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Autore: GexeTheNemesi    09/06/2007    9 recensioni
La secondo fanfic su Naruto che scrivo, abbiate pietà nei commenti…
Cosa sarebbe successo se Naruto in fasce fosse finito fin da subito nella mani dell’Akatsuki? Per scoprirlo leggete quanto segue!
Genere: Generale, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Altri, Naruto Uzumaki
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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html> Dopo una lunga(lunga, ma non così lunga) attesa, ecco il cap numero 17(Ferro!)(Superstizioso, eh? :NdSorellaAutore)(Assolutamente!)(oh, guarda un gatto nero! :NdSorellaAutore)(AAAAAAAAAAAAH!!!!)

Cap 17 Spettacolo dei duemilacento congegni



“Sfidare Itachi!? Ma che sei matta per caso?”
L’osservatore che stava spiando i due ignari ragazzi sgranò l’occhio visibile, aveva sentito bene? Stava parlando di sfidare Itachi?
“Beh, dovrai imparare prima o poi a difenderti dallo sharingan, cocco mio.
Visto che abbiamo Itachi dalla nostra, perché non approfittarne e allenarsi un po’ con lui?” Chiese Yoko.
Il biondo sembrò rifletterci sopra, ma poi fece una faccia piuttosto scoraggiata.
“Mi mangerà vivo…” borbottò scoraggiato.
La ragazza mise il braccio sotto il collo di Naruto e fece finta di stozzarlo.
“Avanti piccolino, non dirmi che hai paura di lui?”
“Coff… non è quello, contro Itachi non c’è storia, dopo una batosta del genere il mio orgoglio potrebbe non sopravvivere”
Yoko mise più forza nella presa.
“Voi maschi e il vostro stupido orgoglio! Tu invece lo sfiderai, o ti posso assicurare che per le prossime settimane non ti farò chiudere occhio” lo minacciò lei.
“E va bene, coff… adesso per favore lasciami respirare!”
La ragazza lasciò andare il biondo.
“Allora, promesso che sfiderai Itachi?” Chiese conferma.
“Sì, sì, promesso” disse il biondo massaggiandosi il collo.
Naruto stava per dire a Yoko di andarsene, quando vide che quest’ultima era come paralizzata: gli occhi rosso sangue sbarrati, le mani tremanti, era tornata completamente materiale come quel pomeriggio e sembrava essere sull’orlo delle lacrime.
“Yoko?” La chiamò spaventato il biondo, era la prima volta che faceva così.
Lei sembrò non sentire, non ebbe nessuna reazione al richiamo di Naruto. Il ragazzo riuscì a mantenere il sangue freddo, la prese per le spalle e la agitò leggermente. Lei sobbalzò come se fosse stata strappata da un sonno profondo.
“Isonade…” disse agitata.
“l’ hanno presa, ma non noi, gli altri. Sasori stà combattendo per riprendersela ma è nei guai”
Naruto rimase interdetto.
“Come… come sarebbe?”
“L’ ho visto! Dobbiamo uscire dal villaggio, muoviti!”
Prese per mano il biondo e lo trascinò per le strade di Konoha, dirigendosi all’uscita del villaggio.

