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Autore: Airelav    22/11/2012    1 recensioni
Kalazar: antica terra del Mondo Sospeso dominata da creature associate fin dalla nascita a degli animali possenti e mostruosi: i draghi. Nani, elfi, fate e uomini all’età di quindici anni si uniscono al proprio drago e non lo lasciano fino alla morte dell’uno o dell’altro. Insieme combattono, viaggiano o semplicemente vivono, uniti in un’amicizia che nessuno potrà mai dividere.
L’Ombra: spietata e affamata di sangue e vendetta. Irraggiungibile. Introvabile. Immortale. Solo pochi sanno realmente cos’é, solo pochi riescono a sconfiggerla.
Hairy: IMIS, elfo e uomo. Sicura di se e determinata, ma sola. Inconsapevole della sua dinastia.
Illustrazioni di Noemi Brianza.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se l’amavo?

Certo che l’amavo, con tutto il mio cuore.

Ma le strade si dividono.

Non l’ho più rivista.

Ben

 

-Terzo
 

La settimana passò velocemente. Hairy e Ben non si erano scambiati tante parole, era come se Ben la evitasse e per questo Hairy ci stette un po’ male, ma ormai non bisognava più pensare alle pazzie dei ragazzini innamorati, era arrivato il giorno. 

Quel giorno si partiva, si andava alla scuola di drago a Kalazar. 

La mattina Hairy era così felice che pure suo padre si stupì. Fece la valigia, prese un paio di mele da mangiare durante il viaggio, riempì la borraccia e uscì di casa. 

Suo padre non le disse niente, ma poi, quando Hairy si era già incamminata le corse dietro: “Hairy! Hairy! Aspetta!” 

Lei si girò: “Cosa c’è papà?” 

Lui le diede una carezza e un bacio sulla fronte, poi disse: “Buona fortuna”.

Lei gli fece un sorriso e ripartì. Il punto di raccolta era Piazza Grande, c’erano tutti i quindicenni di Kalazar pronti per partire. 

Hairy era arrivata un po’ in ritardo, infatti la piazza era piena di gente, non solo ragazzini, ma anche genitori e parenti. Si fece strada nella mischia, voleva trovare Ben, ma con tutta quella gente non si vedeva niente. Poco dopo arrivò una donna alta, occhi piccoli, naso appuntito e testa alta. A Hairy già stava antipatica! 

Poi battè le mani per chiedere attenzione e fece un discorsetto: “ Buongiorno ragazzi e ragazze! Sono la preside della scuola di draghi. Mi chiamo Emma Jolin e spero che voi tutti saprete a cosa state andando incontro vero? Ecco. Molti di voi pensano che si arriva, si sceglie il proprio drago e si ritorna a casa felici e contenti, si sbagliano! Perché, prima della scelta del drago, ci sono mesi e anni di prove e di studio! E aggiungo che ci sono regole ben precise da rispettare, se non si rispettano si ritorna a casa senza avere un drago. E visto che in tutta la nostra vita abbiamo un unica possibilità per avere un drago, io, se fossi in voi, non lascerei la scuola per nessun motivo! Tutto chiaro?”. 

Si sentì un urlo uscire dalle bocca di tutti i ragazzi: “Si signora preside!”. 

Ma Hairy non aprì bocca. Pensava che alla scuola di drago c’erano leggi diverse e soprattutto professori diversi. Vedendo la preside così arrabbiata già adesso che non conosceva nessun alunno, il suo sogno così tanto atteso sembrava svanito. 

Però non svanì del tutto, un po’ rimase. 

Infatti era ferma a pensare se veramente sarebbe stata una brutta scuola e se veramente c’erano quei professori così antipatici, e se veramente avrebbe trovato il suo drago.

Mentre pensava vide che il gruppo si stava allontanando, gli corse dietro... Erano partiti! 

 

Il viaggio durava circa un giorno di cammino, si risaliva il sentiero fino ad arrivare al Villaggio della Foresta per poi salire ancora per il Villaggio di Montagna, arrivati in cima si riscendeva tutti assieme nella Valle dei Draghi. 

Hairy era molto indaffarata. Non voleva rimanere in fondo al gruppo, ma proprio non riusciva a tenere la valigia in mano. Era pesante, ingombrante e in più il passo del gruppo era più veloce del previsto! Comunque, con un po’ di fatica, Hairy riuscì a trovare un compromesso con la valigia, così poté aumentare il passo e a intrufolarsi nel mezzo del gruppo. 

Aveva lo sguardo alto e non si accorse dei due bambocci che gli stavano vicino: i fratelli Rittle! 

“Oh buongiorno!” disse subito James. 

Hairy era così soprappensiero che gli rispose con un buongiorno sospirato senza neanche abbassare lo sguardo. 

Poi James si avvicinò a Cory e gli disse a voce alta così che Hairy potesse sentire: “Che bello fratello! Ora avremo il nostro drago! Ma dici che lo troveranno tutti?” indicò Hairy con il pollice. 

Cory rispose: “Bè io lo troverò ma, come hai detto tu non tutti lo avranno!” e indicò anche lui la ragazza. Hairy non vide che i gemelli la stavano indicando, ma di sicuro sentì le cose che stavano dicendo e capì che naturalmente stavano parlando di lei. 

Allora allungò il passo e li lasciò alle loro scemate da bambocci. 

Stavano camminando su un sentiero sterrato in mezzo alla prateria sotto il sole cocente. Poco dopo il terreno divenne più umido ed eccola: “La Porta della Foresta”. 

Era un arco in pietra, molto possente con tre pietre incastonate azzurre sul lato curvo: la luce del sole rifletteva nelle pietre e da esse uscivano dei fasci di luce azzurrina che indicavano il percorso. 

Oramai era ricoperto quasi completamente dall’edera, soprattutto in basso vicino al terreno, ma si intravedeva la scritta incisa: La via per il futuro. 

Hairy passò una mano sulla scritta e improvvisamente il cuore si mise a battere più forte, qualcosa lo stava riempiendo, un enorme sacco di amore ci si era posato sopra.

Sentì dei bambini che ridevano e giocavano assieme. 

Sentì una voce femminile familiare: “Andrà tutto bene”

Non la riconobbe. Rimase un po’ stordita, ma riprese a camminare.

 

Si inoltrarono nella foresta: il sentiero divenne più stretto e fangoso, i rami erano così fitti che si faticava a vedere la strada. Passarono dal caldo al freddo umido. 

Hairy sudava, ma l’umidità le faceva asciugare il sudore in fretta, infatti aveva i brividi. 

Iniziò a starnutire e non smise finché arrivò la tosse a sostituire il raffreddore. 

Era stravolta, ormai erano ore che camminavano. Le gambe le cedevano e le incominciò a girare la testa. 

Le passò per la mente: “Ora svengo qui, così mi riportano a casa. Non riesco ad andare avanti!” 

Ma resistette fino a quando si fermarono in uno spiazzo soleggiato. Si sedettero tutti e si misero a pranzare. Hairy si lasciò cadere a terra, si sdraiò a pancia in giù e si mise ad annusare l’erba fresca e soffice mentre il sole le scaldava la schiena. 

Si rialzò e si mise a mangiare. Aveva portato solo una mela, ma di quella mela Hairy ne fece tesoro.

Perché bastò per farle riprendere gli zuccheri di cui aveva bisogno. Dopo neanche mezzora ripartirono e Hairy si alzò di scatto: sembrava che si fosse riposata per un intero pomeriggio.

  
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