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Autore: giuggi_89    21/11/2012    7 recensioni
Edward Cullen è un famoso cantante di Los Angeles, conosce una modella e la sua vita cambia radicalmente: un figlio e l'abbandono del suo amore.
Una canzone per il figlio, una canzone per continuare a vivere, una canzone per innamorarsi ancora.
Le canzoni dei Maroon 5 ci accompagneranno in questa storia!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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5. When the daylight comes. 
Daylight_Maroon 5_ 
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If you only knew_ Maroon 5 _ link

 

Fatti i fatti tuoi non è una risposta che accetto. Ora ti siedi per bene sul divano, lasci Peter alla mamma e mi racconti cosa è successo, cosa sta succedendo e cosa succederà! Forza fratellone”

Cosa avevo detto? Alice in casa dei miei senza nemmeno salutare, con solito sguardo da criminale mi minaccia e non posso fare altro che assecondare i suoi voleri. Lascio Peter a mia madre che sorride annuisce, si dispiace per me, e lo credo bene. La seguo e entriamo nel soggiorno ci sistemiamo su un divano accavallo le gambe e porto il braccio dietro la testa,socchiudo gli occhi e sento Alice muoversi come una disperata. Ma un corpo così esile non può essere in grado di fare tanto casino! Riapro gli occhi e i suoi sono fissi nei miei.

“Allora? Le tue pose da SonoUnCantanteTroppoFigo le puoi tenere per le tue fans. Per me sei solo  Carotino” Ma io sono ancora qui con questa?

“E non provare ad alzarti ora” fantastico, legge anche nel pensiero come quel vampiro che le piace tanto.

Le racconto della mia crisi, le racconto del mio sentirmi solo ogni volta che qualcuno senza un motivo apparente se ne va, come ieri sera Bella. Le racconto delle nostre chiacchiere delle nostre parole, dei sms e dell’appuntamento, ma in Alice non trovo la reazione che mi aspettavo, è felice, sorride ma non urla, non salta sul divano.

“Ali, stai diventando una persona normale o c’è qualcosa che non va?”

Scrolla immediatamente la testa e continua.

Ma figurati, Carotino, non dire idiozie.  Stai attento ok? Solo questo”

Piccola. Sorrido, la abbraccio e inizio a stuzzicarla.

“Ehi! Non sono Peter io!” Alice inizia a scalciare e scappa dalla mia presa.

Mi alzo dal divano e rincorrendola raggiungiamo la famiglia.

 

“Piccolo saluta i nonni “ Sporgo Peter verso Esme e Carlisle, si scambiano coccole e risatine. Siamo rimasti solo noi, Emmett e Alice sono scappati dai rispettivi impegni sentimentali, mentre io sono qui a salutare i miei con il mio più grande amore che inizia a lamentarsi. È il segnale, bisogna tornare alla Caverna. Saliamo in auto, lego il piccolo e saluto ancora i miei. Esme mi chiede ancora, l’età avanza, è la terza volta oggi, del lancio dell’album di mercoledì prossimo e mi conferma per la terza volta la sua presenza.

 

Sento il mio nome per tutta la sala del cinema dove Alec ha organizzato  il Question & Answer per il lancio del nuovo album. Come ogni volta, il pubblico che dovrebbe essere solo di giornalisti o addetti ai lavori è praticamente composto da fans. Una massa urlante capace di destabilizzarmi, di farmi perdere il contatto con il mondo, e di fami desiderare di tornare a casa dal mio bambino. Avrei voluto portarlo con me come al lancio del singolo, ma non avrei potuto fare un buon lavoro con il pensiero di Peter a pochi metri; lo ho lasciato nelle mani di zia Alice, ok, sono un pazzo, ma so che nel ruolo della zietta lei è perfetta. Esme è qui, mi ha scritto un SMS poco fa, la ritroverà sicuramente in prima fila urlante anche lei, è mia madre d'altronde. Per il penultimo disco è riuscita a comprarne tre, come se io non potessi regalarglieli; uno per casa, uno per l’ufficio e l’altro per l’automobile. Sorrido e mi lascio trasportare dalle urla sempre più vicine, i miei bodyguard mi stanno accompagnando all’ingresso dove mi aspetta il mio pubblico. Non sono amante di questi momenti, anzi, li detesto, ma è parte del mio lavoro e devo farlo. Chiudo gli occhi e continuando a camminare, isolo le urla cercando di ascoltare solo la base che sta partendo per concedermi il grande ingresso da star, sono un cazzone.