“Kage Bushin no Jutsu!” impastando una quantità assurda di chakra, Sasori riuscì e creare venti copie di sé, ma non solo di se stesso: anche le cento marionette vennero comprese nella Kage Bushin, moltiplicando per venti il loro numero: ora era Sasori a essere in vantaggio. Di ben cento marionette.
Direi che, più di una Kage Bushin, questa si potrebbe chiamare Kugutsu Bushin pensò soddisfatto di sé stesso il marionettista.
“Aka Higi” sussurrò.
“Spettacolo dei duemilacento congegni!”
La donna contrattaccò all’istante.
“Nissen Suiryudan no Mai!”
Le due tecniche si scontrarono con una potenza mostruosa: le marionette di Sasori si scatenarono come mai fecero in una battaglia, ma i draghi acquatici non erano certo avversari semplici. Più di una volta Sasori dovette arretrare per mettersi sulla difensiva e più di una volta rischiò di finire spazzato via dagli attacchi combinati della sua avversaria.
“Ora basta!”
La donna richiamò a sé tutti i draghi acquatici che gli erano rimasti e li fece convergere in un unico corpo, in modo da poter formare un drago acquatico di dimensioni enormi.
“Che mi dici adesso!?” Lo stuzzicò la donna.
Merda!
Il drago acquatico gigantesco si lanciò contro il Sasori originale.
E adesso? Non posso fare altro che difendermi con tutto quello che ho per formare un muro.
Sasori richiamò attorno a sé tutte le sue marionette e le sue copie per difendersi dall’attacco, ma il marionettista capì troppo tardi che provare a ripararsi dietro le sue creazioni per difendersi da quel drago acquatico, sarebbe stato come ripararsi dentro a un sacco a pelo per sfuggire a uno tsunami.
“CREPA!”
Le copie esplosero al solo contatto con il drago, le marionette originali venne sbalzate in aria e Sasori venne centrato in pieno dal colpo.
Il drago non si fermò e trascinò Sasori nella sua corsa furiosa fino nel folto della foresta, facendolo schiantare contro una roccia.
La donna sorrise soddisfatta per la sua vittoria, però poi lanciò un atroce grido di dolore: il suo braccio destro era stato tagliato via di netto.
“Lurido… bastardo…”
La aveva fregata e se non avesse recuperato Isonade, Lucifer come minimo l’avrebbe divorata viva.
Stava per andare a recuperare il suo braccio, quando un ninja vestito con un kimono nero a nuvole rosse gli si parò davanti.
“Rasengan!”
Fu questa l’ultima memoria della donna prima di morire.

“Yoko, si può sapere dove mi stai portando?”
La ragazza aveva trascinato il biondo fin fuori Konoha: era spaventata, come mai il ragazzo la aveva vista.
“Cosa vuoi fare?”
Yoko aveva rilasciato tutte nove le sue code e sembrava stesse impastando moltissimo chakra per una qualche tecnica.
“Che…”
Prima che potesse dire qualcosa, Naruto venne circondato dall’abbraccio della ragazza, poi le nove code avvolsero i due creando una specie di cupola vibrante di chakra.
L’osservatore era a dir poco scandalizzato: chi era quella ragazza? Perché nasuto aveva parlato di sfidare Itachi? Cosa diavolo stava succedendo?
Quando poi la cupola rossa si innalzò nel cielo e schizzò verso ovest a velocità pazzesca lasciandosi alle spalle una marea di scintille cremisi, Kakashi comprese finalmente di essere ubriaco fradicio.

