costruire il tutto e già gli scienziati “raccoglievano fondi” spacciando, evidentemente il Lupo aveva imparato i vari meccanismi e continuava a diffondere ai vari punti di raduno le bustine riempite con la droga ancora contenuta nel magazzino, lui portava solo avanti una specie di compito, senza sapere nemmeno cosa stava facendo, chissà cosa avrebbe fatto quando i rifornimenti sarebbero finiti, quando le provviste si sarebbero esaurite… di certo lei non voleva scoprirlo, tornò in camera e si concesse un po’ di meritato riposo.
   
 
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