Il pubblico riconosce il singolo e le urla crescono diventando un coro, un pazzo coro, ed è così che mi piace. Avanzo verso l’ingresso e sono nella sala.  Flash, rumori, musica, urla, ancora loro, ci sarebbe da impazzire, ma come mi hanno insegnanti i grandi di questo mestiere sfoggio un enorme sorriso e mi rivolgo ai fotografi che chiamano a gran voce il mio nome.

Le ragazze infondo alla sala cercano la mia attenzione, alzo il braccio e faccio un cenno nella loro direzione per indicare che ci sarà tempo dopo anche per loro.

Con Alec prendiamo posto sulle poltroncine che ci hanno sistemato sul palco rivolte verso la platea e i giornalisti iniziano le loro domande; rispondo con velocità e competenza, lascio tutti contenti dalle mie risposte. Chiedono delle canzone, dei testi, della musica, dell’ispirazione; c’è qualcun che chiede del tour e solo pensarci mi sento male.
Intanto in platea il microfono passa ad un uomo, un ragazzo anzi, non più grande di me che si alza per pormi la sua domanda.

“Salve, James Nomads, di People magazine. Signor Cullen, ha più notizie della madre di suo figlio? Sta cercando di ottenere qualcosa con il suo disco?é un urlo disperato il suo, o c’è qualcosa altro?”
Ma cosa sta dicendo? Mi sembrava strano mancasse all’ appello la super domanda. Guardo Alec  che scuote la testa e elimina il problema in pochi secondi liquidando la domanda con un “No Comment, niente domande personali”.

Il mio umore è compromesso, se non rovinato, doveva essere il giorno di festa, il giorno della svolta, non il solito dramma del ricordo. Ho già fatto la scena del povero abbandonato e cornuto, ora basta. Sto per andarmene quando un altro urlo si alza dal fondo con prepotenza.

Ed, voglio essere io la madre dei tuoi figli”

Ritorno a sorridere e mi alzo in direzione delle urlatrici, delle mie fans, della forza con cui ho di nuovo iniziato a scrivere e cantare. Poco

Poco più tardi, fatte le altre foto di rito, i giornalisti, a gran voce, richiedono un assaggio del disco e non posso tirarmi indietro. Per la verità ho una disperata voglia di cantare da questa mattina, non avrei voluto fare altro, ma le regole per la promozione esistono e non si possono aggirare. Dall’auricolare Jacob mi chiede che base far partire e non ho alcun dubbio su cosa cantare. Lancio un’occhiata in platea e James Nomads è ancora presente: “Love Somebody” dico a Jacob. La canzone che ho subdolamente dedicato a Bella l’altra sera da me. Jessica sarà sempre la madre di mio figlio , negli occhi di Peter vedrò sempre quelli della donna che ho amato e che mi ha fatto perdutamente innamorare di lei, ma mi sento disilluso, sento che nella mia vita c’è spazio per altro; è finita e il suo ricordo e i pettegolezzi che ancora mi rincorrono non devono più inserirsi così violentemente nella mia vita. Inizio a cantare e la folla urla il mio nome,osservo Esme in piedi applaudirmi come solo lei può fare, la mia più grande fan, il mio più grande sostegno. L’album sarà un successo, sentendo il calore dei presenti oggi non ho alcun dubbio.

 

Passano i minuti , le ore, ho perso la cognizione del tempo. Foto, autografi, sorrisi, foto, saluti con Esme e ancora foto. Finalmente mi stanno portando fuori dalla sala , per venire sballottato in una grande stanza con tavolo addobbati , cibo, vedo molto cibo, non che mi dispiaccia. A mano a mano entrano Alec, Jacob, i miei musicisti, i produttori, i dirigenti della casa discografica e altri addetti ai lavori. Hanno organizzato, ovviamente a mia insaputa una specie di after party; mi avvicino ad Alec quando un urletto attira la mia attenzione. Riconoscerei ogni suo lamento, in questi mesi insieme ho imparato ad ascoltarlo sempre, e anche da lontano, riesco a capire che è qui anche lui; al mio party c’è anche il mio bambino.