“Sasori!” Gridò Itachi.
“Sasori!” Gridò Hidan.
Nessuna risposta.
“Akasuna no Sasori!” Gridò Kakuzu.
Zetsu si voltò verso il tesoriere, guardandolo nello stesso modo con cui si guarda un perfetto idiota.
“Quanti Sasori pensi ci siano in questo foresta? Sasori!”
Kisame si mise in equilibrio sulla punta di Samehada, avendo così una visuale maggiore.
“E’ stato un Suiryudan a combinare questo casino” disse rivolto ai suoi compagni, indicando la parte di foresta completamente spazzata via.
“un Suiryudan con una quantità abnorme di chakra al suo interno; siamo fortunati che il leader abbia colto di sprovvista quella puttana, altrimenti ci avrebbe fatto sudare non poco con una tecnica del genere”
Zetsu poi si voltò di scatto verso la sua destra.
“L’ ho visto, è laggiù!” Gridò
Tutti si precipitarono verso la direzione indicata da Zetsu, quando poi superarono un cespuglio si accorsero di essere stati preceduti da Artemis.
“Sasori…” disse il leader.
Il marionettista era seduto con la schiena contro una roccia, ma purtroppo il suo centro organico era stato centrato in pieno da un grosso ramo, probabilmente si doveva essere ferito durante l’attacco di quel drago acquatico.
Sasori porse il braccio amputato della donna al leader.
“Missione compiuta, Isonade è qui dentro” disse, la sua voce non sembrava modificata nonostante la mortale ferita che aveva.
Artemis prese l’arto amputato e lo nascose all’interno della sua veste.
“Sei stato grande Sasori” si congratulò con lui il leader.
“Deidara e Tobi?” Chiese il rosso.
“Stanno bene, anche se per merito tu Deidara avrà qualche difficoltà a controllare il chakra per qualche giorno”
Sasori ghignò soddisfatto.
“Ben gli sta a quella testa calda”
Poi sospirò: non sembrava affatto terrorizzato o preoccupato all’idea di morire, proprio lui che aveva sparato la sua filosofia dell’eternità fino ad allora, sembrava che fosse assolutamente tranquillo.
“Dite a Naruto che mi mancherà” sussurrò.
Artemis portò di scatto lo sguardo verso il cielo, sbarrando gli occhi per lo stupore.
“Beh, puoi dirglielo tu direttamente se vuoi: sta arrivando”
Con la grazia di un meteorite, Naruto e Yoko si schiantarono a pochi metri di distanza dal gruppo.
Pochi secondi per riprendersi dalla forza dell’impatto e Naruto mise a fuoco gli occhi, vedendo le condizioni del marionettista.
“Sasori!” Gridò, correndo verso di lui e inginocchiandosi al suo fianco.
Tutta l’Akatsuki, leader compreso, era sbalordita, ma mantennero il contegno.
“Andate via, voglio parlare da solo con Naruto” disse Sasori.
I ninja fecero come gli era stato chiesto e lasciarono soli i due, Yoko però rimase a fianco al biondo.
“Sasori, cosa… cosa è successo?” Chiese quasi in lacrime il biondo, ma non voleva piangere: voleva dimostrarsi forte di fronte al suo compagno.
“Rischi del mestiere” borbottò, mentre un rivoletto di sangue nero gli usciva dalla bocca.
“Ascolta Naruto… tra poco non mi muoverò più, voglio che tu mi faccia alcuni favori.” cominciò.
Il biondo drizzo le orecchie.
“La prima cosa che ti chiedo… è di non farmi tornare in vita con la fenice”
“COSA?” Esplose il biondo
“ma… perché?”
Il rosso sorrise.
“Se proprio devi esprimere per me un desiderio alla fenice, chiedigli di mandarmi nello stesso luogo dove sono i miei genitori. A me basta questo” rispose.
“poi… vorrei che il mio corpo di marionetta non venga sprecato, per me finire inutilizzato sarebbe di gran lunga peggio di morire. Riparami e usami insieme a Takumi, saremo delle ottime armi”
Naruto si conficcò le unghie della mano nel braccio, non era vero, non poteva essere vero… Sasori…
“La mia parte ancora umana” disse, sfiorandosi l’ideogramma con scritto “Sasori” sul petto.
“seppelliscila nel villaggio del Suna e già che sei lì…”
Cominciò a ridere, incurante del sangue che gli usciva dalla bocca.
“C’è una vecchia nel villaggio del Suna, si porta sempre appreso due marionette… speciali. Si chiama Chiyo, prendigli quelle due marionette e usale assieme a me quando combatterai.”
La sua risata cominciò lentamente a spegnersi, la debolezza cominciava a farsi sentire.
“Quando la vedrai… digli che Sasori rivuole indietro le sue prime due creazione, lei capirà… anche se probabilmente quella vecchia befana potrebbe non cedertele subito, uccidila pure se lo riterrai necessario”
Cominciava a non sentire più le braccia, era vicino alla fine.
“Infine… beh, questo più che altro è il mio regalo di addio. Dovrei averlo ancora stretto in mano, non riesco a sentirlo”
Naruto guardò la mano del marionettista: stava stringendo un rotolo nero, forse conteneva un’altra marionetta. Il biondo lo prese e se lo mise nel marsupio.
“Era la mia tecnica finale, se riuscirai ad usarla… significherà che sei diventato un marionettista eccezionale”
Pochi secondi ancora, gli rimanevano pochi secondi.
“Io sono fermamente convito… che sacrificare la propria vita per qualcun’altro sia qualcosa di veramente stupido, ma se si trattasse di uno qualunque dei miei compagni… non mi dispiacerebbe… diventare… un idiota. Grazie per avermelo fatto capire… Naruto. Addio”
Il corpo di Sasori scivolò a terra, con stampato sul volto quel sorriso amaro. “Sasori…”
Naruto non poté trattenere due lacrime che gli scivolarono giù dagl’occhi. Si ricordava ancora di quando il marionettista gli regalò quella bambola di legno quando era piccolo, era il ricordo più vecchio che aveva ma se lo era stampato bene in mente. Non aveva fatto in tempo neppure a fargli vedere quanto era migliorato con Takumi, gli sarebbe piaciuto fare un breve scontro con il rosso per fargli vedere la sua abilità di marionettista. Ma non aveva fatto in tempo.
Naruto sentì essere circondato da un caldo abbraccio e una mano gentilmente gli stava asciugando le lacrime.
“Scusami piccolo” disse Yoko.
“se lo avessi visto prima, forse avremo fatto in tempo”
Il biondo fece no con la testa.
“No, almeno ho potuto vederlo un’ultima volta” Con due dita, il ninja chiuse le palpebre al marionettista.
Yoko diede un piccolo bacio sulla guancia di Naruto, diverso da quelli che riceveva regolarmente dalla ragazza, carichi di malizia o di ironia, questo era sincero: voleva consolare un poco quel ragazzino, sapeva quanta tristezza ci fosse ora dentro di lui.
“Devo parlare con Artemis” disse il biondo.
La rossa lasciò andare il ragazzo e sparì in una marea di scintille rosse.

“Questo è quanto” concluse il suo racconto Tobi.
Naruto colpì con tutte le suo forze uno dei pochi alberi rimasti in piedi, che subito si spezzò in due dalla forza del colpo.
“Anche qui dannazione!” Esplose il biondo.
“E’ l’ultima volta però” assicurò Artemis.
“ho chiamato alcuni miei vecchi amici che hanno un paio di conti in sospeso con Lucifer, non tarderanno ad arrivare e a mettersi all’opera, ve lo assicuro io”
Naruto fece quanto possibile per calmarsi.
“E lo Shukaku? Mentre siamo qui potrebbero prenderlo”
“No, ho lasciato una copia di Zetsu a Suna usando la Shoten no Jutsu, è più debole dell’originale, ma almeno abbiamo una minima copertura”
Il leader sospirò.
“Sbrigatevi a trovare Sokou, ma prima di catturarlo aspettate che arrivino tutti gli altri in supporto; non ho intenzione di perdere un altro membro dell’Akatsuki, ora andate”
I ninja sparirono, lasciando soli Artemis e Naruto.
“Sensei, vorrei andare nel Suna”
“Vai pure, basta che ti copri bene il volto: non voglio che qualcuno ti veda in faccia” Così dicendo, anche il leader sparì.
Il biodo si diresse verso il corpo di Sasori e usando un Kunai gli estrasse con cura la parte organica dal corpo.
La parte di marionetta la sigillò in un rotolo, quella organica la avvolse in un velo che si caricò in spalla.
“Yoko, portami nel villaggio del Suna prima che puoi” sussurrò.
Vide di essere avvolto a nove rosse code, poi tutt’attorno a lui divenne buio.
“Impiegheremo qualche minuto, resta più fermo che puoi nel frattempo” disse Yoko.
Naruto fece come gli era stato detto: sentì la superficie delle code vibrare e a tratti c’erano alcuni sobbalzi, ma fu un viaggio veloce e quasi piacevole.
Quando le code si dissolsero, il biondo vide di essere atterrato piuttosto lontano dal villaggio.
Meglio pensò
Sai che scintille se mi avessero visto arrivare in quel modo.
Si tolse il coprifronte della fogli e se ne mise un altro, che aveva creato lui stesso: il coprifronte del villaggio della luna rossa, raffigurante una luna a falce. Ricordandosi poi dell’avvertimento del suo sensei, si coprì il volto con delle bende; non sarebbe proprio stato al fresco, ma almeno non lo avrebbero riconosciuto.
Attraversò un breve tratto di deserto per poi arrivare alle porte del villaggio della sabbia.
“Hei tu” lo chiamò un Jonin della sabbia, probabilmente quello che doveva fare la guardia al portone.
Prima che potesse avvicinarsi troppo, Naruto lo colpì con tutte le sue forze allo stomaco: sarebbe rimasto svenuto per un po’.
Varcò l’entrata del villaggio della sabbia, la prima cosa che doveva fare era allontanarsi dall’entrata, poi avrebbe chiesto al primo passante che gli fosse capitato a tiro dove si trovava il cimitero del villaggio.
Dopo aver raggiunto quello che sembra essere il palazzo del kazekage, Naruto vide una ragazza bionda che portava alle spalle un grosso ventaglio; era la persona più vicina, tanto valeva chiedere a lei.
“Scusa, sai dov’è il cimitero del villaggio?” Chiese schietto il biondo.
La ragazza osservò prima il ragazzo bendato che aveva davanti, poi il suo strano coprifronte che di sicuro non aveva mai visto prima.
“Dietro il palazzo del kazekage, è la prima volta che vieni qui vero?”
“Già, grazie” disse voltando le spalle alla ragazza.
“Da che villaggio vieni, ragazzo?” Chiese lei.
Naruto non si voltò, ma continuò la sua marcia verso il retro del palazzo.
“Dal villaggio della luna rossa”
Aggirò il grosso edificio e finalmente cominciò a intravedere una lunga serie di lapidi delimitate da una staccionata: era arrivato.
Trovò uno spiazzo libero e scavò a mani nude una fossa abbastanza grande da poter depositare il fagotto che si teneva in spalla; per fortuna, nessuno lo notò.
Dopo aver sotterrato la parte rimasta umana di Sasori, la ricoprì di sabbia e dal piccolo magazzino che trovò lì, prese una piccola lastra di marmo con disegnato il simbolo del Suna e la poggiò sopra la fossa richiusa del suo compagno.