Ed eccolo entrare, vestito come un duca inglese, Alice deve aver fatto di tutto questa mattina con la mia piccola creatura al seguito. È uscito di casa vestito con una tuta come ogni bimbo e ritorna dal suo papà con una giacchettina e un paio di pantaloni eleganti. Alice, è un bambino.

Peter si lamenta e si guarda in giro, è incuriosito , sorrido e mi avvicino.

Cosa fare qui mostriciattoli” accarezzo il viso di mia sorella e prendo in braccio mio figli.

“Sorpresa a papà”

“Ben riuscita ragazzi!”

Appoggio il viso sul suo collo e Peter si lascia coccolare, non solo da me, il furbetto si fa tenere in braccio e riempire di attenzioni da tutti i presenti. Lui si che ci sa fare. Ringrazio Alice del tempo che ha dedicato al nipotino e per i nuovi acquisti, ma sembra distratta. Annuisce e sorride a stento, guarda fisso fuori dalla finestra, nella corte del complesso dove ci troviamo; sembra preoccupata.

“Ali, tutto bene?”

“Fermo li” mi intima mentre una ragazza della casa discografica mi sta ridando in braccio Peter; in poco tempo Alice esce dalla stanza e sparisce dalla mia vista. Da fuori, nel giardino, arrivano urla, è Alice. Mi avvicino alla finestra e Jacob è al mio fianco anche lui incredulo.

“Ma tua sorella assume qualcosa? Perché è scappata e sta urlando?”

Jake, io non so cosa stia succedendo”

Mi avvicino ancora più alla finestra, sento altre urla ma non riesco a scorgere nulla. Finalmente sento sbattere una porta e vedo Alice tornare trafelata alla festa, tutti i presenti, compreso io, la osserviamo come se fosse da ricovero: è rossa in viso, i capelli scompigliati e una smorfia sul volto che non si addice al suo solito sorriso.

“Posso sapere cosa ti è successo?” il mio tono è leggermente irritato e spaventato.

“Uno stronzo stava facendo delle foto, me ne sono accorta appena sono arrivata con Peter, sono uscita con i bodyguard e gli ho dato quello che si merita. Veramente sono stati i tuoi gorilla, ma io sono stata il capo. Mi piace, potrei formare una gang e io sarò il capo”

“Alice, che cazzo dici?”

Ma sto scherzando no? C’era uno che faceva le foto e lo ho fatto allontanare.”

Paparazzi, tipico.

“Ali, sono paparazzi, è normale

“No Ed. Questo mi segue, segue tutti noi, è davvero ossessionante, hai visto come mi manda fuori di testa

C’è una persona che segue la mia famiglia e io non so niente? Ovvio, sono sempre fuori dal mondo io, sempre impegnato a pensare solo ai miei problemi fino a non vedere che ne causo a chi mi è più vicino.

“Da quanto va avanti questa storia?”

“Da qualche settimana, ma non preoccuparti, sappiamo tutto su di lui; Bella lo conosce, ha detto che è un giornalista free lance senza scrupoli, capace di tutto pur di far notizia. E ora è interessato a te e alla tua storia privata. Pensa sia impossibile che la tua carriera non abbia avuto un crollo con la storia di Jessica, anzi pensa tu abbia calcolato tutto, compreso Peter per ritornare ai vertici della musica. Chi è quel pazzo che userebbe un bambino per lavorare?

Sono allibito. Raggiungo un divanetto e mi metto a sedere. È possibile che anche il mondo della musica come quello dello spettacolo faccia così schifo? È possibile diventare persone famose pur essendo normali? Come si può solo pensare di usare un bambino in quel modo! Sono stato abbandonato con un bimbo di pochi mesi; sono stato lasciato come accade ad altri uomini nel mondo.

Ed, non te la prendere è questo mondo che fa schifo”

Alice cerca invano di interrompere i miei pensieri.

“Come hai detto che si chiama?”

“James Nomads, attualmente lavora per People Magazine, e sai bene che genere di articoli sono capaci di pubblicare.”

Lo stronzo della domanda di poco fa alla conferenza.

“Bella cosa sa?” mi trovo a chiedere.

Ed, sai come vanno le cose”

Ok. Sa tutto, che si sia avvicinata a me per pena? No, non può essere, cancello il pensiero dalla mente e decido di mettere fine a questa storia prima che diventi ancora più pericolosa e assurda di quanto già sia, per ora l’unico pensiero è la sicurezza dei miei cari.

Chiamo Alec e gli racconto la storia dicendogli di fare il possibile per far accadere eventi spiacevoli ancora, annuisce e si mette immediatamente al lavoro.

Il cellulare squilla ed è la millesima volta oggi. Tutta la mia rubrica, tutti i miei contatti sembrano aver comprato il cd, ci credo poco, è tutta gente che non aspetta altro che un invito a qualche serata evento, è così che funziona a Los Angeles, e inizio a non volere più che la mia vita sua così.

Fotografi, giornalisti spietati, finti amici, donne pronte a tutto pur di diventare famose, non è più vita per me. Lanciato l’album, penserò al tour e poi vedrò; ora sono un padre, c’è un meraviglioso duca inglese che sorride verso di me, lui dipende da me, voglio che non si debba mai vergognare di suo padre e che sia sempre fiero di ogni sua scelta e se devo scegliere di abbandonare la musica, lo farò. Peter prima di tutto, prima di me, prima della mia vita.

 

Il sole pomeridiano di Los Angeles entra con forza attraverso il vetro della finestra dell’ufficio del presidente della casa discografica che mi produce. Ci siamo dati appuntamento questa mattina per discutere alcune cose riguardo la promozione, il contratto e il tour. Non pensavo di dover decidere così presto a dire la verità, pensavo di potermi prendere un po’ di tempo. No, non volevo pensarci.  I tour sono lunghi, faticosi, divertenti e il vero modo di fare musica live, ma sono in grado di farti stare fuori casa per troppo tempo, è una decisione da prendere con molta calma e con i miei.

Carlisle e Esme si sono offerti di aiutarmi con Peter , ma non mi sembra corretto, il figlio è il mio, non posso decidere di partire per un mese e lasciarlo a loro, più che non posso, non voglio.

Nell’ufficio dall’arredo pacchiano vi sono grandi cornici dorate con i dischi di maggior successo prodotti dalla casa discografica e c’è anche il mio primo album. Ogni volta che lo vedo li, con sotto i dischi di platino sopra la scrivania è sempre un’ emozione. È segno che il mio lavoro è servito, che se sono prodotto dalla casa discografica più importante del paese, la mia musica vale.

Sorrido e cammino per lo studio e il mio telefono squilla ancora; è un messaggio con una foto allegata, è di Bella. Con le mani tremanti premo su apri, la mia mente viaggia, troppo veloce, anche dove non dovrebbe andare. Ed, ma secondo te ti invia una sua foto nuda?  Ma la foto che si sta caricando è ancora meglio di quanto la mia mente malata potesse pensare.

È un primo piano del suo viso tondo e sorridente, con in mano il mio CD; la didascalia legata alla foto è ancora meglio.

Volevo arrivare preparata domani. Baci. Bella

Mi siedo su una poltrona di pelle che trovo alle mie spalle e cerco di respirare continuando a guardare la foto. Potrei rispondere mille cose ma le mie dita scorrono sulla tastiera isolandosi dalla mia mente intenta a elaborare troppi pensieri.

And when the daylight comes and I’ll have to go, but tonight I’m gonna hold you so close.

Una parte del testo del nuovo singolo che uscirà tra pochi giorni. Non so bene cosa centri, ma mi andava di scriverlo. Non la vedo stasera, domani sera, ho fatto il solito casino.

Il telefono squilla di nuovo.

Cause in the daylight we’ll be on our own, but tonight I need to hold you so close.

La conosce già. Ha continuato il ritornello della mia canzone. Mi sento emozionato come se avessi dovuto affrontare un esame, una commissione e fosse riuscito alla grande. Vorrei dirle di anticipare, vorrei che il tonight ci fosse davvero e che come nel mio testo vorrei passare la notte ad abbracciarla, vorrei dirle molte cose ma è troppo presto per me e liquido i pensieri con un

Ti aspetto domani.Voglio sapere cosa ne pensi. Ed.