Passò la punta del suo kunai sul simbolo del villaggio e ci scrisse sotto “Akasuna no Sasori”
Uscì dal cimitero e si diresse verso la parte alta del villaggio, entrò in una grossa piazza, probabilmente quella del mercato, ma che era stranamente deserta.
Che succede qui?
Come a rispondergli, da ogni angolo spuntarono Jonin della sabbia, alcuni sui tetti, altri alle finestre degli edifici, altri ancora sulla strada davanti a lui.
“Non muoverti!” ordinò il Jonin al centro della piazza, aveva il volto visibile solo per metà, l’altra metà era coperta dal velo del suo turbante.
“Sto cercando una vecchia di nome Chiyo” Disse con voce glaciale il biondo.
“ditemi dove si trova e vi lascerò vivere, forse”
Baki rimase interdetto per un momento: quel tono lo aveva sentito usare solo dal suo allievo dai capelli rossi, capì subito che non era un avversario da sottovalutare.
Alle spalle di quel Jonin apparvero altri tre ninja molto giovani, dei Genin a giudicare dall’aspetto. Tra quei tre, Naruto riconobbe la ragazza a cui aveva chiesto informazioni qualche minuto prima, un altro di loro era sicuramente un marionettista: vide chiaramente una marionetta sulle sue spalle, avvolta completamente da dei nastri.
Il terzo membro fu Yoko ad presentarglielo.
“E’ lui quello con dentro lo Shukaku, fai attenzione” sussurrò senza rendersi visibile.
“Prendetelo senza ucciderlo” ordinò ai tre.
La ragazza e il marionettista partirono all’attacco, ma il ragazzo dai capelli rossi rimase immobile a fissare Naruto con le braccia conserte.
“Kiochiyose no Jutsu!”
Takumi apparve imponente a fianco al biondo.
“Temari lascialo a me, mi voglio divertire con questo qua” disse il ragazzo a fianco alla bionda.
“Come vuoi Kankuro” acconsenti lei.
Stupidi, finirete a terra prima ancora di accorgervene.
“Vai Karasu!”
Il ragazzo chiamato Kankuro attaccò con la sua marionetta, cosa intendeva fare con quel pezzo di legno?
“Takumi!”
La marionetta del biondo assesto sei pugni in una volta sola all’incauto Karasu che finì in pezzi dalla forza della marionetta avversaria
“Co… cosa!?”
“Non pensavi davvero che quel giocattolo potesse competere con Takumi?” Lo schernì il biondo.
“Lo chiedo un ultima volta: ditemi dove si trova la vecchia di nome Chiyo e nessuno di voi si farà male”
Da un gruppo di Jonin alle spalle di Baki uscì una vecchia piuttosto minuta, Naruto non ebbe dubbi: era lei.
“Voi siete Chiyo, dico bene?” Chiese Naruto.
“Ho la sventura di chiamarmi così, sì” disse lei avvicinandosi al biondo, sembrava essere tranquilla, come se stesse facendo una normale passeggiata.
“che cosa vuoi da me?” Chiese.
Naruto richiamò a se Takumi, portandola al suo fianco.
“Sasori della sabbia rossa reclama le sue prima due creazioni”
Il volto della vecchia se possibile sembro diventare ancora più pallido di quanto non fosse già per l’età.
“Chi sei tu?” gracchiò la vecchia.
“Una persona che ottiene sempre ciò che vuole: le prime creazioni di Sasori, consegnamele”
Chiyo estrasse dalla veste due rotoli, ma sembrava non avere intenzione di consegnarli a Naruto.
“Allora? Ti vuoi muovere?”
“Dov’è Sasori?” Chiese.
Il biondo combatte per non venire di nuovo avvolto dalla tristezza.
“E’ morto; prima di morire mi ha chiesto di recuperare le sue prime due creazioni, ora consegnatemele”
La mano della vecchia che teneva i rotoli cominciò a tremare.
“Come faccio a sapere che dici il vero?”
“Vai al cimitero del villaggio e vedrai con i tuoi occhi vecchia”
Chiyo lanciò al biondo i due rotoli, che prese al volo.
“Sono di pessimo umore” disse Naruto.
“e penso che vi ucciderò tutti comunque”
Tutti i ninja presenti si lanciarono contro il biondo, tranne la vecchia e il rosso, che non si era mai mosso di un solo millimetro da quando era apparso.
“Yoko…” sussurrò.
“Non chiederlo nemmeno; sarà un vero piacere!”