Il solito cuor di leone, ma Bella non molla e continua a rispondere.

Sto prendendo appunti Signor Cullen, si ricordi che sono una giornalista.

 Sorrido ancora una volta da solo nel rileggere gli sms ma non mi sento stupido, mi sento vivo.

 

“Ti piace che papà ti prepara il latte, paperotto

Peter mi guarda divertito sul suo seggiolino mentre preparo facendo finta di fare il barman giocoliere il suo biberon, tra poche settimane si inizia lo svezzamento e ci sarà da divertirsi; è anche per questo motivo che ho chiesto di iniziare il tour tra più di un mese, in modo da iniziare a cimentarmi con i cibi da bimbi. Non mi ci vedo a preparare pappine, cremine; non penso di essere in grado di preparare nulla che finisca in –ine. L’unica cosa che so cucinare finisce in –za e a mettere una pizza nel forno non è che ci vuole proprio uno chef. Non so come farò con Peter ma non ho possibilità, devo imparare a cucinare, Esme sarà entusiasta di aiutarmi,come sempre.

Per questa sera sono riuscito a far perdere le mie tracce e a evitare un altro invito per il disco, voglio stare tranquillo con mio figlio, metterlo a dormire e passare la serata a guardarlo riposare e pensare a quanto sono fortunato; pensiero strano per chi fino a pochi mesi fa pensava fosse finita la sua vita.

Raggiungo Peter e lo prendo in braccio per farlo mangiare. Si attacca immediatamente al biberon e inizia a tirare, pulisco il visino dal latte e coda e ogni tanto stacco il biberon per fagli riprendere fiato, è ingordo come suo zio Emmett, si annegherebbe nel latte il mio papero.

Finita la pappa, fatto il ruttino e via nella sua palestrina, come ogni sera resiste dieci minuti e lo ritrovo in coma con il ditino in bocca. Il mio cucciolo stanco morto, per quello ha decisamente preso da me, pigrezza uno stile di vita. Lo porto nel lettino, accendo il monitor e torno in soggiorno. La luce del tramonto ancora illumina la stanza, mi avvicino alla vetrata  che da sulla spiaggia e il sole è ormai andato lasciando alle sue spalle un rossore nel cielo. Vago verso lo stereo e premo su play, sono un drogato di musica. Dovrebbe partire il mio nuovo disco ma invece per casa di espande il suono della mia voce di qualche anno fa, una voce più giovane e meno studiata, è il mio primo album. E poi ricordo. Non ho più acceso lo stereo dal barbecue e l’ultima ad essersi avvicinata è stata Bella, ha inserito lei il cd, ha scelto lei la canzone.

“I wake up, thoughts of you, tattooed on my mind…”

Vola basso Edward, questo non vuol dire niente.

“If you only what I went through just to get to you...”

Calma Ed. Hai scritto tu questo testo, non vogliono dire nulla.

“I’m hanging from you, and I’ll hold on if you want me to…”
So come è il finale e non voglio andare avanti.

 “I'm swinging from you, and there's nothing I would rather do”

No. no.

Estraggo il cellulare dalla tasca del jeans e compongo un sms.

L’sms più pazzo e stupido della mia vita.

Spero di non pentirmene.


 

Buon giorno!

Non dico niente, mi sembra doveroso nei vostri confronti.
Dico solo che ho visto Breaking Dawn part 2 e penso sia il più bello della saga, ho urlato, pianto, riso.

Grazie alla saga ho conosciuto persone FAVOLOSE, come tutte voi, che mi scrivete anche con mesi di lontananza da EFP. Grazie di cuore.

Il capitolo non è lunghissimo e non è betato, quindi non uccidetemi.

Per chi non fosse esperto nell'inglese il testo con traduzione della prima canzone Daylight( quella degli sms ) lo trovate qui, mentre qui c’è la seconda.

Grazie a chi è passato, chi ha messo la storia tra le liste e chi ha recensito. Se avete Pinterest passate qui, ho creato una board con immagini della storia!
Grazie, grazie e grazie!

E a voi è piaciuto BDPart2? Ditemi tutto:)
Giu 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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