Due ore dopo, Naruto era già nella foresta attorno Konoha.

“Mi sono divertita” commentò Yoko.
“molto meglio del cinema”
Naruto si era finalmente sfogato, anche se a pagarne le conseguenze erano stati
i ninja della sabbia, e ora stava decisamente meglio di prima.
“Allora è deciso: appena incontrerò Itachi lo sfiderò!” Disse deciso il biondo.
“Scusa, che vorresti fare tu?”
Naruto fece un salto per lo spavento.
“Itachi… ma che diavolo ci fai qui?”
L’Uchiha era in piedi sul ramo di un albero proprio sopra la testa di Naruto.
“Zetsu mi ha detto quello che hai combinato nel Suna” disse.
Il biondo sentì un brivido lungo la schiena: se lo sapeva Itachi, lo doveva sapere anche il leader.
“Sei stato fortunato, nonostante il macello che hai combinato nessuno potrà risalire a noi “
Naruto tirò un sospiro di sollievo, forse l’aveva scampata.
“Non avrai intenzione di entrare a Konoha con quel coprifronte?” Gli fece notare Itachi, indicando il coprifronte con raffigurata la luna a falce.
“Oh, me ne stavo dimenticando” rispose sbrigativo, cambiandosi subito il coprifronte della luna rossa con quella della foglia.
“Non sei venuto qui solo per dirmi questo, vero?” Chiese Naruto.
“No, infatti” rispose.
“volevo anche darti un consiglio: smettila di amare le persone”
Il biondo corrugò la fronte, confuso.
“Limitati a provare rispetto per coloro che ritieni al tuo livello, solo questo. Altrimenti farai la fine di quello stupido di Sasori”
Naruto scattò contro Itachi pronto a spaccargli la faccia, ma a lui bastò dare un semplice buffetto sulla fronte del biondo per farlo finire a gambe all’aria.
“Vedi?” Chiese retorico Itachi.
“il tuo affetto per Sasori ti ha spinto a proteggerne la memoria, attaccandomi senza alzare minimamente le difese; in questo modo non diventerai mai forte, se vuoi diventare veramente forte, devi odiare con tutto il cuore i tuoi nemici. Se ti mancherà l’odio, sarai soltanto di intralcio a tutta l’organizzazione”
Si voltò e cominciò a inoltrarsi nella foresta.
“E se ti mancherà l’odio non sarai nemmeno in grado di sfiorarmi, se davvero mi vuoi sfidare”

“Era necessario colpirlo così forte?” Chiese Kisame.
“Lo colpisce molto più forte il leader quando si allena con lui” si discolpò Itachi.
Il mezzo-squalo fece un leggero ghigno.
“Guarda che l’ ho capito, sai?”
“Di cosa stai parlando?”
“Anche se hai avuto un modo tutto tuo per farlo, hai provato a consolare Naruto-kun con quelle parolone sul non provare più amore e cagate varie, non è vero?”
“E’ la più grossa stupidaggine che tu abbia mai detto da quando ti conosco” rispose allontanandosi dal suo compagno.
“Sì, sì, come no! Tanto sappiamo tutti e due che daresti anche tu la tua vita per Naruto-kun, prova a negarlo”



Uff, dopo due giorni di battiture, finalmente è concluso. Un po’ sbrigativo lo “scontro” per così dire fra Itachi e Naruto, ma ero troppo stanco alla fine e ho voluto sbrigarmela in fretta.
Ho avuto anche l’ispirazione per una One-Shot nel frattempo, però l’idea non sembra essere piaciuta a molti, peccato.
Domenica è il giorno libero, ci sentiamo lunedì.
  
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